Personal Stile ■ Per la prossima primavera Historic Research propone Woody Jacket 1949, dal nome della storica auto americana in voga alla fine degli anni 50 tra i surfisti californiani. Ultralight, realizzato in cotone con pratiche tasche frontali e doppia chiusura a zip e bottoni. Prezzo: 248 euro. Info: 030.9932872 Regali ■ Barakà ha creato il bracciale Black Stone per tutti gli uomini che amano indossare i gioielli, purché siano discreti e raffinati. Questo monile è composto interamente da diamanti neri, mentre i dettagli sono realizzati in oro bianco e rosa. Prezzo a part i r e d a : 1. 410 e u r o . I n f o : 800.903639 Accessori ■ Una sinuosa striscia di seta e dettagli esclusivi, fuori e dentro, per la nuova collezione di cravatte di Louis Vuitton. Twill pieno per una fodera perfetta, imbottitura in lana e cuciture sottopunto. Le sfumature scelte sono le più tenui, beige e rosa cipria, azzurro e morbido giallo. Prezzo: 125 euro. Info: 800.308980 Investire nella Qualità della Vita ■ ■ ■ Medicina Con Cross-linking chi soffre di cheratocono può evitare un intervento invasivo Occhi salvi senza trapianto La vitamina B2 viene instillata sottoforma di gocce e la cornea esposta ai raggi UV di Annika Abbateianni P oche gocce possono salvare la cornea ed evitare il trapianto altrimenti necessario se l’occhio viene colpito da cheratocono, una deformazione della curvatura. Si tratta di una malattia genetica complessa poiché caratterizzata da una componente ereditaria bizzarra: né dominante né recessiva. A oggi non è stato ancora individuato il gene alterato che la provoca, ed è quindi difficile stabilirne l’origine; ecco perché «potrebbero esistere sia forme ereditarie sia forme sporadiche di cheratocono», spiega l’oculista Paolo Rama, primario dell’Istituto scientifico universitario del San Raffaele di Milano, oltre che uno dei massimi esperti di trapianti di cornea a livello internazionale. La patologia, data la sua natura perlopiù genetica, è diffusa in determinate aree piuttosto che in altre; basti pensare che in alcune regioni d’Italia ne soffre una persona su 10 mila. Ma, per tranquillizzare tutti coloro che sono stati «vittime» di eccessivi allarmismi, Rama sottolinea che «per il suo carattere strano e imprevedibile il cheratocono (che può coinvolgere un solo occhio) a volte progredisce, altre rimane spontaneamente stabile nel corso dell’intera vita». Inoltre, il numero delle deformazioni della curvatura della cornea che si stabilizzano è maggiore di quelle sulle quali occorre intervenire chirurgicamente. «Il cheratocono», prosegue l’esperto, «è semplicemente una predisposizione ereditaria ad avere una cornea che può, nel corso degli anni, incurvarsi, ma questo non comporta nessun rischio se non quello di un calo della vista. Quindi, chi ci vede non deve fare nulla, mentre chi ha deficit visivi può ricorrere agli occhiali o alle lenti a contatto, finalizzati a un recupero visivo, ma non a un rallentamento del cheratocono». Per coloro che continuano a vedere male si ricorre alla chirurgia, oggi sempre più mirata e quindi minimamente invasiva. Gli interventi ai quali è possibile sottoporsi sono la cheratoplastica perforante e la cheratoplastica lamellare. Il primo è quello più tradizionale, nel quale l’intera cornea viene sostituita con un’altra ricevuta da un donatore, mediante trapianto. Il secondo, invece, è eseguito su una sola parte della cornea, ossia quella anteriore. «Non bisogna spaventarsi sentendo la parola trapianto poiché per quanto riguarda la cornea non esistono casi di rigetto», precisa Rama, che continua: «Oggi, grazie alla preparazione e alle tecniche di cui si dispone, c’è una bassissima incidenza di complicanze (la stessa che si può avere in un intervento di cataratta) e i miei pazienti (di tutte le età perché l’operazione si può eseguire anche a 90 anni) possono già recarsi in ufficio il giorno seguente l’intervento, eseguito in anestesia locale». Ultimamente si è diffusa una nuova tecnica chiamata Cross-linking, che consiste nell’instillare delle gocce di vitamina B2 (riboflavina) sulla cornea e, contemporaneamente, esporre la cornea a una luce ultravioletta. Questo comporterebbe un indurimento della cornea stessa e quindi una diminuzione della sua curvatura. «Tuttavia», secondo Rama, «occorre attendere ancora degli anni prima di essere sicuri della validità di questa tecnica e, soprattutto, prima di rischiare di dare false speranze ai pazienti di poter evitare il trapianto di cornea. Di fatto, non è trascorso ancora abbastanza tempo per dimostrare che il Cross-linking può essere ripetuto e che gli effetti a lungo termine dell’esposizione ai raggi ultravioletti non siano nocivi. Ecco perché personalmente continuo a consigliare, nei casi necessari, il trapianto di cornea, ormai diventato un intervento di routine». (riproduzione riservata) ■ ■ Salute Il poco sonno influisce sull’appetito ■ ■ Ricerca Migliorano la coordinazione occhi-mani I bambini nottambuli sono più cicciottelli Chirurghi veloci e abili grazie ai videogiochi di Galeazzo Santini L’ obesità infantile rappresenta una preoccupazione molto diffusa tra i genitori. L’ultimo sistema per impedire che i bambini ingrassino troppo in fondo è molto semplice: mandarli a letto più presto alla sera. Infatti, come risulta da uno studio pubblicato sulla rivista Child Development i piccoli che dormono di più tendono a pesare meno e a correre meno rischi di finire sovrappeso nel giro di cinque anni rispetto ai loro coetanei che stanno svegli più a lun- go. Per i bambini da tre a otto anni un’ora di sonno in più riduce questo rischio dal 36 al 30%, mentre per i ragazzini da otto a 13 anni il rischio scende dal 34 al 30%. In conclusione, se i bambini devono alzarsi tra le 6,30 e le 7 del mattino devono andare a letto alle 20. I ricercatori della Northwestern university che hanno svolto uno studio in materia ritengono che probabilmente una mancanza di sonno influisce sugli ormoni che regolano l’appetito. Inoltre, i bambini che stanno svegli più a lungo mangiano più spesso. (riproduzione riservata) di Andrea Torti C imentarsi con i videogiochi può migliorare l’abilità manuale e la destrezza delle dita dei chirurghi. A questa imprevista conclusione è giunto uno studio apparso sulla rivista Archives of Surgery. Sottoposti a una serie di operazioni simulate, i chirurghi dediti ai videogiochi hanno commesso in media il 37% di errori in meno e si sono dimostrati il 27% più veloci dei loro colleghi privi della pratica dei videogiochi. Douglas Gentile, professore di psicologia alla Iowa state university e responsabile di questo studio, ha dichiarato che il tempo trascorso giocando alla console migliora la coordinazione tra mano e occhio e aumenta anche l’attenzione visiva. (riproduzione riservata) “ Lampi nel buio Gli occhi ti dicono quello che uno è: la bocca quello che è diventato John Galasworthy ”