La realtà del “Carciofo di Montelupone”

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Comune di
Fratte Rosa (PU)
Comune di San Lorenzo
in Campo (PU)
Comune di Castelleone
di Suasa (AN)
PROGETTO REGIONALE:
“RILANCIO DELL’ORTICOLTURA ATTRAVERSO LA VALORIZZAZIONE DI
BIODIVERSITA’ AUTOCTONE”
Caratterizzazione e propagazione in vitro
di linee selezionate di carciofo di
Montelupone
R.Cappelletti e L.Vita
Dipartimento di Scienze Ambientali e delle Produzioni Vegetali
Sezione Colture Arboree
Fratte Rosa 23 gennaio 2009
La realtà del “Carciofo di Montelupone” :
Statuto comunale di Montelupone, 1440
“1 Sagra del Carciofo”
Aziende
Superficie (ha)
Capolini/pianta
Capolini/ha
Montelupone
41
~ 30
5 – 10
20 – 35000
Provincia MC
96
~ 30
DATI COLDIRETTI - CIA - COPAGRI - UNIONE AGRICOLTORI
Tecnica colturale
“Carciofo di Montelupone”
cultivar “non rifiorente” o “tardiva” (Mauromicale e Ierna, 2000)
Sesto di impianto
2-1,5 m tra le file
1-0,75 m lungo la
fila
Concimazioni
1-2/anno
Irrigazione
No
Periodo di
raccolta
Da marzo a maggio
Durata
dell’impianto
Da 6-10 anni
Propagazione
Agamica
(Carducci)
Scopi della ricerca:
1°) Caratterizzazione ecotipo locale:
Mediante studio morfologico, fenologico e produttivo
(materiale proveniente dall’Az.Cipriani Antonio)
Individuazione di una linea omogenea di
‘Carciofo di Montelupone’ Cynara scolymus L.
2°) Protocollo di micropropagazione:
a Fase di sterilizzazione
b Fase di proliferazione
c Fase di radicazione
d Fase di ambientamento
Produzione di materiale omogeneo (con elevata stabilità
dei caratteri e garanzie sanitarie) utile per la propagazione
della nuova linea di ‘Carciofo di Montelupone’
Caratterizzazione morfologica
A
Pianta A): margine ondulato, setti
non incisi.
B
Pianta B): margine seghettato, setti
incisi.
Capolino primario: forma ellissoidale
esternamente viola di alta intensità con
striature verdi, brattee a struttura regolare.
Diametro equatoriale: 7,4 – 7,8 cm
Diametro polare: 7,8 – 8,3 cm
Peso capolini: 170 g
Aspetto olfattivo: odori di media intensità,
erbaceo fresco, patata.
Caratterizzazione fenologica delle linee selezionate
Stadio fenologico
Caratteristiche
morfologiche
Ottobre
Novembre
Attività vegetativa
Presenza di
carducci di due
differenti tipologie
Dicembre
Gennaio
Riduzione attività
vegetativa dovuta alle
basse T°
Presenza di
carducci pianta A
Eventuale copertura
tessuto non tessuto
Febbraio
Ripresa vegetativa postinvernale
Sviluppo pianta
Controllo infestanti e
concimazioni
Marzo-Aprile
Maggio
Emissione capolino
primario Produzione
Pianta sviluppata
Controllo infestanti
Raccolta capolini
Giugno
Luglio
Disseccamento parte
epigea della pianta
Foglie disseccate
Dicioccatura
Agosto
Settembre
Ripresa vegetativa
Germogli dal
rizoma
Concimazione
Controllo infestanti
Mesi
Operazioni
colturali
Scarducciatura
Prelievo materiale di
propagazione
Caratterizzazione produttiva
Medie di produzione relative alle raccolte 2007 e 2008
a
10
9
8
7
6
Num ero tot.
5
capolini/pianta
4
3
2
1
0
b
c
parcelle al 1° anno
parcelle al 2° anno parcelle al 3° anno
Anno di produzione
Diminuzione progressiva della produzione
Massimo 4 anni età dell’impianto
Protocollo di micropropagazione per la linea
selezionata di
‘Carciofo di Montelupone’
Obiettivi:
• Reperimento materiale vegetale dell’ecotipo
• Sviluppo del protocollo di micropropagazione
(sterilizzazione, proliferazione e radicazione)
• Ambientamento e produzione di piante madri
Individuazione e prelievo materiale:
• Az. “Cipriani Antonio”
• Az. “Antonelli Mirella”
• Az. “Cappelletti Romano”
Stoccaggio in frigo del materiale e trasferimento
in laboratorio
Risultati Sterilizzazione
Cynara scolymus L.
