Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria PATOLOGIA GENERALE ___________________________________________________________________________________________________ Salvatore Meola, S.C. Anestesia e Rianimazione, Azienda Osped.-Univ. “OO.RR.” di Foggia [email protected] 1 L’immunità … BASI BIOLOGICHE DELL’IMMUNITA’ 2 L’immunità … L’immunità, definita come “la capacità di resistere alle infezioni e verso tutto ciò che l’organismo riconosce come estraneo”, consta di due tipi differenti di risposte: 1. Risposta immunitaria primitiva e non specifica, costituita da meccanismi di protezione naturali. È prodotta dai meccanismi di protezione naturali dell’organismo (barriere meccaniche, epidermide, movimento ciliare epitelio bronchiale, lisozima, ecc.). 2. Risposta immunitaria acquisita, consistente in reazioni cellulari ed umorali secondarie alla esposizione reiterata a sostanze estranee. Si basa sulla risposta specifica a sostanze che agiscono come antigeni, ed è regolata dalla capacità del nostro organismo di distinguere il self dal non self, di generare memoria immunologica, di produrre una reazione immunocompetente. 3 L’immunità … Immunità acquisita Attiva • Acquisita naturale • Acquisita artificiale a)- attiva (vaccinazione) b)- passiva (sieroterapia) Passiva • Passiva congenita Immunità adottiva: trasferimento di cellule formatrici di anticorpi da un organismo immunizzato ad uno anomalo che adotta le cellule del donatore. 4 L’immunità … PROPRIETA’ DEL SISTEMA IMMUNOCOMPETENTE 1. Identificazione composti chimici con particolari caratteristiche molecolari 2. Riconoscimento in seguito alle informazioni ricevute 3. Reazione mediante risposta immune verso il riconoscimento di ciò che è estraneo (non self) 4. Assenza di reazione dopo aver riconosciuto il self 5. Capacità di memorizzazione nell’apparato genetico dei linfonodi. 5 L’immunità … Reazione tra anticorpi o cellule immunocompetenti e Antigeni REAZIONE IMMUNE 6 L’immunità … EFFETTI DELLA REAZIONE IMMUNE 1. Neutralizzazione o distruzione agente lesivo/estraneo 2. Danneggiamento dei tessuti dell’ospite per azione lesiva diretta sulle cellule / azione indiretta mediante liberazione sostanze attive 7 L’immunità … STORIA DELL’IMMUNOLOGIA Immunità: termine di derivazione latina (“IMMUNIS”) = cittadino romano esente dalle tasse. È utilizzato per comprendere tutti gli effetti biologici che derivano dalla reazione tra anticorpo e antigene. PRIMA FASE: è iniziata con l’osservazione che “i soggetti convalescenti o guariti da alcune malattie infettive presentano RESISTENZA” a nuovi attacchi della stessa malattia”. TUCIDIDE (429 a.C.) osservò che i malati di lebbra, guariti, raramente si ammalavano una seconda volta e mai mortalmente. 8 L’immunità … 1.000 d.C. in Cina ed India si scoprì che la pratica della VARIOLAZIONE (inoculazione di materiale patologico ricavato dalle lesioni del vaiolo) proteggeva dalla malattia durante le epidemie di vaiolo. Nel 1717 lady Montagu inoculò con successo per via cutanea il vaiolo ai suoi due figli Edward Jenner (1775) inoculò il materiale fluido prelevato da lesioni pustolose cutanee della mano di una mungitrice di mucche (virus vaccinico) nel braccio di un giovane. Dopo alcuni mesi inoculò il materiale proveniente da pustole di vaiolo umano (virus vaioloso). Il risultato fu che il giovane non contrasse la malattia. 9 L’immunità … Nel 1880, Pasteur dimostrò che la somministrazione di culture invecchiate di vibrione del colera ha lo stesso significato della somministrazione di materiale vaccinico. Quindi, una infezione provocata mediante microrganismi poco o per nulla virulenti determina la comparsa di RESISTENZA nei confronti della infezione. In onore di Jenner, Pasteur introdusse il termine VACCINAZIONE. Nel 1881 Pasteur creò il vaccino per il bacillus anthracis. Nel 1885 Pasteur creò il vaccino contro la rabbia Theobald Smith e Salmon impiegarono vaccini ottenuti da microrganismi uccisi al calore. Nel 1880 Robert Koch descrive il fenomeno di Kock che, oggi, rappresenta il protocollo della ipersensibilità cellulare): “La somministrazione di bacilli tubercolari in una cavia già infetta da tubercolosi dà luogo ad una lesione localizzata, che poi tende a guarire”. 