Estratto da pag. Lunedì 14/10/2013 1 Direttore Responsabile Diffusione Testata Gabriele Canè 6.425 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Paolo Ugolini racconta «Io, primo dializzato a domicilio» i A pagina 5 SANITÀ* LA STORIA DI PAOLO CIGOLIMI. «E UNA SVOLTA CHE Ml HA CAMBIATO LA VITA. FACCIO TUTTO DA SOLO, DAVANTI ALLA TV» «Io, primo dializzato a domicilio»: entro due anni altri 50 L'APPARECCHIO della dialisi è in salotto, sullo sfondo del tavolo da cucina e dei fornelli. Non è ancora perfettamente integrato con i ninnoli o con il frullatore: ma lo sarà presto. E soprattutto è perfettamente integrato con la vita del paziente. «Non Ip nego: questa scelta mi ha cambiato la vita». In meglio. Paolo Cigolini ha 59 anni, è un agente di commercio che lavora a Firenze e vive ad Arezzo. Soffre di insufficienza renale da due anni e da allora è sotto dialisi. Quindi? Per due anni ogni due giorni doveva andare in ospedale per il trattamento. Ora no. «Faccio tutto da solo anche se i miai familiari sono pronti ad aiutarmi. Preparo i prodotti, le sacche, i collegamenti. Faccio la dialisi a casa, in genere dopo cena, respirazione meccanizzata. E il telemonitoraggio, per ora limitato a 20 pazienti aretini in un'esperienza pilota a livello nazionale, Il tutto costa perfino meno: il costo della Usl per dializzato scende a domicilio a 30 mila euro l'anno, la metà di prima. E non sta bene quell'apparecchio in salotto DIALISI DAVANTI ALLA TV Ecco Paolo Cigolini collegato all'apparecchio: è in casa, nel suo salotto e può fare tutto da solo PIONIERE NEL CENTRQSUD Non c'erano finora altri casi sotto il Po. «Ho recuperato la libertà che avevo perduto» mentre guardo la Tv». Due ore che prima erano buttate, ora sono passate in famiglia. Poi c'è l'anello più importante. «LA LIBERTÀ assoluta. Se hp un impegno la sera faccio la dialisi di pomeriggio. Se devo andare fuori porto con me l'apparecchiatura. Resto malato ma ho riconquistato gran parte della libertà che avevo perduto». Un capitale, di secondi, minuti e ore: per certi aspetti il più importante. E che per questo avrà un seguito. Paolo è il primo paziente sotto il Po a godere di questo trattamento. Ma non sarà l'ultimo. «Amplieremo il servizio nel giro di due anni ad almeno il 20% dei pazienti dializzati» assicura il direttore della Usl Enrico Desideri. Significa altre cinquanta persone sulla scia di Paolo. E una scelta strategica. « Abbiamo pazienti che a casa sono sottoposti a nutrizione clinica o Sanità Arezzo e Provincia Pag. 1