LA FILOSOFIA DI EUFORIKA NAPOLI Siamo rimasti colpiti dalla pubblicazione di un breve saggio di Alan Badiou dal titolo La Vera Vita in cui egli, alla stregua di Socrate, si proclama corruttore dei giovani. E questo essere colpiti è legato non tanto all’espressione apparentemente paradossale rispetto alla corruzione quanto, piuttosto, all’aver scoperto che circa otto anni fa questo gruppo che poi si è coacervato in Euforika Napoli ha iniziato un percorso di “corruzione” dei giovani attraverso un uso più sano di vie tradizionali. E ciò allo scopo di sottrarre i giovani al dominio del barbaglio di ogni forma di mercanzia e condurli alla riconquista del pensiero. E quale via migliore della poesia, della pittura, della musica, dell’arte tutta? Questa rappresenta, come vedremo in seguito quella via al ben vivere, alla vera vita, vagheggiata da Platone e dal suo maestro Socrate e ripresa da Badiou. Dice Socrate: “... avremo la possibilità che esista una vera comunità politica. Poiché accederanno al potere solo coloro per cui la ricchezza non è costituita dal danaro, ma da ciò che serve alla felicità, alla vita vera, piena di ricchi pensieri.” ( Platone, la Repubblica, nella traduzione di Alain Badiou) Di conseguenza diventa necessario uscire da quella condizione di egemonia del denaro e del possesso che nel corso del tempo ha caratterizzato la cessazione di valori, prima fra tutti l'etica dello Stato, secondo la visione politica della grande stagione settecentesca. Questo è il vero senso del pervertimento della gioventù da parte di una pletora di politici ed affaristi: la volontà del possesso. Ma c'è di più. Negli ultimi 30 anni le giovani generazioni, più che essere nelle cure di chi avrebbe dovuto provvedere alla loro educazione ed al loro futuro, sono diventati oggetti di mercificazione del mercato e visti unicamente come possibili acquirenti e consumatori. E riprendendo il discorso di prima quale migliore forma per il superamento della dicotomia essere o avere dell'opera d'arte? Come scritto primitivamente da Kant e successivamente ribadito da Walter Benjamin l'opera d'arte non ha padroni. Si può possedere un quadro, una partitura musicale, una pellicola cinematografica, ma questo non significa possedere l'opera d'arte. Una volta veduto un quadro, una volta ascoltata una musica, una volta guardata una pellicola cinematografica, tutto diventa possesso universale che da la possibilità di accesso al simbolico. Ed è proprio l'accesso al simbolico dell'esperienza artistica che favorisce il superamento delle dicotomie essere-avere, soggetto-oggetto che prelude al raggiungimento di una nuova visione della vita, o, come dice Badiou con Socrate, alla vera vita. Questa è la vera corruzione di cui siamo fieri! Questo il lavoro che deve essere portato avanti senza sosta e,soprattutto, senza timore nel corso del tempo perché l'esperienza artistica colpisce nella profondità di ogni essere.