10 L’immunità Yersin … Roux e Yersin (1885) identificano la prima tossina difterica e dimostrano che può essere neutralizzata da una sostanza chiamata ANTITOSSINA, presente nel siero di animali inoculati con bacilli del tetano. Poco dopo, Buchner, Pfeiffer e Bordet dimostrano l’intervento, nelle reazioni, di sostanze che chiamano COMPLEMENTO. Nel 1905 e nel 1906, Paul Ehrlich ed Elia Metchnikoff elaborano due teorie che sono alla base della attuale Immunologia: Teoria delle catene laterali (Ehrlich) Sulle superfici cellulari esistono recettori “nutritivi” che reagiscono anche con le “tossine” e che, quando sono prodotti in eccesso, vengono liberati in circolo come anticorpi. Teoria della immunità cellulare (Metchnikoff) L’immunità cellulare ha molta importanza nella patogenesi delle malattie infettive. 11 L’immunità … SECONDA FASE: Segna l’inizio della immunopatologia caratterizzata dalla presa di coscienza che la formazione degli anticorpi può anche produrre effetti patologici. Richet Gli studi di Richet e Portier sulla tossicità degli estratti di tentacoli di attinie sui cani (1902) porta alla introduzione del concetto di ANAFILASSI (contro-protezione). “In particolari condizioni, anziché un aumento della resistenza, si può avere una diminuzione, e la reazione immunitaria può essere talmente lesiva da portare l’organismo fino alla morte”. Nel 1903 Maurice Arthus introduce il concetto di ANAFILASSI LOCALE (reazione infiammatoria locale di intensità progressivamente crescente sino a portare alla necrosi dei tessuti).. Nel 1906 von Pirquet introduce il concetto di ALLERGIA (suscettibilità in luogo di resistenza). 12 L’immunità … Nel 1901 Karl Landsteiner scopre i gruppi sanguigni e dimostra che “alla base delle reazioni trasfusionali e della malattia emolitica del neonato vi è una reazione immunologica”. Questa fase comprende l’odierno studio delle malattie autoimmuni, nonché delle malattie da deficienze immunologiche. Nel 1903 Donat e Landsteiner descrivono la “emoglobinuria parossistica a frigore” e scoprono che è dovuta alla presenza di autoanticorpi contro i globuli rossi dello stesso paziente (autoemolisine). In seguito vennero descritte altre malattie da autoimmunità (Porpora idiopatica trombocitopenica – Lupus eritematoso sistemico). Parallelamente si perfezionarono le conoscenze sulla tolleranza immunologica e sui meccanismi che sono alla base del rigetto dei trapianti e sulle malattie da deficienza immunologica. 13 L’immunità … In conclusione … 1. Il primum movens della risposta è costituito dal processo immunitario che comprende i seguenti momenti: a)- processing dell’antigene b)- arrivo dell’informazione alle cellule immunocompetenti c)- moltiplicazione cellulare d)- sintesi degli anticorpi e)- memoria immunologica f)- … 2. Gli effetti della reazione possono essere lesivi o benefici per l’organismo 3. In alcuni casi, in luogo della risposta immunitaria, si possono realizzare: a)- tolleranza immunologica b)- deficienza della risposta 14 L’immunità … ANTIGENE 15 L’immunità … ANTIGENE COMPLETO Sostanze capaci di: a)- stimolare la moltiplicazione di cellule sensibili b)- stimolare la produzione di anticorpi + Anticorpi / cellule sensibili COMPLESSO IMMUNE (complesso antigene-anticorpo) (complesso antigene-cellula sensibilizzata) 16 L’immunità … ANTIGENE INCOMPLETO Sostanze piccole, chimicamente attive, capaci di reagire con gli anticorpi specifici ma non di stimolarne la sintesi (APTENI). Per stimolare una risposta immune, hanno bisogno di associarsi a molecole più grandi (molecole “carrier”). 17 L’immunità … POTERE ANTIGENE Dipende da: 1. Grandezza della molecola 2. Forma e rigidità della molecola 3. Sede della molecola (posizione superficiale/profonda dei determinanti antigeni) 4. Modalità di somministrazione dell’antigene (dose, via di somministrazione, associazione con sostanze adiuvanti, ripetizione della somministrazione, ecc.). 