la differenziazione verticale e la proprietà di finitezza secondo shaked e sutton differenziazione verticale - parte 1 1 LA NOSTRA ROADMAP: Il modello di Shaked e Sutton: differenziazione verticale e concentrazione di mercato ….l’evoluzione dal 1982 differenziazione verticale - parte 1 2 1 AVNER SHAKED Professore di Teoria Economica, Università di Bonn. Visiting Professor alla Charles University, Praga. Laurea in Matematica e Fisica e Dottorato in Economia all’Università Ebraica di Gerusalemme. Editorial Board: T he Review of Economic Studies; The Quarterly Journal of Economics; Journal of Economic Theory. differenziazione verticale - parte 1 3 John Sutton Professore di Economia e Direttore del Dipartimento omonimo alla London School of Economics. Diplomi da University College e Trinity College di Dublino. Ha insegnato a alla Università di Tokyo, alla Harvard Business School ed alla Università di Sheffield differenziazione verticale - parte 1 4 2 IL MODELLO DI SHAKED E SUTTON, 1983 IPOTESI: separabilita’ della funzione di utilita’ nelle variabili: Reddito consumo differenziazione verticale - parte 1 5 DIFFERENZIAZIONE PER QUALITA’, CONCORRENZA DI PREZZO E OLIGOPOLIO NATURALE Più imprese attive sul mercato ● Offrono beni di diversa qualità; ● Competono sui prezzi; ● I prezzi sono crescenti al crescere della qualità ● La struttura dei costi dipende dal tipo di prodotto (qualità maggiore = spesa maggiore). differenziazione verticale - parte 1 6 3 DIFFERENZIAZIONE PER QUALITA’ COSTI FISSI (pubblicità, R&S...) Le spese sostenute per incrementi di qualità possono ricadere su: COSTI VARIABILI (input più pregiati, lavoro specializzato...) differenziazione verticale - parte 1 7 1° Caso: GLI ONERI RICADONO SUI COSTI FISSI differenziazione verticale - parte 1 8 4 SHAKED E SUTTON 1982 GLI ONERI SUI COSTI FISSI I costi medi variabili sono invarianti rispetto alla qualità, quindi senza perdita di generalità possiamo assumere c=0 STADIO 1: scelta simultanea di entrata (non entrata) nel mercato STADIO 2: le imprese presenti scelgono simultaneamente la qualità STADIO 3: le imprese fissano i prezzi in base alla qualità e al numero di competitori 9 differenziazione verticale - parte 1 SHAKED E SUTTON 1982 Terzo stadio: Le imprese scelgono i prezzi IPOTESI DEL MODELLO: 1) beni sostituti; 2) n prodotti e n imprese; 3) prezzo pk con k= 1,…,n; 4) i consumatori hanno gli stessi gusti ma reddito diverso t, sono distribuiti uniformemente per reddito 0 < a ≤ t ≤ b ; differenziazione verticale - parte 1 10 5 SHAKED E SUTTON 1982 Terzo stadio: Le imprese scelgono i prezzi IPOTESI DEL MODELLO: 5) U(t,k) utilità per aver consumato un’unità del bene k e per aver a disposizione t unità di reddito ( può comprare altri beni per un valore pari a t): U(t,k) = ukt dove U(t,0) =u0t u0 < u1< ……. < un 6) sia Ck = uk uk - uk-1 in ordine crescente di qualità , con Ck > 1 11 differenziazione verticale - parte 1 SHAKED E SUTTON 1982 Il consumatore indifferente (1/2) Ogni impresa in questo stadio fisserà il prezzo che massimizza il proprio profitto. Il profitto dipende dal prezzo e dal numero di consumatori che acquisteranno quel bene Un consumatore con un livello di reddito tk è indifferente all’acquisto del bene k al prezzo pk rispetto a quello del bene k-1 al prezzo pk-1, se: U(tk- pk, k) = U(tk- pk-1, k-1) differenziazione verticale - parte 1 12 6 SHAKED E SUTTON 1982 Il consumatore indifferente (1/2) Ogni impresa in questo stadio fisserà il prezzo che massimizza il proprio profitto. Per sostituzione si ottiene: t1 = p1C1 & tk = pk-1(1- Ck) + pk Ck I consumatori con reddito t>tk preferiscono acquistare il bene k al prezzo pk piuttosto che il bene k-1 al prezzo pk-1 0 a t1 t2……….tk….tn