Aurelio Andrighetto
Il suo interesse per lo scambio tra scultura, fotografia e cinematografia s’intreccia con altri interessi
letterari e scientifici, indirizzando la sua ricerca verso una singolare teoria dello sguardo fondata
sull'ipotesi di una diversa e indipendente architettura della coscienza visiva depositata sin dal
principio, prima ancora che l’occhio sollevi la sua palpebra, nella struttura della luce.
Sulle tracce di questa architettura della coscienza visiva, attraversa diversi ambiti disciplinari,
spesso rovinando i confini che li separano: organizza una esposizione intorno a un’opera inedita di
Marcel Duchamp; progetta un’azione politica in risposta alla gravità degli ultimi eventi; realizza
delle opere “videografiche” che restituiscono il flusso del pensare per immagini; partecipa a degli
incontri di lavoro con ricercatori scientifici di area cognitivista; pubblica uno studio su un
fotomontaggio inedito di Medardo Rosso e, infine, partecipa al “concerto sinottico” con quattro
interventi rigorosamente warburghiani per la metodologia dell’accostamento fotografico, per il
reciproco interpretarsi di immagine e parola, per il recupero della storia attraverso il presente.