CENNI DI GENETICA BATTERICA DNA La maggior parte del DNA batterico è raccolto in un singolo cromosoma. Dott. Esin SNT2/4 2009 Struttura dei singoli filamenti della doppia elica di DNA Replicazione semiconservativa del DNA Ogni nuova molecola di DNA è formata da un filamento parentale e da uno complementare di nuova sintesi REPLICAZIONE DEL DNA La replicazione del cromosoma batterico ha inizio in un punto prefissato (oriC), dal quale procede in direzioni opposte fino all’incontro delle due forche replicative e alla formazione di due distinte molecole a doppio filamento. oriC TRASCRIZIONE Sequenze degli eventi che portano all’inizio della sintesi e all’allungamento dell’RNA messaggero durante la trascrizione. SINTESI PROTEICA Fasi principali della sintesi proteica Ogni ribosoma presenta tre siti di interazione con i tRNA: il sito accettore (A), il sito peptidico (P), il sito di uscita (E). Durante la sintesi proteica, il sito P è occupato dal tRNA che porta il polipeptide nascente, mentre il sito A contiene il tRNA che porta l’aminoacido successivo. Dopo il legame di quest’ultimo, il ribosoma si sposta di una tripletta lungo il messaggero e il tRNA scarico viene rilasciato dal sito E. GENETICA BATTERICA 1) L'organizzazione del genoma batterico La maggior parte del DNA batterico è raccolto in un singolo cromosoma. Una piccola % di DNA (1-2%) ha localizzazione extracromosomica e va a costituire, nel citoplasma, piccole unità circolari di DNA chiamate PLASMIDI. PLASMIDI I plasmidi possono moltiplicarsi indipendentemente dalla normale divisione della cellula ospite e trasportano informazione genetiche non indispensabili alla vita del batterio, ma che possono essere importanti per la sua patogenicità. Tra i caratteri legati a geni plasmidici sono da ricordare: u LA RESISTENZA AGLI ANTIBIOTICI u LA PRODUZIONE DI ALCUNE TOSSINE 2) Origine della variabilità genetica nei batteri I batteri possono variare la loro informazione genetica con due principali meccanismi: a) Mutazione genica (bassa frequenza) b) Ricombinazione: processo mediante il quale due molecole di DNA (DNA della cellula donatrice e DNA della cellula ricevente) si “rimescolano” o ricombinano per creare delle nuove varianti geniche. RICOMBINAZIONE + DNA del donatore DNA del ricevente 3) Meccanismi di scambio di frammenti di DNA tra batteri DNA TRASFORMAZIONE Piccoli frammenti di DNA rilasciati nell'ambiente da cellule batteriche che vanno incontro a lisi possono essere assunti da un'altra cellula batterica ed incorporati nel cromosoma. La cellula ricevente assume nuove proprietà. Questo fenomeno può essere provocato artificialmente in laboratorio ed utilizzato nei processi della tecnologia del DNA ricombinante. CONIUGAZIONE Fattore F donatrice (F+) Virus batterico ricevente (F-) Processo mediante il quale un pilo sessuale posto a formare un ponte o tunnel tra due cellule batteriche permette il trasferimento di plasmidi o di geni cromosomici da una cellula donatrice ad una cellula ricevente. La cellula donatrice per essere tale deve possedere i geni che consentano la formazione del pilo ed il processo coniugativo. Tali geni sono localizzati su un plasmide detto fattore F (F sta per fertilità) Questo tipo di trasferimento genetico seguito da ricombinazione può essere considerato una forma primitiva di sessualità. TRASDUZIONE La trasduzione si verifica quando plasmidi o frammenti di DNA cromosomico vengono trasportati da un batterio all'altro tramite un virus parassita delle cellule batteriche (detto batteriofago o fago). Può quindi seguire ricombinazione genica con acquisizione di nuove proprietà. PRINCIPI DI IMMUNITÀ ANTINFETTIVA Dr. Semih ESIN SNT2/4 2009 SISTEMA IMMUNITARIO IMMUNITARIO SISTEMA Insieme dei dei complessi complessi meccanismi meccanismi con