Disturbi del sonno: aumento con lo stress in di Vanessa Mannino Aumenta tra la popolazione il numero di coloro che hanno un cattivo rapporto con Morfeo, la divinità tradizionalmente legata al sonno e alle belle dormite. In psicologia, si è soliti dividere i disturbi Primari del sonno in Dissonie e Parasonnie, le prime che causano nei soggetti affetti un disagio significativo in ambito lavorativo e sociale, e le seconde che riguardano anomalie di funzionamento del sistema nervoso autonomo, di quello motorio e dei processi cognitivi che si attivano durante il sonno o il durante il passaggio dal sonno alla veglia. Chi non dorme o dorme male è visibilmente riconoscibile: borse sotto gli occhi, pelle poco luminosa, ansia, nervosismo e irritabilità. E per chi crede che questo disturbo non caratterizza né caratterizzerà mai la propria persona, deve ricredersi di netto: i medici avvertono che con l’avanzare dell’età tutti hanno difficoltà nel dormire bene. Il sonno è un’attività importantissima che concorre a mantenere l’equilibrio psicofisico degli individui, non c’è uno standard che stabilisce qual’è la durata ottimale del sonno: questa, infatti, varia da persona a persona. I motivi che portano molti di noi a contare le pecorelle in notturna, sono tra loro differenziati: basta avere un partner che russa, brutti sogni o avere problemi di digestione, cause a cui tuttavia è più facile trovare rimedi, rispetto a quando i cattivi rapporti con Morfeo sono determinati da motivazioni che richiedono l’aiuto di uno specialista o di un terapeuta. I disturbi più frequenti sono il bruxismo, il sonnambulismo, l’insonnia e l’apnea notturna. Il bruxismo, causato da fattori di ansia e stress, è determinato dal continuo lavoro della bocca durante le ore notturne. Il digrignamento dei denti, mentre si dorme, col passare del tempo, provoca usura agli stessi e a breve termine determina un indolenzimento muscolare e cefalea. Il sonnambulismo, comune soprattutto tra i giovani, può essere immesso tra le Parasonnie e si accomuna con il bruxismo per i fattori che possono scatenarlo: ansia e stress. Inizia nella prima parte della notte e ha una durata all’incirca di venti minuti, dopo i quali il soggetto affetto si risveglia da solo senza avere alcun ricordo di ciò che gli è accaduto. Il sonnambulo cammina, parla, mangia e sembra avere un’espressione del tutto assente. Essere sonnambuli può essere pericoloso: si può fare le scale o uscire di casa e non rendersene razionalmente conto. L’insonnia, invece, è il disturbo del sonno più frequente, di cui soffrono soprattutto le donne tra i 20 e i 50 anni d’età. Essere insonne equivale ad avere difficoltà ad addormentarsi, corrisponde a svegliarsi ripetutamente durante la notte o svegliarsi automaticamente nel primo mattino sentendosi terribilmente stanchi. Infine, un altro disturbo che negativamente si ripercuote sul dolce dormire, è l’apnea notturna, caratterizzata dal collasso delle vie aeree per mezzo delle quali si determina, nel soggetto affetto, il comunemente chiamato fenomeno del russamento. Ad essere colpiti da tali problematiche sono soprattutto gli uomini, specialmente se in sovrappeso o in condizioni di obesità. Tuttavia, diverse ricerche sottolineano come anche chi non soffre dei disturbi sopra elencati tende a dormire poco, e per capire quali sono le cause basta andare a scavare curiosamente nel carattere della persona che se estroversa, energica, lavoratrice accanita, ambiziosa e sicura di sé generalmente dorme poco mentre se si preoccupa facilmente, se è insoddisfatta di sé, un po’ nevrotica e al quanto creativa tende a dormire per tempi più lunghi.