b quota di mercato 13 differenziazione verticale - parte 1 SHAKED E SUTTON 1982 Il consumatore indifferente (2/2) Assumendo che i costi siano nulli, c=0, si hanno i seguenti profitti R: R1= p1( t2 - a) t1 ≤ a p1( t2 – t1) t1 ≥ a Rk = pk( tk+1 - tk) 1 < k< n Rn = pn( b - tn) Applicando le CPO e sostituendo l’espressione per tk k k k k = = = = 1 1 2…n-1 n t2 - a - p1( C2 - 1) = 0 t2 - t1 - p1[( C2 - 1) + C1] = 0 tk+1 - tk - pk[( Ck+1 - 1) + Ck] = 0 b - tn - pnCn = 0 differenziazione verticale - parte 1 t1 ≤ a t1 ≥ a 14 7 SHAKED E SUTTON 1982 LEMMA 1 E’ possibile dimostrare il seguente risultato: Sia b < 4a, dato un equilibrio di Nash che coinvolge n differenti prodotti, allora al più più 2 prodotti (quelli di qualità qualità migliore) hanno una quota di mercato positiva all’ all’equilibrio. equilibrio. 15 differenziazione verticale - parte 1 SHAKED E SUTTON 1982 DIMOSTRAZIONE Supponiamo l’esistenza di un equilibrio di Nash tale che 3 o più prodotti abbiano quota di mercato positiva; Dalla CPO e usando la definizione di tk si ottiene: tk+1 - 2tk - pk( Ck+1 - 1) – pk-1( Ck - 1) = 0 , per K>1 b - 2tn – pn-1( Cn - 1) = 0, per k=n Considerato che Ck > 1, si ha che b > 2tn e tk+1 > 2tk 4tn-1< b Per ipotesi [b < 4a], quindi [tn-1< a] e poiché i redditi sono compresi tra a e b, al più due imprese coprono il mercato. 16 differenziazione verticale - parte 1 8 SHAKED E SUTTON 1982 Caso particolare: n=2 Sia V la misura delle qualità relative dei beni 1 e 2, e del restante bene 0, così definita: u −u C −1 V = u22 − u10 = C2 1 + 1 Dall’equazione del consumatore indifferente otteniamo: p 1 = t C 1 1 p= 2 t2 + t1 (V −1) C2 Utilizzando queste equazioni riscriviamo le C.P.O. per max i profitti: t2 = a + t1 V −1 t1 ≤ a ( ) Impresa 1 t = t (V+1) Impresa 2 b − 2 t = t (V −1 ) 2 t ≥a 1 2 1 1 17 differenziazione verticale - parte 1 SHAKED E SUTTON 1982 L’intersezione delle precedenti equazioni ci fornisce l’unico equilibrio esistente (t1,t2), da cui si deriva l’equilibrio dei prezzi (p1,p2). L’ottimo si troverà in una delle tre regioni individuate dal grafico: Regione I se: V ≥ Regione II se: b+a 3a Regione III se: V ≤ differenziazione verticale - parte 1 b+a 3a ≥V≥ b-a 3a b-a 3a 18 9 SHAKED E SUTTON 1982 Osservazioni: Soluzione nella regione I t 1 = b − 2a 3(V − 1) t 2 = b+a 3 Il mercato è coperto, il consumatore con minor reddito preferisce strettamente acquistare il prodotto di qualità inferiore. Soluzione nella regione II t 1 =a t 2 = 1 [b − a(V −1)] 2 Tutti i consumatori acquistano uno dei due beni, il mercato è coperto,il consumatore più povero è indifferente fra l’acquistare il prodotto di qualità più bassa o meno. Soluzione nella regione III t1>a Alcuni consumatori non acquisteranno alcun bene, perciò il mercato non sarà completamente coperto. 19 differenziazione verticale - parte 1 SHAKED E SUTTON 1982 LEMMA 2 Assumiamo Assumiamo che 2a<b<4a: 2a<b<4a All’equilibrio solo 2 delle n imprese che offrono prodotti differenziati, raggiungono un market share positivo. Il mercato risulta coperto. (la coppia (p1,p2) rappresenta l’equilibrio di Nash nei prezzi) differenziazione verticale - parte 1 20 10 SHAKED E SUTTON 1982 Secondo stadio: le imprese scelgono il livello di qualità Hp: k: numero di imprese sul mercato xi : livello di qualità i = 1,…,k con x0 < xi < x’ dove x’ è un UB esogeno Caso k=2 R(x,y) : profitto dell’impresa che produce bene di qualità x mentre la rivale ne produce uno di qualità y, assumendo prezzi all’equilibrio Questa funzione ha due proprietà: Lemma 3: 3 dati due livelli di qualità t.c. x>y, l’impresa con il bene di qualità maggiore ha un profitto maggiore della rivale, cioè: R(x,y)>R(y,x) Lemma 4: 4 i profitti di entrambe le imprese aumentano