DISS. ETH NO. 15296 Evolutionary and metabolie engineering of xylose metabolism in Saccharomyces cerevisiae A dissertation submitted to the SWISS FEDERAL INSTITUTE OF TECHNOLOGY ZURlCH For the degree of Doctor ofNatural Science Presented by Marco Sonderegger Dipl. Natw. ETH Zürich born February n", 1976 citizen ofRehetobel (AR), Switzerland Accepted on the recommendation of PD Dr. Uwe Sauer, examiner Prof. Matthias Peter, co-examiner 2003 SUMMARY The success of c1assical metabolie engineering strategies to improve cell factories for biotechnological purposes is strongly dependent on the availability of precise information about the system-wide interactions that determine the phenotype. Despite the massive data sets generated by genome-wide analytical techniques, system-wide understanding is often not achieved, at least not to an extent that phenotypes can be improved directly. This thesis attempts to improve primarily one such phenotype: xylose metabolism in Saccharomyces cerevisiae, which is important to establish an effieient fermentation process producing bioethanol frorn hemicellulose rich and eheap lignocellulosic material. Despite intense research over the last decade, metabolie engineering strategies aehieved only partial success in establishing xylose metabolism in S. cerevisiae and failed completely to enable anaerobie growth on this substrate. In this thesis, I present evolutionary engineering of the first yeast that is capable of strict anaerobie growth on sole xylose (Chapter 2). This unique S. cerevisiae mutant was then analyzed by genome-wide transcript level and metabolie flux analysis to reveal the mechanisms that hamper anaerobie growth on xylose of rationally engineered strains (Chapter 3). In particular, I provide evidence that the ultimate problem resides in the insuffieient rate of glyeolytic ATP formation, whieh in turn is reduced when NADH re-oxidation is problematic and leads to the accumulation of the reduced intermediate xylitol. The results indicate that further bottlenecks that may become relevant as soon as sufficient NADH re-oxidation is provided, might reside in xylose transport, the xylose catabolic pathway itself, and the pentose phosphate pathway (Chapter 3 and 4). To provide a new possibility for NADH re-oxidation, I expressed a functional soluble transhydrogenase (Chapter 4) in xylose fermenting yeast. This enzyme, however, operated toward NADPH instead of the desired NADH re-oxidation, increasing even more NADH production. In a second attempt, I was able to attain NADH re-oxidation with the establishment of a functional phosphoketolase pathway (Chapter 5). With this strategy, I signifieantly increased the ethanol yield at the expenses of xylitol formation, and eould increase simultaneously the xylose fermentation rate by additionally deleting the constitutive cytosolic aldehyde dehydrogenase gene ALD6, which is principally responsible for acetate accumulation. Chapter 6 then affords a quantitative comparison of eight recently engineered or evolved yeast strains with respect to their xylose fermentation performance and robustness. Generally, industrial strains fermented xylose faster and were more tolerant to lignoeellulose 7 hydrolysates, but aecumulated more xylitol than laboratory strains. The best xylose fennenting strains were those obtained by evolutionary engineering. Finally, I addressed a general proeess problem that is also relevant for ethanol production: high metabolie activity in the absence of growth (Chapter 7). In partieular, I deseribe a new enriehment proeedure toward this phenotype in an extremely slow-growing chemostat eulture. I isolated thereby an Escherichia coli mutant with doubled catabolie rate that was maintained for at least 40 h in nitrogen starvation induced stationary phase. 