18 L’immunità … IL SISTEMA IMMUNOCOMPETENTE Tutte le reazioni immuni sono mediate da un sistema di cellule specializzate non controllate dal sistema nervoso. Queste cellule costituiscono il sistema immunocompetente e rappresentano gli effettori della risposta immune. Le cellule del sistema effettore sono: • Linfociti T e B (cellule fortemente specializzate) • Macrofagi • Plasmacellule (linfociti B fortemente specializzati) 19 L’immunità … Midollo osseo Cellula staminale pluripotente Cellule staminali linea mieloide • Macrofagi • Granulociti • Cellule dendritiche Cellule staminali linea linfoide Cellule pre-T Cellule pre-B Timo Mid. osseo Linf. T Linf. B 20 L’immunità … MATURAZIONE DEI LINFOCITI Linfociti B (o “Borsa dipendenti”) Il nome deriva dalla “Borsa di Fabrizio” (organo degli uccelli) il cui equivalente negli uomini corrisponde probabilmente nelle strutture linfatiche G.A.L.T.. Maturano nel midollo osseo (organo linfoide primario) e, a maturazione completata, producono anticorpi. Linfociti T (o “Timo dipendenti”) Sono i più numerosi linfociti del sangue e maturano nel timo (organo linfoide primario) dal quale si spostano nella zona paracorticale dei linfonodi e nell’area periarteriolare della milza (organi linfoidi secondari). Linf. T T-helper G.A.L.T.: TC citotossici T-soppressori Gut Associated Lymphoid Tissue (tessuto linfoide associato all’intestino – placche del Peyer, tonsille, t. linfatico appendice) 21 L’immunità … Organi linfoidi primari Linfociti vergini Linfociti attivati Organi linfoidi secondari Proliferazione Enorme aumento numero linfociti AMPLIFICAZIONE CLONALE 22 L’immunità … Linfociti vergini Strutture proteiche di membrana (Recettore Specifico e Cluster of Differentiation) Cellule T • TCR • CD3 Cellule B • BCR Il recettore specifico viene utilizzato per riconoscere gli antigeni e legarsi ad essi 23 L’immunità … 24 L’immunità … 25 L’immunità … DURATA VITA LINFOCITI LINFOCITI A vita lunga (oltre 10 aa.) A vita breve (gg./settimane) In maggior percentuale Linfociti T 26 L’immunità … CLASSIFICAZIONE MORFOLOGICA LINFOCITI LINFOCITI Piccoli (6-8 μ) Intermedi Grandi (12 μ) Linfociti sangue Timo e milza A vita breve (gg./settimane) Vita lunga Vita breve Sintesi proteica Linf. T (60-80 %) Linf. B (20-40 %) Linf. B Linf. T Plasmacellule Recettori per antigeni Cellule blastiche Memoria immunologica Anticorpi 27 L’immunità … INCONTRO ANTIGENE-ANTICORPO Incontro antigene-anticorpo negli organi linfoidi primari LINFOCITI Contatto con Ag. esogeni (pochi) Ag. endogeni (SELF) Morte Se questo meccanismo si inceppa = malattie autoimmuni Delezione clonale Tolleranza immunologica 28 L’immunità … INCONTRO ANTIGENE-ANTICORPO Incontro antigene-linfocita Natural Killer Linfocita natural killer (NK) Sono linfociti provvisti sulla superficie degli stessi markers dei linfociti T, ad eccezione del sito TCR. Sono il 10-15% dei linfociti circolanti ed hanno la funzione di reagire con cellule infettate da virus ed uccidere cellule tumorali o estranee senza essere state sensibilizzate in precedenza. 29 L’immunità … 30 L’immunità Se cellule B = linfociti Thelper … Legame fra Ag e recettore Ag-specifico del linfocita T oB Se cellule T = linfociti B, cellule APC Espansione clonale e differenziazione Produzione clone di cellule effettrici attive, capaci di generare risposta immunitaria Antigen Presenting Cells (APC): (macrofagi, cellule dendritiche follicolari, cellule del Langerhans della cute) 31 L’immunità … INCONTRO ANTIGENE-ANTICORPO I recettori per gli antigeni I recettori dei Linfociti B (BCR) sono immunoglobuline con un frammento inserito nella membrana cellulare. Riconoscono gli Ag presenti all’esterno della cellula I recettori dei Linfociti T (TCR) Sono più piccoli dei BCR. Riconoscono gli Ag generati all’interno della cellula 32 L’immunità … GLI ANTICORPI Chiamate Immunoglobuline (Ig) o gamma-globuline, sono proteine presenti nel sangue, nel plasma e nei fluidi extracellulari. Si distinguono cinque classi: 1.IgM 2.IgG 3.IgA 4.IgE 5.IgD 33 L’immunità … Tutte le Ig sono composte