CORSO DI
TEOLOGIA, SACRA SCRITTURA
ANTROPOLOGIA DEL NT
Nel Nuovo Testamento l’uomo domina al centro nella persona di Gesù
Cristo.
In lui è presente l’uomo nuovo, quello promesso; lui è il capo di un
nuovo corpo dell’umanità.
Tutta l’attenzione dell’antropologia neotestamentaria è sulla persona
di Gesù che diventa cristologia e soteriologia.
Tutto ruota attorno al mistero dell’Incarnazione.
Ma era veramente necessario il
peccato del primo uomo perché
Cristo si incarnasse?
La domanda è esistenziale!
«nessuno poteva vivere la vita spirituale
finché non era formata
la carne beata del Cristo»
Cabasilas, La vita in Cristo
Come l’uomo nella sua vita fisiologica
necessita di un genitore per esistere,
allo stesso modo noi abbiamo bisogno
di essere generati
per vivere spiritualmente.
Adamo, prima della caduta, non
poteva accedere alla vita dello spirito
senza che Cristo si rivestisse della
nostra carne
IMMAGINE e/o SOMIGLIANZA
Adamo è stato creato a immagine di Dio
e reso un essere vivente con il soffio dello
Spirito MA la sua vita non era ancora
totalmente spirituale.
INCARNAZIONE DEL VERBO
L’uomo diviene anche
SOMIGLIANZA di Dio
Vita naturale non si oppone a vita spirituale;
La vita spirituale
porta a PIENEZZA
la vita naturale
Qual è il fine dell’uomo?
R/ La vita con Dio, in quanto l’uomo è un essere
capace di essere divinizzato.
L’uomo è creato per la comunione con Dio
e perciò è stato dotato di un carattere ICONICO
Come tenere insieme unicità di Dio e comunione?
Il dono di Dio è libero e gratuito:
se Dio nel suo amore/grazia
non avesse colmato lo spazio
tra la nostra natura creaturale
e la sua natura di Creatore, divinizzandoci,
l’uomo non avrebbe mai potuto colmarlo da sé.
Attraverso l’immagine la creatura partecipa
del suo Creatore, ha un’apertura ontologica a lui,
ha in lui la sua realizzazione;
è fatto oggetto della sua grazia,
cioè della sua filiazione.
«l’uomo che rinnega nella teoria o nella pratica
Dio, costituisce un assurdo vivente.
In questo caso, rifiutando colui che riempie
l’essere umano di esistenza e di contenuto,
l’uomo si svuota ontologicamente».
IMMAGINE = DONO e VOCAZIONE da attuare
L’atto di essere stato creato capace di relazione
con Dio è già un ATTO DI SALVEZZA
La salvezza non è riducibile alla sola redenzione,
che è un aspetto rilevante del mysterium salutis,
MA non esclusivo.
Dio è capace di salvezza proprio perché
sceglie di uscire da se stesso
per donarsi alle sue creature;
e così divinizzarle.
Si tratta di un amore ex-statico, per cui
Dio esce da sé per riversarsi su di noi
e donarci il suo essere in relazione.
DIVINIZZAZIONE = PROGETTO DI SALVEZZA
La divinizzazione coinvolge tutto l’uomo
e non solo la sua anima,
poiché tutto l’essere umano
è creato a immagine di Dio.
Il compito di modellare la propria
immagine perché sia partecipe di Dio è
ciò che è stato affidato all’uomo come
risposta libera e responsabile.
DIVINIZZAZIONE = PROGETTO DI SALVEZZA
PARTECIPAZIONE
La partecipazione all’immagine di Dio è
reale: non per natura, ma per grazia.
L’uomo non è un essere autonomo:
la sua vera umanità la realizza soltanto
quando egli vive in Dio.
Qui si gioca il nostro essere anche a
somiglianza di Dio.
YHWH: Signore/Padre
Adamo: figlio/vassallo
v. 25: l’equilibrio relazionale gerarchico
YHWH: Signore/Padre
Adamo: figlio/vassallo
Mi farò uguale all’Altissimo! (Is 14,14)
El sono io! (Ez 28,2)
Non servirò! (Ger 2,20)
I TIMORI CONTRO LA RELAZIONE (1)
dèi stranieri /rivali
sembianze di padre
Adamo: figlio/vassallo
Dicono al legno:
“Padre mio sei tu!”
E alla pietra:
“Tu mi hai partorito!” (Ger 2,27)
I TIMORI CONTRO LA RELAZIONE (2)
 ADAMO
 ISRL
 NOI
 giardino in Eden a Oriente
 terra promessa
 la nostra esistenza xna
Dio Padre introduce Adamo & Eva nel Giardino relazionale
Piedimonte Matese – Cappella di San Biagio
L’immagine ci è donata già in vista di Cristo:
la somiglianza è una PERFEZIONE
e una ATTUALIZZAZIONE
della nostra VOCAZIONE
che è resa possibile dall’incarnazione di Cristo.