al migliorare della qualità delverticale prodotto più pregiato differenziazione - parte 1 21 SHAKED E SUTTON 1982 2 Il gioco G , cioè il gioco con 2 imprese a 2 stadi in cui si scelgono prima la qualità e poi i prezzi ha un equilibrio perfetto in strategie pure; il risultato è dato da 2 qualità distinte e, all’equilibrio, entrambe le imprese ottengono profitto positivo. Il gioco Gk ha un Equilibrio di Nash con Caso k>2 xi = x’, 1≤i≤k, cioè tutte le imprese scelgono lo stesso livello di qualità, il migliore l’entrata di più di 2 imprese porta ad una configurazione in cui il bene di qualità maggiore è disponibile a prezzo zero e tutte le imprese ottengono profitti nulli. differenziazione verticale - parte 1 22 11 SHAKED E SUTTON 1982 Primo stadio: le imprese decidono se entrare o meno nel mercato Ipotesi: ε>0 costo di entrata n: numero potenziali entranti Si può dimostrare che: per ε>0 (abbastanza piccolo) e n>2 Esiste un equilibrio perfetto in cui 2 imprese entrano, producono beni di qualità distinta e conseguono profitti positivi NON esiste un equilibrio perfetto in cui le imprese entranti siano più di 2 23 differenziazione verticale - parte 1 SHAKED E SUTTON 1982 Conclusioni: Il solo equilibrio perfetto nel gioco non-cooperativo a 3 stadi è quello in cui: • esattamente 2 imprese entrano nel mercato • esse producono beni distinti • all’equilibrio, ottengono profitti positivi In questo modello l’ Upper Bound sul numero di imprese che riescono ad ottenere profitto positivo è pari a 2 ma va considerato che si è assunta una distribuzione uniforme dei redditi tra [a,b] con la restrizione 2a<b<4a. L’ Upper Bound cresce al crescere del range in cui variano i redditi dei consumatori ………. differenziazione verticale - parte 1 24 12 SHAKED E SUTTON 1982 … Quindi generalizzando si conclude che … CONSIDERANDO LA COMPETIZIONE DI PREZZO TRA n IMPRESE CHE OFFRONO BENI DI QUALITA’ DIVERSA X1<X2<…<XN, SE a>0 E L’AMPIEZZA DEL SUPPORTO DELLA DISTRIBUZIONE DEI REDDITI E’ TALE CHE 2k-1 a< b< 2k a… NELL’EQUILIBRIO DI PREZZO SOLAMENTE K IMPRESE HANNO QUOTE DI MERCATO POSITIVE PER QUALUNQUE DIMENSIONE DEL MERCATO PROPRIETA’ DI FINITEZZA 25 differenziazione verticale - parte 1 SHAKED E SUTTON 1982 La quota di mercato della K-esima Impresa in ordine decrescente di qualità include IL CONSUMATORE CON IL REDDITO PIU’ BASSO CONSEGUENTEMENTE Le restanti N – k imprese che offrono beni di qualità inferiore NON OTTENGONO QUOTE DI MERCATO POSITIVE differenziazione verticale - parte 1 26 13 SHAKED E SUTTON 1982 Quando i costi medi variabili (CMV) NON DIPENDONO dalla qualità la competizione tra i prodotti migliori riduce i loro prezzi a un livello al quale anche il consumatore con un reddito più basso trova conveniente acquistarli. Poiché l’onere per incremento della qualità ricade INTERAMENTE sui costi fissi,l’impresa con il bene più pregiato potrebbe ridurre il proprio prezzo fino a un prezzo minimo,uguale per tutti, pari al suo CMV. TALE IMPRESA ACQUISISCE, IN QUESTO CASO, TUTTO IL MERCATO differenziazione verticale - parte 1 27 …QUINDI… Un sufficiente divario nei CMV tra i prodotti di qualità diversa Impedisce un eccessivo avvicinamento dei prezzi dei beni Il mercato dei prodotti meno pregiati è, in tal caso, garantito differenziazione verticale - parte 1 28 14 COSTI FISSI (pubblicità, R&S..) Le spese sostenute per incrementi di qualità possono ricadere su: COSTI VARIABILI (input più pregiati, lavoro specializzato..) differenziazione verticale - parte 1 29 2° Caso: GLI ONERI PER INCREMENTI DI QUALITÀ RICADONO SUI COSTI VARIABILI differenziazione verticale - parte 1 30 15 SHAKED E SUTTON 1983 ONERI E COSTI VARIABILI SIANO c(x) I COSTI MEDI VARIABILI IN RELAZIONE ALLA QUALITA’ X