da due catene leggere (kappa e lambda) e due catene pesanti di aminoacidi. Le catene pesanti sono specifiche della classe e, pertanto, sono chiamate μ, γ, α, ε, δ; esse determinano le caratteristiche della classe, le sue proprietà e le sue funzioni. Le Ig hanno forma di Y le cui braccia sono il sito di aggancio per l’anticorpo. La porzione della Ig che li comprende, è detta frammento che lega l’antigene o FAB. Lo stelo (frammento cristallizzabile Fc), possiede una variabilità limitata ed è altrimenti noto come regione costante. Essa conferisce all’anticorpo le sue caratteristiche funzionali. In ciascuna classe, la struttura morfologica è la stessa ma i bersagli sono antigeni differenti. 34 L’immunità … Gli anticorpi assicurano la protezione all’ospite attraverso tre vie principali: 1. La neutralizzazione: del patogeno o dei suoi prodotti legandosi ad esso 2. La opsonizzazione del patogeno, rendendolo più facilmente fagocitabile. 3. L’attivazione del Complemento. 35 L’immunità … Caratteristiche delle Ig Ig Dimensioni Sede Compito IgM Sono le più grandi Neutralizzazione dei microrganismi IgG Sono le più piccole Macrofagi, Polimorfonucleati, linfociti, eosinofili, piastrine, placenta Sono opsonine IgA Sono dimeri Secrezioni mucose e latte materno IgE Siero IgD Membrane cellule B Mediano reazioni allergiche 36 L’immunità … Cellule APC (Antigen Presenting Cells) macrofagi, cellule dendritiche follicolari, cellule del Langerhans della cute Porzione FC delle Ig opsonine Frazione C3 del complemento Antigene completo o Antigene incompleto + carrier Recettore di membrana TCR Attivazione linfociti T-helper Attivazione linfociti B 37 L’immunità … L'epitopo (o determinante antigenico) è quella piccola parte di antigene che lega l'anticorpo specifico. La singola molecola di antigene può contenere diversi epitopi riconosciuti da anticorpi differenti. Per questo motivo gli antigeni sono spesso multivalenti. Si distinguono, in linea di massima, due tipi di epitopi: 1. epitopi sequenziali, caratterizzati da una specifica sequenza lineare aminoacidica; 2. epitopi conformazionali, riconosciuti dal sistema immunitario come complessi tridimensionali. Gli epitopi conformazionali possono essere costituiti da elementi anche molto distanti tra loro in termini di sequenza primaria (lineare), ma estremamente vicini a livello della struttura terziaria (tridimensionale) a causa del ripiegamento che caratterizza molte macromolecole biologiche. 38 L’immunità Reazione Ag-Ac Complesso Ag-Ac Solubile Insolubile Circola nel sangue Rimane fissato alle membrane dei G.R. Aumenta di volume Adesione ai G.R. Tentativo di passaggio parete capillari. Deposito in membrana basale Attivaz. Compl. e flogosi Fagocitosi da parte di macrofagi epatici e splenici Gli anticorpi di cellule contigue si legano fra di loro Agglutinazione Attivazione del complemento Emolisi 39 L’immunità … RISPOSTA IMMUNITARIA CELLULO-MEDIATA E COMPLESSO MAGGIORE DI ISTOCOMPATIBILITA’ 40 L’immunità … Presentazione: esibizione di un frammento proteico derivante da proteine estranee, in corrispondenza di speciali molecole di superficie denominate “Complesso maggiore di istocompatibilità” o MHC (nell’uomo denominato anche HLA = antigene leucocitario umano). La sintesi delle proteine MHC avviene nel reticolo endoplasmatico della cellula ospite e contempla due momenti: 1. Inserimento del frammento peptidico ospite in una “tasca” situata su una porzione extracellulare della molecola MHC detta “dominio” 2. Trasporto della molecola MHC-Ag a livello della superficie cellulare con esposizione del complesso. I linfociti T, mediante il TCR, riconoscono gli Ag estranei alla cellula e, legandosi ad essi, si attivano. In caso di esposizione di proteine derivanti dal normale metabolismo cellulare, non esistono linfociti in grado di legarvisi. 