Tonio legge Soros - Fulmini e Saette

Fulmini e Saette -
Tonio legge Soros
vademecum per nuovi giunti
di : Tonio
Pubblicato il : Thu 29 January 2009 6:00
Mi è stato donato il libro di Georges Soros Cattiva finanza (Fazi, 2008) e l’ho letto tutto d’un fiato.
Premetto che non intendo farne una recensione, che oltretutto non sarei all’altezza di fare, bensì
parlarvi di come ho ‘vissuto’ il libro filtrandolo con la mia soggettività, la mia storia e le mie
esperienze. Non sono un esperto di finanza e le mie conoscenze le ho acquisite studiando qualche
testo di economia politica portato agli esami universitari, leggendo continuamente i quotidiani
finanziari, e qualche volta discutendo con un paio di compagni di carcere e con gli agenti di custodia
interessati all’argomento. Proprio in questi giorni sto seguendo un Corso di Borsa del professor
Martinelli – quando dico ‘seguo’ intendo dire che mi sono fatto spedire la lezione registrata su DVD
per imparare a lavorare sulla piattaforma una volta che riotterrò la libertà.
Soros mi incuriosiva come uomo. Avevo sentito parlare di un libro che parlava di “guerra
asimmetrica”. Due alti ufficiali dei servizi segreti cinesi si chiedevano come battere militarmente gli
Stati Uniti. Erano gli anni ’90, il tempo della prima guerra del Golfo, e sembrava davvero che il
mondo avesse una sola superpotenza. Ebbene, questi ufficiali ipotizzavano una serie di azioni
possibili concatenate, tra le quali la distruzione delle Torri gemelle di New York, l’uso di Bin Laden e
del terrorismo islamico per indebolire il morale e l’economia degli States, e l’uccisione di Georges
Soros. Questo dà la misura dell’uomo.
Leggendo l’avventurosa biografia di Soros ebreo ungherese si capisce molto di lui. Suo padre gli ha
fatto vivere un’adolescenza avventurosa impegnandolo nel tentativo di salvare durante la seconda
guerra mondiale quanti più ebrei ungheresi possibile dal genocidio nazista. Divenuto un giovinotto di
belle speranze, nel dopoguerra è fuggito dall’oppressione del comunismo andando a vivere a Londra
dove racconta di aver giurato a se stesso che sarebbe diventato ricco. Frequentando la London
School Economics si fece notare per le sue idee anticonvenzionali. Poi fondò il Soros Found, che in
pochi anni divenne uno dei fondi comuni di investimento mondiali più potenti.
Soros ha sviluppato la teoria della riflessività, secondo la quale i partecipanti giocano una doppia
funzione: da una parte cercano di comprendere la situazione – funzione cognitiva -, dall’altra cercano
di cambiare la situazione a proprio vantaggio – e questa è la funzione manipolativa. Queste due
funzioni operano in direzioni opposte, e in certe circostanze possono interferire l’una con l’altra. Al
concetto di riflessività è arrivato analizzando il rapporto tra pensiero e realtà introducendo due
funzioni che li collegano in direzioni opposte. Ogni aspetto presenta una variabile. Per esempio,
quando si è trovato a parlare di una connessione a doppio senso tra il corso degli eventi e il pensiero
dei partecipanti, ha dovuto tenere conto del fatto che ogni partecipante aveva un pensiero diverso
dall’altro. Per poter includere nel suo ragionamento tale connessione è stato obbligato a tracciare
una distinzione tra gli aspetti oggettivi e quelli soggettivi della realtà. I primi si riferiscono al corso
degli eventi, i secondi al pensiero dei partecipanti. Vi è un solo aspetto oggettivo, ma tanti aspetti
soggettivi quanti sono i partecipanti. Ma questo non è sufficiente, occorre tracciare una ulteriore
distinzione tra i processi riflessivi e gli enunciati riflessivi. Questi ultimi appartengono all’ambito delle
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relazioni interpersonali dirette, e tali relazioni hanno maggiori probabilità di essere riflessive nel corso
degli eventi.
Soros fa un esempio sulla Borsa. La gente compra e vende azioni sulla base di una previsione dei
prezzi futuri delle azioni, ma quei prezzi sono influenzati dalle aspettative degli investitori. È come
dire che si compra o si vende in base ad alcune aspettative e non in base allo stato reale delle cose.
Questo fa sì che i risultati non sempre coincidano con le aspettative. Ma non è neanche possibile
basare le decisioni sulla semplice conoscenza, perché si devono considerare una serie di
contingenze che riguardano il futuro. Queste contingenze impediscono che le opinioni dei
partecipanti giungano al livello di piena conoscenza. Nella sua teoria attribuisce alle persone il ruolo
di partecipanti e non semplici osservatori. La conoscenza che le persone acquisiscono non è
sufficiente a guidarle nelle loro azioni.
Inoltre, le loro percezioni parziali possono influenzare non solo i prezzi di mercato ma anche le
fondamenta che quei prezzi dovrebbero riflettere. Lui descrive questa condizione con il termine
‘fallibilità’. Se le persone fossero in grado di basare le proprie decisioni sulla conoscenza
quell’elemento di incertezza che caratterizza le situazioni riflessive verrebbe meno. Quindi, la
riflessività nasce laddove esiste la fallibilità. L’elemento di incertezza è quello che caratterizza la
riflessività e distingue gli sviluppi unici e storici dagli eventi di tutti i giorni.
La riflessività dei mercati finanziari. I mercati finanziari sono un laboratorio fantastico perché gran
parte dei prezzi e degli altri elementi sono pubblici e quantificabili. La teoria della riflessività è in
contrasto con la teoria ampiamente diffusa secondo cui i mercati finanziari tendono verso l’equilibrio.
Potremmo dire che se è corretta la teoria dell’equilibrio quella della riflessività non può esistere. La
teoria dell’equilibrio ha come postulato chiave la conoscenza perfetta. Soros dice che i mercati
finanziari errano sempre, nel senso che operano sulla base di un pregiudizio, anche se poi nel corso
normale degli eventi riescono a correggere i loro eccessi.
Soros spiega le varie crisi che si sono verificate a partire dal boom dei ‘conglomerati’ degli anni ’60,
ai ‘fondi comuni d’investimento’, alla crisi del sistema bancario internazionale degli anni ’80 fino alla
crisi che stiamo vivendo in questo momento. Tutte queste crisi iniziarono da una serie di
incomprensioni o fraintendimenti.
Soros auspica che il governo statunitense utilizzi i soldi dei contribuenti per arrestare il crollo del
prezzo delle case. Inoltre pensa che la crisi possa essere affrontata e superata solo da un presidente
democratico che sia capace di adottare iniziative serie. In effetti è stato un buon profeta nel senso
che il presidente democratico è arrivato e sembra voglia muoversi proprio nella direzione da lui
auspicata.
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