Conferenza Stampa Il Prof. Rizzolatti e la sua équipe collaborano con l’AUSL per ricerche ed attività abilitative a favore di bambini con disturbi generalizzati dello sviluppo Parma, 25/11/2008 – ore 11 Sala Riunioni Direzione Generale AUSL Alla Conferenza Stampa intervengono: Per l’AUSL: Massimo Fabi, direttore sanitario Franco Giubilini, direttore dipartimento di salute mentale Maria Zirilli, direttore U.O. di neuropschiatria infantile Anna Decembrino, neuropsichiatra Marta Godio, psicologa Per l’Università degli studi di Parma: Cesare Bucci, pro-rettore con delega per la ricerca Giacomo Rizzolatti, direttore del dipartimento di neuroscienze Per la Fondazione Cariparma Marcella Saccani, vice-presidente NOTA PER GLI ORGANI DI INFORMAZIONE I ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università degli Sudi di Parma, diretti dal Prof. Giacomo Rizzolatti, negli anni novanta, hanno fatto una scoperta destinata a rivoluzionare le discipline neurologiche e psicologiche. La scoperta, che va sotto il nome di neuroni specchio, ha consentito di individuare una specifica competenza neurale, che sta alla base di tutti i processi imitativi e della costruzione precoce dell’empatia nelle relazioni interpersonali. In altri termini, quando vediamo compiere un’azione ad un’altra persona, i nostri neuroni si comportano come se noi svolgessimo quell’azione. Esiste, quindi, una competenza prelogica e preriflessiva, che ci consente di creare precocemente relazioni con gli altri individui. Siamo “naturalmente” predisposti alla socialità e la nostra intelligenza sociale ci serve per sopravvivere, per prevedere il comportamento altrui. I bambini autistici hanno difficoltà in queste competenze, nel senso che sembrano incapaci di provare empatia per le persone. Fino a 20 anni fa, si riteneva che tale deficit avesse origini psicologiche. Le recenti scoperte della neurologia ed in particolare quella sopraccitata, fanno ritenere che le persone autistiche siano portatrici di un mal funzionamento dei neuroni specchio. L’incapacità di immedesimarsi negli altri potrebbe quindi avere origini neurobiologiche e non psicologiche. Le ricerche di questo gruppo sono note a livello mondiale e per questa ragione l’AUSL ha ritenuto di costruire una partnership professionale (collaborazione) con il Dipartimento di Neuroscienze, per la realizzazione di due progetti dedicati allo sviluppo e all’implementazione di protocolli diagnostici e tecniche abilitative di bambini con Disturbi Generalizzati dello Sviluppo e a tematiche collegate all’acquisizione del linguaggio in bambini piccolissimi in condizioni di bilinguismo. Il primo progetto è rivolto ai bambini autistici. I bambini autistici, in carico ai servizi di neuropsichiatria infantile dell’AUSL, nella provincia di Parma, sono un centinaio. Per affrontare questa difficile patologia, l’Azienda sanitaria ha attivato da tempo, tra gli altri interventi, una convenzione con la Fondazione Bambini e Autismo di Pordenone, che opera nel Distretto di Fidenza. Il nucleo di operatori del Servizio di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza dell’AUSL si occupa, in collaborazione con i pediatri di libera scelta e di comunità, dei bambini in età pre-scolare, con l’obiettivo di una formulazione precoce della diagnosi e di un avvio precoce degli interventi abilitativi. Il contributo del Dipartimento di Neuroscienze, che affiancherà con 2 neuropsicologhe gli operatori dell’AUSL, sarà indirizzato a supportare lo sviluppo di competenze abilitative specifiche, connesse all’acquisizione del linguaggio da parte di questi bambini. Il secondo progetto di collaborazione con il Dipartimento di Neuroscienze, che consolida una collaborazione già attiva da due anni, si riferisce, invece, alla tematica dell’acquisizione del linguaggio in bambini piccolissimi – fra gli 8 e i 48 mesi – provenienti da nuclei familiari migranti, in cui sono presenti condizioni di bilinguismo. Un bambino che non apprenda la lingua italiana tra gli 8 e i 48 mesi rischia di incontrare difficoltà al momento dell’ingresso nel mondo della scuola ed è ormai chiaro, dai lavori di letteratura, che l’insuccesso scolastico precoce connesso a fragilità sociale sia altamente predittivo di crolli evolutivi nell’adolescenza e nella prima età adulta. Prevenire le difficoltà nel linguaggio è un obiettivo importantissimo non solo per