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Germania
Ve scov i - S o c i e t à
e aiuti ai genitori di bambini disabili; l’invito
agli istituti educativi cattolici a promuovere
l’integrazione di bambini di altre culture;
una maggiore perequazione fiscale anche
attraverso una tassazione dei grandi patrimoni; nessun salario minimo garantito, che
rischia di essere una misura assistenziale.
Libertà,
idea della fede
N
ella Germania di oggi «molte persone non hanno la possibilità di
usare la loro libertà. Così la società
si divide tra quanti possono guardare avanti
con fiducia e ottimismo e cogliere occasioni e possibilità, e quanti invece sono esitanti e timorosi, spesso arrivano a rassegnarsi e si ritirano ai margini della comunità
o finiscono per trovarvisi senza loro colpa.
Hanno la sensazione che non vi sia giustizia,
e dubitano che in questa società tutti siano
necessari e abbiano un posto», e questo
nonostante il paese abbia attraversato relativamente bene la crisi economica e finanziaria attuale. Viceversa «tutte le persone
devono essere messe in condizione di far
fruttare i loro talenti, dando il proprio contributo unico e insostituibile. Ciascuno deve
avere l’opportunità di usare il potenziale di
libertà nella nostra società anche personalmente».
Così scrive il card. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Freising e presidente
della Commissione per i problemi sociali
della Conferenza dei vescovi cattolici tedeschi, nella prefazione del documento intitolato Una società delle pari opportunità,
modello per un ordine liberale, presentato
a Berlino lo scorso 27 giugno.
La libertà secondo i vescovi tedeschi
è un’idea centrale della fede e della dottrina
sociale cristiana, e dev’essere declinata eticamente nel senso sia della responsabilità
individuale sia della solidarietà sociale. Il documento vuole porsi come stimolo per l’avvio di un dibattito pubblico che porti a un
rinnovamento della società tedesca in senso
liberale, e contiene anche alcuni suggerimenti politici, anche se una dimensione più
propositiva è rimandata a un passo successivo. Le prospettive individuate a titolo
d’esempio riguardano l’ambito dell’educazione, del lavoro e della giustizia inter-generazionale. Tra le indicazioni, misure a sostegno della famiglia, come asili nido gratuiti
Tra le prime reazioni c’è stata, il giorno
successivo, quella di quattro teologi moralisti – Bernhard Emunds, Karl Gabriel, Hermann-Josef Große Kracht, Matthias Möhring-Hesse –, i quali hanno diffuso un testo
che in dieci tesi critica l’impianto di fondo
del documento episcopale. Con il documento, secondo loro, la Commissione assume una posizione neoliberale, cautamente stemperata in senso socialdemocratico. Si limita a confermare l’impostazione
delle attuali forze di governo, e difficilmente
quindi potrà dare un qualche segnale politico o ancor meno uno stimolo programmatico; sembra non aver imparato nulla dalla
recente crisi finanziaria mondiale, né reca
traccia della richiesta di una regolamenta-
zione dei mercati; benedice i tagli allo stato
sociale, ritornando indietro rispetto a livelli
di previdenza raggiunti decenni fa grazie all’apporto delle forze politiche ispirate alla
dottrina sociale cristiana.
Secondo i moralisti, i vertici della
Chiesa cattolica con questo testo sanciscono definitivamente, dopo il primo passo
compiuto nel 2003 con Ripensare il sociale
(cf. Regno-doc. 3,2004,90), il loro allontanamento dalla dottrina sociale delle Chiese
evangelica e cattolica. Esse si erano espresse
insieme nel 1997 a favore di un’«economia
sociale di mercato impegnata in senso sociale, ecologico e globale» e sostenuta da
una «cultura della misericordia» nel documento Per un futuro di solidarietà e giustizia, al termine di un ampio processo di consultazione avviato nel 1994, che aveva
impegnato le due Chiese nell’elaborazione
di due stesure successive e di 25.000 pagine di contributi (cf. Regno-att. 6,1997,148ss;
Regno-doc. 9,1997,288).
D. S.
Francia
Patrimonio artistico
La notte bianca
delle chiese
L
o scorso 2 luglio, in tutta la Francia,
si è tenuta la prima edizione de «La
notte delle chiese», durante la quale
i luoghi di culto (circa 100.000 sul territorio
nazionale, di cui 45.000 chiese parrocchiali)
erano invitati a tenere le porte aperte per
accogliere tutti coloro che si sarebbero presentati, come spiegava una nota della Conferenza episcopale francese.
L’evento – che si rifà alla più famosa
«Notte delle cattedrali», iniziativa giunta
quest’anno alla V edizione – è stato organizzato dalla rivista «bi-media» Narthex
(www.narthex.fr) del Servizio nazionale di
pastorale e liturgia sacramentale. Lo scopo
era far conoscere e valorizzare la dimensione culturale e il ricco patrimonio degli
edifici religiosi presenti sul territorio francese.
La natura dell’iniziativa era in realtà duplice. A livello «culturale», si voleva valorizzare chiese o cappelle che appartengono al
patrimonio artistico nazionale e che, in alcuni casi, sono chiuse ormai da tempo (soprattutto nei villaggi e nelle piccole città).
Si intendeva aiutare le comunità locali a
riappropriarsi di una parte della loro identità, prendendosi cura dei propri luoghi di
culto e offrendo a tutti la possibilità di entrarvi e «gustarne» la bellezza, anche al di
fuori del momento celebrativo. Primi beneficiari dell’iniziativa sono stati proprio i cristiani, i quali, dallo studente liceale al pensionato, hanno avuto occasione di riscoprire
la storia, la bellezza e l’«anima» delle loro
chiese, talvolta attraverso corsi predisposti
per formare all’accoglienza e alla guida dei
visitatori.
Insieme alla valorizzazione del patrimonio artistico, l’accento è stato posto sul
valore dell’accoglienza come stile da vivere
e testimoniare, sollecitando in tal senso le
comunità locali. I cristiani devono ritrovare
il gusto di «pregare quotidianamente nelle
chiese dei loro villaggi»; lo ha dichiarato
mons. Jean Legrez, arcivescovo di Albi e organizzatore dell’evento, il quale ha concluso: «Per fare questo non c’è bisogno di
preti» (La Croix 30.6.2011).
M. B.
IL REGNO -
AT T UA L I T À
14/2011
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