41 L’immunità … Infezione della cellula Esibizione di Ag estranei sulla membrana cellulare MHC classe 1 CD8 Linf. T-Citotossico MHC classe 2 CO-RECETTORI CD4 Linf. Helper Attivazione Distruzione della cellula Macrofagi Plasmacellule 42 L’immunità … MHC Classe 1: Esibiscono peptidi patogeni appartenenti a microrganismi che si replicano dentro la cellula e che possono essere eliminati solo mediante la distruzione della cellula stessa (es.: virus). Sono presenti su tutte le cellule nucleate dell’organismo. Reagiscono con il sito CD8 dei linfociti TCitotossici 43 L’immunità … MHC Classe 2: Esibiscono peptidi derivanti da proteine degradate dalle vescicole intracellulari. Sono presenti sulle cellule APC e reagiscono con il sito CD4 dei linfociti T-helper. Antigen Presenting Cells (Cellule APC): macrofagi, cellule dendritiche follicolari, cellule del Langerhans della cute 44 L’immunità … 45 L’immunità … IMMUNOPATOLOGIA 46 L’immunità … ALLERGIA o IPERSENSIBILITA’ Risposta immunitaria acquisita “impropria”, provocata dal legame fra anticorpi e “sostanze innocue all’organismo”. AUTOIMMUNITA’ Risposta immunitaria acquisita “impropria”, provocata dal legame fra anticorpi e “antigeni tissutali propri” (self). 47 L’immunità … REAZIONI DI IPERSENSIBILITA’ • TIPO I Anafilassi • TIPO II Reazione citotossica mediata da anticorpi • TIPO III Reazione mediata da immunocomplessi • TIPO IV Reazione ritardata mediata da cellule 48 L’immunità … Risposta umorale normale Dopo prima esposizione 1. Produzione di IgM (transitoria) 2. Temporanea produzione di IgG Dopo seconda esposizione 1. Risposta più ampia e pronta con grande produzione di IgG SCAMBIO DI CLASSE 49 L’immunità … TIPO I: Reazione di ipersensibilità immediata Così definita perché compare improvvisamente, è una reazione mediata da IgE (prodotte da plasmacellule derivanti da linfociti B sensibilizzati verso un antigene chiamato allergene), e dai basofili che liberano istamina. Il termine sensibilizzato indica che il linfocita B viene attivato in precedenza e che la reazione allergica si verifica in seguito ad un successivo contatto dell’organismo con l’allergene 50 L’immunità … 51 L’immunità … 52 L’immunità … 53 L’immunità … Piccole dosi allergene Linf. T-helper attivazione Linf. TH1 Linf. TH2 TH1 Potenziamento difese mediate dai fagociti TH1 = T-helper infiammatori TH2 Potenziamento risposte mediate dalle IgE TH2 = T-helper immunitari 54 L’immunità … Vie di penetrazione degli allergeni VIA INALATORIA: Provoca rinite e rinorrea per attivazione dei mastociti e delle cellule basofile della sottomucosa. INGESTIONE: Se attivazione cellule basofile della mucosa gastrointestinale: perdita di liquido attraverso l’epitelio, contrazione della muscolatura liscia, vomito e diarrea. Se attivazione cellule basofile del connettivo degli strati cutanei più profondi: orticaria CONTATTO DIRETTO CON LA CUTE: dermatite atopica SOMMINISTRAZIONE PER VIA SISTEMICA: anafilassi sistemica 55 L’immunità … Vasodilatazione generalizzata con produzione di essudato + drammatico calo di pressione + costrizione vie aeree + edema della glottide = shock anafilattico. 56 L’immunità … TERAPIA La fase iniziale delle reazioni allergiche viene curata mediante la somministrazione di farmaci antistaminici. La reazione tardiva è inibita dai corticosteroidi. Il trattamento dello shock anafilattico consiste essenzialmente nella somministrazione di adrenalina che, promuovendo la contrazione delle arteriole precapillari e stimolando l’azione cronotropa del cuore, ripristina la pressione sanguigna. 57 L’immunità … TIPO II: Reazione citotossica mediata da anticorpi È così chiamata perché è mediata da anticorpi che reagiscono con un antigene fissato su cellule o su altri componenti tissutali (es.: membrana basale). Antigene Intrinseco • Proteine • DNA • RNA Estrinseco • Farmaci • Prodotti batterici • Sostanze chimiche 58 L’immunità … Prima esposizione Seconda esposizione Antigene IgG IgM si legano con si lega con Proteine plasmatiche Cellule Es.: Globuli rossi Antigeni già legati a prot. Plasm. o cellule Attivazione del complemento Lisi dei Globuli Rossi Flogosi con grave danno cellulare 59 L’immunità … Prototipo: Anemia emolitica Reazione emolitica post-trasfusionale per incompatibilità di gruppo. Gli Ag sono i marcatori del sistema