Economia e lavoro

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Economia e lavoro
di svalutare la moneta per favorire le esportazioni. Le nuove misure pongono invece
l’accento su una netta espansione del quantitative easing (qe, alleggerimento quantitativo), il programma di acquisto di titoli che
la Bce ha lanciato nel 2015. Draghi aumenterà gli acquisti da sessanta a ottanta miliardi di euro al mese. Un aspetto cruciale è
che ora nel qe saranno incluse anche le obbligazioni aziendali. La Bce, infine, tenterà
di porre rimedio ai problemi causati alle
banche dai tassi negativi attraverso una
nuova serie di finanziamenti a basso costo,
i cosiddetti Targeted long term rifinancing
operation (Tltro). Questa volta i Tltro prevedono anche degli incentivi per le banche
che aumentano i loro prestiti all’economia
reale. In sostanza, la Bce potrebbe pagare
gli istituti perché diano in prestito denaro.
Draghi alza il tiro
nella lotta per l’euro
Variazioni imprevedibili
TIM WEGNER (LAIF/CONTRASTO)
Francoforte, Germania. Il presidente della Bce Mario Draghi
Financial Times, Regno Unito
La Banca centrale europea
ha presentato nuove misure
di stimolo per l’eurozona.
Il pacchetto è molto ambizioso,
ma non può funzionare senza
il sostegno della politica
egli ultimi tempi le banche
centrali sono state accusate di
avere esaurito le loro munizioni nella battaglia per stimolare
la crescita globale. Ma Mario Draghi ha
fatto del suo meglio per provare che gli
scettici avevano torto, usando, se non proprio il bazooka, una raffica di misure per
sostenere l’economia dell’eurozona e salvarla dalla deflazione. Niente garantisce
che il suo tentativo avrà successo, ma il
presidente della Banca centrale europea
(Bce) ha dimostrato di volersi battere contro il pessimismo che ha preso il sopravvento sui mercati.
Il 10 marzo la Bce ha abbassato i suoi
tassi di riferimento a un minimo storico: in
particolare, ha azzerato il tasso sulle operazioni di rifinanziamento delle banche (il
cosiddetto costo del denaro) e ha fatto
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Internazionale 1145 | 18 marzo 2016
scendere ulteriormente (da -0,3 a -0,4 per
cento) il tasso applicato ai depositi delle
banche presso la Bce.
Draghi ha detto chiaramente che i tassi
d’interesse non aumenteranno nel prossimo futuro. Ma subito dopo ha precisato che
la Bce non prevede neanche di ridurli ulteriormente, a meno che la situazione economica non peggiori. L’istituto di Francoforte
non ha scelto un sistema di variazione dei
tassi a scaglioni che proteggesse le banche
dagli effetti dei tassi negativi sui depositi
(come ha fatto invece la banca centrale
giapponese), in parte a causa della complessità della misura, ma anche per far capire che i tassi d’interesse non possono ridursi per sempre.
Queste dichiarazioni contengono due
messaggi importanti. Innanzitutto, indicano che Draghi condivide alcuni timori circa
l’effetto dei tassi d’interesse negativi in un
settore bancario già fragile come quello
dell’eurozona. Inoltre, suggeriscono che il
presidente della Bce non ha intenzione di
instaurare tassi negativi in un modo che ne
attenuerebbe gli effetti sull’economia reale
ed esporrebbe l’istituto di Francoforte
all’accusa di partecipare alle guerre monetarie, cioè il tentativo fatto da diversi paesi
I mercati non sono stati del tutto convinti
dal pacchetto. L’euro è crollato per poi riprendersi subito dopo, quando Draghi ha
dato la sensazione di voler fissare un livello
minimo per i tassi d’interesse. Tuttavia, il
presidente della Bce ha chiaramente evitato qualunque affermazione che facesse
pensare a una sua intenzione di svalutare la
moneta unica. Date le variazioni imprevedibili dei mercati di cambio, una strategia
del genere sarebbe in ogni caso inaffidabile. La Bce ha ragione a riconoscere l’esigenza di uno stimolo, a sostenere il settore
bancario e a concentrare la sua potenza di
fuoco sui prestiti e sugli investimenti
nell’economia reale.
Niente di tutto questo, però, assicura
che le nuove misure funzioneranno. Le
previsioni sull’economia dell’eurozona
non sono incoraggianti: l’inflazione resterà vicina allo zero fino alla fine dell’anno a
causa della riduzione dei prezzi del petrolio, ed è probabile che la crescita del pil sia
modesta. Il problema è che la Bce non può
contare su contributi sostanziali da parte
delle politiche di bilancio o delle riforme
strutturali dei governi dell’eurozona. Alcuni si trovano in una situazione di stasi politica, altri sono distratti dalla crisi dei profughi.
Non è la prima volta, da quando Draghi
la dirige, che la Bce s’inoltra su una strada
inesplorata con politiche monetarie non
convenzionali, tra l’altro superando l’opposizione guidata dalla Germania. È ora di
permettere alle sue politiche coraggiose di
funzionare. X fp
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