IL DIABETE DIABETE IL Quali sono le indagini laboratoristiche per le quali i dati scientifici a disposizione ne testimoniano la utilità pratica con rapporto costo/beneficio favorevole e quali per le conoscenze attuali rivestono solo un ruolo di conferma o approfondimento? Linee guida basate sulla migliore evidenza disponibile ricavata da dati pubblicati o approvata da esperti ADA-American Diabetes Association WHO- Organizzazione Mondiale della Sanità RER- Gruppo di studio regionale IL LABORATORIO LABORATORIO NEL NEL DIABETE DIABETE IL Glicemia OGTT Emoglobina glicata (HBA1C) Fruttosammina Microalbuminuria Lipidi (Colesterolo, Trigliceridi, HDL, LDL) Insulina C-peptide Glucagone ICA (auto-anticorpi anti-insula) Anti-insulina Anti-Gad Anti IA-2 GLUCOSIO GLUCOSIO La glicemia è il parametro laboratoristico principale per: – Diagnosi di diabete – Screening dei soggetti ad alto rischio di diabete – Monitoraggio del controllo diabetico ORAL GLUCOSE GLUCOSE TOLERANCE TOLERANCE TEST TEST (OGTT) (OGTT) ORAL Il test da carico (OGTT 75 gr) nell’adulto è indicato per diagnosticare e classificare le forme di ridotta tolleranza ai carboidrati , non definite o borderline (IFG o IGT). Le due organizzazioni concordano pienamente nel ritenere non utile estendere il test oltre le 3 ore e nel considerare i valori di glicemia basale > 126 e dopo 2 ore >200 mg/dl diagnostici per Diabete e predittivi di complicanze macrovascolari. Per questo si può semplificare l’OGTT limitandolo a 2 ore: OGTT: 75 gr di Glucosio . Tempi: basale - 60’ – 120’ CRITERI PER PER LA LA DIAGNOSI DIAGNOSI DI DI DIABETE DIABETE MELLITO MELLITO CRITERI ALTRE CATEGORIE CATEGORIE DI DI RIDOTTA RIDOTTA TOLLERANZA TOLLERANZA EE ALTRE AI CARBOIDRATI CARBOIDRATI (WHO) (WHO) AI Diagnosi DIABETE MELLITO A digiuno, confermato 2 volte, oppure OGTT a 2 h IGT (Impaired glucose Tolerance) a digiuno e OGTT a 2 h IFG (Impaired Fasting Glucose) a digiuno, OGTT a 2 h Concentrazione del glucosio nel plasma venoso (mg/dl) ≥ 126 ≥ 200 < 126 ≥ 140 e < 200 ≥ 110 e < 126 < 140 EMOGLOBINA GLICATA GLICATA EMOGLOBINA Le proteine glicate derivano da una reazione tra il glucosio e i gruppi amminici delle proteine La quantità di sintesi della emoglobina glicosilata è funzione principalmente della concentrazione di glucosio cui gli eritrociti sono esposti. GHb è un indice clinicamente utile della glicemia media dei 120 giorni precedenti Viene eseguita con la cromatografia liquida, che separa la emoglobina glicata sulla base della differenza di carica tra componenti glicate e non glicate EMOGLOBINA GLICATA GLICATA (segue) (segue) EMOGLOBINA Emoglobina glicata Controllo glicemico < 6,3% ottimo tra 6,3% e 7,1% buono tra 7,1% e 9% mediocre ›9% cattivo DEFINIZIONE DI DI MICROALBUMINURIA MICROALBUMINURIA DEFINIZIONE ALBUMINURIA CLINICA CLINICA SECONDO SECONDO L’ADA L’ADA EE ALBUMINURIA µg/mg di creatinina Normale < 30 Microalbuminuria 30-300 Albuminuria clinica >300 Nota: La diagnosi di microlbuminuria richiede la dimostrazione di un aumento di escrezione di albumina in almeno due di tre test ripetuti ad intervalli di 3-6 mesi. Considerazioni analitiche. Nella diagnosi di microalbuminuria risulta opportuno condurre il test A/C sulle urine della prima minzione