l’integrazione sociale, ma anche per un positivo sviluppo dei bambini, che favorisce il raggiungimento delle loro mete evolutive. La ricerca preliminare condotta in questi 2 anni in collaborazione con il Dipartimento di Neuroscienze nei nidi di Parma, con la partecipazione dell’Amministrazione comunale di Parma, ha ampiamente dimostrato queste evidenze. I servizi di neuropsichiatria infantile dell’AUSL, a loro volta, hanno la necessità di riformulare, tarandole sulle competenze linguistiche di bambini esposti a bilinguismo, le metodiche di rilevazione della competenza linguistica. La ricerca iniziata a Parma avrà la possibilità di estendersi al resto della provincia. I due programmi di ricerca e di collaborazione si svilupperanno nell’arco dei prossimi tre anni e vedono un contributo complessivo di 45.000 euro che la Fondazione Cariparma ha assegnato all’Azienda USL. Ufficio stampa – AUSL di Parma Simona Rondani Tel. 0521.393544 – [email protected] I neuroni specchio (da: www.ildiogene.it) E’ una tipologia di neuroni la cui esistenza è stata rilevata per la prima volta verso la metà degli anni '90 da Giacomo Rizzolatti e colleghi, presso il Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Parma. Utilizzando come soggetti sperimentali dei macachi, questi ricercatori osservarono che alcuni gruppi di neuroni si attivavano non solo quando gli animali erano intenti a determinate azioni, ma anche quando guardavano qualcun altro compiere le stesse azioni. Studi successivi, effettuati con tecniche non invasive, hanno dimostrato l'esistenza di sistemi simili anche negli uomini. Sembrerebbe che essi interessino diverse aree cerebrali, comprese quelle del linguaggio. I neuroni specchio permettono di spiegare fisiologicamente la nostra capacità di essere in relazione con gli altri. Quando osserviamo un nostro simile compiere una certa azione si attivano, nel nostro cervello, gli stessi neuroni che entrano in gioco quando siamo noi a compiere quella stessa azione. Per questo possiamo comprendere con facilità le azioni degli altri: nel nostro cervello si accendono circuiti nervosi che richiamano analoghe azioni compiute da noi in passato. Quest'ultima precisazione è molto importante. Infatti sembrerebbe che il "sistema specchio" entri in azione soltanto quando il soggetto osserva un comportamento che egli stesso ha posto in atto in precedenza. Anche il riconoscimento delle emozioni sembra poggiare su un insieme di circuiti neurali che, per quanto differenti, condividono quella proprietà "specchio" già rilevata nel caso della comprensione delle azioni. E' stato possibile studiare sperimentalmente alcune emozioni primarie: i risultati mostrano che quando osserviamo negli altri una manifestazione di dolore o di disgusto si attiva il medesimo substrato neurale collegato alla percezione in prima persona dello stesso tipo di emozione. Un'altra conferma viene da studi clinici su pazienti affetti da patologie neurologiche: una volta perduta la capacità di provare un'emozione non si è più in grado di riconoscerla quando viene espressa da altri. Vi sono, infine, alcune evidenze sperimentali che sembrano indicare che anche la comprensione del linguaggio faccia riferimento, almeno per certi aspetti, a meccanismi di "risonanza" che coinvolgono il sistema motorio. Comprendere una frase che esprime un'azione provoca probabilmente un'attivazione degli stessi circuiti motori chiamati in causa durante l'effettiva esecuzione di quell’azione. La scoperta dei neuroni specchio potrebbe offrire una spiegazione biologica per almeno alcune forme di autismo, come, ad esempio, la sindrome di Asperger: in effetti, gli esperimenti in tal senso finora condotti sembrerebbero indicare un ridotto funzionamento di questo tipo di neuroni nei bambini autistici. Benché per ora si tratti soltanto di un'ipotesi, essa potrebbe aiutare a comprendere perché le persone autistiche non partecipano alla vita degli altri, non riescono ad entrare in sintonia con il mondo che li circonda, non capiscono il significato dei gesti e delle azioni altrui. Probabilmente, non comprendono neppure le più comuni emozioni espresse dal volto e dagli atteggiamenti di coloro che li circondano: quello che per tutti è un sorriso, per loro potrebbe essere una semplice smorfia. L'esistenza dei neuroni specchio prospetta la necessità di una profonda modifica nelle attuali