In Cristo «gli uomini diventano dèi
e figli di Dio, la nostra natura è onorata
con l’onore dovuto a Dio,
la polvere è innalzata a tal grado di gloria
da essere ormai eguale in onore e deità
alla divina natura: privilegio ineguagliabile,
novità inaudita!».
Anche per Adamo la pienezza dell’immagine ha un
carattere escatologico prima ancora che protologico:
è in vista di Cristo che noi siamo stati creati e salvati.
Il mistero dell’incarnazione è un atto assoluto di Dio,
un atto di amore che coinvolge tutta la Trinità.
Al di là del peccato il mistero del Verbo incarnato
è già un atto di salvezza.
Solo in Cristo, centro e ricapitolazione di tutto il creato e di tutta
la storia, l’uomo può realmente essere divinizzato.
L’umanità è divinizzata in quanto cristificata.
A sua volta Cristo ci cristifica
attraverso la sua umanizzazione.
«Poiché preesisteva il Salvatore, doveva venire
all’esistenza anche ciò che doveva venire salvato».
Sant’Ireneo
«La nascita della testa rappresenta anche la nascita
delle membra beate, giacché le membra non
sussistono che col nascere della testa. Ma, se per
ognuno la nascita è il principio della vita e
incominciare a vivere equivale a nascere, poiché il
Cristo è la vita di quelli che a lui aderiscono, essi
nascono quando il Cristo nasce ed entra in questa
vita». Cabasilas
Cristo è la causa e il fine
di tutta la creazione.
«In principio Dio ha creato la natura dell’uomo in vista
dell’uomo nuovo: mente e desiderio sono stati forgiati
in funzione di lui. Per conoscere Cristo abbiamo
ricevuto il pensiero, per correre verso di lui il
desiderio, e la memoria per portarlo in noi; perché,
mentre eravamo plasmati era lui l’archetipo: infatti,
non il vecchio Adamo è modello del Nuovo, ma il
Nuovo è modello del vecchio. […]

Il vecchio Adamo può essere considerato l’archetipo
da noi che lo riconosciamo come il primo riguardo alla
natura, ma per colui che ha davanti agli occhi tutte le
cose prima che siano, il primo non è che una copia del
secondo Adamo. È lui che è stato plasmato secondo
l’idea e l’immagine di questo. […] La natura umana fin
dal principio tendeva verso l’immortalità, ma la
raggiunse solo più tardi nel corpo del Salvatore».
La vocazione dell’uomo di essere figlio nel Figlio
nasce già con la creazione;
la redenzione è il perfezionamento.
PECCATO
L’uomo ha rifiutato questo rapporto di comunione
per scegliere l’AUTO-NOMIA da Dio.
Rifiutando Dio, l’uomo ha scelto la sua ALIENAZIONE.
Come l’uomo non HA l’immagine di Dio,
ma È immagine di Dio;
in un certo qual modo NON TANTO HA
PECCATO, ma È DIVENUTO PECCATO.
PECCATO
L’uomo non può essere mai neutrale di
fronte a Dio:
o accoglie di essere immagine di lui nel
mondo o rifiuta di esserlo,
contribuendo così alla distruzione sua
e di ciò che lo circonda.
Il peccato dell’uomo è rifiutare di perfezionarsi
all’immagine del suo Archetipo, cioè Cristo.
PECCATO
Perdere la propria NATURA CRISTIFORME
per l’uomo significa essere «separato da Dio:
essere decisamente morto».
Decidere di non servire Dio significa cadere
schiavi della morte.
PECCATO
La natura dell’uomo, pur deformata dal
peccato, non è totalmente persa, perché
DIO CONTINUA A SOSTENERE
LA SUA CREAZIONE,
nel rispetto della libertà della sua creatura.
PECCATO
L’uomo decaduto entra in un circolo vizioso,
in un vortice di peccato.
Gli atti peccaminosi creano l’abitudine del
peccare, diventano abiti stabili che si
moltiplicano a dismisura senza fine.
PECCATO
Il peccato coinvolge anche le cose create.
Come nell’uomo l’immagine non è tolta ma
deformata; così nella creazione rimane
l’originaria bontà iscritta in essa dal creatore,
ma ottenebrata dalle conseguenze del peccato.
PECCATO
Il peccato assume una rilevanza cosmica:
tenta di togliere in tutto ciò che è creato il
ricordo di Dio.
Il peccato si costruisce nella storia.
PECCATO
Il desiderio naturale dell’uomo di essere
come Dio, cioè di vivere una vita spirituale
nella relazione, trova storicamente tre
ostacoli:
-la natura,
- il peccato,
- la morte.
