Esame di Economia e organizzazione industriale (23 gennaio 2013)
(Paolo Bertoletti)
Tempo a disposizione: 90 minuti. Si evitino le risposte prolisse.
I fila
Per tutti
1. Si considerino un mercato con curva di domanda (inversa) P(q) = a – bq e due imprese con
funzioni di costo date rispettivamente da C1(q1) = cq1 e C2(q2) = cq2, a > c ≥ 0. Si determini
il valore del surplus dei consumatori nell’equilibrio di Cournot.
Semplici calcoli mostrano che qc = 2(a - c)/(3b) e pc = (a + 2c)/3. Perciò CS = (a - pc)qc/2 = 4(a c)2/(9b).
2. Si consideri il gioco seguente tra due giocatori:
1
S
D
2
2
F
A
(1, 5)
B
C
(4, 2)
E
(2, 2)
(7, 1)
(6, 3)
Si scriva la forma normale del gioco e si determinino gli equilibri di Nash e quelli perfetti
rispetto ai sottogiochi.
La forma normale risulta:
1\2
AC
AE
AF
BC
BE
BF
S
1, 5
1, 5
1, 5
4, 2
4, 2
4, 2
D
2, 2
7, 1
6, 3
2, 2
7, 1
6, 3
(la sottolineatura indica le risposte ottime). Perciò NE = {(D, AF), (D, BF)} e SPNE = (D, AF).
Per il corso con 4 e 6 CFU:
3. Si spieghi perché un monopolista non necessariamente modifica il prezzo richiesto per il suo
prodotto in modo proporzionale alla modifica dei suoi costi marginali.
Nel determinare il prezzo per lui ottimale (quello che massimizza i suoi profitti) il monopolista
applica al costo marginale un ricarico (mark up) dato da m = /( - 1), dove  è l’elasticità della
domanda (l’espressione si ottiene facilmente dalla condizione di uguaglianza tra il ricavo marginale,
che si può scrivere p(1 – 1/), e il costo marginale. Se tale ricarico fosse costante il prezzo del
monopolista si modificherebbe sempre proporzionalmente al valore del suo costo marginale. Ma
tale ricarico costante non è, a meno che lo sia l’elasticità della curva di domanda.
Per il corso con 9 CFU:
3. Spiegate perché tra l’ammontare dell’investimento pubblicitario effettuato dalle imprese e la
concentrazione del mercato sul quale operano potrebbe esistere una relazione decrescente.
Si consideri uno scenario in cui la pubblicità sia atta solo a spostare la clientela a favore della
singola impresa (distogliendola dai competitori) ma senza aumentare la domanda di mercato
(ovvero senza esternalità). Ne segue che tanto più è concentrato il mercato (tanto meno sono i
competitori) tanto meno l’investimento pubblicitario potrebbe essere utile. Si tratta di un effetto
catturato da , l’elasticità della domanda alla spesa pubblicitaria, nella relazione suggerita dalla
formula di Dorfman – Steiner, a/R = /, dove a è la spesa pubblicitaria, R sono i ricavi e  è
l’elasticità della domanda al prezzo.