con cui cui l’ospite l’ospite sisi Insieme difende dall’aggressione dall’aggressione di di agenti agenti estranei estranei difende Meccanismi di difesa: IMMUNITA’ IMMUNITA’ INNATA OO INNATA ASPECIFICA ASPECIFICA • Sempre attiva (immediata) • Limita la replicazione dei microrganismi invasori con meccanismi analoghi per tutti gli agenti infettivi • L’efficienza di tali meccanismi non cambia dopo una seconda esposizione IMMUNITA’ IMMUNITA’ ACQUISITA OO ACQUISITA SPECIFICA SPECIFICA • Si attiva solo in seguito al contatto con un agente infettivo (richiede più tempo per attivarsi) • Elimina gli invasori per mezzo di meccanismi altamente patogenospecifici • L’efficienza di tali meccanismi aumenta ad una seconda esposizione allo stesso patogeno IMMUNITA’ IMMUNITA’ INNATA OO INNATA ASPECIFICA ASPECIFICA Barriere cutanee, cutanee, mucose mucose ee Barriere microbiologiche; microbiologiche; Fattori cellulari cellulari (cellule (cellule Fattori fagocitiche, cellule cellule NK) NK) fagocitiche, Fattori solubili solubili presenti presenti nei nei Fattori fluidi organici; organici; fluidi IMMUNITA’ IMMUNITA’ ACQUISITA OO ACQUISITA SPECIFICA SPECIFICA Fattori cellulari cellulari (linfociti (linfociti Fattori B); TT ee B); Fattori umorali umorali Fattori (citochine, anticorpi) anticorpi) (citochine, L’IMMUNITA’INNATA INNATAED EDACQUISITA ACQUISITAINTERVENGONO INTERVENGONOIN INMANIERA MANIERASEQUENZIALE SEQUENZIALEIN IN L’IMMUNITA’ RISPOSTAAD ADUN UNAGENTE AGENTEPATOGENO PATOGENO RISPOSTA INFEZIONE ELIMINAZIONE DELL’AGENTE INFETTIVO; NO MALATTIA IMMUNITA’ INNATA NON SUFFICIENTE; SI MALATTIA IMMUNITA’ ACQUISITA GUARIGIONE MEMORIA IMMUNOLOGICA SPECIFICA REINFEZIONE NO MALATTIA IMMUNITA’ INNATA INNATA O O IMMUNITA’ ASPECIFICA ASPECIFICA 1) BARRIERE CUTANEE, MUCOSE, MICROBIOLOGICHE Barriera fisica (cute integra) CUTE Barriera meccanica (la desquamazione allontana i microbi) Barriera chimica (sudore, sebo) Muco (invischia i microrganismi) MUCOSE FLORA INDIGENA Movimento ciliare (dirige verso l’esterno i materiali estranei) Microrganismi residenti in un certo distretto che, di solito, non causano malattia e che per competizione impediscono la colonizzazione da parte di germi più patogeni 2) FATTORI SOLUBILI PRESENTI NEI FLUIDI BIOLOGICI Alcuni esempi: LISOZIMA: LISOZIMA può scompaginare la parete cellulare dei batteri; PROTEINE CHELANTI DEL SIERO (lattoferrina, transferrina): transferrina) legano il ferro, elemento indispensabile del metabolismo batterico, rendendolo indisponibile; COMPLEMENTO: COMPLEMENTO insieme di proteine del siero che, una volta attivate, possono portare alla lisi di cellule batteriche o favorire la loro fagocitosi; PEPTIDI CATIONICI: CATIONICI peptidi prodotti da una varietà di cellule e tessuti con spiccata attività antibatterica, antifungina e/o antivirale es DEFENSINE, ISTATINE, CATELICIDINE ecc.. 3) FATTORI CELLULARI CELLULE AD ATTIVITÀ FAGOCITARIA: FAGOCITARIA diversi tipi cellulari, appartenenti alla categoria dei globuli bianchi, sono in grado di inglobare e distruggere microrganismi e sostanze estranee: ° Granulociti ° Monociti/macrofagi ° Cellule dendritiche CELLULE NATURAL KILLER (NK): (NK) particolare classe di globuli bianchi in grado di lisare cellule infettate dai virus o di produrre fattori solubili (citochine) che aiutano le cellule ad attività fagocitaria ad eliminare i microrganismi. DC LE PRINCIPALI CELLULE AD ATTIVITÀ FAGOCITARIA 1) I MACROFAGI Derivano dai monociti del sangue Abbondanti nei tessuti Vita relativamente lunga Traggono energia dai mitocondri Tre principali funzioni: 1) Fagocitano e distruggono i m.o. 2) Producono citochine (IL-1; IL-8; TNFα; IL-12 ecc.) 3) Presentano gli antigeni ai linfociti T (immunità acquisita) 2) NEUTROFILI O POLIMORFONUCLEATI Abbondanti nel circolo sanguigno