vedere e capire il colore

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A cura di Barbara Brugola - corso di Educazione Visiva
VEDERE E CAPIRE
IL COLORE
a cura di Barbara Brugola
Istituto d’Arte Steiner
A cura di Barbara Brugola - corso di Educazione Visiva
Percezione
• per poter vedere qualsiasi cosa e ammesso che i
nostri occhi e il nostro cervello funzionino bene,
abbiamo bisogno di una minima presenza di
luce; al buio assoluto siamo completamente ciechi.
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In termini di sopravvivenza:
Il sistema percettivo più efficace per la sopravvivenza è
quello che ci consente di pre-vedere gli eventuali
pericoli con un buon anticipo e a distanza di sicurezza.
Si provi a pensare ai cinque sensi e come funzionano a
seconda della distanza.
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• I cinque sensi hanno con la distanza relazioni
diverse.
• Per vedere non abbiamo bisogno del contatto fisico
con l'oggetto, anzi, come sappiamo, possiamo
restarne ben lontani.
• Il secondo punto è “il mezzo”: per vedere non
occorre alcun "mezzo" di propagazione, anzi, nello
spazio gli astronauti ci vedono molto meglio che
noi qui in una nebbiosa mattina d'inverno!
• La vista risulta quindi vincente.
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• Che il vedere non ci coinvolga minimamente da un punto di
vista fisico, cioè il poter osservare una qualsiasi cosa senza
che essa svolga una qualche azione su di noi, è un'idea vera
solo in minima parte, perché il fatto che noi possiamo
osservare un oggetto seppure lontanissimo da noi, lo
dobbiamo al fatto che esso riemetta una sufficiente quantità
di fotoni da arrivare alla nostra rètina.
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Meccanismo della percezione
visiva
• Le cose illuminate riemettono una parte della luce,
la quale arriva ai nostri occhi e vi penetra.
• I nostri occhi elaborano la luce riemessa da un oggetto
codificandone forma, rapporto chiaro-scuro e colore.
• Queste diverse codifiche vengono inviate al cervello che ce
le fa percepire attivandosi in diverse aree ben identificate
dalle Neuroscienze.
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LA LUCE
• La luce è quindi un'energia resa visibile dal suo
diffondersi, riflettersi, "riemettersi" dopo aver interagito con
la materia.
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Teoria ondulatoria
La luce veniva vista come un'onda
che si propaga in maniera del tutto simile alle onde
del mare o a quelle acustiche.
• La luce, come tutte le onde
elettromagnetiche, interagisce con la materia.
I fenomeni più comuni osservabili sono:
l'assorbimento, la trasmissione, la riflessione, la
rifrazione e la diffrazione.
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LUCE (II)
• Il termine luce (dal latino, lux, lucis) si riferisce alla
porzione dello spettro elettromagnetico visibile
dall'occhio umano, ed Ë approssimativamente
compresa tra 400 e 700 nanometri di lunghezza
d'onda.
• Questo intervallo coincide con la regione di massima
emissione da parte del sole. I limiti dello spettro
visibile all'occhio umano non sono uguali per tutte le
persone, ma variano soggettivamente e possono
raggiungere i 730 nanometri, avvicinandosi agli
infrarossi, e i 380 nanometri avvicinandosi agli
ultravioletti. La presenza contemporanea di raggi di
tutte le lunghezze d'onda visibili forma la luce bianca.
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Lunghezze d'onda della luce
visibile
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FOTONI
• Sebbene nell'elettromagnetismo classico la luce sia
descritta come un'onda, l'avvento della meccanica
quantistica agli inizi del XX secolo ha permesso di
capire che questa possiede anche proprietà tipiche
delle particelle.
• Nella fisica moderna la luce (e tutta la radiazione
elettromagnetica) viene descritta come composta da
quanti del campo elettromagnetico chiamati fotoni.
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• Le frequenze immediatamente al di fuori dello spettro
percettibile dall'occhio umano vengono chiamate
ultravioletto (UV), per le alte frequenze, e infrarosso (IR)
per le basse.
• Anche se gli esseri umani non possono vedere
l'infrarosso, esso viene percepito dai recettori della pelle
come calore. Telecamere in grado di captare i raggi
infrarossi e convertirli in luce visibile, vengono chiamati
visori notturni.
• La radiazione ultravioletta non viene percepita dagli
esseri umani, se non in maniera molto indiretta, in
quanto la sovraesposizione della pelle ai raggi UV
causa scottature.
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I fotoni viaggiano tutti alla stessa velocità, ciò significa che quelli
che oscillano più velocemente descriveranno una sinusoide più fitta
rispetto a quelli che oscilleranno con una minore frequenza.
La distanza tra i culmini delle onde descritte corrisponde alla così
detta "lunghezza d'onda".
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Luce bianca
Ad una lunghezza d'onda corta corrisponderanno quindi
fotoni di alta energia (oscillanti ad alta frequenza), mentre
ad una lunghezza d'onda lunga corrisponderanno fotoni di
bassa energia ((oscillanti a bassa frequenza).
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Stimolo del colore
• Nella prima fase una sorgente luminosa emette un
flusso di fotoni di diversa frequenza. Questo flusso di
fotoni può:
• 1.arrivare direttamente all'occhio
• 2.essere riflesso da un corpo che ne assorbe alcuni e
ne riflette altri
• 3.essere trasmesso da un corpo trasparente che ne
assorbe alcuni e riflette altri
• In ogni caso i fotoni che giungono all'occhio
costituiscono lo stimolo di colore.
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Occhio
• Ogni singolo fotone attraversa la cornea, l'umore
acqueo, la pupilla, il cristallino, l'umore vitreo e
raggiunge uno dei fotorecettori della retina (un
bastoncello, oppure un cono L, un cono M o un cono
S) dal quale puÚ essere o non essere assorbito. La
probabilità che un tipo di fotorecettore assorba un
fotone dipende dal tipo di fotorecettore e dalla
frequenza del fotone.
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Coni e
Bastoncelli
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• Il nostro occhio non Ë in grado di captare le
onde luminose di lunghezza d'onda superiore a
quella del rosso (infrarosse) e di lunghezza
inferiore a quella del viola (ultraviolette).
• Molti insetti sono in grado di vedere lunghezze
d'onda luminose diverse da quelle percepite
dall'essere umano. Ad esempio, si è scoperto
che le api percepiscono i raggi ultravioletti, ma
non percepiscono quelli rossi, che noi
vediamo. Gli uccelli sono perfettamente in
grado di distinguere i colori, tanto che quelli
del loro piumaggio sono spesso elementi di
riconoscimento del sesso.
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