AB0 Lupus Eritematoso sistemico dove le strutture cellulari sono riconosciute estranee (malattia autoimmune). Sindrome di Goodpasture: malattia autoimmune verso i componenti del collageno di tipo IV Malattia di Graves o Tireotossicosi nella quale si formano autoanticorpi verso il recettore per l’ormone TSH. Ciò genera una stimolazione continua del recettore con iperproduzione di ormoni tiroidei. Miastenia grave nella quale c’è produzione di autoanticorpi contro il recettore per l’acetilcolina. Ne deriva inibizione del legame della placca neuromuscolare con il neurotrasmettitore e progressiva inattività muscolare fino alla paralisi 60 L’immunità … TIPO III: Reazione mediata da immunocomplessi La potenziale patogenicità degli immunocomplessi è determinata dalle loro dimensioni. Gli aggregati più grandi fissano la frazione C3b del complemento e vengono rimossi dai fagociti degli organi emocateretici (milza, fegato, polmone), oppure vengono trasportati ad essi dai globuli rossi ai quali rimangono adesi. Gli aggregati di piccole dimensioni rimangono in soluzione. Gli aggregati di medie dimensioni tendono a depositarsi nelle pareti dei vasi nel tentativo di attraversarli. Nelle reazioni sistemiche contro Ag solubili gli immunocomplessi rimangono circolanti. Nelle reazioni localizzate gli immunocomplessi si formano nei tessuti. 61 L’immunità … Antigene iniettato nella cute = Flogosi locale Ag-Ac Attivazione complemento Flogosi locale > Permeabilità vascolare Edema Essudato granulomatoso REAZIONE DI ARTHUS 62 L’immunità … Antigene iniettato per via sistemica = malattia da siero Inoculazione proteine siero eterologo Ac specifici + Ag Migrazione in tessuti adibiti ad ultrafiltrazione del sangue (camera anteriore occhio, plesso coroideo cervello, superfici sierose cav. Pleurica, pericardio e peritoneo) Intrappolamento Attivazione complemento Liberazione fattori chemiotattici granulociti FLOGOSI ACUTA 63 L’immunità … TIPO IV: Reazione di ipersensibilità mediata da cellule 64 L’immunità … LE MALATTIE AUTOIMMUNI La alterazione del meccanismo di riconoscimento del SELF dal NON SELF, e la scomparsa della tolleranza dell’organismo verso gli antigeni delle proprie cellule è responsabile della comparsa delle malattie autoimmuni. Esistono tre teorie relative allo sviluppo dell’autoimmunità: 1. Teoria della delezione clonale L’autoimmunità si sviluppa se cloni di linfociti T o B non sono stati eliminati durante il periodo fetale o neonatale. 2. Teoria dell’antigene esogeno L’autoimmunità si sviluppa in quanto l’anticorpo da esso prodotto reagisce contro un determinante simile ad un antigene esogeno, ma costitutivo dell’organismo. 3. Teoria degli antigeni nascosti Alcuni antigeni normalmente non antigenici perché nascosti al sistema immunitario, diventano immunogenici o perché non più nascosti, o perché legati ad apteni estranei. 65 L’immunità … LE MALATTIE AUTOIMMUNI La alterazione del meccanismo di riconoscimento del SELF dal NON SELF, e la scomparsa della tolleranza dell’organismo verso gli antigeni delle proprie cellule è responsabile della comparsa delle malattie autoimmuni. Esistono tre teorie relative allo sviluppo dell’autoimmunità: 1. Teoria della delezione clonale L’autoimmunità si sviluppa se cloni di linfociti T o B non sono stati eliminati durante il periodo fetale o neonatale. 2. Teoria dell’antigene esogeno L’autoimmunità si sviluppa in quanto l’anticorpo da esso prodotto reagisce contro un determinante simile ad un antigene esogeno, ma costitutivo dell’organismo. 3. Teoria degli antigeni nascosti Alcuni antigeni normalmente non antigenici perché nascosti al sistema immunitario, diventano immunogenici o perché non più nascosti, o perché legati ad apteni estranei. 