La Guerra Fredda
Con la fine della Seconda Guerra Mondiale finì anche la
collaborazione tra le potenze vincitrici, ben presto in
disaccordo sul futuro. Tra il 1945-47 Stati Uniti e Urss si
divisero l’Europa e in mondo in due aree di influenza, in
base anche delle zone liberate durante il conflitto contro il
nazifascismo.
Gli Stati Uniti, nel 1944, istituirono il Fondo Monetario
Internazionale con lo scopo di regolare i rapporti
economici tra gli Usa e il resto del mondo per stabilizzare
le monete. Nell’estate 1947 fu varato un piano di aiuti
economici per l’Europa, il Piano Marschall: prevedeva 13
milioni di dollari di prestiti concessi solo a stati europei
che avrebbero dato vita a governi amici degli
statunitensi, contro i sovietici. Era questa la strategia del
presidente Harry Truman per contenere il comunismo.
Nell’aprile 1949 Washington stipulò
con Canada e con alcuni paesi
europei
occidentali
il
Patto
Atlantico, il North Atlantic Treaty
Organization (NATO), un’alleanza
militare contro l’Urss con la presenza
di basi statunitensi negli stati
aderenti. Stalin nell’Europa orientale
istaurò un controllo simile a quello
dell’Urss:
Ungheria,
Romania,
Polonia, Bulgaria, Cecoslovacchia e
Germania est divennero stati
satellite dell’Unione Sovietica. La
Jugoslavia rimase autonoma da
Mosca
Nel 1949 nacque in COMECON, il Consiglio di Mutua
Assistenza Economica, in risposta al Piano Marshall, per
pianificare e coordinare lo sviluppo economico dei paesi
dell’Europa orientale. Nel 1955, contro la NATO, nacque il
Patto di Varsavia, un accordo politico-militare con l’Urss
in posizione dominante. La contrapposizione tra Stati
Uniti e Unione Sovietica era nei fatti iniziata.
Il Blocco Occidentale, con a capo gli
Stati Uniti, era formato da paesi con
un’economia capitalista; il Blocco
Orientale, con a capo l’Unione
Sovietica, costituita da paesi con
un’economia collettivista; era il
bipolarismo. Churchill definì cortina di
ferro la linea che divideva i due blocchi
in Europa. Le forti tensioni diedero vita
un conflitto ideologico e politico che
non sfociò mai uno scontro militare
diretto, che sembrava sempre pronto a
esplodere: la Guerra Fredda. Anche se
Usa e Urss iniziarono una corsa agli
armamenti atomici.
Diverse furono le prove di forza tra i due blocchi. La
prima fu del giugno 1948, quando i sovietici, che
controllavano Berlino Est, cercarono di cacciarono gli
occidentali da Berlino Ovest, controllata dagli Alleati, con
il blocco delle vie d’accesso alla città impedendo i
rifornimenti per un intero anno; gli Usa risposero con un
ponte aereo che consentì a berlinesi di sopravvivere e il
blocco fu spezzato. Nel 1949 anche l’Urss aveva prodotto
la sua prima bomba atomica.
La seconda prova di forza fu del
1950 in Corea; dopo la guerra era
divisa in due zone di occupazione
ed erano nate due stati, la Corea
del Sud vicino agli Usa e la Corea
del Nord, regime comunista
alleata con l’Urss. I nordcoreani
attaccarono i sudcoreani
con
l’intento di riunificare la penisola.
Intervennero gli Stati Uniti a
sostegno della Corea del Sud,
minacciando l’utilizzo di armi
nucleari. Il conflitto cessò nel 1953
lasciando irrisolto il problema
della divisione della Corea.
In Cina, alla fine della guerra, cominciò
una dura guerra civile tra i nazionalisti
e i comunisti; nel 1949 l’esercito rosso
di Mao Tze-tung prese il potere
costringendo i nazionalisti all’esilio
nell’isola di Taiwan, sotto la protezione
statunitense.
Nacque
così
la
Repubblica Popolare Cinese, un regime
comunista inizialmente amico dell’Urss.
