Club Alpino Italiano
Sezione di Padova
Gruppo Naturalistico Culturale
Commissione per l’Escursionismo
Domenica 3 maggio 2015
Parco Naturale Regionale della Lessinia
Valle delle Sfingi, tra storia e geologia
Conduttori::
Prof. Ugo SAURO - Alessandro PASTO’ - Paolo PODESTA’
Grado di difficoltà del percorso:
E (ESCURSIONISTICO)
Partenza escursione:
Malga Parparo di Sotto (1400 m s.l.m.)
Arrivo escursione:
Camposilvano, Museo (1150 m s.l.m.)
Dislivello complessivo e lunghezza:
circa 100 m in salita e 400 m in discesa
circa 8 km
Quota massima raggiunta:
1450 m
Durata complessiva dell’escursione:
5/6 h
Cartografia:
Guida e Carta Escursionistica 1:25.000
Comitato Gruppi Alpinistici Veronesi - CAI
Segna via del percorso
Strade sterrate e sentieri, CAI 253
Presenza di acqua lungo il percorso:
no
Rifugi e altre infrastrutture ricettive
d'appoggio:
Locande/Trattorie
c/o Camposilvano e Conca dei Parpari
Riferimenti bibliografici:
vedi oltre
Accettate con spirito di collaborazione quanto suggerito dai Conduttori dell'escursione e restate
uniti alla comitiva di cui fate parte evitando “fughe” e “ritardi inutili”.
Evitate, senza autorizzazione od avviso, percorsi diversi da quelli stabiliti e non create situazioni
difficili e pericolose per la vostra ed altrui incolumità.
Ricordate che il CAI propone la filosofia del “camminare di qualità”, cioè non inseguendo la performance o tanto meno - la “lotta con l'Alpe”, ma ricercando la natura e la cultura dei luoghi.
Rispettate la natura e non uscite dai sentieri; passate all'interno o vicino alle proprietà private mantenendo
un comportamento civile e cortese.
Non raccogliete fiori, vegetazione di varia natura o altro e non gettate o abbandonate rifiuti.
Rispettate la montagna.
CAI Padova – Lessinia: Valle delle Sfingi, Camposilvano – 03.05.2015
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Descrizione sintetica dell’escursione:
5 / 6 ore circa (i tempi saranno in funzione delle condizioni meteorologiche e delle pause
necessarie per le spiegazioni, pausa pranzo esclusa):
tempo parz. tempo tot.
0:00
0:00
2:30 / 3.00
( 0.40 - 0.45 )
Quota (m)
1400
1445
1335
1280
1300
1335
1220
5.00 / 6.00
1150
Località
Malga Parparo di Sotto – parcheggio – sent. CAI 253
Malga Parparo di Sopra, conca dei Parpari
Bivio sent. 253 – sx per Baito Norderi
Malga Sengio Rosso basso (ciglio scarpata Val d’Illasi)
Malga Sengio Rosso alto
Pausa pranzo (al sacco)
Bivio sx per Langhebech (crinale)
Malga Buse di sotto – Valle delle “Sfingi”
Contrada Covolo – visita al Covolo e al Museo
Geopaleontologico di Camposilvano
Fine escursione – brindisi finale presso il Museo
Introduzione e descrizione generale dell’escursione proposta
L’escursione si svolge in ambiente prealpino nell’area protetta del Parco Naturale della
Lessinia, caratterizzato da piccole contrade rurali, con zone agricole, pascoli e malghe e boschi
sparsi nel territorio. Queste caratteristiche consentono di fare un viaggio nel tempo alla
scoperta delle origini geologiche e geomorfologiche, storiche-etnografiche e di apprezzare
pienamente gli aspetti naturalistici e ambientali che la costituzione del Parco nel 1990 si
propone di conservare e valorizzare.
Partenza dal parcheggio dopo Malga Parpari di Sotto (1400 m s.l.m.). Salita sino a Malga
Parpari di Sopra (1445 m s.l.m. ) dove sino al 1950 circa esisteva l’ultimo casone di legno e
paglia della Lessinia (di cui ci sono le fotografie di Bruno Schweitzer). Visione panoramica
della conca dei Parpari (“Parparo” è il primo toponimo degli alti Lessini citato in un documento
storico dell’829); qui secondo una tradizione orale esisteva la casa di Bertoldo. Si scende
quindi lungo la dorsale per poi prendere la strada bianca sulla sinistra che passa accanto alla
Croce del Parparo; dopo circa 1400 m al bivio prendiamo a sinistra per Baito Norderi,
proseguiamo oltre il Baito fino a Malga Sengio Rosso basso e oltre fino a un belvedere
panoramico sulla Val d’Illasi. Ritorniamo indietro fino a Malga Sengio Rosso alto (sosta per
pausa pranzo). Ripercorriamo il percorso a ritroso sin oltre il Baito di Malga Norderi e
prendiamo a sinistra la Langhebech (antica via di transumanza) che corre sul crinale. In
prossimità dell’avvallamento (che precede la salita al dosso delle Casare per poi scendere a
Contrada Cuneck) prendiamo un sentierino sulla destra verso malga Buse di sotto. Da qui
inizia la Valle delle Sfingi che percorriamo tutta e ove sostiamo per qualche foto. Riprendiamo
il cammino per scendere a Contrada Covolo (1150 m s.l.m.) dove visiteremo lo spettacolare
pozzo di crollo carsico del Covolo e il Museo Paleontologico (costo 2€/cad., NON compreso
nella quota di iscrizione).
