L’INIZIO DELLA GUERRA FREDDA: NATO E PATTO DI VARSAVIA
Finita la seconda guerra mondiale, le principali potenze internazionali erano USA e URSS. Inghilterra e
Francia, infatti, erano molto indebolite e dovettero affidarsi agli aiuti degli USA, mentre tutta l’Europa era
alle prese con una difficile ricostruzione.
Stati Uniti e URSS, i due paesi grandi vincitori, passano dall’alleanza in funzione antinazista alla
contrapposizione: troppo diversi erano i loro sistemi economici e sociali. L’Europa, così, fu spartita in due
zone di influenza tra le due superpotenze. Stalin non rispettò i patti di Yalta, che prevedevano libere
elezioni in tutti gli stati, e impose regimi comunisti in Europa Orientale. L’Europa Occidentale, comprese
Italia, Austria, Grecia e la parte ovest della Germania, entrò invece nell’orbita degli USA.
Il Piano Marshall e la Nato
Per gestisce il denaro destinato alla ricostruzione postbellica, già nel 1944 era stato fondato il Fondo
Monetario Internazione (FMI), all’interno del quale gli USA, il paese più ricco, assunsero il ruolo dominante.
Nel 1947 il presidente americano Truman varò il Piano Marshall, che prevedeva prestiti per 13 milioni di
dollari, prelevati dal FMI, da destinare solo ai paesi europei schierati contro il comunismo. Grazie a questi
aiuti la ricostruzione in Europa Occidentale fu relativamente veloce e le economie di 16 paesi, fra cui l’Italia,
si ripresero. L’obiettivo del presidente americano era quello di contenere il comunismo ed evitare che si
estendesse in altre aree del mondo ( la cosiddetta “dottrina Truman”).
Nel 1949 il governo americano, il Canada e alcuni paesi europei firmarono il Patto Atlantico, che poneva gli
USA al comando di una alleanza militare difensiva, la Nato (North Atlantic Treaty Organization). L’accordo
prevedeva l’ istallazione di basi militari statunitensi in tutti i paesi aderenti. Nel 1952 anche la Turchia entrò
nella Nato.
Il Comecon e il patto di Varsavia
Stalin impose un controllo diretto sui paesi dell’Europa dell’Est, creando le cosiddette “democrazie
popolari”, che erano in realtà regimi totalitari di stampo sovietico. Ungheria, Romania, Bulgaria, Polonia,
Cecoslovacchia e Repubblica Democratica Tedesca divennero così stati “satellite” dell’URSS. L’unico stato
comunista indipendente dall’URSS era la Iugoslavia del maresciallo Tito.
In risposta al piano Marshall, nel 1949 l’URSS creò il Comecon, allo scopo di coordinare l’economia dei paesi
comunisti. Questo accordo ebbe sostanzialmente effetti negativi sull’economia dell’Europa dell’Est
europeo, perché costituiva un’area chiusa agli scambi con l’esterno e dominata dal rublo, la moneta
sovietica. Gli interessi economici dei paesi aderenti furono subordinati a quelli dell’URSS.
Nel 1955, in contrapposizione al Patto Atlantico, venne stipulato un accordo militare tra i paesi dell’Est
europeo e l’URSS, chiamato Patto di Varsavia.