437 info ger+francia:Layout 2 25-07-2011 16:05 Pagina 437 Germania Ve scov i - S o c i e t à e aiuti ai genitori di bambini disabili; l’invito agli istituti educativi cattolici a promuovere l’integrazione di bambini di altre culture; una maggiore perequazione fiscale anche attraverso una tassazione dei grandi patrimoni; nessun salario minimo garantito, che rischia di essere una misura assistenziale. Libertà, idea della fede N ella Germania di oggi «molte persone non hanno la possibilità di usare la loro libertà. Così la società si divide tra quanti possono guardare avanti con fiducia e ottimismo e cogliere occasioni e possibilità, e quanti invece sono esitanti e timorosi, spesso arrivano a rassegnarsi e si ritirano ai margini della comunità o finiscono per trovarvisi senza loro colpa. Hanno la sensazione che non vi sia giustizia, e dubitano che in questa società tutti siano necessari e abbiano un posto», e questo nonostante il paese abbia attraversato relativamente bene la crisi economica e finanziaria attuale. Viceversa «tutte le persone devono essere messe in condizione di far fruttare i loro talenti, dando il proprio contributo unico e insostituibile. Ciascuno deve avere l’opportunità di usare il potenziale di libertà nella nostra società anche personalmente». Così scrive il card. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Freising e presidente della Commissione per i problemi sociali della Conferenza dei vescovi cattolici tedeschi, nella prefazione del documento intitolato Una società delle pari opportunità, modello per un ordine liberale, presentato a Berlino lo scorso 27 giugno. La libertà secondo i vescovi tedeschi è un’idea centrale della fede e della dottrina sociale cristiana, e dev’essere declinata eticamente nel senso sia della responsabilità individuale sia della solidarietà sociale. Il documento vuole porsi come stimolo per l’avvio di un dibattito pubblico che porti a un rinnovamento della società tedesca in senso liberale, e contiene anche alcuni suggerimenti politici, anche se una dimensione più propositiva è rimandata a un passo successivo. Le prospettive individuate a titolo d’esempio riguardano l’ambito dell’educazione, del lavoro e della giustizia inter-generazionale. Tra le indicazioni, misure a sostegno della famiglia, come asili nido gratuiti Tra le prime reazioni c’è stata, il giorno successivo, quella di quattro teologi moralisti – Bernhard Emunds, Karl Gabriel, Hermann-Josef Große Kracht, Matthias Möhring-Hesse –, i quali hanno diffuso un testo che in dieci tesi critica l’impianto di fondo del documento episcopale. Con il documento, secondo loro, la Commissione assume una posizione neoliberale, cautamente stemperata in senso socialdemocratico. Si limita a confermare l’impostazione delle attuali forze di governo, e difficilmente quindi potrà dare un qualche segnale politico o ancor meno uno stimolo programmatico; sembra non aver imparato nulla dalla recente crisi finanziaria mondiale, né reca traccia della richiesta di una regolamenta- zione dei mercati; benedice i tagli allo stato sociale, ritornando indietro rispetto a livelli di previdenza raggiunti decenni fa grazie all’apporto delle forze politiche ispirate alla dottrina sociale cristiana. Secondo i moralisti, i vertici della Chiesa cattolica con questo testo sanciscono definitivamente, dopo il primo passo compiuto nel 2003 con Ripensare il sociale (cf. Regno-doc. 3,2004,90), il loro allontanamento dalla dottrina sociale delle Chiese evangelica e cattolica. Esse si erano espresse insieme nel 1997 a favore di un’«economia sociale di mercato impegnata in senso sociale, ecologico e globale» e sostenuta da una «cultura della misericordia» nel documento Per un futuro di solidarietà e giustizia, al termine di un ampio processo di consultazione avviato nel 1994, che aveva impegnato le due Chiese nell’elaborazione di due stesure successive e di 25.000 pagine di contributi (cf. Regno-att. 6,1997,148ss; Regno-doc. 9,1997,288). D. S. Francia Patrimonio artistico La notte bianca delle chiese L o scorso 2 luglio, in tutta la Francia, si è tenuta la prima edizione de «La notte delle chiese», durante la quale i luoghi di culto (circa 100.000 sul territorio nazionale, di cui 45.000 chiese parrocchiali) erano invitati a tenere le porte aperte per accogliere tutti coloro che si sarebbero presentati, come spiegava una nota della Conferenza episcopale francese. L’evento – che si rifà alla più famosa «Notte delle cattedrali», iniziativa giunta quest’anno alla V edizione – è stato organizzato dalla rivista «bi-media» Narthex (www.narthex.fr) del Servizio nazionale di pastorale e liturgia sacramentale. Lo scopo era far conoscere e valorizzare la dimensione culturale e il ricco patrimonio degli edifici religiosi presenti sul territorio francese. La natura dell’iniziativa era in realtà duplice. A livello «culturale», si voleva valorizzare chiese o cappelle che appartengono al patrimonio artistico nazionale e che, in alcuni casi, sono chiuse ormai da tempo (soprattutto nei villaggi e nelle piccole città). Si intendeva aiutare le comunità locali a riappropriarsi di una parte della loro identità, prendendosi cura dei propri luoghi di culto e offrendo a tutti la possibilità di entrarvi e «gustarne» la bellezza, anche al di fuori del momento celebrativo. Primi beneficiari dell’iniziativa sono stati proprio i cristiani, i quali, dallo studente liceale al pensionato, hanno avuto occasione di riscoprire la storia, la bellezza e l’«anima» delle loro chiese, talvolta attraverso corsi predisposti per formare all’accoglienza e alla guida dei visitatori. Insieme alla valorizzazione del patrimonio artistico, l’accento è stato posto sul valore dell’accoglienza come stile da vivere e testimoniare, sollecitando in tal senso le comunità locali. I cristiani devono ritrovare il gusto di «pregare quotidianamente nelle chiese dei loro villaggi»; lo ha dichiarato mons. Jean Legrez, arcivescovo di Albi e organizzatore dell’evento, il quale ha concluso: «Per fare questo non c’è bisogno di preti» (La Croix 30.6.2011). M. B. IL REGNO - AT T UA L I T À 14/2011 437