PROGETTI Auditorium Oscar Niemeyer Ravello L’Auditorium Oscar Niemeyer di Ravello, pensato per dotare la cittadina della costiera amalfitana di un contenitore d’eccellenza per lo svolgimento di eventi musicali e culturali durante l’intero arco dell’anno, è stato inaugurato nel gennaio scorso. L’opera rappresenta l’ennesimo capolavoro dell’architetto brasiliano che ha progettato oltre 600 edifici di grande pregio ed originalità realizzati in tutto il mondo. A lui, oggi ultracentenario, si era rivolto nell’anno 2000 Domenico De Masi, sociologo e presidente della Fondazione Ravello, ottenendone una risposta entusiasta e, in virtù dell’amicizia, l’impegno a realizzare il progetto senza richiedere per sé alcuna parcella. In questo articolo, con il corredo delle immagini gentilmente fornite dalla Fondazione Ravello e tratte – come parte dei testi – dal volume “Auditorium Oscar Niemeyer Ravello”, si presentano gli aspetti principali dell’opera attraverso le parole di alcuni fra progettisti (in primis Niemeyer) tecnici e costruttori che, insieme agli altri professionisti, fra i quali numerosi geometri, hanno contribuito a realizzarla. 20 Oscar Niemeyer, uno dei massimi architetti viventi è nato a Rio de Janeiro il 15 dicembre del 1907. Nel 2000 aveva 93 anni e, ricorda Domenico De Masi nel volume sopra citato, “allora come oggi lavorava intensamente. Era l’unico architetto che aveva progettato un’intera capitale: Brasilia. Insieme a Le Corbusier aveva firmato il Palazzo delle Nazioni Unite a New York”. Per lui, durante gli anni dell’esilio in Francia, si mosse anche l’inflessibile Charles De Gaulle che firmò una deroga esclusiva sollevandolo dal divieto, vigente allora, che proibiva agli architetti stranieri di firmare i progetti … Insomma un “palmares” indiscutibile quello dell’architetto brasiliano che, però, ricorda De Masi, forse non sarebbe stato sufficiente “a far sognare un capolavoro di Niemeyer per Ravello, se non ci fosse stata un’intima consonanza tra il suo stile e il nostro”. “Come in tutta l’area amalfitana – scrive ancora De Masi – così nell’architettura di Niemeyer domina la linea curva e il colore bianco. La cultura in cui è radicata la sua architettura è quella solare, ardita ed equilibrata al tempo stesso, che unisce tutti i paesi latini, al di qua e dal là dell’Atlantico”. Già, la linea curva così importante nelle forme dell’Auditorium e tanto amata da Niemeyer, come testimonia un suo scritto: “Non è l’angolo retto che mi attrae, e nemmeno la linea retta, dura, inflessibile, creata dall’uomo. Ciò che mi attrae è la curva libera sensuale. La curva che incontro nelle montagne del mio paese, nella donna preferita, nelle nuvole del cielo e nelle onde del mare. Di curve è fatto tutto l’universo. L’universo curvo di Einstein”. L'architetto Oscar Niemeyer Il progetto Data l’età, Niemeyer non si è recato fisicamente a Ravello, ma nella fase di ideazione del progetto, come ricorda l’ingegner Josè Carlos Sussekind (che da decenni collabora con l’architetto ed ha seguito tutte le fasi del lavoro relativo all’Auditorium) “ha potuto conoscerne il meraviglioso paesaggio tramite le numerose fotografie che gli erano pervenute”. Un’analisi che lo ha portato ad “accorgersi subito, in un processo quasi dialettico, sia delle difficoltà insite nella conformazione tipica del terreno, piccolo, pieno di forti dislivelli (anche se tra gli appezzamenti disponibili questo era il migliore), sia del rigore frenante delle norme giuridiche da osservare, sia dell’importanza del programma da rispettare. Tutto questo rappresentava un problema architettonico molto singolare, una sfida, un rompicapo che poteva risolversi solo con una soluzione unica”. Tra tutti gli edifici concepiti da Niemeyer, l’insieme dell’Auditorium e della piazza di Ravello, ricorda ancora Sussekind, costituisce certamente uno dei progetti con la minor superficie totale disponibile e per questo motivo “è un vero gioiello”, un lavoro di alta ‘oreficeria’. E, se ce ne fosse bisogno, la conferma della “difficoltà” del progetto e dell’impegno messo dall’architetto brasiliano, si ritrova nelle righe della “spiegazione necessaria” che Niemeyer, ha allegato ai disegni e al plastico del progetto preliminare. Uno scritto illuminante dal punto di vista delle principali scelte progettuali compiute. “Iniziando i disegni del progetto, ho subito sentito che questa non era un’opera facile da progettare.” Anche perché il terreno, continua l’architetto, si presentava “irregolare, stretto, con una inclinazione molto accentuata”. “ … Non pensavo affatto a un’opera costosa che potesse implicare dei movimenti di terra non necessari e perciò ho assunto come 21 ANNO II | n. 8 | MARZO - APRILE 2010 In alto, L’Auditorium A destra, Oscar Niemeyer e il progetto 22 foto auditorium di Giovanni Di Natale Il cantiere (agosto 2008) punto di partenza la decisione di localizzare il parterre esattamente secondo l’inclinazione data”. “E il progetto ha cominciato a sorgere. L’ingresso dell’Auditorium, un grande salone aperto sul paesaggio, un muro curvo e basso che crea il palcoscenico, il parterre, il mezzanino e la cabina di proiezione. Un muro doppio servirà d’accesso, grazie ad una scala proiettata in esso, ai servizi sanitari e, a un livello più basso, all’ambiente per le macchine dell’aria condizionata, che