Gli uomini, lontani da Dio per il peccato,
«furono portati dal Salvatore al puro possesso
di Dio e all’unione immediata con lui
(divinizzazione); infatti, uno dopo l’altro, egli
distrusse tutti gli ostacoli: il primo
condividendo l’umanità, il secondo morendo
sulla croce, e infine con la sua risurrezione
abbatté l’ultimo muro, bandendo
completamente dall’umana natura la tirannia
della morte».
REDENZIONE
L’umanità, gravata dal peccato, è incapace da sola di
liberarsi da questo giogo.
La ferita (trauma) procurata dal peccato è talmente
profonda che egli non può guarirsi da solo.
Il peccato oltre che a rendere schiava l’umanità decaduta,
deturpa in essa l’immagine di Cristo archetipo
dell’uomo;
esso è dunque insolenza, ingiuria, offesa, oltraggio a Dio.
REDENZIONE
«Non è possibile alle forze dell’uomo risollevare l’uomo caduto, né
la malizia degli uomini può essere vinta dalla giustizia umana,
poiché il peccato reca offesa a Dio stesso […] ed è necessaria una
virtù più che umana per poter cancellare la colpa. Che l’infimo degli
esseri offenda l’essere sommo è fin troppo facile; ma è impossibile
compensare l’ingiuria con un onore proporzionato. […] Chi cerca di
cancellare la colpa e di restituire all’oltraggiato l’onore tolto, deve
offrire più di quello che è strettamente dovuto: cioè non solo
restituire, ma anche aggiungere qualcosa a compenso dell’offesa.
Ora però chi non è in grado nemmeno di avvicinarsi al pareggio
come potrebbe proporsi al più? Perciò non era possibile che
nessun uomo, presentando la propria giustizia, potesse riconciliarsi
con Dio».
REDENZIONE
Situazione insolubile:
-Secondo giustizia, l’uomo dovrebbe assumersi il
debito e riportare una vittoria;
ma è schiavo di colui che dovrebbe sconfiggere.
-Dio potrebbe vincere,
ma non è debitore di nulla verso nessuno.
REDENZIONE
Soluzione:
-Solo il LOGOS INCARNATO può restituire all’uomo la
sua vera natura e giustificarlo.
La REDENZIONE si presenta come
NUOVA CREAZIONE.
REDENZIONE
L’opera redentrice di Cristo ricostruisce le
rovine del peccato, riconcilia l’uomo con Dio
e guarisce le ferite della colpa.
GUARIGIONE = ricostruzione dell’immagine
GIUSTIFICAZIONE = reintegrazione nel piano di salvezza
GUARIGIONE  UOMO FERITO
nella sua natura/
immagine
OPERA DI CRISTO
REDENZIONE
GIUSTIFICAZIONE  DIO FERITO
nella sua giustizia
La Passione di Xsto
non ha come finalità:
SODDISFARE DIO
MA
GUARIRE L’UOMO
Attraverso la morte e la risurrezione
del NUOVO ADAMO,
il primo Adamo è ricollocato nel giardino della
relazione con Dio.
DOMANDA CARDINE
Sarebbe stato sufficiente che Adamo/Isrl
chiedesse perdono dicendo con il Sal 80):
“Perché hai abbattuto la sua siepe?
Oh, fa’ che ritorniamo a te!
Oh, ritorna a noi!”.
Bastano le parole
(= parole sincere)
per ristabilire la relazione?
RISPOSTA CARDINE (Eb 9,22)
SENZA SPARGIMENTO DI SANGUE
NON SI DÀ REMISSIONE
RICONCILIAZIONE
cwri;" aiJmatekcusi;a"
ouj givnetai afesi"
tyriB] tr'K;
e
b rìt
karàt
fœdus ferire
oJrkiva tevmnein
orko" = giuramento / patto
ta; oJrkiva = le cose relative al
patto, ie. animali, parole
L’espressione
TAGLIARE
UN’ALLEANZA
dipende
dall’accezione
concreta,
cioè nel senso di
TAGLIARE
L’ANIMALE,
la cui morte
viene posta
quale garante
dell’alleanza.
La redenzione vicaria di Cristo non è voluta per
soddisfare la giustizia di un Dio vendicativo;
questa è l’immagine che l’uomo si è fatta del
Creatore.
Il dolore e la morte sono entrate nel mondo non
come un castigo per il peccatore, ma come
rimedio per il peccato.
Gesù beve al nostro posto il farmaco amaro
del dolore, perché noi che meritavamo di berlo
per la nostra colpa, fossimo salvi.
