Notizie sulla Colombia dal 08 feb al 15 feb. 2016

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ANNO 2016
Notizie dal 8 febbrAIO al 15 febbrai0
notizie e informazioni SULL’america meridionaLe e, in particoLare, SULLa
colombia,
raccolte da agenzie, gruppi, istituzioni,
confrontate E comMENTATE CON CONTRIBUTI CRITICI E VALUTATIVi
SOMMARIO
Pag. 2 - 08 feb. Colombia. Se la road map verrà rispettata, a marzo potrebbe essere firmato lo
storico accordo fra la guerriglia e il governo
Pag. 3 - 08 feb. Virus Zika, la settimana prossima team Usa vola in Colombia
Pag. 4 - 09 feb. Colombia, Farc rigettano ipotesi di referendum sul processo di pace
Pag. 4 - 10 feb. COLOMBIA - La diocesi di Cucuta provvede alla refezione scolastica
Pag. 5 - 12 feb. Papa Francesco in volo verso Cuba
Pag. 6 - 12 feb. "il piano statunitense Paz Colombia consoliderà la pace nel paese"
Pag. 7 - 13 feb. Zika, in Colombia 31mila casi: contagiate 5mila donne incinte
Pag. 8 - 14 feb. In Colombia allarme el Nino, fiume di fango e pesci mort
Pag. 8 - 14 feb. Colombia, otto agenti feriti in un attentato contro la Polizia
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08 feb. Colombia. Se la road map verrà rispettata, a marzo potrebbe essere firmato
lo storico accordo fra la guerriglia e il governo. La pace è sempre più vicina
E’ un piccolo grande fatto storico quello che sta per accadere in Colombia, il Paese latinoamericano da
decenni in cerca di pace. Sembra infatti essere ormai vicina la firma di un accordo di pace, giunto
dopo anni di negoziati, fra il governo e le Farc, le Forze armate rivoluzionarie di Colombia, la storica
guerriglia sudamericana, nata dal 1964, e che da allora non ha mai deposto le armi. I colloqui di pace
iniziati nel 2012 ad Oslo, in Norvegia, sono poi andati avanti a Cuba, sotto l’egida di un mediatore
d’eccezione come Raul Castro. Un altro protagonista, l’episcopato colombiano è fra gli attori del
processo di pace, ha svolto e svolge un’opera di mediazione importante, un ruolo che ha acquisito
anche maggior perso con l’elezione di papa Francesco. Di recente il presidente dei vescovi
colombiani, l’arcivescovo di Tunja, Luis Augusto Castro Quiroga, ha chiesto alle Farc di compiere un
gesto definitivo per certificare la riuscita del processo di pace, ovvero di consegnare le armi in ogni
parte del Paese. Quindi ha anche spiegato di aver «personalmente ringraziato il Papa per gli interventi
dei mesi scorsi, in particolare durante il viaggio a Cuba, e per il suo messaggio per la Giornata della
pace. Abbiamo chiesto, su sua richiesta, al Governo colombiano che siano pensate delle pene
alternative al carcere. Per giungere a una riparazione rispetto ai crimini commessi non esiste solo il
carcere.
Se la road map della pace seguirà fino in fondo il suo corso, a marzo si potrebbe arrivare alla firma di
un accordo storico sia per la Colombia, devastata da una guerra a bassa intensità che va avanti da
decenni, sia per tutta l’America Latina, che
vedrebbe chiudersi una pagina lunga e tragica
della sua storia. Il Governo di Juan Manuel
Santos e l’attuale capo delle Farc, Timoleon
Jimenez (soprannome: Timochenko), puntano
a chiudere, anche se alcuni punti restano da
chiarire.