66 L’immunità … La documentazione della presenza di autoanticorpi in grado di provocare una lesione patologica consente di effettuare diagnosi di malattia autoimmunitaria. Forme cliniche Forme sistemiche es.: LES Forme limitate es.: tiroidite di Hashimoto 67 L’immunità … LUPUS ERYTHEMATOSUS SYSTEMICUS (LES) Patologia cronica infiammatoria a predominanza familiare, più comune nelle donne, è caratterizzata dalla produzione di autoanticorpi probabilmente indotta da farmaci o sostanze chimiche sensibilizzanti o da infezioni virali. La produzione degli anticorpi sembrerebbe una reazione secondaria che, a lungo andare, diventerebbe dannosa per l’organismo. La sensibilizzazione sembrerebbe geneticamente predisposta, verificandosi più frequentemente in soggetti con genotipi HLA-DR2, HLA-DR3. 68 L’immunità … Può interessare tutti gli organi, anche se i più colpiti sono: • I reni • Le articolazioni • Le membrane sierose • La cute Gli autoanticorpi si formano contro i seguenti autoantigeni: • Proteine plasmatiche • Antigeni della superficie cellulare di neutrofili, piastrine, globuli rossi, componenti intra-celulari (lisosomi, ribosomi, RNA, DNA, microfilamenti, ecc.) 69 L’immunità … Principali manifestazioni cliniche Cute e tessuto connettivo Eruzioni cutanee e reazioni di fotosensibilità, vasculiti linfocitarie, lesioni mucose con erosioni superficiali ed ulcere. Manifestazioni neurologiche e psichiatriche Reni Progressivo coinvolgimento fino a grave insufficienza renale. Scheletro e muscoli Dolori articolari, artriti e mialgie (segni precoci della malattia) 70 L’immunità … Patogenesi A causa di una iperattività delle cellule B e di anomalie delle cellule T consistenti nella diminuzione di linfociti T-soppressori, gli anticorpi dei pazienti interagiscono con antigeni tissutali e con antigeni di cellule danneggiate (es.: esposizione luce solare) che liberano il proprio contenuto nucleare. Quando il complesso Ag-Ac si forma nel sangue (malattia da immunocomplessi), questi si depositano sulle membrane semipermeabili (membrana basale glomeruli, membrana sinoviale articolazioni, sierosa pleurica pericardio, peritoneo, endocardio valvole cardiache, plesso coroideo ventricolo cerebrale, camera anteriore dell’occhio). Mentre il plasma filtra, gli immunocomplessi si depositano o si formano in loco, attivano il complemento e provocano la comparsa di una reazione infiammatoria. 71 L’immunità … MALATTIE DA IMMUNODEFICIENZA Immunodeficienza Ridotta resistenza alle infezioni Primaria • • • • • • Sole cell. B Cell. T e B Secondaria Infezioni Malnutrizione Malattie metaboliche Malattie autoimmuni Cancro Trattamenti farmacologici immunosoppresori Sole cell. T 72 L’immunità … SINDROME DA IMMUNODEFICIENZA ACQUISITA (AIDS) Severa immunodepressione causata un retrovirus a RNA appartenente alla famiglia dei lentivirus, capace di rimanere latente nella cellula per lunghi periodi di tempo, per poi risvegliarsi in seguito alla attivazione della cellula ospite. Trasmissione virus HIV Trasfusioni ematiche o scambio di siringhe Secrezioni sessuali Trasmissione materno-fetale (allattamento o passaggio transplacentare) 73 L’immunità … Affinità virus HIV per cellule CD4+ Linf. Thelper Microglia S.N. Cellule dendritiche monociti fagociti 74 … Produzione Ig specifiche Depressione risposta cell.-mediata Fase sintomatica Sieropositività (fase di latenza asintomatica) L’immunità Depressione risposta umorale Depressione risposta umorale Sistematico: febbre, perdita di peso 1.Centrale: mal di testa, neuropatia 2.Faringite 3.Bocca: ferite 4.Linfonodi: linfoadenopatie 5.Esofago: ferite 6.Pelle: eruzioni 7.Muscoli: mialgia 8.Fegato e milza: ingrandimento 9.Gastrico: nausea, vomito 75 L’immunità … Evoluzione AIDS Fase acuta Si presenta 2-3 settimane dopo l’infezione. I sintomi sono aspecifici (febbre, sudorazione notturna, nausea, dolori muscolari, cefalea, faringodinia, eritemi cutanei, leggero ingrossamento linfonodale). I sintomi durano 2-3 settimane, poi scompaiono. Durante questa fase vengono prodotti anticorpi specifici. Infezione asintomatica Dura da pochi mesi a pochi anni. Il pz è asintomatico ma porta il virus ed è infetto La metà dei pazienti sviluppa la malattia in circa 10 anni. Linfoadenopatia persistente ed asintomatica Presenza di malattie opportunistiche Infezioni, disordini gastroenterici, alterazione del S.N. e tumori sono gli eventi caratteristici. 