A Siena il 1° studio sperimentale sul melanoma con metastasi

COMUNICATO STAMPA
Parte a Siena la prima sperimentazione in Italia nel melanoma
in fase avanzata con metastasi cerebrali.
Lo studio clinico è condotto dall’Immunoterapia Oncologica:
il team senese ha arruolato il maggior numero di pazienti in tutto il mondo
E’ partito a Siena il primo studio clinico in Italia che sperimenta un nuovo farmaco nel melanoma in
fase avanzata con metastasi cerebrali. Il progetto scientifico è condotto dall’Immunoterapia
Oncologica del policlinico Santa Maria alle Scotte, diretta dal dottor Michele Maio che, a livello
mondiale, è il team che ha arruolato il maggior numero di pazienti, in collaborazione con i
neuroradiologi e i neurochirurghi senesi. “Si tratta di un nuovo farmaco – spiega Maio – che ha la
caratteristica di bloccare, in pochissimo tempo, la proliferazione delle cellule tumorali in pazienti
che hanno una particolare mutazione del gene BRAF, presente in circa il 50% dei malati. Siamo
l’unico centro italiano a sperimentare questo farmaco in quei pazienti che presentano anche
metastasi cerebrali”. Questa categoria di pazienti, infatti, che ha un’aspettativa di vita di circa 4
mesi, sino ad ora è stata esclusa da qualsiasi tipo di sperimentazione. “Circa il 30-40% dei pazienti
con melanoma in fase avanzata – aggiunge Maio – presentano metastasi cerebrali, un gruppo
numericamente importante. Il vemurafenib, già in studi di fase I, ha dimostrato un profilo di
sicurezza e di efficacia estremamente promettente. Queste indicazioni preliminari fanno supporre
che il farmaco possa avere un’attività anche nei pazienti con metastasi cerebrali e, proprio per
questa ragione, stiamo conducendo uno studio mirato e stiamo per ultimare il reclutamento dei
pazienti. Questo nuovo approccio terapeutico potrebbe rivoluzionare davvero il trattamento di
questi pazienti”. Il nuovo farmaco, prodotto da un’azienda svizzera leader in Italia nel settore
oncologico, viene sperimentato a Siena anche in altre categorie di pazienti. “La grande innovazione
– conclude Maio – sta nel proporre ai nostri pazienti una medicina personalizzata, in grado cioè di
avere un’efficacia clinica basata su specifiche caratteristiche biologiche e genetiche”.