mattutina, che se positivo, sarà confermato dal test sull’urina delle 12 (bedtime) -24 h. LIPIDI LIPIDI La dislipidemia è frequente nei soggetti diabetici perché conseguente all’ alterato metabolismo dei carboidrati E’ uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare in questi pazienti Un profilo lipidico deve essere eseguito ogni anno in tutti i pazienti adulti con diabete. I soggetti a basso rischio possono sottoporsi allo screening meno frequentemente. LIPIDI (segue) (segue) LIPIDI rischio LDL alto ≥ 130 medio 100-129 basso ≤ 100 HDL ≤ 35 M ≤ 45 F 35-45 >35 M >45 F Trigl. ≥ 400 200-399 < 200 LIPIDI (segue) (segue) LIPIDI L’ATP III (Adult Treatment Panel III) Statunitense, nell’ aggiornamento del 2004, individua 3 categorie di rischio per CHD (Malattia Coronarica) e inserisce il diabete nella prima categoria, quella a rischio maggiore, cioè ìl rischio di un evento coronarico a 10 anni è >20%. Il diabete viene classificato come “rischio equivalente” alla CHD, pertanto il goal per LDL-C è molto basso: < 100 mg/dl. GOAL NELLA NELLA PRIMA PRIMA CATEGORIA CATEGORIA DI DI RISCHIO RISCHIO II GOAL SECONDO L’ATP L’ATP III III SECONDO Lipidi Ematici GOAL per la 1a categoria di rischio (> 20%) Trigliceridi < 150 mg/dl HDL-C 40 mg/dl nei M, > 50 nelle F LDL-C < 100 mg/dl Colest Tot. < 200 mg/dl SINTESI DELLE DELLE LG LG DELL’ADA: DELL’ADA: SINTESI TEST DI DI LABORATORIO LABORATORIO TEST PARAMETRI MONITORAGGIO: FREQUENZA GOAL Emoglobina glicata (HbA1c) Sì compenso: compenso: 2 volte/anno No compenso: compenso: ogni trimestre ≤ 7% AutoAuto-monitoraggio della glicemia Sangue in toto: toto: · prepre-prandiale · prima di coricarsi mg/dl Secondo Indicazione del medico ed in base alla terapia Plasma: · prepre-prandiale · prima di coricarsi Profilo lipidico Colesterolo LDL Colesterolo HDL Trigliceridi Colest. Colest. Totale 8080-120 100100-140 9090-130 110110-150 Mg/dl Annuale; Annuale; ogni 2 anni se basso rischio < 100 >45M/>50F <150 < 200 IL LABORATORIO LABORATORIO NELLE NELLE PRINCIPALI PRINCIPALI IL MALATTIE CARDIOVASCOLARI CARDIOVASCOLARI MALATTIE RISCHIO CARDIOVASCOLARE GLOBALE L’identificazione dei soggetti a rischio vasculopatico può diventare uno degli obiettivi prioritari della prevenzione primaria ,rivolta a tutta la popolazione non affetta dalla malattia La malattia CV è la prima causa di morte nei paesi industrializzati (40%) È asintomatica per molti anni È spesso associata agli stili di vita (fumo, iperalimentazione, sedentarietà), quindi evitabile È spesso associata ad altre patologie connesse a stili di vita (ad es. diabete) MRFIT MRFIT Relazione fra il livello di coronarosclerosi e i livelli di colesterolemia totale MRFIT (segue) (segue) MRFIT Interrelazione fra i diversi fattori di rischio VARI FATTORI FATTORI DI DI RISCHIO RISCHIO CV CV II VARI I vari fattori di rischio hanno spesso azione sinergica o moltiplicativa Fattori classici : Fumo Ipercolesterolemia Ipertensione arteriosa Diabete mellito Fattori in via di definizione: Anamnesi famigliare di mortalità precoce per evento CV Aumento dei trigliceridi Spessore dell’intima carotidea ,parametri ECG / Eco-Card Ridotta tolleranza al glucosio (ITG) Iperomocisteinemia Lipoproteina ( a ),Apoproteina B Microalbuminuria