Intanto il Papa ha confermato che nel 2017
visiterà il Paese e che sua intenzione è
soprattutto quella di incontrare il maggior
numero di colombiani. La delegazione ha
riferito della speranza che presto si arrivi a un
accordo definitivo sottoscritto dalle due parti,
e ha espresso qualche preoccupazione per il
referendum cui dovrebbe essere infine
sottoposto il testo conclusivo, in quanto molti
colombiani non sono favorevoli al negoziato
con le Farc. Il Pontefice da parte sua ha
osservato come sia «normale» che vi sia chi è
contrario, in ogni negoziato e quindi in ogni
referendum c’è sostegno e dissenso, dunque la
cosa non è facile. Quindi ha avuto parole di
affetto per il Paese. «Sento che la Colombia –
è una miniera d’oro per la Chiesa, per la
qualità della fede, per la gente, con il suo
amore a Dio, sento che ci sono molte
vocazioni in cammino in Colombia e questo
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per me ha un grandissimo valore, e per questo amo la Colombia e per questa stessa ragione voglio
venire». Nel frattempo mons. Castro ha invitato l’altro storico gruppo della guerriglia colombiana,
l’Eln, l’Esercito di liberazione nazionale, attivo anch’esso dalla metà degli anni ’60 ma meno
consistente numericamente delle Farc, a intraprendere un cammino negoziale come quello delle Farc.
Di recente fra l’altro sono stati riesumati i resti del sacerdote-guerrigliero Camilo Torres, fra i
fondatori dell’Eln. Un gesto distensivo da parte del governo, mentre la Chiesa vuole recuperare la
figura del prete separandola dall’esperienza del guerrigliero, per altro breve e conclusasi tragicamente
(Torres morì in un agguato nel 1966). Da qui l’appello dei vescovi colombiani rivolto all’Eln a
compiere un passo deciso verso il processo di pace.
Bisogna del resto considerare che la fine dei movimenti guerriglieri avrebbe ricadute importanti in vari
ambiti. Inevitabilmente, infatti, la guerriglia è entrata in contatto e in rapporto con il narcotraffico, a
volte ’tassando’ i cartelli per l’utilizzo di territori coltivabili, piste d’atterraggio, aree di produzione, o
più semplicemente i contadini che coltivavano le foglie di coca. In ogni caso nell’indotto del traffico di
droga i movimenti armati rivoluzionari hanno trovato una forma di finanziamento che spesso
s’incrociava con il traffico d’armi, e in tal modo la loro attività è sconfinata spesso in quella del
crimine organizzato. Anche gli squadroni paramilitari che negli ultimi decenni hanno terrorizzato la
popolazione (spesso con la scusa di proteggerla), hanno raggiunto un accordo con i governi
colombiani per deporre le armi.
D’altro canto gli accordi sottoscritti dalle Farc con il governo prevedono fra l’altro l’amnistia per
icombattenti con l’eccezione di quanti hanno commesso - da una parte e dall’altra - crimini di guerra.
Misure in favore dei contadini e contro il narcotraffico, una sorta di riforma agraria, rientrano pure nei
negoziati, ma bisognerà vedere fino a che punto potranno essere messi realmente in pratica; infine
dovranno essere costituiti dei tribunali per la ricerca della verità, sul tipo di quelli creati in Guatemala
o in sud Africa all’indomani della fine delle persecuzioni contro gli indios e dell’apartheid.
08 feb. Virus Zika, la settimana prossima team Usa vola in Colombia
Un gruppo di esperti statunitensi volerà in Colombia la prossima
settimana per aiutare le autorità sanitarie locali a contrastare
l’espansione del virus Zika, che finora ha causato già oltre 25 mila
contagi nel paese (di cui 3.177 donne in stato di gravidanza). Lo ha
annunciato il presidente della Colombia, Juan Manuel Santos.