Non hanno mitocondri, ma ricavano energia dalle abbondanti riserve di glicogeno del loro citoplasma (tramite la glicolisi producono energia anche nelle condizioni di anaerobiosi che si stabiliscono nel focolaio infiammatorio) Non si dividono Vita breve (6.5h nel sangue; c.a. 24h nei tessuti) Nomi dei macrofagi Monocita Tessuto od organo dove si ritrovano Sangue Cellula di Kupffer Fegato Cellula della microglia Cervello Macrofagi alveolari Polmone Istiociti Tessuto connettivo ecc.. LE CELLULE FAGOCITARIE SI CONCENTRANO NEL SITO DI INFEZIONE PER CHEMIOTASSI Fattori chemiotattici: - alcuni componenti del complemento (es: C5a) - monochine - leucotrieni (prodotti lipidici del metabolismo delle membrane) - componenti batterici I fagociti (neutrofili e macrofagi) sono attratti nel sito dell’infiammazione, dove essi possono incontrare ed uccidere i microrganismi. La risposta infiammatoria porta ad una aumentata espressione nei vasi sanguigni locali di molecole di adesione (ELAM-1, ICAM-1) che legano i fagociti, permettendo a queste cellule di passare nel tessuto circostante secondo il processo conosciuto come DIAPEDESI. IL PROCESSO DI FAGOCITOSI IMMUNITÀ IMMUNITÀ ACQUISITA O O ACQUISITA SPECIFICA SPECIFICA Presenta alcune importanti proprietà: SPECIFICITÀ: una infezione causata da un particolare microrganismo provoca una risposta immunitaria diretta unicamente verso quel microrganismo o contro un microrganismo molto simile MEMORIA: Particolare proprietà che fa sì che ad una seconda infezione con lo stesso microrganismo anche dopo anni dalla prima infezione, la risposta immunitaria sia più rapida ed efficace. CAPACITÀ DI RICONOSCERE IL “NON SELF”: ANTIGENE (Ag): Sostanza riconosciuta come estranea dal sistema immunitario (non-self) e, per questo, capace di indurre una risposta immunitaria. I microrganismi (batteri, virus, funghi, protozoi) portano sulla loro superficie molti tipi di molecole, ciascuna può comportarsi da antigene. SONO MOSAICI DI ANTIGENI. Le cellule responsabili dell’immunità specifica, capaci di riconoscere gli Ag, sono speciali globuli bianchi noti come LINFOCITI Esistono due principali classi di linfociti LINFOCITI B IMMUNITA’ IMMUNITA’ UMORALE UMORALE LINFOCITI T IMMUNITA’ IMMUNITA’ CELLULOCELLULOMEDIATA MEDIATA LINFOCITI BB EE L’IMMUNITÀ L’IMMUNITÀ UMORALE UMORALE II LINFOCITI LINFOCITA B LINFOCITI B DI MEMORIA Antigene microbico (Tindipendente) es: LPS o polisaccaridi capsulari I linfociti B, una volta differenziati in PLASMACELLULE, PLASMACELLULE producono anticorpi; Il loro RECETTORE PER L’ANTIGENE è rappresentato da Ac fissati alla membrana cellulare PLASMACELLULA CHE PRODUCE ANTICORPI STRUTTURA DI UN TIPICO ANTICORPO ANTIGENE porzione variabile catena H Fab Catena L (Light) Catena H (Heavy) porzione variabile catena L Fab (frammento di “antigen binding”) porzione costante catena L Fc (frammento cristallizzabile) porzione costante catena H ESISTONO DIVERSE CLASSI DI ANTICORPI O IMMUNOGLOBULINE che differiscono per struttura, frequenza relativa nel circolo sanguigno, attività biologiche IgM IgM (6%delle delleIg Igtotali); totali); (6% IgG IgG Lepiù piùabbondanti abbondantinel nel Le sangueeenei neiliquidi liquidi sangue tissutali(80% (80%delle delleIg Ig tissutali totali); totali); passanoattraverso attraversolala passano placenta placenta IgD IgD Rarenel nelsangue sangueeenei neitessuti tessuti Rare (1%delle delleIg Igtotali); totali); (1% sonoi irecettori recettorididimembrana membrana sono deilinfociti linfocitiBB dei IgA IgA (13%delle delleIg Igtotali); totali); (13% Abbondantinel nelmuco muco Abbondanti dell’apparatodigerente digerenteee dell’apparato respiratorio,nel nelcolostro, colostro, respiratorio, nellatte, latte,nelle nellelacrime lacrime(in (in nel formadimerica); dimerica);nel