8 SOMMARIO La disponibilitä di informazioni dettagliate, riguardanti il funzionamento dei meeehanismi moleeolari ehe deteminano il fenotipo di un organismo, e essenziale per il sueeesso di strategie classiehe d' ingegneria del metabolismo miranti al miglioramento delle eratteristiehe eellulari per seopi bioteenologiei. Nonostante l'enorme quantita di dati generata trarnite l'impiego di teeniehe d'analisi a livello genomico, una eomprensione sistemiea eompleta in grado di permettere direttamente il migliorarnento di vari fenotipi, non e stata aneora raggiunta. In questa tesi eereo di migliorare prineipalmente uno di questi fenotipi: Il metabolismo dello xilosio nel lievito Saccharomyces cerevisiae. Quest'ultimo e partieolarrnente importante per 10 sviluppo di proeessi di fermentazione atti alla produzione di bioetanolo da searti di natura lignoeellulosiea. Nonostante l'intenso sforzo di rieerea nell'ultimo decennio, strategie tradizionali di ingegneria de1 metabolismo sono riuseite a raggiungere un sueeesso solo parziale nell' instaurare una via eataboliea dello xilosio in S. cerevisiae. Inoltre, hanno eompletalmente fallito nel generare eeppi eapaei di ereseere su xilosio in eondizioni strettamente anaerobiehe. In questa tesi, presento la generazione tramite ingegneria evolutiva de1 primo eeppo di lievito eapaee di ereseere in queste eondizioni (Capitolo 2). Per rive1are i fattori ehe impediseono tale fenotipo in eeppi modifieati eon strategie tradizionali, ho quantifieato l'espressione di geni a livello genomieo e i flussi metabolici intraeellulari de1 earbonio in questa mutante uniea in natura (Capitolo 3). In partieolare, presento osservazioni indieanti ehe il problema fondamentale Quest'ultima e costituito dall' insufficiente velocitä di produzione glicolitica di ATP. e a sua volta ridotta quando, in condizioni anaerobiche, la riossidazione de1 NADH diventa problematiea e causa quindi l'accumulazione de1 prodotto interrnedio xilitolo. I miei risultati indieano ehe altri fattori potrebbero diventare limitanti allorquando un sufficiente grado di riossidazione de1 NADH potesse essere garantito. Tra questi figurano il trasporto dello xilosio, la stessa via eatabolica dello xilosio e la via del pentosio fospfato (Capitoli 3 e 4). Per fornire una nuova possibilita di riossidazione de1 NADH, ho espresso una transidrogenasi solubile in un ceppo di lievito modificato, eapace di metabolizzare 10 xilosio (Capitolo 4). Invece di riossidare I' NADH produeendo NADPH, pero, quest'enzima ha eatalizzato la reazione inversa, aumentando ulteriormente la produzione di NADH. In un secondo tentativo, sono riuscito a raggiungere un significante grado di riossidazione del NADH implementando Ia via della fosfochetolasi nel lievito (Capitolo 5). Con questa 9 strategia, sono riuscito ad aumentare la resa dell'etanolo a scapito della produzione di xilitolo. Inoltre, sono riuscito ad incrementare simmultaneamente la velocita di ferrnentazione dello xilosio introducendo una delezione deI gene delI' aldeide deidrogenasi ALD6. Il Capitolo 6 offre un' analisi comparativa delle caratteristiche di ferrnentazione dello xilosio edella resistenza di otto ceppi modificati 0 evoluti recentemente. In generale, i ceppi industriali ferrnentano 10 xilosio piu rapidamente e sono piu resistenti all,effetto inibitorio della materia lignocellulosica idrolizzata, ma accumulano una maggiore quantitä di xilitolo rispetto ai ceppi di laboratorio. I ceppi con le caratteristiche di fermentazione migliori sono quelli ottenuti tramite ingegneria evolutiva. Infine, ho affrontato una questione di carattere piu generale, rilevante anche per la produzione di etanolo: Il mantenimento di un' attivitä metabolica elevata crescita (Capitolo 7). In particolare, descrivo UD in assenza di nuovo metodo di selezione di tale fenotipo in una coltura continua con una velocitä di crescita estremamente bassa. Tramite queste metodo sono riuscito ad isolare una mutante di Escherichia coli con una velocitä catabolica raddoppiata per almeno 40 ore nella fase stazionaria indotta dall'assenza di azoto. 10