“Abbiamo chiesto al presidente Usa Barack Obama e abbiamo
avuto una risposta immediata molto positiva – ha sottolineato
Santos citato dal quotidiano El Colombiano -. Obama ha detto:
‘Siamo pronti’”. A questo proposito, il dipartimento di Stato americano ha annunciato la costituzione
di un team e di un gruppo di lavoro per lo sviluppo di una risposta efficace all’epidemia. Il virus
colpisce prevalentemente scimmie ed essere umani. È trasmesso da zanzare attive di giorno e ci sono
sospetti, non ancora confermati ufficialmente, sulla relazione tra la pandemia e alcune malattie
celebrali come la microcefalia neonatale. L’epidemia di Zika è scoppiata in Brasile nella primavera del
2015 e successivamente si è estesa in America Latina, causando diverse morti.
Intanto la chiesa colombiana, come quella brasiliana, ha giudicato “scorretta” la Campagna a favore
dell’aborto mirata a limitare gli effetti negativi del virus Zika sul feto. Il segretario aggiunto
dell’episcopato ha dichiarato che “alcuni gruppi stanno approfittando della delicata situazione
provocata per il virus Zika in alcuni Paesi per intensificare la Campagna in favore dell'aborto”.
Il portavoce dell’episcopato ha anche sottolineato la necessità di dare un forte impulso alle misure di
prevenzione ed ha detto: “La priorità deve essere sterminare la zanzara vettore della malattia e non i
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bambini innocenti” . Il sacerdote ha fatto queste dichiarazioni dopo che l’Onu ha lanciato un appello ai
governi dell’America Latina per facilitare l’aborto alle donne contagiate dal Zika
Il Ministro della Sanità di Colombia ha affermato
che la pratica dell’aborto non può essere considerato
come “misura preventiva” e non è “una
raccomandazione plausibile di salute pubblica”.
Dopo l’annuncio in Colombia del primo caso di
aborto di un bebè alla 32ma settimana perché affetto
da microcefalia presumibilmente causata dal virus
Zika, il ministro Alejandro Gaviria, anche se
favorevole alla depenalizzazione dell’aborto, ha
ribadito che “l'opzione di usare l’aborto come una
misura terapeutica preventiva non è stata considerata
dal governo colombiano”. Anche il viceministro
della Sanità, Fernando Ruiz ha ribadito che si tratta
di una decisione personale di ogni donna. “Non tutti i casi di gravidanza in persone contagiate da Zika
presentano malformazioni congenite, anzi sono una minoranza”.
09 feb. Colombia, Farc rigettano ipotesi di referendum sul processo di pace
Negli accordi che si stanno svolgendo all’Avana per concludere il difficile processo di pace c’è un
continuo accumularsi di notizie positive e negative con la speranza che si raggiungono finalmente
accettabili da tutti. L’ultima informazione riguarda un passo molto delicato: il referendum pe rla
ratifica degli accordi.
In Colombia le Farc hano rigettato il piano del Congresso di istituire un referendum sulla prospettiva
dell’accordo di pace con il governo di Bogotà. Lo hanno fatto con una lettera aperta all’esecutivo in
cui si sottolinea che “Noi, le parti al tavolo negoziale, siamo quelli autorizzati a definire un sistema di
autentica che sarà applicato agli accordi che potranno essere raggiunti”, è il testo della missiva letta dal
capo dei negoziatori dei guerriglieri, Ivan Marquez. L’uomo, numero due delle Farc, ha affermato che
la costituzione di un plebiscito è il pronunciamento delle persone, attraverso il quale una decisione del
governo può essere approvata o respinta. Di conseguenza, non è valido nel caso degli accordi di pace,
che sono il risultato di “un processo bilaterale di colloqui tra le Farc e l’esecutivo colombiano – ha
ricordato -. Ciò che è stato deciso al tavolo di pace all’Avana non deve essere confuso con una
decisione governativa”. I guerriglieri, che vogliono un’Assemblea costituente come conseguenza
dell’accordo, hanno reiterato che il referendum è un “errore politico e legale” e non è stato autorizzato
durante i negoziati. “L’accordo finale che porterà la pace in Colombia, costruito con così tanta cura e
sacrificio – fanno sapere le Farc – non deve essere messo in pericolo dalle chiacchiere politiche”. Il
gruppo a questo proposito ha annunciato che invierà la stessa lettera a Bogotà, alla Corte
Costituzionale, al Parlamento, alla delegazione di pace del governo e ai rappresentanti delle nazioni
garanti e dei paesi che partecipano al processo di pace: Cuba, la Norvegia, il Venezuela e il Cile.