E SI SUPPONGA CHE LE QUALITA’ DEI PRODOTTI SIANO TRA LORO DIVERSE E RICADANO IN UN INTERVALLO [X’,X’’]. LA CONDIZIONE c’(x) ∉ [a,b] per X ∈ [X’,X’’] E’ NECESSARIA E SUFFICIENTE PERCHE’ ESISTA UN NUMERO MASSIMO DI PRODOTTI CON DOMANDA POSITIVA NELL’EQUILIBRIO DI NASH NEI PREZZI, QUALUQUE SIA LA DIMENSIONE DEL MERCATO”. Abbiamo definito: -c(x) i costi medi variabili dipendenti dal livello di qualità -c’(x) i costi marginali -x il livello di qualità compreso tra x’ e x’’ -[a,b] range di variazione del reddito dei consumatori 31 differenziazione verticale - parte 1 SHAKED E SUTTON 1983 ONERI E COSTI VARIABILI La condizione di Shaked e Sutton “c’(x) non appartenente all’intervallo [a,b] “ è necessaria e sufficiente perché il mercato risulti concentrato: all’aumentare della domanda aumenta la qualità dei beni mentre la gamma di prodotti offerti rimane costante. un aumento della domanda non modifica il numero di prodotti offerti ma consente un innalzamento dei livelli di qualita’ dei beni offerti. Qualora la condizione non sia rispettata, il mercato si frammenta: al crescere della dimensione del mercato il numero di imprese e prodotti di diversa qualita’ aumenta differenziazione verticale - parte 1 32 16 SHAKED E SUTTON 1983 Dimostrazione (intuitiva): SUPPONIAMO CHE AL CRESCERE DEL NUMERO DELLE IMPRESE CORRISPONDA UN’OFFERTA DI BENI DI DIVERSA QUALITA’ SEMPRE PIU’ RAVVICINATA CONTRAZIONE DELLE QUOTE DI MERCATO INDIVIDUALI LE IMPRESE REAGISCONO: P C(X) Qualora c’(x)∉ [a,b] si giunge ad una contraddizione!! 33 differenziazione verticale - parte 1 SHAKED E SUTTON 1983 Hp: p c(x) Ut (p,x) = t x- c(x) Funzione di utilità del consumatore Ut (p,x) = tx- c(x) t = reddito x = qualità ESISTE ALLORA UNA CONTRADDIZIONE CHE IMPEDISCE DI FAR COESISTERE PREZZI PARI AI COSTI E UN MERCATO FRAMMENTATO Derivando la funzione di utilità del consumatore rispetto alla qualità, otteniamo l’incremento marginale di utilità qualora si scegliesse un bene immediamente più pregiato: dU/dx = t - c’(x) differenziazione verticale - parte 1 34 17 SHAKED E SUTTON 1983 L’incremento marginale di utilità qualora si scegliesse un bene immediatamente più pregiato è t - c’(x) Se c’(x)<a, t- c’(x)>0 per ogni t Se c’(x)>b, t- c’(x)<0 ∈[a,b] per ogni t TUTTI I CONSUMATORI PREFERIREBBERO IL BENE PIU’ PREGIATO ∈ [a,b] TUTTI I CONSUMATORI PREFERIREBBERO IL BENE MENO PREGIATO differenziazione verticale - parte 1 35 Se vale la condizione di Shaked è vera solo una delle seguenti condizioni: -c’(x)<a -c’(x)>b In entrambi i casi, come evidenziato, una sola impresa ottiene profitto positivo,quella che produce il bene più (meno) pregiato, e si contraddice l’ipotesi di esistenza di un mercato frammentato! differenziazione verticale - parte 1 36 18 SHAKED E SUTTON 1983 Come conseguenza della concentrazione, abbiamo dunque le caratteristiche sopra evidenziate, proprie di mercati per i quali vale la proprietà di finitezza. … All’aumentare del numero dei consumatori … … aumentano le vendite per le imprese e i profitti correnti … … aumentano le possibilità per le imprese di sostenere costi più elevati richiesti per produrre beni di qualità più alta … L’AUMENTO DI DOMANDA E’ EVIDENZIATO DA UN NUMERO COSTANTE DI BENI OFFERTI CARATTERIZZATI DA UNA QUALITA’ VIA VIA CRESCENTE. 