76 L’immunità … Diagnosi • Segni clinici e dati di laboratorio - dosaggio degli anticorpi - conta dei leucociti - ricerca ed isolamento del virus V.N. T-Helper T-soppress. + T-citotoss. maggiore di 2 V.N. linf. T-CD4+ maggiore di 500/microlitro Se linf. T-CD4+ < 200/microlitro crisi Nell’ultima fase della malattia: nessuna cellula CD4+ presente in circolo 77 L’immunità … IL TRAPIANTO DI ORGANO Tutti i tessuti possono essere trapiantati con successo da un individuo ad un altro, ma l’innesto sarà vitale se il ricevente ed il donatore risultano immunologicamente simili. Diversamente il trapianto potrà avere successo se: 1. Il sistema immunitario del ricevente non è in grado di produrre una risposta immunitaria (immunodeficienze acquisite) 2. Se il sistema immunitario del ricevente viene parzialmente inattivato dalla somministrazione di farmaci. 78 L’immunità … Autotrapianto se donatore e ricevente sono la stessa persona Isotrapianto se il trapianto si effettua fra individui immunologicamente singenici (gemelli) Omotrapianto (o allotrapianto) Xerotrapianto se il trapianto è effettuato fra individui della stesa specie se il trapianto è effettuato tra individui di specie diverse I tessuti omotrapiantati sono accettati se il donatore ed il ricevente hanno in comune molti loci del sistema maggiore di istocompatibilità (MHC = HLA nell’uomo) e se hanno lo stesso gruppo sanguigno. 79 L’immunità … Se donatore e ricevente differiscono nell’MHC, nel ricevente si creerà una reazione immunitaria diretta contro le molecole MHC NON-SELF (REAZIONE di RIGETTO). Reazione iperacuta: si ha quando il donatore ha anticorpi preformati verso antigeni del donatore. La reazione ha inizio subito dopo l’anastomosi dei vasi del ricevente con quelli dell’organo trapiantato. L’organo deve essere rimosso immediatamente. Reazione acuta: si presenta alcune settimane dopo il trapianto. È mediata da reazioni umorali e cellulo-mediate. Rigetto cronico: evolve in mesi/anni. Sono implicate reazioni tanto anticorpali, quanto umorali che causano cambiamenti vascolari che conducono l’organo ad ischemia. L’infiammazione interstiziale del tessuto concorre alla distruzione del parenchima. 80 L’immunità … Graft-Versus-Host-Reaction = GVHR È una complicazione dei trapianti (soprattutto di midollo osseo), secondario al trasferimento di linfociti immunocompetenti del donatore. Questi, a causa della immunosoppressione del ricevente, prendono il sopravvento sulle cellule dell’ospite del quale attaccano vari tessuti (es.: cellule epiteliali tratto gastrointestinale, pelle, fegato). 81 L’immunità … LE TRASFUSIONI EMATICHE Il sistema AB0 Ogni globulo rosso (GR) possiede antigeni di superficie di natura glicidica e di natura proteica. Antigeni glicidici: A, B, 0 Antigeni proteici: Rh Genotipi sistema AB0 AA, BB, AB, A0, B0, 00 Fenotipi sistema AB0 A, B, AB, 0 82 L’immunità … RICEVENTE UNIVERSALE DONATORE UNIVERSALE 83 L’immunità … Il sistema Rh 84 L’immunità … Il sistema Rh Si tratta di un gruppo di Ag proteici dei quali solo tre hanno importanza: Cde/CDE E di questi, solo due (d/D) hanno significato pratico. Coloro che posseggono l’allele d/D sono considerati Rh positivi; quelli che posseggono gli alleli d/d sono definiti Rh negativi. Mentre gli antigeni AB0 posseggono anticorpi naturali (IgM), il sistema Rh non è caratterizzato dalla produzione di anticorpi naturali. Gli anticorpi specifici (IgG) si producono dopo il contatto con GR provvisti dell’antigene Rh (incompatibilità materno fetale). 85 L’immunità … LE TRASFUSIONI EMATICHE 86 L’immunità … VACCINAZIONE E SIEROPROFILASSI VACCINAZIONE Trattamento con microrganismi, uccisi o attenuati, o loro costituenti, in modo da stimolare i meccanismi di difesa immunitari. Grazie ad essa l’organismo acquista una immunità diretta. SIEROTERAPIA o SIEROPROFILASSI Trattamento di un soggetto a rischio di infezione con un siero di un altro organismo precedentemente vaccinato che, pertanto, contiene immunoglobuline specifiche verso l’antigene patogeno. Grazie ad essa si ottiene una immunità passiva. 87