10 feb. COLOMBIA - La diocesi di Cucuta provvede alla refezione scolastica della
stessa città
Non ci sono ancora pronunciamenti da parte della COSPA (Corporación de Servicio Pastoral Social)
della diocesi colombiana di Cucuta, dopo la notizia, diffusa lunedì 8 febbraio, di poter amministrare
direttamemte il Programma di alimentazione scolastica (Programa de Alimentación Escolar, PAE) per
questo anno 2016. Dovrà quindi provvedere ad assicurare la colazione ed il pranzo ai 58.021 studenti
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delle scuole elementari di Cucuta, in gran parte gestite dalla Chiesa.
L’annuncio è stato dato dal sindaco di Cucuta, cogliendo tutti di sorpresa, in quanto si pensava ad una
gestione da parte di privati o mista con il governo, e ha colto di sorpresa la stessa COSPA, che lo
stesso giorno si è radunata per revisionare gli obblighi contrattuali. Si attende ora un pronunciamento
del Vescovo di Cucuta, Sua Ecc. Mons. Víctor Manuel Ochoa Cadavid, su questa responsabilità.
La Colombia vive da tempo una grave situazione di corruzione a tutti i livelli. E’ recente la notizia
della richiesta di una tangente alla Chiesa per aiutare e sfamare i bambini malnutriti, come nel caso di
La Guajira.
12 feb. Papa Francesco in volo verso Cuba
Papa Francesco ha iniziato oggi il suo 12.mo viaggio apostolico internazionale. Prima tappa Cuba per
lo storico incontro con il Patriarca ortodosso russo Kirill all’aeroporto dell’Avana. In seguito il
Pontefice proseguirà per il Messico dove rimarrà fino al 17 febbraio. In aereo Francesco ha salutato i
giornalisti del volo papale sottolineando il desiderio d’incontro con il Patriarca Kirill ed il popolo
messicano. Confermato che nel 2017 sarà in Colombia per la firma degli accordi di pace tra governo e
i ribelli delle Farc.
In un clima gioviale e in cui la decana dei vaticanisti la giornalista messicana Valentina Alazraki ha
regalato al Papa un sombrero per proteggerlo dal sole e farlo sentire più messicano, Francesco ha
ribadito il desiderio per questo viaggio “impegnativo”, ma fortemente voluto, come ha detto più volte:
"E’ un viaggio impegnativo, troppo serrato, ma tanto voluto: tanto voluto dal mio fratello Cirillo, da
me e anche dai messicani”.
A Cuba, all’aeroporto dell’Avana ci sarà lo storico incontro di circa due ore e con il Patriarca
ortodosso russo Kirill, poi si attende una dichiarazione comune. Guardando al Messico e riferendosi al
mantello, la "tilma" dove è raffigurata, non dipinta da mano umana, la Madonna di Guadalupe, il Papa
ha condiviso il desiderio del cuore:
"La mia voglia più intima è fermarmi davanti alla Madonna di Guadalupe, quel mistero che si studia,
si studia, si studia e non ci sono spiegazioni umane. E questo è quello che fa dire ai messicani “Io sono
ateo, ma sono guadalupano”. Alcuni messicani, non tutti sono atei".
Conversando poi con un giornalista colombiano, il Papa ha confermato che il prossimo anno, nel 2017,
sarà in Colombia per la firma degli accordi di pace tra il governo e i ribelli delle Farc.
