A ottant`anni dai Patti Lateranensi L`11 febbraio del 1929 venivano

Riflessione del Vescovo Mons. Vincenzo Bertolone
A ottant’anni dai Patti Lateranensi
L’11 febbraio del 1929 venivano firmati a Roma i Patti
Lateranensi. Nell’ottantesimo anniversario di quell’evento, il
vescovo della Diocesi di Cassano, monsignor Vincenzo Bertolone,
riflette sul significato e sui principi degli accordi che segnarono la
nascita di un’Italia laicamente cattolica.
Tre giorni ancora, e poi saranno ottanta gli anni trascorsi dalla
sottoscrizione, tra la Chiesa e lo Stato italiano, dei Patti
lateranensi. Un anniversario particolare, nella cui memoria rientra anche la revisione del
Concordato, siglata nel febbraio del 1984, e che costituisce occasione propizia per valutare
adeguatamente la portata d’un evento che permise di sanare una grave ferita storica, sociale e
spirituale attraverso la compiuta definizione dei rapporti fra Santa Sede ed Italia e del ruolo della
Chiesa cattolica, offrendo, al tempo stesso, l’opportunità d’avviare una riflessione sui valori
fondanti dell’intesa.
I Patti lateranensi, che presero il nome del palazzo di san Giovanni in Laterano, nei cui saloni
avvenne la stipula degli accordi, stabilirono il superamento della legge delle Guarentigie, approvata
dal Parlamento il 13 maggio 1871 ma mai riconosciuta dai vari Pontefici e causa d’una profonda
lacerazione tra la fedeltà alla Chiesa e al suo Supremo Pastore e la volontà di essere cittadini leali
alla propria patria. Un vuoto durato oltre mezzo secolo, infine colmato con la firma di due distinti
documenti: il Trattato, che riconosceva l’indipendenza e la sovranità della Santa Sede e fondava lo
Stato della Città del Vaticano, ed il Concordato, che definiva invece le relazioni civili e religiose tra
Chiesa e Governo in Italia.
I Patti, secondo una celebre frase di papa Pio XI, compirono l’opera grandiosa di restituire «Dio
all’Italia e l’Italia a Dio», chiudendo così la “questione romana”, poi definitivamente archiviata nel
1948, al momento dell’approvazione della Costituzione repubblicana, con l’inserimento in essa
dell’espresso riconoscimento dei Patti Lateranesi, presa d’atto di quella conciliazione che aveva
posto le premesse per un fattivo contributo dei cattolici alla nascita dello stato democratico.
In effetti, le garanzie di libertà per la Chiesa sancite nei Patti Lateranensi non solo favorirono quel
fermento culturale e spirituale che, tra l’altro, contribuì alla formazione di valide personalità della
classe politica che avrebbe guidato la nascente democrazia, ma condussero pure alla scrittura d’una
Carta costituzionale imperniata su punti qualificanti della cultura cattolica: la centralità della
persona umana, la sua originaria dignità e i suoi diritti inalienabili, il rilievo delle formazioni
sociali, la solidarietà, l’uguaglianza formale e sostanziale, l’apertura internazionale, l’ideale della
pace, la centralità della famiglia, la finalizzazione del diritto di proprietà, la rilevanza delle
autonomie locali. Ne nacque un modello di stato laico sociale che sarebbe poi divenuto prevalente
nell’Europa post-bellica, figlio d’una laicità, distinta e distante dall’odierno laicismo, che lungi dal
tradursi in forme di attiva neutralità destinate ad impedire l’affermazione di istanze religiosodivulgazione online a cura di www.cassanoalloionio.info
ideologiche o, peggio, in una sorta di progressiva indifferenza assai vicina al regime ottocentesco
della totale separazione, si sostanziò, come ha riconosciuto, da costituzionalista, anche Giuliano
Amato, «in un’attitudine culturale, nell’affermazione di valori storici propri, in egual misura, di
credenti e non credenti, mediante la proposizione di un modello di convivenza, inteso quale
principio ispiratore ed antefatto logico e giuridico della stessa Costituzione formale».
Ottant’anni dopo, dunque, è tempo di compleanni. E di bilanci. Positivi, per avere i Patti
Lateranensi reso possibile una proficua collaborazione fra Chiesa e Stato, in un clima di genuina e
sana laicità ed in nome di un obiettivo, oggi forse venuto meno, comune a laici e cattolici:
promuovere l’autentico bene dell’Italia.
+ Monsignor Vincenzo Bertolone
Vescovo della Diocesi di Cassano Ionio
Pubblicato su Gazzetta del Sud 08.02.09
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