LA COLONSCOPIA VIRTUALE A cura del Dr

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Società Italiana di Chirurgia Colo-Rettale
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LA COLONSCOPIA VIRTUALE
A cura del Dr. Corrado Asteria ([email protected])
Che cos’è?
La colonscopia virtuale (CV) è considerata un innovativo metodo di immagine del colon che si
attua, mediante l’utilizzo di una Tomografia assiale computerizzata (TAC). L’esecuzione
dell’indagine risulta più semplice, più veloce, meno invasiva rispetto alla colonscopia
convenzionale e non richiede anestesie o sedazioni. La CV può far parte dell’imaging virtuale
insieme alla broncoscopia ed alla esofago-gastro-duodenoscopia.
A che cosa serve?
La CV, utilizzando una più avanzata metodologia risulta altrettanto accurata rispetto alla
colonscopia tradizionale nel rilevare polipi clinicamente importanti, superiori a 6 mm di
diametro in soggetti adulti asintomatici.
Nel caso che uno o più polipi vengano rilevati il paziente viene inviato allo specialista
gastroenterologo per effettuare una colonscopia tradizionale che dovrebbe consentire di
confermare i riscontri clinici, di rimuovere i polipi o di eseguire le relative biopsie.
Le principali indicazioni riguardano la necessità di completare l’ispezione del grosso intestino
allorchè la colonscopia risulti incompleta in relazione a presenza di aderenze post-chirurgiche, ad
anomalie anatomiche quali il dolicocolon ed a una tolleranza limitata alla distensione gassosa
che può determinare o meno una reazione vagale.
In pazienti anziani od in soggetti con patologie cardio-respiratorie o metaboliche associate la
colonscopia tradizionale può comportare un aumentato rischio di complicanze quali la
perforazione colica.
La CV può essere utilizzata per esaminare il colon prossimale allorchè un tumore ostruente del
colon sinistro o una malattia diverticolare del sigma stenosante impediscono il passaggio di un
colonscopio; in tal modo l’indagine permette di rilevare lesioni o tumori sincroni.
Sino ad ora invece, per chiarire le situazioni di stato sub-occlusivo in cui non era praticabile la
colonscopia, è stata utilizzata la TAC con mezzo di contrasto, somministrato per via endovenosa
o in alternativa nella forma idrosolubile per via rettale (ColoTac),
Inoltre la CV è utile nel definire una più accurata posizione topografica della lesione e la
diffusione oltre l’intestino del tumore dimostrando così di dare informazioni sullo stadio della
malattia prima di un eventuale intervento.
Infine, benché l’impiego della CV nei progetti di prevenzione del tumore colo-rettale sia ancora
in fase di studio, appare possibile in futuro l’inserimento di questa indagine nell’elenco delle
linee guida dello screening.
Come si esegue ?
Le fasi per la corretta esecuzione dell’indagine richiedono per prima cosa una buona
preparazione intestinale ed il paziente al riguardo assume lassativi 24 ore prima.
Il paziente viene quindi fatto accomodare sul lettino della sala TAC e attraverso il retto viene
introdotta una sonda rettale di piccole dimensioni, di solito un catetere tipo Foley.
Viene quindi insufflata aria fino a quando il soggetto inizia a riferire tensione addominale
(generalmente dopo 1.500 ml di aria insufflata). Alcuni pazienti avvertono una sensazione di
gonfiore e ripienezza al termini dell’insufflazione e talvolta con crampi Lo scopo è quello di
distendere il colon per poter individuare delle anomalie di parete. Prima di eseguire un’indagine
TAC è possibile valutare con una radiografia preliminare il corretto grado di distensione.
Vengono quindi acquisite scansioni, a respiro trattenuto della durata media di 10-20 sec, sia in
posizione supina sia in posizione prona. L’utilizzo di entrambi i decubiti permette di ottenere una
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differente disposizione dell’aria nei vari segmenti intestinali, una ridistribuzione nelle sedi
declivi del contenuto fluido e la mobilizzazione di eventuali residui fecali solidi.
Le Tac di ultima generazione sono in grado di ottenere più di cento sezioni sottili in meno di un
minuto mentre il paziente trattiene il respiro, eliminando così gli artefatti che in passato avevano
limitato un’alta risoluzione delle immagini.
Nella pratica la CV utilizza le immagini ottenute dalla TAC spirale per ricostruire il lume
dell’intero colon; infatti queste immagini possono essere ruotate in diverse proiezioni e quindi
accorpate insieme per ottenere una visione tridimensionale completa.
Le immagini dei polipi possono apparire come semplici protuberanze della mucosa, dai contorni
lisci e regolari oppure essere caratterizzati dalla presenza di un peduncolo; più difficili da
riconoscere sono invece i polipi piatti.
Quali sono i limiti ed i problemi irrisolti legati alla CV?
E’ importante sottolineare come la CV virtuale non rappresenti un esame sostitutivo della
colonscopia tradizionale, ma una tecnica integrativa a quest’ultima.
Il problema maggiore per il momento è legato al fatto che ha un’ottima sensibilità (sino al 94%)
per polipi uguali o superiori al centimetro, che viceversa decresce al diminuire delle dimensioni
degli stessi (sino all’88% per polipi di almeno 6 mm.) e che diventa bassa per adenomi o lesioni
non rilevati (piatti).
La CV è un metodo costoso alla stregua della colonscopia convenzionale. Negli Stati Uniti le
spese attuali necessarie per l’indagine sono simili a quelle della CT addominale. Tuttavia nel
caso che l’indicazione alla CV sia lo screening, colonscopie convenzionali aggiuntive
dovrebbero essere necessarie nel 10-20 % dei casi. In queste situazioni un approccio più efficace
anche se più costoso dovrebbe prevedere di associare la colonscopia, a scopo di conferma
diagnostica e con azione terapeutica, mirata all’asportazione delle lesioni in una singola seduta e
con un'unica preparazione.
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