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Nessuno avrebbe potuto immaginarlo. Eppure oggi a L'Avana si incontrano Papa Francesco e Kirill, il
XVI Patriarca di Mosca e di tutte le Russie.Un incontro storico, ma anche l'ultimo successo di politica
estera incassato da Cuba che dal 17 dicembre 2014, (data dell'annuncio distensivo di Raul Castro e
Barack Obama) a oggi ha inanellato una serie di importanti riconoscimenti internazionali.
Cuba sta giocando una partita di alto profilo con vari interlocutori: Stati Uniti, Cina, Unione europea,
Francia, Brasile, Colombia, Ecuador. Solo pochi anni fa, all'inizio della crisi del Venezuela, fornitore
di petrolio a L'Avana, nessuno avrebbe scommesso un peso sulla centralità di Cuba. Invece è accaduto.
Negoziati, tavoli e relazioni economiche si moltiplicano.
Le Farc, Forze armate rivoluzionarie della Colombia, rappresentano la spina nel fianco di tutti i
governi della Colombia. Una guerriglia attiva da più di 50 anni. Ebbene, il ruolo di Cuba nei negoziati
di pace tra le Farc e il governo di Bogotà è stato cruciale. Non solo per i risultati raggiunti ma anche
come prova di interlocutore credibile, utilizzata dagli Stati Uniti, per procedere nella distensione tra
L'Avana e Washington. La prova è stata superata.
Un ruolo importante è stato giocato dalla diplomazia cubana anche a Quito, in Ecuador, dove due
settimane fa si è tenuto il vertice Celac (Comunità di Stati latinoamericani e Caraibi). Il
riconoscimento internazionale della politica estera di Cuba declinata con maestria è arrivato dalle
cancellerie di tutto il mondo. Farnesina compresa. Una politica estera lungimirante che dovrà
contribuire a sciogliere i tre principali problemi sul tappeto: la doppia moneta, l'insicurezza alimentare
ed energetica, il partito unico.
Inoltre Cuba «sta mostrando grandi capacità nell'attrazione di investimenti stranieri. Anche per questo
un aggravamento della crisi del Venezuela con la conseguente contrazione di esportazione di greggio
verso Cuba, non genererebbe uno shock petrolifero. Soprattutto se le quotazioni del petrolio restano
attorno ai 30 dollari al barile». Nella cabina di regia di questa straordinaria svolta cubana c'è il
Vaticano. La politica estera cubana e quella vaticana si sono intrecciate. Anche perché l'estensore
dell'agenda del primo viaggio a Cuba di Papa Wojtyla, fu un cardinale latinoamericano, di Buenos
Aires. Jorge Bergoglio.
Con pochi caratteri, il presidente della Colombia, Juan Manuel Santos, ha annunciato sulla sua pagina
Twitter che Papa Francesco visiterà la nazione latinoamericana nei primi mesi del 2017. La geografia
bergogliana allarga i propri confini e l’agenda papale si riempie di nuovi appuntamenti distribuiti su
scala globale a partire dalla fine del Giubileo straordinario della Misericordia, fissata per il 20
novembre prossimo. Il presidente della Conferenza Episcopale Colombiana ha spiegato che la visita
del Papa potrebbe contribuire a consolidare la pace nel Paese, favorendo gli accordi sottoscritti tra il
governo del presidente Santos e le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia), dopo quasi
50 anni di scontri. La storica guerriglia sudamericana che mosse i primi passi nel 1964, solo nel 2012
ha favorito l’avvio dei colloqui di pace dapprima a Oslo e in un secondo momento a L’Avana, grazie
alla mediazione del presidente Raùl Castro. Il processo di pace è stato seguito con viva attenzione dal
Vaticano e dalla Chiesa cattolica locale, attore principale del processo di pace sostenuto dalle parole
che Bergoglio ha pronunciato nel tradizionale messaggio Urbi et Orbi del 25 dicembre.