nelsangue sangue forma trovanoininforma forma sisitrovano monomerica. monomerica. Sonoformate formateda da55 Sono monomeri monomeri Sonoleleprime primead ad Sono essereprodotte prodottenel nel essere sangueininrisposta rispostaad ad sangue unAg Ag un IgE IgE Presentinel nelsangue sangueinin Presenti piccolissimaquantità quantità(0.002% (0.002% piccolissima delleIg Igtotali); totali); delle Medianoreazioni reazioniallergiche; allergiche; Mediano Vengonoprodotte prodotteininrisposta risposta Vengono parassiti aiaiparassiti ANDAMENTO DI DI UNA UNA TIPICA TIPICA RISPOSTA RISPOSTA ANTICORPALE ANTICORPALE ANDAMENTO RISPOSTAPRIMARIA Fase di latenza (5-10 gg); Fase esponenziale (7-10 gg); Fase di plateau Declino rapido RISPOSTA SECONDARIA O ANAMNESTICA Più rapida (3-5 gg); Quantitativamente maggiore Richiede una qu.tà minore di Ag Persiste più a lungo AZIONE PROTETTIVA DEGLI ANTICORPI (Ac) NELLE INFEZIONI BATTERICHE E VIRALI 1) NEUTRALIZZANTE A) L’azione di tossine B) L’nfettività virale Legandosi alle tossine batteriche gli Ac impediscono che queste si leghino ai loro recettori cellulari Legandosi ai virus gli Ac impediscono che questi si leghino ai loro recettori cellulari C) L’adesione ai tessuti Legandosi alla superficie batterica gli Ac impediscono la fase di adesione e quindi di colonizzazione 2) OPSONIZZANTE Un batterio rivestito di Ac viene attivamente fagocitato dai macrofagi che hanno dei recettori superficiali che si legano alla regione Fc delle molecole IgG. Il legame del batterio ricoperto da Ac con questi recettori Fc sul macrofago attiva il processo di fagocitosi 3) ATTIVAZIONE DEL COMPLEMENTO Il sistema del complemento § Consiste in un insieme molto complesso di proteine sieriche che partecipano in vario modo alla difesa dalle infezioni. § I componenti del complemento per poter svolgere le loro funzioni devono essere "attivati" § L'attivazione dei componenti del complemento avviene secondo una sequenza "a cascata" § Il complemento può essere attivato con due modalità principali: Funzioni effettrici del complemento (ruolo nella difesa dalle infezioni) •Rende i microrganismi invasori suscettibili alla fagocitosi anche in assenza di anticorpi (opsonizzante) opsonizzante •Lisa direttamente alcuni microrganismi, virus o cellule •Alcuni componenti del complemento esercitano un'azione chemiotattica su altre cellule del sangue •Promuove la risposta infiammatoria LINFOCITI TT EE L’IMMUNITA’ L’IMMUNITA’ CELLULOCELLULOII LINFOCITI MEDIATA MEDIATA LINFOCITA T (CD3+) Due classi in base alle molecole espresse sulla loro superficie (CD: cluster of differentiation) I linfociti T comprendono sottopopolazioni distinte che appaiono morfologicamente simili, ma che differiscono nelle loro funzioni e nei loro prodotti proteici. Prodotti solubili LINFOCITA T (CD4+) LINFOCITA T HELPER (Th) Th1 IL-2, TNF-α, IFN-γ AIUTANOIIMACROFAGI MACROFAGIAA AIUTANO DISTRUGGEREIIMICROBI MICROBI DISTRUGGERE INTRACELLULARI INTRACELLULARI LINFOCITA T (CD8+) LINFOCITA T CITOTOSSICO (CTL) Th2 IL-4, IL-5, IL-10 AIUTANOIILINFOCITI LINFOCITIBBAA AIUTANO PROODURREANTICORPI ANTICORPI PROODURRE Perforine, granzimi LISANOCELLULE CELLULE LISANO INFETTATEDA DAVIRUS VIRUS INFETTATE 1) II linfociti linfociti TT riconoscono riconoscono l’antigene l’antigene solo solo se se èè presentato presentato sulla sulla 1) superficie di di una una cellula cellula superficie Localizzazione: Cellule presentanti l’Ag “professionali” APC CELLULE DENDRITICHE Tessuti linfoidi, tessuti connettivi, epiteli MACROFAGI LINFOCITI B Tessuti linfoidi, tessuti connettivi, cavità corporee Tessuti linfoidi, circolo sanguigno 2) II linfociti linfociti TT riconoscono riconoscono l’antigene l’antigene solo solo se se èè presentato presentato sulla sulla 2) superficie di di una una cellula