IL CHERATOCONO Il cheratocono è una malattia progressiva, ovvero che peggiora nel tempo, non infiammatoria della cornea. Essa si assottiglia e si deforma, assumendo una caratteristica forma a cono. Di profilo la superficie oculare diventa, dunque, più sporgente. Quali sono le cause? Ancora oggi le cause certe non sono note. Tuttavia, ci potrebbe essere una predisposizione genetica. Inoltre ci sono possibili legami con malattie generali dell’organismo (dette “sistemiche”). Infine possono essere considerati fattori di rischio piccoli traumi oculari ripetuti nel tempo e problemi al nervo trigemino (che si innerva nella cornea). Vi sono, comunque, in corso degli studi che approfondiscono il tema. (Confronto tra una cornea normale e una cornea affetta da cheratocono) Come si manifesta la malattia? Sviluppata questa malattia, la cornea si indebolisce e, quindi, inizia a cedere. Nei casi più gravi si arriva anche alla perforazione. Lo strato oculare esterno e trasparente, che si trova in corrispondenza dell'iride, si assottiglia a causa di un processo degenerativo delle fibre collagene. Semplificando, si può dire che la cornea in un punto perde la capacità di resistenza meccanica e, a causa della pressione interna dell’occhio, avviene lo sfiancamento. Quali sono i sintomi? Il cheratocono è caratterizzato da un astigmatismo irregolare, che non si riesce a correggere con le lenti normali; il più delle volte è associato a una forma di miopia mentre raramente ad ipermetropia. Dunque i sintomi iniziali sono legati a questi difetti refrattivi, che sono, appunto, i difetti della vista. Il cheratocono, normalmente, non dà dolore a meno che non avvenga un rapido sfiancamento della cornea e la sua perforazione. Spesso il cheratocono è associato a una congiuntivite allergica. Come si diagnostica e qual è l’età di insorgenza? Il cheratocono si diagnostica con l’oftalmometria, esame che misura le rifrazioni oculari, il quale consiste nella misurazione della curvatura corneale. È bene ricordare che il cheratocono non è sinonimo di astigmatismo. Chi è affetto da un astigmatismo elevato non è detto che abbia anche questa patologia. Lo strumento principale per la sua diagnosi e per la valutazione della gravità è la topografia corneale, con cui si misura il raggio della cornea punto per punto; a questo esame deve essere sempre associata la misurazione dello spessore corneale. Quant'è diffuso? L’incidenza stimata del cheratocono è tra le 50 e le 100 persone ogni 230.000; l’età a cui la malattia si presenta è molto varia, ma in genere esordisce clinicamente tra i venti e i trenta anni. La velocità di progressione del cheratocono è legata all’età di insorgenza: se si presenta precocemente ha una progressione molto rapida. Tale progressione tende a rallentare dopo i 30 anni. Quale terapia si può adottare? Va eliminato o corretto al meglio il difetto visivo causato dal cheratocono: questo è inizialmente possibile con occhiali ma, col progredire della patologia, solo le lenti a contatto possono dare il risultato sperato. In questo caso la lente a contatto non ha solo uno scopo refrattivo, ma contiene meccanicamente la protrusione corneale, rendendo più regolare la sua forma. Fondamentali sono i controlli oculistici annuali. Nei casi più gravi si ricorre al trapianto di cornea (obbligatoria se si è verificata la perforazione). Cos’è il cross-linking? Il cross-linking è una procedura parachirurgica, che ha come risultato finale quello di rendere la cornea più rigida ed evitare, quindi, lo sfiancamento. Questo avviene tramite la creazione di legami tra le fibre collagene stromali. Il trattamento è minimamente invasivo: si fa reagire una sostanza fotosensibile (la riboflavina) – che viene somministrata in forma di collirio – con i raggi ultravioletti. Questo processo lega meglio tra loro le fibre collagene, rinforzando la superficie oculare.