utilizzerà per l’inalazione gli spazi vuoti esistenti. Con questa soluzione ho preservato il volume progettato, in modo da evitare divisioni alte che avrebbero potuto comprometterlo. Sono ritornato al plastico e ho constatato che l’entrata dell’Auditorium doveva essere più protetta, ampliando la sua copertura in forma spettacolare, il che ha conferito al progetto un aspetto nuovo, capace di creare la sorpresa desiderata. In seguito, analizzando l’insieme, ho verificato che la posizione dell’edificio in rapporto alle strade circostanti non permetteva ai passanti di avere un veduta più completa della sua architettura. E allora ho disegnato la piazza stretta, che, io credo, arricchita da questo panorama magnifico, potrebbe costituire, indipendentemente dall’Auditorium, un luogo d’incontro di particolare interesse. Al di sotto di questo sarà costruito il parking con una capacità di 100 vetture – una relazione corretta, se si considera un Auditorium da 500 posti”. “E io – conclude la sua nota Niemeyer – mi metto a immaginare, soddisfatto, questa piazza costruita, degna – forse – della città di Ravello, una delle più belle d’Europa”. Le sfide costruttive Per quanto riguarda la realizzazione dell’opera, le principali sfide, oltre a quelle di carattere logistico (la coincidenza perfetta del profilo planimetrico dell’edificio con le dimensioni del lotto ha di fatto, reso necessario lo sviluppo in progress del cantiere, parallelamente all’esecuzione dei lavori, con incantieramenti e scantieramenti ripetuti) sono state quelle relative alla realizzazione della calotta e la posa in opera delle grandi vetrate, come si può desumere dall’intervento dell’architetto Luca Vitelli, Responsabile del Cantiere. “La calotta espressione più pura dell’amore di Niemeyer per la linea curva, è il risultato dell’inviluppo di generatrici geometriche difficilmente riconducibili ad assetti simmetrici o ripetitivi e quindi cangianti a seconda della loro posizione lungo l’asse longitudinale. La sua realizzazione ha richiesto una struttura provvisionale e una cassettatura che per le altezze da superare rispetto al piano di calpestio dell’aula e per la complessità della sua geometria, hanno determinato un progetto nel progetto. La natura e la composizione del calcestruzzo, poi, hanno rappresentato un altro impegno straordinario: un calcestruzzo ad alta resistenza ma di peso contenuto, due parametri inversamente proporzionali a cui dare il giusto equilibrio”. “Le grandi vetrate a doppia pelle ed inclinate a 45 gradi – prosegue Vitelli – sono state poste in opera ad altezze considerevoli con l’ausilio di ventose ed argani per le loro non trascurabili dimensioni e peso: 190 centimetri di lato 23 ANNO II | n. 8 | MARZO - APRILE 2010 Il cantiere (febbraio 2009) I crediti del progetto • • • • • • per circa 200 chili di peso”. I lavori di costruzione sono iniziati nell’ottobre del 2006 e durante gli oltre 3 anni di attività, a conferma dell’interesse verso l’opera, si sono svolte diverse visite guidate al cantiere tra le quali quelle dell’Istituto Geometri Vanvitelli di Cava de’ Tirreni e dell’Università “Federico II” di Napoli. Significativa, riguardo all’approccio verso il progetto di Niemeyer, anche la testimonianza dei rappresentanti delle aziende costruttrici per i quali la costruzione dell’Auditorium ha rappresentato “una sfida imprenditoriale e tecnica diversa da tutte quelle affrontate prima”. “Per evitare errori e per rispettare la volontà del progettista – ricordano Andrea Pacifico e Salvatore Tessitore – completato l’esecutivo ci recammo in Brasile per incontrare Oscar Niemeyer. Eravamo consapevoli che, accanto alla corretta esecuzione, era necessario comprendere se quello che stavamo realizzando corrispondesse ai desiderata del Maestro. Avemmo così l’opportunità di conoscere Niemeyer ormai centenario, che trasmise a tutti noi, durante quegli incontri, un’energia e un amore per l’architettura che ancora portiamo dentro”. “Il viaggio fu un’esperienza profonda che, almeno per una volta, ha restituito al nostro lavoro la dignità che avevano i costruttori delle cattedrali medioevali, quando l’osmosi fra imprenditori, che allora erano chiamati capomastri, operai e tecnici, era tale da confondere i ruoli di tutti in un’azione sinergica, tutta tesa alla costante verifica della qualità di ciò che si andava realizzando”. 24 • • • • • Progetto preliminare: Oscar Niemeyer Progetto definitivo: Rosa Zeccato (Comune di Ravello) con la consulenza di Oscar Niemeyer Progetto esecutivo: Studio Gnosis, Macchiaroli & Partners, Interprogetti, Giuseppe Sarubi, Elleti Direzione Lavori: Rosa Zeccato Imprese costruttrici: Delfino, Edil Atellana, Pacifico Costruzioni Costo: 18,5 milioni di euro (Fondi Ue) Posti a sedere: 400 Posti auto: 107 Superficie del cantiere: 2.600 mq Metri cubi realizzati: 22.000 Servizi: sala di registrazione, sala prove, camerini I geometri e l’Auditorium Alla costruzione dell’Auditorium nelle diverse fasi e per competenze hanno partecipato i geometri : • Antonio Camarda Responsabile, supervisione lavori per la PaCo S.p.A. • Guglielmo Villani Responsabile, Capo Cantiere per la scarl Auditorium Ravello • Francesco Murino Responsabile Contabilità/supporto: qualità, sicurezza, rilievi topografici • Giuseppe Raimo Responsabile attività topografica