cellula inin associazione associazione con con molecole molecole del del complesso complesso superficie maggiore di di istocompatibilità istocompatibilità maggiore 1) fagocitosi o endocitosi: 2) “Processazione”: 3) Presentazione in associazione con le molecole del complesso maggiore di istocompatibilità (MHC): MHC II: Molecole espresse su tutte le APC e sui linfociti T attivati. Presentano antigeni microbici prodotti nel compartimento fagosomiale/endocitico (antigeni ESOGENI) MHC I: Molecole espresse su tutte le cellule nucleate (cellule presentanti l’antigene non professionali). Presentano antigeni microbici prodotti nel citoplasma (antigeni ENDOGENI) 3) II linfociti linfociti TT possono possono essere essere classe classe II oo classe classe II II “ristretti” “ristretti” 3) Batterio,tossina o altri Ag esogeni Virus MHC II MHC I TCR I linfociti T CD4+ sono classe II “ristretti” cioè riconoscono gli Ag presentati in associazione all’’MHC II I linfociti T CD8+ sono classe I “ristretti” cioè riconoscono gli Ag presentati in associazione all’’MHC I 3) II linfociti linfociti TT riconoscono riconoscono l’antigene l’antigene tramite tramite un un eterodimero eterodimero di di 3) superficie chiamato chiamato “T “T CELL CELL RECEPTOR” RECEPTOR” (TCR) (TCR) superficie Il TCR è composto da due glicoproteine trans-membrana: la catena alfa e la catena beta. Le due catene sono unite da un ponte disolfuro e sono ancorate alla membrana citoplasmatica del linfocita mediante una regione idrofobica transmembrana. Ciascun TCR si lega ad un solo Ag Ciascun linfocita T presenta una sola specificità antigenica PARTECIPAZIONE DEI DEI LINFOCITI LINFOCITI TT ALL’IMMUNITA’ ALL’IMMUNITA’ PARTECIPAZIONE ANTINFETTIVA ANTINFETTIVA I LINFOCITI T Th1 CD4+: svolgono un ruolo centrale nell’attivazione dei macrofagi e nella risposta immune ai patogeni intracellulari. Attivano i macrofagi mediante la produzione di citochine (es: INF-γ INF-γ) che rendono tali cellule più efficienti nelle loro capacità battericide. TCR Th1 MHC II IFN-γ IFN-γ ATTIVAZIONE Aumento della fagocitosi Aumento degli enzimi lisosomiali e della produzione dell’NO e dei radicali dell’O2 Aumento dell’espressione dell’MHCII Secrezione di molte monochine quali TNFα che si comporta da fattore di crescita autocrino e sinergizza con l’IFN-γ prodotto dalle cellule Th1 I LINFOCITI T Th2 CD4+: cooperano con i linfociti B nella risposta anticorpale alla maggior parte degli Ag (antigeni T-dipendenti). Determinano la proliferazione e la differenziazione dei linfociti B in plasmacellule produttrici di Ac, mediante la liberazione di citochine (IL-4; IL-5, IL-6, IL-10) Ag T-dipendente es: tossina LINFOCITA B batterica TCR Th2 MHC II I linfociti B Ag-specifici legano gli Ag proteici mediante le Ig di membrana ed internalizzano, processano e presentano i peptidi associati all’MHCII ai linfociti Th2 CD4+ specifici LINFOCITI B DI MEMORIA PLASMACELLULA CHE PRODUCE ANTICORPI I LINFOCITI T CD8+: uccidono le cellule che esprimono sulla loro superficie antigeni virali (infettate da un virus) o batterici (infettate da batteri patogeni intracellulari. CELLULA INFETTATA DA UN VIRUS TCR CTL MHC I Proteine virali Una volta attivato dal riconoscimento dell’Ag il CTL rilascia a livello del sito di contatto il contenuto di granuli citoplasmatici che contengono molecole che portano ad APOPTOSI (morte cellulare programmata) delle cellule target. granuli citotossici una cellula morta non può più sostenere la replicazione del virus!!! CONTENUTO DEI GRANULI Perforina: Perforina polimerizza per formare dei pori nella membrana della cellula target Granzimi: Granzimi serine proteasi che attivano l’apoptosi una volta nel citoplasma della cellula target Granulisina: Granulisina proteina ad attività antibatterica