37 differenziazione verticale - parte 1 SHAKED E SUTTON 1983 Qualora invece violando le condizioni di Shaked e Sutton si verifichi per qualche consumatore c’(x) = t con c’(x) ∈ [a,b], allora la scelta di un bene di qualità x ∈[X’,X’’] (intermedia) gli permetterebbe di massimizzare la sua utilità. E quindi i beni di qualità intermedia otterrebbero quote di mercato positive in equilibrio. E vi sarebbe allora sempre spazio per un’impresa che scegliesse un livello di qualità intermedio tra due rivali, poiché per un prezzo sufficientemente prossimo ai propri costi medi variabili troverebbe un gruppo di consumatori per i quali la nuova offerta sarebbe quella più attraente sul mercato. Progressiva frammentazione del mercato differenziazione verticale - parte 1 38 19 Abbiamo supposto che ad un aumento del numero di imprese sul mercato faccia seguito una accesa concorrenza sui prezzi, le cui riduzioni spingono necessariamente fuori dal mercato i prodotti di qualità più bassa. Tuttavia, ciò potrebbe non essere sempre vero: potrebbe essere più conveniente accettare l’ingresso di nuovi competitori e mantenere alti i prezzi, piuttosto che ridurre il margine di profitto. Shaked e Sutton si posero dunque il seguente dilemma: cosa potrebbe accadere se in una forma di competizione meno accesa? 39 differenziazione verticale - parte 1 Il modello di Shaked e Sutton (1983) presuppone che: PIU’ IMPRESE PIU’ COMPETIZIONE SUI PREZZI P C(X) POCHE IMPRESE REALIZZANO PROFITTI POSITIVI MERCATO CONCENTRATO … ma se ci fossero forme di competizione meno accesa?... differenziazione verticale - parte 1 40 20 SHAKED E SUTTON 1987 SHAKED E SUTTON 1987 proposero un modello in cui le imprese differenziano i propri prodotti sia verticalmente che orizzontalmente (sia per qualità che per varietà): in questo modo, due beni egualmente pregiati ma offerti in versioni diverse potrebbero coesistere con profitti positivi, senza che la competizione riduca il prezzo sino a spiazzare i beni di qualità più bassa 41 differenziazione verticale - parte 1 SHAKED E SUTTON 1991 Come sono strutturati i costi fissi in relazione ai diversi tipi di differenziazione? ... Differenziazione verticale Differenziazione orizzontale Mercato concentrato Mercati frammentati Costi fissi endogeni Costi fissi esogeni Tali relazioni rsono chiarite nel modello di Shaked e Sutton del 1991 differenziazione verticale - parte 1 42 21 Come sono strutturati i costi fissi in relazione ai diversi tipi di differenziazione? ... In un caso, i costi fissi risultano esogeni e indipendenti dalle successive strategie di competizione delle imprese, e pertanto non variano in seguito all’espansione del mercato. Nell’altro, quando vale la proprietà di finitezza i costi fissi sono determinati endogenamente dal livello di qualità dei prodotti offerti, ed aumentano insieme alla dimensione del mercato, preservandone la concentrazione. differenziazione verticale - parte 1 43 nel Modello del 1991 evidenziarono la differenza di fondo che conduce, in seguito alla crescita della domanda, a strutture di mercato frammentate o concentrate. Differenziazione orizzontale I costi fissi risultano in questo caso esogeni e indipendenti dalle successive strategie di competizione delle imprese, e pertanto non variano in seguito all’espansione del mercato, CHE E’ ORA FRAMMENTATO Differenziazione verticale Quando vale la proprietà di finitezza i costi fissi sono determinati endogenamente dal livello di qualità di prodotti offerti, ed aumentano insieme alla dimensione del mercato, PRESERVANDONE QUINDI LA CONCENTRAZIONE differenziazione verticale - parte 1 44 22 Shaked e Sutton In equilibrio esiste un limite superiore, indipendente dalla qualità dei prodotti, al numero di imprese che possono coesistere con quote positive di mercato e prezzo superiore o uguale ai costi variabili unitari. differenziazione verticale - parte 1 45 Il lungo periodo La scelta di entrare in un mercato può essere vista come la decisione di maggior peso e di più difficile modificazione, e viene quindi a caratterizzare in modo naturale l’orizzonte di programmazione di lungo periodo. differenziazione verticale - parte 1 46 23