90%
80%
70%
60%
% espianti sani e 50%
vitali
40%
30%
20%
10%
0%
Dopo 30 gg
•2% 5’ 40% espianti
inquinati
•2% 10’ 80% espianti
sani e vitali
2% 10'
2% 5'
trattamento
•2% 20’ eccessiva
esposizione all’agente
sterilizzante (abbandonata)
substrato con 7,5 g/l agar provoca vitrescenza
agar 8 g/l
Risultati proliferazione Cynara scolymus L.
effetto combinazione BA-IBA
Tasso proliferazione BA-IBA
Fase di
Moltiplicazione
2,5
2
a
a
b
b
Tasso di
proliferazione
Plantula a
40 gg
1,5
1
0,5
0
BA 0,5 - IBA
1 0,2
BA 1 - IBA
2 0,2
BA 0,5 3- IBA 0,4
BA 14- IBA 0,4
Substrati
MS + BA 1 mg/l + IBA 0,2 mg/l
Equilibrio concentrazioni citochinine-auxine
Risultati proliferazione Cynara scolymus L. effetto
combinazione TDZ-IBA
Tasso proliferazione TDZ-IBA
a
prelievo
7
6
b
5
4
Tasso di
proliferazione 3
Tasso 1:8
2
1
0
TDZ 0,1 - IBA 0,2
TDZ 0,5 - IBA 0,2
Substrato
Tasso di proliferazione triplo della combinazione BA-IBA
Necessaria una fase di distensione maggiore delle plantule
Risultati radicazione Cynara scolymus L.
effetto IBA
Substrato
MS0
(controllo)
MS + IBA 0,2
mg/l
MS + IBA
0,2 mg/l
Piante in
radicazione
Piante
radicate
(a 60gg)
Piante morte
(a 60 gg)
70
20 (29%)
40 (57%)
70
19 (27%)
15 (21%)
Utilizzo di IBA in radicazione
•Induzione alla radicazione
•Stato vegetativo equilibrato
Percentuale di radicazione da migliorare
Risultati ambientamento
Cynara scolymus L.
Piante con
nuove foglie
(a 10 gg)
Substrato
Piante
ambientate
Piante morte
(a 10 gg)
MS0
(controllo)
20
10 (50%)
2
MS + IBA 0,2
mg/l
19
3 (15%)
7
Piantine provenienti da MS + IBA 0,2 mg/l
• Maggiore attività vegetativa
• Bassa percentuale mortalità
Vasetti 5 cm
terriccio con
rhizolite®
Conclusioni
•Individuazione e caratterizzazione delle peculiarità morfo-fenologiche dell’ecotipo
‘Carciofo di Montelupone’
•Messa a punto protocollo di micropropagazione della linea selezionata.
FASI DELLA MICROPROPAGAZIONE STUDIATE
Specie-Ecotipo
Sterilizzazione
Cynara
scolymus L.
Soluzione 2%
NaClO
10 minuti ed
Espianti con
stereomicroscopio
di 0.5-1mm
“Carciofo di
Montelupone”
Proliferazione
MS +
BA 1 mg/l +
IBA 0,2 mg/l;
Radicazione
MS + IBA
0,2 mg/l;
Ambientamento
Vasetti con
rhizolite®;
materiale
plastico forato
•Fase critica della radicazione, utilizzo di altri induttori alla rizogenesi
•Possibilità di utilizzo inoculo micorrizico per favorire l’ambientamento
•Sviluppo di una linea di ricerca parallella riguardante l’utilizzo di Tidiazuron come
induttore alla proliferazione
•Verifica della stabilità in campo delle caratteristiche specifiche della linea
selezionata
Prospettive future
• Produzione di piante certificate e garantite dal punto di vista
fitosanitario
–
–
–
–
Assenza di patogeni e parassiti
Registrazione, come varietà locale, della linea selezionata.
Costi contenuti delle piantine
Economicità e semplicità di conduzione degli impianti
• Aumento dell’efficienza produttiva ed economica
– Valutare la possibilità di abbinare i vantaggi della coltura in vitro a quelli
delle tecniche tradizionali quali la produzione in vivo di carducci
– Eliminazione onerosi interventi di scarducciatura e dicioccatura
– Miglior inserimento della coltura nelle rotazioni
– Maggiore articolazione nei calendari di impianto delle carciofaie
– Superamento delle problematiche della “stanchezza del terreno”
– Eliminare trattamenti chimici impiegati per la geodisinfestazione
• Valorizzazione del prodotto
– Analisi del possibile interesse di mercato (locale e non)
– Costituire un’associazione di produttori ed un marchio
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