12 feb. Per il ministro colombiano Villegas, "il piano statunitense Paz Colombia
consoliderà la pace nel paese"
Il piano "Paz Colombia", la nuova strategia di cooperazione degli Stati Uniti con il paese
sudamericano, aiuterà a consolidare la pace attraverso una combinazione di lotta alla criminalità
organizzata e sviluppo economico e sociale. E' quanto ha dichiarato il ministro della Difesa
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colombiano, Luis Carlos Villegas, citato dal quotidiano spagnolo "La Vanguardia". Villegas ha
spiegato che il precedente "Plan Colombia", che si è concluso lo scorso 4 febbraio dopo 15 anni di
assistenza militare, "ha raggiunto con successo" l'obiettivo di rafforzare la democrazia, nonostante le
continue minacce alla stabilità del paese da parte dei cartelli del narcotraffico e dei gruppi di
guerriglieri, e che nei prossimi anni spetterà a "Paz Colombia" svolgere un ruolo "cruciale" nel
processo di pace in corso nel paese
13 feb. Zika, in Colombia 31mila casi: contagiate 5mila donne incinte
Il caldo e la conseguente proliferazione delle zanzare-veicolo inquinate, stanno facendo allargare
l’epidemia in SudAmerica che ora va assumendo dimensioni allarmanti.
In Colombia, oltre 31mila casi di cui oltre 5.000 riguardano donne incinte, anche se 633 casi sono solo
notificati come 'sospetti'. Secondo i dati odierni dell'Istituto nazionale per la salute il dipartimento del
Norte de Santander e' quello più colpito. Qui le gestanti affette dal virus sono 1.472, pari al 29,4% del
totale. Tra gli altri dipartimenti, i più inquinati risultano; quello di Huila, con 590 casi di donne
incinte, e quello di Barranquilla, con 471 casi. Questi sono gli ultimi dati sulla diffusione del virus
Zika in Colombia ove, peraltro, tre persone che avevano contratto il virus zika morte nell’ultima
settimana. Tutte avevano contratto anche la sindrome di Guillain-Barré, una malattia normalmente
piuttosto rara, che attacca il sistema nervoso, ed altri sei decessi sono oggetto di osservazione. Cresce
la preoccupazione tra i medici. Il neurologo Jaime Lizarazo, spiega che “normalmente abbiamo tra i 25
e i 30 casi all’anno di Guillaum-Barré, nell’intero dipartimento di Nord Santander. Abbiamo avuto,
invece, 30 casi soltanto nell’ultimo mese e mezzo. Cioèl’incidenza è aumentata di oltre 10 volte,
rispetto alle attese”.
Il Brasile ha mobilitato persino l'esercito chiamando oltre 220mila soldati per mettere in guardia la
popolazione contro i rischi del virus e collaborare alla disinfezione delle aree popolate. Anche il tempo
è fattore fondamentale per arginare il diffondersi del virus. Ricercatori di San Paolo hanno messo a
punto un test che rileva in cinque ore la presenza di zika in campioni di saliva, sangue o urine. Anche
se la Presidente Dilma Rousseff continua la sua campagna assicurando che "Zika non comprometterà
lo svolgimento delle Olimpiadi di Rio", il virus spaventa sempre più.
In attesa che arrivino conferme sul legame tra l'infezione contratta in gravidanza e la microcefalia nei
bambini, uno dei punti critici che più preoccupano soprattutto nei Paesi colpiti e sui quali l'Oms,
l'Organizzazione mondiale della sanità, ha spiegato che si farà chiarezza entro alcune settimane.
Mentre si dovrà attendere almeno 18 mesi per le sperimentazioni su larga scala di possibili vaccini
contro il virus.
Si moltiplicano, nel frattempo le proposte per la difesa. Per difendersi dalla malattia c’è chi invoca il
vecchio ma pericoloso DDT, chi indica l’utilizzo intelligente di zanzare geneticamente modificate:
tutti a caccia di vecchie e nuove armi per fermare la zanzara che trasporta lo Zika e anche la ben più
pericolosa febbre emorragica della Dengue.
