C - Le strutture di una chiesa
Com’è strutturata una chiesa?
Le strutture dell’edificio sacro
Pur nella varietà di funzioni svolte dai vari tipi di chiese, vi sono elementi comuni che le distinguono e le caratterizzano da altri edifici. Dall’esterno si possono individuare delle parti specifiche: •
sagrato: area di accoglienza davanti ad una chiesa e di raccordo con l’abitato; •
campanile: vistoso emblema dell’edificio sacro cristiano; •
facciata: il volto caratteristico di ogni chiesa e cappella; •
fianchi: parte meno significativa, perché spesso nascosta tra gli edifici o da annessi alla chiesa; •
cupola: presente in poche chiese, ma fortemente caratterizzante il loro profilo esterno; • testata o abside: parete terminale dell’edificio, come sua testa, spesso a pianta semicircolare. Questi elementi variano in proporzioni, linee, materiali e decorazioni a seconda anche delle epoche, assumendo stili comuni alle stagioni dell’arte. Ed anche per l’interno le chiese, pur avendo parti caratteristiche a seconda della tipologia di funzioni, tuttavia hanno spazi e strutture costanti nella loro articolazione, di cui si indicano le principali: •
portale: grande porta di accesso, talvolta preceduto da un portico o anche un semplice protiro; •
cripta: presente in vari casi di chiese medievali, propria di monasteri ed abbazie; •
grande aula: per accogliere i fedeli; talvolta è affiancata da navate laterali, separate da colonne o pilastri, su cui sono poste normalmente le croci a ricordo della dedicazione della chiesa; •
pulpito: come struttura fissa per la predicazione; era prospiciente ad una parete o pilastro laterale; •
navate laterali: presenti solo nelle chiese a pianta basilicale, come spazio per processioni interne; •
cappelle laterali: un tempo erano di patronato di famiglie con le loro tombe, testimonianza dell’uso cimiteriale della chiesa; poi furono sede delle molti devozioni di compagnie religiose; ma è importante la presenza delle cappelle laterali anche come sostegni strutturali per volte e cupole; •
presbiterio: cuore dell’assemblea, dove si svolge il segno sacramentale più importante per la comunità: l’Eucaristia, con i suoi poli celebrativi: altare, ambone, sede, croce; anche se per alcuni secoli nel presbiterio dominò un altare monumentale incentrato nel tabernacolo e nel tronetto per la devozione eucaristica; •
coro: spazio absidale ben adatto al riunirsi di comunità monastiche e confraternite, che nella disposizione a semicerchio esprimevano il loro pregare dialogico e il loro canto corale; •
tribuna: come spazio elevato per facilitare il risuonare della voce dei cantori e del suono dell’organo; •
battistero: in antichità era un edificio a sé, antistante la cattedrale; poi entrò nelle pievi e nelle parrocchie come piccolo spazio aggiunto presso l’ingresso, anche solo in una nicchia; oggi il battistero ha collocazione vagante nelle chiese, a seconda delle diverse sensibilità liturgiche. Coerenti all’ambiente della celebrazione liturgica sono pertinenti: •
sacrestia: locale più direttamente in dialogo con la chiesa per la preparazione della liturgia; •
cappella feriale: piccolo oratorio per le celebrazioni con pochi fedeli. Tra i locali annessi alla chiesa, che possono estendersi molto, si indicano oltre i complessi monastici e conventuali: la canonica, l’oratorio inteso come ambienti di catechesi e di attività aggregative per ragazzi, giovani, anziani, talvolta delle istituzioni educative e assistenziali; queste strutture non rientrano direttamente in questa presentazione, ma sono spesso strettamente integrate con la chiesa, sia come fisionomia materiale in continuità strutturale, sia per comprendere la fisionomia dell’edificio nella sua tipologia funzionale ed anche nella sua iconografia. In calce si fa riferimento ai documenti ecclesiastici esplicativi per le varie parti della chiesa. 26