Cristo salva l’umanità attraverso il
principio della SOLIDARIETÀ
La croce è il luogo
dell’amore sconfinato
e traboccante di Dio
che trae a sé
tutta l’umanità:
«Dio è morto. È sangue
di Dio quello che è stato
versato sulla croce. Che
cosa potrebbe essere
più prezioso di questa
morte?»
L’amore divino è sempre estatico e
oblativo, capace di uscire da sé fino allo
svuotamento, per riempire l’amato a cui si
dona.
NB: Questo circolo di amore ha nella creazione e nell’incarnazione la sua
origine e nell’atto redentivo della croce la sua massima espressione.
L’uomo raggiunto dall’amore incondizionato di Dio è come attratto nel suo
dinamismo e da esso viene trasformato.
Questa azione dinamica dell’amore di Dio, diventa misericordia, pietas
paziente fino a lasciarsi morire per l’amato.
«I benefici di Dio eccellono per moltitudine e grandezza e l’amore
onde è tratto ad elargirli è più grande di quel che possono
comprendere i pensieri degli uomini. Come l’amore umano quando
trabocca e diviene più forte di coloro che lo ricevono trae gli
amanti fuori da sé, così l’amore che Dio ha per gli uomini l’ha
svuotato: Dio non invita il servo che ama rimanendo al suo luogo,
ma lui stesso discende a cercarlo (incarnazione), essendo ricco
viene alla dimora del povero, presentandosi dichiara direttamente
il suo amore (immagine) e cerca eguale amore (somiglianza);
respinto (peccato) non si allontana, di fronte all’insolenza non si
adira, scacciato sta alla porta e fa di tutto per mostrarsi vero
amante; martoriato, sopporta e muore»
Dio inventa il suo annientamento, accetta di soffrire al
posto del servo, perché gli uomini attratti dalla potenza
del suo amore, non fuggano più, ma ritornino a lui.
«[Cristo risorto] non si è privato delle piaghe,
non ha eliminato le cicatrici, al contrario, per
amore degli uomini, ha voluto amarle perché per
loro mezzo ha ritrovato colui che si era
smarrito, con quelle piaghe ha conquistato
l’oggetto del suo amore».
REDENZIONE
«Noi non ci siamo mossi verso Dio e siamo saliti a
lui: è lui che è venuto e disceso a noi;
noi non l’abbiamo cercato, ma siamo stati cercati:
la pecora non ha cercato il pastore, la dracma non
ha cercato il padre di famiglia; ma lui si è chinato
sulla terra, ha trovato l’immagine ed è andato nei
luoghi dove la pecora si smarriva, per prenderla e
ritrarla dall’errare».
Solo chi ri-conosce di essere amato può a sua volta
amare in modo incondizionato.
Liberazione dal peccato
SALVEZZA
DI CRISTO
Figliolanza divina
“figli nel Figlio”
LINEA DEL MAGIS DELL’AMORE
REDENZIONE
L’uomo ri-conosce di essere stato creato
da un Amore che gli chiede di amarlo a
sua volta fino all’estasi, a immagine e
somiglianza di colui che per noi è morto
ed è risorto.
INCARNAZIONE
MORTE - RISURREZIONE
NUOVA CREAZIONE
UMANITÀ CRISTIFICATA
REDENZIONE
Non è un cammino ascetico quello che l’uomo
deve fare per conquistare la vita divina o spirituale.
Essa è un dono che ci viene offerto in Cristo e
che inaugura il nuovo essere dell’uomo.
La vita che Cristo ci dona
è la vita per l’immortalità.
REDENZIONE
La risurrezione non è naturale, né un
diritto: essa è un dono eccedente di
amore. È la pienezza della sua vita,
che Dio amore comunica alla
creatura amata.
REDENZIONE
«Cristo con la sua morte ha distrutto la morte
donando a noi la vita».
In questo dinamismo redentivo partecipa anche tutta
la creazione che attende la manifestazione piena
dei figli di Dio (cfr. Rm 8, 19; 22-23).
Con la morte e risurrezione di Cristo anche il creato
riprende il suo giusto posto davanti a Dio: esso ritorna
a essere riflesso della bontà e filantropia di Dio.
«La graziosa volontà del Padre, nel suo Unigenito Figlio, ha
operato la salvezza del cosmo intero e restaurato l’unità di
tutte le cose. Poiché, infatti, l’uomo è il nodo e il legame di
ogni essere tanto visibile che invisibile, la volontà del Padre,
creatore e reggitore di tutte le cose, volle che, nel suo Figlio
unigenito e consustanziale, si realizzasse l’unità della divinità
con l’umanità, e mediante questa, l’unità con tutte le cose, e
così Dio fosse tutto in tutti».
Giovanni Damasceno
mezzi attraverso cui
la grazia agisce
perché possiamo
SACRAMENTI
ri-conoscere
l’amore di Dio per noi
e possiamo amarlo
come a lui conviene.