Le ricerche si stanno concentrando anche su come si propaga il virus. Secondo quanto stabilito dagli
studi svolti in Gabon e a Singapore il virus Zika può essere trasmesso con la puntura della zanzara
tigre ma sarebbe meno violento di quello che sta imperversando in Brasile per la puntura dell’insetto
della specie Aedes Aegypty. Secondo alcuni medici il virus si può anche propagare con la trasfusione
del sangue o con rapporti sessuali. Per l’incertezza su tutto ma per la larga diffusione che sta
avvenendo, ’organizzazione mondiale della sanità ha alzato il livello di guardia sul virus Zika
affermando che è “un’emergenza internazionale”.
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14 feb. In Colombia allarme el Nino, fiume di fango e pesci morti
"Siamo abituati a vedere i pesci che saltano fuori dall'acqua dicono i pescatori: potevamo pescare
anche per 15-20 giorni. Ora, chi pesca qualcosa è fortunato. Non c'è niente".
"Ad oggi, gli affluenti, le sorgenti, i ruscelli sono totalmente a secco a causa della deforestazione",
spiega Luis Eduardo Hincapié, esperto ambientale.
"Il fiume Magdalena, se il governo nazionale non ci
aiuta, sta per trasformarsi in un ruscello - spiega Juan
Carlos Diaz, pescatore - abbiamo già dei livelli di
acqua mai visti prima e le temperature in forte
crescita".
Il Magdalena (Rio Magdalena) è uno dei maggiori
fiumi della Colombia. Nasce nelle Ande (Cordigliera
centrale) e percorre quasi tutto il paese da Sud a Nord
per una lunghezza di 1538 km, di cui 1230 navigabili.
Il suo bacino idrografico ha la superficie di
263.858 km². Comprende innumerevoli affluenti tra
cui il Río Cauca, il Río Cesar ed il Río Funza. La
parte centrale del bacino costituisce la provincia di
Magdalena Medio Antioquia, nel dipartimento di
Antioquia.
Ha uno sbocco a delta nell'Atlantico presso la città di Barranquilla.
Il fiume Magdalena, uno dei simboli dell'identità colombiana, è però ora ferito mortalmente
diventando una sorte di discarica per i rifiuti solidi scaricati e fuoriuscite di carburante nelle sue acque
ogni giorno. Su rio Magdalena cadono ora i rifiuti dei macelli locali, una fonte d'inquinamento elevato
che colpisce i tassi di morbosità della popolazione costiera. Il settore minerario è un altro fattore
aggravante nella degradazione di Maddalena dalla concentrazione nel suo bacino di esplorazioni in
cerca dell'oro alluvionale, con un controllo del 15% sull'uso di mercurio e di cianuro utilizzati in
queste operazioni, che avvelenano il fiume soprattutto nel dipartimento meridionale di Bolivar.
Ed ancora sul fiume Magdalena la società Emgesa sta costruendo centrale idroelettrica El Quimbo
14 feb. Colombia, otto agenti feriti in un attentato contro la Polizia
Almeno otto agenti di polizia sono rimasti feriti in Colombia in un attentato avvenuto nella città di
Cucuta, al confine con il Venezuela. Secondo le autorità, alcune persone non identificate hanno
lanciato un ordigno esplosivo contro diversi agenti che si trovavano in una zona centrale della città,
adibita a mercato. Il ministro della Difesa colombiano, Luis Carlos Villegas, ha dichiarato tramite un
comunicato che "l'ipotesi più probabile è che l'autore di questo attacco sia stato l'Esercito di
liberazione nazionale (Eln)". "Fortunatamente nessuno dei nostri agenti ha rischiato la vita in questo
assurdo e riprovevole attacco che, certamente, esprime molto poco il desiderio di pace dell'Eln", ha
sottolineato Villegas.
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