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Esperienza di Dialisi
domiciliare extracorporea
U.O. di Nefrologia e Dialisi
S.O. Di Lanciano
I recenti orientamenti incentivano
modelli organizzativi volti alla
territorializzazione dell’assistenza e
dei trattamenti sanitari. L’ospedale
entra in gioco fondamentalmente per i
trattamenti acuti, mentre i livelli
essenziali di assistenza si spostano
verso il territorio.
In questo nuovo modello di Sanità a
nostro avviso si inserisce in modo
adeguato la
“Dialisi extracorporea domiciliare”
Essa prevede l’applicazione di sistemi
depurativi extracorporei al domicilio
del paziente uremico in assenza di
personale sanitario.
L’assistenza è effettuata da un
familiare che al termine di un corso di
addestramento verrà dichiarato
idoneo.
Il personale della nostra U.O.
nonostante le difficoltà incontrate a
reperire un supporto normativo
Regionale, ha tuttavia iniziato questa
nuova esperienza nel giugno 2012
grazie anche al sostegno del Dirigente
Responsabile.
Inizialmente la nuova metodica è stata
proposta a tre pazienti in trattamento
emodialitico convenzionale già
stabilizzati, ma uno di loro, anche se
fortemente motivato, ha rinunciato per
timore di creare problemi nell’ambito
familiare.
Sono state incluse in questo
programma terapeutico due persone
giovani affiancate da partner
disponibili (in entrambi i casi le mogli)
in grado di apprendere la pratica e le
tecniche della dialisi extracorporea
effettuata con un’apparecchiatura
NxStage.
I requisiti richiesti sono stati i
seguenti:
 Uremia cronica;
 Assenza di complicanze uremiche gravi
o patologie extrarenali irreversibili;
 Adeguato livello intellettivo e stabilità
emotiva;
 Abitazione idonea.
I pazienti e i loro assistenti sono stati
addestrati alla gestione della malattia
e dell’apparecchiatura dialitica, con
dei corsi teorico-pratici della durata di
circa sei mesi, tenuti dal personale
medico e infermieristico dedicato.
Nella prima fase il nostro lavoro è
stato mirato alla preparazione di un
accesso vascolare della FAV tramite
l’utilizzo degli aghi Botton-hole, al fine
di facilitarne l’impiego da parte del
partner.
Il periodo dell’addestramento è stato
comunque caratterizzato da momenti
di forti motivazioni, alternati ad altri
di sconforto, legati non in particolar
modo all’utilizzo della macchina,
quanto al timore da parte del partner
di creare danno alla FAV.
Quali limiti all’Emodialisi domiciliare?
 Il principale limite è la mancanza di un
forte convincimento del team; *
 La tipologia dei pazienti; *
 Richiesta di un forte impegno da parte
del partner;
Quali Vantaggi?
 L’emodialisi domiciliare migliora il
benessere psico-fisico del paziente. Il
trattamento emodialitico infatti viene
adattato alle sue esigenze lavorative e
al proprio stile di vita, permettendo un
miglior recupero psico-sociale. *
 Dal punto di vista clinico i risultati
sono migliori essendo la depurazione
quasi giornaliera. *
 Anche i costi totali rispetto alla dialisi
ospedaliera sono più vantaggiosi.
Nonostante il trattamento domiciliare
sia più frequente esso consente
comunque un risparmio sui costi
indiretti. *
A due mesi dall’inizio della nuova metodica
è stato somministrato ai pazienti un
questionario in cui si valutava il
miglioramento della qualità della loro vita,
la percezione di cambiamento nella vita
familiare e lavorativa e la percezione di
cambiamento delle relazioni esterne.
Le risposte sono state ampiamente
positive.
Infatti su una scala di valutazione da
1 a 10, è risultata una media di 9.
Conclusioni
La dialisi extracorporea domiciliare,
anche se è una metodica poco diffusa e
riservata ad un numero molto ristretto
di pazienti, a nostro avviso risulta
comunque una valida alternativa al
trattamento ospedaliero, poiché
consente un positivo recupero psicofisico e relazionale, un miglioramento
clinico con un congruo contenimento
dei costi.
Grazie per l’attenzione
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