La Cina varò la collettivizzazione delle
terre, incrementò la produzione
industriale e negli anni ‘60 diede inizio
a una rivoluzione culturale, una
rieducazione forzata per i cinesi che
non erano comunisti.
Nel marzo 1953 morì Stalin e gli succedette Nikita
Kruscev e nel 1956 denunciò gli eccessi del regime
stalinista e gli orrori dei gulag. Iniziò così una fase di
destalinizzazione e Kruscev cercò di sviluppare la
produzione agricola e di migliorare la produzione dei
generi alimentari. Con gli Stati Uniti iniziò una fase di
disgelo mentre non furono concesse nuove libertà ai
paesi europei orientali. Scoppiarono così rivolte, come in
Ungheria nel 1956, soffocate dai carri armati sovietici.
Nel 1956 un momento di crisi fu
vissuto a causa della decisione del
presidente egiziano Nasser di
nazionalizzare il canale di Suez,
dopo il controllo delle compagnie
inglesi e francesi. Così Londra e
Parigi decisero di attaccare l’Egitto;
gli Stati Uniti in accordo con l’Onu
e l’Urss si opposero all’attacco.
Così gli eserciti francese e inglese
furono costretti al ritiro dall’Egitto.
La crisi di Suez segnò la fine del
colonialismo europeo e rafforzò
egemonia degli Stati Uniti
sull’Europa occidentale.
Nel 1960 fu eletto presidente degli Stati Uniti John
Fitzgerald Kennedy che presentò un programma di
governo orientato verso un graduale disarmo,
l’incremento dell’occupazione, l’integrazione della
popolazione di colore, l’avvio del dialogo e della
distensione con il Blocco Orientale. Questa fase di
pacificazione mondiale fu favorita da papa Giovanni XXIII
che raccomandò il dialogo e la comprensione tra fedi e
idee diverse.
Nonostante i propositi di coesistenza
pacifica le tensioni riemersero. Forte
era l’emigrazione di tedeschi dalla
Germania Orientale alla Germania
Occidentale, visto il regime poliziesco
e opprimente. Così per bloccare le
fughe, nel 1961 l’Urss approvò la
costruzione di un muro in cemento
armato, sormontato da reticolati e
sorvegliato da sentinelle, a confine
delle due zone. Il muro di Berlino
divenne il simbolo della Guerra
Fredda e questa decisione mise in crisi
il processo di pace.
Una forte tensione tra Usa e Urss si verificherà a Cuba,
isola nel mar dei Caraibi, dominata da una dittatura
militare filostatunitense fino al 1959. Una rivoluzione
popolare porterà al potere Fidel Castro, che avvierà
riforme di esproprio della terra per i contadini,
nazionalizzò le industrie sottraendole alle multinazionali
Usa. La reazione di questi ultimi fu l’embargo; fu così che
Castro accettò gli aiuti economici offerti dall’Urss. Nel
1961 Cuba divenne una repubblica socialista.
Così Cuba iniziò a istallare basi per
missili nucleari rivolti contro gli
Stati Uniti; Kennedy nel 1962
ordinò il blocco navale si rischiò lo
scoppio di una nuova guerra
mondiale. Si giunse a un accordo:
furono ritirate le testate nucleari
da Cuba e gli Stati Uniti si
impegnarono a non invadere
l’isola. L’impegno Usa si rivolse così
verso l’America Latina, imponendo
governi fantoccio. Intanto nel 1963
Kennedy assassinato in circostanze
oscure mentre Kruscev fu costretto
alle dimissioni dal Pcus nel 1964.
Nello stesso periodo iniziavano le tensioni Vietnam,
nell’Indocina, diviso tra il regime comunista di Ho
Chiminh nel Nord e il Vietnam del Sud, sostenuto dagli
Stati Uniti. La guerra iniziò nel 1965 tra i vietcong del
Nord, sostenuti da russi e cinesi, e l’esercito Usa: il
conflitto fu lungo e massacrante con distruzioni
sistematiche e un numero molto alto di morti civili. Gli
Stati Uniti non riuscirono a piegare i vietcong e la guerra
fu impopolare per gli statunitensi. Nel 1975 gli Stati Uniti
si ritirarono e il paese fu riunificato sotto il regime
comunista.