concezioni riguardanti il modo di operare della nostra mente. Sicuramente tale scoperta implica un drastico ridimensionamento del modello di mente prospettato dalla psicologia cognitivista, basato sull'analogia funzionale con i calcolatori. Questo tipo di approccio concentra i propri sforzi soprattutto nel definire le regole formali che sarebbero alla base del funzionamento della mente, ignorando completamente il ruolo dell'esperienza corporea legata al comportamento motorio. I neuroni specchio implicano infatti l'esistenza di un meccanismo che consente di comprendere immediatamente il significato delle azioni altrui e persino delle intenzioni ad esse sottese senza porre in atto alcun tipo di ragionamento. Giacomo Rizzolatti (da www.scientiaemunus.provincia.parma.it) Giacomo Rizzolatti è nato a Kiev, Ucraina. Laureato in Medicina e Chirurgia a Padova, specialista in Neurologia, ha lavorato prima presso la Clinica Neurologica dell'Università di Padova sotto la direzione del Professor Hrayr Terzian e poi presso l'Istituto di Fisiologia dell'Università di Pisa diretto dal Prof. Giuseppe Moruzzi. Libero docente in Fisiologia umana, ha completato la sua preparazione scientifica presso la Mc Master University, Hamilton, Canada. Dal 1967 al 1975 è stato Assistente presso l'Istituto di Fisiologia Umana dell'Università di Parma diretto dal Prof. Arnaldo Arduini. Dal 1975 è Professore di Fisiologia Umana presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Parma. E' stato Visiting Professor nel Dept of Anatomy, University of Pennsylvania, Philadelphia, 19801981, USA. Dal 1995 è visiting scientist presso il Brain Imaging Center della University of California, Los Angeles (UCLA). Nel 1999 gli è stata conferita la laurea honoris causa dall'Università Claude Bernard di Lione per i suoi studi sulle funzioni cognitive del sistema motorio. Tra gli altri riconoscimenti da segnalare il Premio della Società italiana di neurofisiologia, 1965, l'IBRO-UNESCO Fellowship 1971, la Fullbright Scholarship 1980, il premio Golgi per la Fisiologia, Accademia dei Lincei, 1982, il George Miller Award for Cognitive Science, Mc Donnell Foundation, Washington 1999 ed il Premio Feltrinelli per la Medicina 2000 dell' Accademia dei Lincei. E' stato Presidente della Società italiana di Neuropsicologia (1982-1984), della "European Brain Behaviour Society" (1984-1986); Vice Presidente (1986-1987) e poi Presidente (1988-1991) dell' "International Scientific Committee" del "European Training Programme in Brain and Behaviour Research", European Science Foundation, Strasburgo, (1988-1991), "Council Member" della "European Neuroscience Association" (1994-1998); Presidente della Società italiana di Neuroscienze (1997-1999). Ha fatto parte per tre anni (1997-2000) dell'"European Medical Research Council". Dal 1989 è membro della Academia Europaea di cui è stato "Council Member" dal 1990 al 1996. Nel 2000 è stato chiamato a fare parte del Consiglio scientifico della Fondation Fyssen (Parigi) ed è stato eletto Associate Member del Neuroscience Research Program diretto del Prof. Gerald M. Edelman (San Diego, Usa). E' stato o è membro del comitato di redazione di numerose riviste scientifiche, tra cui Brain Research, Experimental Brain Research, Cerebral Cortex, Behavioural Brain Reseach, Neuropsychologia, Cognitive Brain Research. Tra le numerose letture onorarie che ha dato sono da ricordare: la "Plenary lecture" alla European Neuroscience Association (Cambridge 1988); la "State of Art Lecture, XXVI International Congress of Psychology (Montreal 1996); la "Adrian Lecture" al XIV Congresso della EEG and Clinical Neurophysiology Society (Firenze 1997); la "Donders lecture" Max Plank Insitute (Nijmegen 1997), la "Sloan Foundation special lecture", California Institute of Technology (Pasadena 1997); la "Talairach lecture"al 5th International Conference on Functional Mapping of the Human Brain (Duesseldorf 1999); la Fifth Annual George A. Miller Lectureship, Cognitive Neuroscience Society, (Washington 1999); la "Brenda Milner Lectureship", Montreal Neurological Institute (Montreal 2000); la "Special Lecture" al Congresso della "Neural Control Movement Society," Key West (Florida 2000). Infine il Prof Rizzolatti è stato invitato a dare una delle tre "Public Lectures" per il Terzo anniversario del "Brain Science Institute, Riken" a Tokio (Novembre 2000).