Indici di flogosi (fibrinogeno, prot-C-reattiva ) FATTORI DI DI RISCHIO RISCHIO BIOCHIMICI BIOCHIMICI FATTORI NEL RISCHIO RISCHIO GLOBALE GLOBALE NEL Fattori di rischio maggiori Colesterolo totale LDL colesterolo (è considerato il parametro primario di rischio ) HDL colesterolo (Trigliceridi) Nuovi fattori di rischio emergenti: Trigliceridi Lipoproteina (a) Apolipoproteina B /apolipoproteina A1 Remnant delle VLDL/LDL Omocisteina Indicatori di rischio protrombotico (Fib.,f VIIa,PAI-1) Indicatori di flogosi Risposta al glucosio SINDROMI CORONARICHE CORONARICHE ACUTE ACUTE (SCA) (SCA) SINDROMI Le SCA sono tra le più frequenti cause di ricovero ospedaliero. I markers biochimici hanno grande rilevanza nel processo decisionale nelle SCA soprattutto in quelle senza elevazione del tratto ST all’ECG. La DIAGNOSI DI SCA E’ UNA DIAGNOSI IN EMERGENZA ( se il TAT non è < 60’ si ricorre a POCT) Mioglobina è il marcatore più precoce, compare 1-2 h dopo l’inizio della sintomatologia (racc. A), ma è scarsamente cardiospecifica Troponina I o T deve essere sempre associata alla mioglobina (racc. A) Eliminare la CK totale, GOT e LDH MONITORAGGIO E STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO Troponina Se non disponibile la Troponina è accettabile CK-MB di massa SCOMPENSO CARDIACO CARDIACO EE SCOMPENSO PEPTIDI NATRIURETICI NATRIURETICI PEPTIDI Numerosi studi clinici ed epidemiologici hanno messo in relazione la diminuzione della funzionalità ventricolare, generalmente sinistra, con l’incremento di concentrazione nel plasma dei peptidi natriuretici, generando così la possibilità di sviluppare test diagnostici per l’evidenziazione dello Scompenso Cardiaco. W.J. Remme and K. Swedberg, European Heart Journal 2001; 22:1535 TEST SPECIFICI SPECIFICI TEST NELLO SCOMPENSO SCOMPENSO CARDIACO CARDIACO NELLO TEST SPECIFICI NELLO SCOMPENSO CARDIACO Peptici natriuretici BNP, NT-pro-BNP (racc. A) È un test che può essere di conferma della diagnosi di insufficienza cardiaca in pazienti sintomatici o Di valutazione prognostica per la stratificazione del rischio TEST MENO SPECIFICI MA UTILI PER LA VALUTAZIONE DELL’INSUFFICIENZA CARDIACA Emocromo, creatinina, ormoni tiroidei, elettroliti, Hb, acido urico Neurormoni, BNP, catecolamine, renina, angiotensina ) Biomarcatori di SCA ALCUNE PATOLOGIE PATOLOGIE DEL DEL SISTEMA SISTEMA ALCUNE ENDOCRINOLOGICO -- TIREOPATIE TIREOPATIE ENDOCRINOLOGICO Sono i disturbi endocrinologici più frequenti 50 % della popolazione sana può presentare alterazioni micronodulari tiroidee 15 % è affetto da gozzo palpabile 10 % presenta alterazioni della funzione tiroidea 5 % delle donne è affetto da ipotiroidismo o ipertiroidismo Numerose le Linee Guida delle Società internazionali di Endocrinologia Poche rispondenti ai criteri EBM per scarsità di studi controllati randomizzati e metanalisi. Costituiscono comunque un aiuto per il clinico e il Patologo LE LINEE LINEE GUIDA GUIDA DELLE DELLE TIREOPATIE TIREOPATIE LE Le LG sono differenziate per finalità di screening o diagnosi o monitoraggio Le LG sono specifiche per varie patologie endocrine della tiroide: ipotiroidismo ipertiroidismo noduli tiroidei carcinoma della tiroide Le LG della National Academy of Clinical Biochemistry (NACB) indicano raccomandazioni distinte per i Clinici e per i Patologi Le LG della American Thyroid Association (ATA) sono notevolmente cambiate negli ultimi 10 anni soprattutto rispetto allo screening delle tireopatie Lo screening viene ora giustificato da: alta frequenza delle disfunzioni tiroidee nella popolazione conseguenze cliniche dei distiroidismi accuratezza diagnostica dei metodi di dosaggio del TSH elevata sensibilità nel dosaggio del TSH disponibilità di terapie efficaci TEST PER PER LA LA DIAGNOSI DIAGNOSI TEST DELLE PIU’ PIU’ FRQUENTI FRQUENTI TIREOPATIE TIREOPATIE DELLE • TSH, è ritenuto il parametro più indicativo dei distiroidismi • fT4 • fT3 • Anticorpi antitiroide: ab-TPO, ab-TGA, ab-TR • Tireoglobulina (TG) • Test aspecifici per valutare eventuali alterazioni associate Nell’Ipotiroidismo: Ipercolestorelemia Iposodiemia Anemia Aumento CK e LDH Iperprolattinemia Nell’Ipertiroidismo: Ipercalcemia Iperfosfatasemia Aumento enzimi epatici PERCORSO DIAGNOSTICO DIAGNOSTICO NEI NEI DISTIROIDISMI DISTIROIDISMI PERCORSO BASSO o ND TSH fT4 N ALTO fT4 eutiroidismo ALTO ipertiroidismo BASSO ipertiroidismo s.c. BASSO ipotiroidismo NORM. ipotiroidismo s.c. IL LABORATORIO LABORATORIO NEI NEI DISTIROIDISMI DISTIROIDISMI (segue) (segue) IL TIREOGLOBULINA E’ una molecola precursore di ormoni tiroidei e quindi dosabile in tutti i soggetti sani Il dosaggio della TG è utilizzato nel follow-up dei pazienti con carcinoma tiroideo differenziato,deve essere determinato prima dell’intervento chirurgico e non essere più dosabile dopo l’asportazione della tiroide La concentrazione serica di TG dipende da: massa di tessuto tiroideo differenziato infiammazione o traumi della tiroide stimolazione del recettore per TSH (da TSH,ab-TR, o hCG) Raccomandazioni sul dosaggio Metodi ad elevata sensibilità Linearità anche a concentrazioni elevate Tutte le linee guida raccomandano collaborazione dinamica tra clinico e laboratorista PRINCIPALI PARAMETRI PARAMETRI EMATICI EMATICI II PRINCIPALI DA VALUTARE VALUTARE NELLA NELLA IRC IRC DA • Creatinina può essere l’unico parametro inizialmente alterato assieme al VFG • VFG (Velocità di Filtrazione Glomerulare) • Acido urico • HCO3 • PTH • Ca e P • BUN • Ferritina • Na •K • ECU • Proteinuria GFR GFR VELOCITA’ DI DI FILTRAZIONE FILTRAZIONE GLOMERULARE GLOMERULARE VELOCITA’ formula MDRD (Modification of Diet in Renal Desease Study -1999) Riparametrizzata nel 2005: 175 invece di 186 ESAME COMPLETO COMPLETO URINA URINA ESAME DATI ORGANOLETTICI ASPETTO COLORE DATI FISICI PESO SPECIFICO pH DATI CHIMICI ALBUMINA EMOGLOBINA ESTERASI LEUCOCITARIA NITRITI GLUCOSIO CHETONI BILIRUBINA UROBILINOGENO DATI MICROSCOPICI ESAME DEL SEDIMENTO ESAME COMPLETO COMPLETO URINA URINA (segue) (segue) ESAME L’esame urine deve essere eseguito sulla prima urina del mattino, raccolta dopo il riposo notturno a letto per circa 8 e dopo non meno di 4 ore dall’ultima minzione per garantire una adeguata permanenza dell’urina in vescica; la raccolta deve avvenire prima di fare colazione e di effettuare qualsiasi tipo di attività fisica. ********************** ********************* ********************* ************ g/dl 2.77 **************** **************** **************** *************