L’escursione avrà termine davanti al Museo, con brindisi finale.
Opzione: IN CASO DI FORTE MALTEMPO la gita verrà comunque effettuata con un percorso
ridotto, visitando il Covolo ed il Museo di Camposilvano e il Museo di Bosco Chiesanuova.
CAI Padova – Lessinia: Valle delle Sfingi, Camposilvano – 03.05.2015
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NOTIZIE GENERALI:
Parco Naturale Regionale della Lessinia
Il Parco Naturale Regionale della Lessinia, istituito nel 1990, si estende per oltre 10.000 ettari
sull’altopiano dei Monti Lessini. Fanno parte del Parco alcuni siti che, per l’eccezionale
interesse naturalistico, geologico e paleontologico, sono stati inseriti nella rete ecologica
europea “Natura 2000”.
Tra questi, il Covolo di Camposivano, spettacolare pozzo di crollo con annessa caverna che
secondo la tradizione orale visitato da Dante Alighieri lo avrebbe ispirato nella descrizione
dell’Inferno, e la Valle delle Sfingi, una suggestiva conca incorniciata da pascoli e faggete,
caratterizzata da numerose sculture d’erosione selettiva su rocce calcaree dalla forma a fungo
o a parallelepipedo.
Altrettanto importanti ma non geograficamente contigui, le Cascate di Molina, il Ponte di Veja,
un imponente ponte naturale in roccia tra i più grandi e belli d’Europa, visitato e
rappresentato nel 1474 dal Mantegna nella Camera degli Sposi del Palazzo Ducale di Mantova,
il Vajo della Marciora, i Covoli e Purga di Velo, la Pesciara, Monte Purga e Monte Postale di
Bolca, i Basalti Colonnari di San Giovanni Ilarione, gli Strati di Roncà.
Spettacolari sono i fenomeni carsici come l’abisso della Spluga della Preta, tra i più profondi
d’Italia, e di eccezionale interesse la Pesciara di Bolca, una cava in galleria da cui si
estraggono fossili risalenti a circa 50 milioni d’anni fa (Eocene) e la Grotta di Fumane,
straordinario archivio della storia evolutiva dell’uomo che documenta le frequentazioni
dell’Uomo di Neanderthal e dei primi Homo Sapiens.
Flora & Fauna del Parco (area Alberi Monumentali)
Il parco è occupato in gran parte da pascoli utilizzati per l’alpeggio, ma mantiene tuttora una
grande varietà di ambienti.
Nella fascia meridionale, collinare prevalgono i boschi cedui di orniello e carpino nero. Nella
fascia di media montana, sopra gli 8-900 metri, residui boschi misti di faggio termofilo con
esemplari secolari di querce e castagni. Al di sopra, tra i 1000 e i 1400 metri, si possono
ancora ammirare i residui della antiche faggete che coprivano la Lessinia, e nella parte più
alta abete bianco e abete rosso frutto del rimboschimento operato nel dopoguerra. Tra i
boschi più belli e meglio conservati sono la Foresta dei Folignani, nel cuore del parco, la
Foresta di Giazza e i boschi dell’alto Vajo di Squaranto e dell’alto Vajo dei Falconi.
Nel parco della Lessinia esistono e sono tutelati da una legge regionale circa 250 alberi
monumentali (“patriarchi”), distribuiti nel territorio in modo irregolare, talvolta isolati o in
gruppo, costituiti per la maggior parte da Faggi (220) ma anche da esemplari di Abete Rosso,
Castagno, Sorbo montano e Tiglio.
Alle quote più elevate del settore orientale insiste la fascia di vegetazione di pino mugo,
rododendro e ontano verde.
Ampie aree del Parco sono di rilevante interesse floro-faunistico. Sono presenti un cospicuo
numero di entità floristiche rare, endemiche e minacciate. Tra queste la Primula di Recoaro,
endemismo puntiforme presente nel settore orientale, e l’Elleborina del Monte Tesoro,
un’orchidea endemica particolarmente rara. Oltre a queste vi sono numerose piante
spontanee, quali l’Aquilegia di Einsele, l’Aquilegia scura, il Raperonzolo di roccia, il Giglio
Martagone, il Giglio rosso o di San Giovanni, la Frassinella, l’Arnica, l‘Astro alpino, la
Soldanella, la Campanula barbata, la Genziana Aschepliade, la Genziana di Kock, la
Genzianella, il Rododendro nano, la Pulsatilla alpina e la Stella alpina, oltre a numerose specie
di orchidee.
CAI Padova – Lessinia: Valle delle Sfingi, Camposilvano – 03.05.2015
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Anche la fauna, costituita da specie tipicamente alpine, è ben rappresentata.
Tra i mammiferi presenti in Lessinia vi sono cervi, caprioli, camosci, cinghiali, marmotte,
volpi, donnole, faine, lepri, scoiattoli e ghiri. Presenti nel territorio del Parco anche l’istrice e il
lupo che ha recente ricolonizzato la Lessinia con lo straordinario evento di rilevante interesse
naturalistico e scientifico, accertato nel 2012, della formazione di una coppia tra una femmina
di lupo italico e un maschio appartenente alla popolazione dinarico-balcanica, con la cucciolata
nata nel 2013.
Tra gli uccelli sono presenti numerose specie di avifauna selvatica come l’Aquila reale, il Falco
pecchiaiolo e il Falco Pellegrino, il Nibbio Bruno, il Biancone, l’Astore, lo Sparviere, la Poiana, il
Gheppio, il Gufo reale,la Civetta nana, la Civetta Capogrosso, il Picchio nero, il Picchio
cenerino, il Merlo acquaiolo, il Sordone, il Codorissone, la Cincia dal ciuffo, il Picchio muraiolo,
l’Averla maggiore, il Corvo imperiale, il Ciuffolotto, lo Zigolo delle nevi, piccolo passeriforme
che nidifica nelle regioni artiche, il Gallo Cedrone e il Fagiano di monte.
Di particolare interesse gli invertebrati, con alcune specie endemiche di particolare
importanza, come l’Italaphaenops dimaioi, il coleottero cavernicolo più grande al mondo.
Cenni di Geologia
Il territorio della Lessinia è costituito prevalentemente da rocce sedimentare (Dolomia
Principale, Calcari Grigi, Calcari Oolitici, Rosso Ammonitico Veronese, Maiolica o Biancone,
Scaglia Rossa) formatesi nel grande Oceano della Tetide nell’Era Mesozoica a partire dal
Triassico superiore (circa 220 milioni di anni (Ma) fa) per poi proseguire per tutto il Giurassico
(da 200 a 145 Ma) e il Cretaceo (da 145 a 65 Ma).
Altre rocce sedimentare si sono poi depositate all’inizio dell’Era Cenozoica (Terziario) nel
Paleogene (da 65 a 23 Ma circa) anche se di questo periodo sono più noti i diffusi depositi di
rocce vulcaniche basaltiche, presenti prevalentemente nella Lessinia orientale e in alcune
zone della Lessinia occidentale.
La Dolomia Principale (220-210 Ma) costituisce il basamento dell’intera propaggine dei Lessini,
affiorando in superficie solo in corrispondenza dei versanti delle profonde incisioni della Val dei
Ronchi, della Val d’Adige e della Val d’Illasi.
Il Gruppo dei Calcari Grigi divisi in diverse formazioni (tra 200 e 185 Ma) si caratterizza per la
presenza diffusa di fossili di bivalvi, tra cui i famosi lithiotis che si possono facilmente osservare
in diverse zone dell’altopiano. Un’altra caratteristica dei Calcari Grigi sono le impronte di
dinosauri, coeve a quelle più famose di Rovereto, presenti sul versante orientale della Bella
Lasta a ridosso della Valle di Revolto.
I Calcari Oolitici (Oolite di San Vigilio, 185-175 Ma) si caratterizzano invece per depositi
carbonatici frammisti a elementi organici di fossili tipici della barriere coralline.
Un lungo periodo (da 175 a 135 Ma) segna il deposito di quella che forse è la formazione
maggiormente caratterizzante del territorio lessineo, ossia il Rosso Ammonitico Veronese. Tale
litotipo, mediamente duro e compatto e di aspetto nodulare, è ricco di fossili di ammoniti,
antichi molluschi cefalopodi che popolavano i mari al tempo della deposizione dei sedimenti che
costituiscono ora questo tipo di roccia.
Nel contesto lessineo, proprio in corrispondenza delle stratificazioni di Calcare Oolitico e Rosso
Ammonitico, l’azione erosiva dell’acqua e degli agenti atmosferici (unitamente all’azione
gravitativa) ha portato alla formazione di grandi monumenti naturali come il Ponte di Veja e il
Covolo di Camposilvano, particolari fenomeni carsici come doline, inghiottitoi e grotte, e
singolarità geologiche come la Valle delle Sfingi (“città di roccia“).
Più recente è la formazione della Maiolica (o Biancone) depositatasi tra 145 e 90 Ma fa in mari
profondi, stratificazione che caratterizza le dolci propaggini delle aree sommitali dell’altopiano e
formata da rocce biancastre frammiste a noduli di selce, residui di gusci di antiche diatomee.
CAI Padova – Lessinia: Valle delle Sfingi, Camposilvano – 03.05.2015
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Tra i 90 e 70 milioni di anni si sono depositati una serie di strati di Scaglia Variegata e Rossa di
colore rosa-rosso per gli ossidi di ferro in essa contenuti; all’interno della formazione, presente
quasi esclusivamente nella parte centro occidentale della Lessinia, è identificabile una
particolare sezione nota come Lastame Calcareo, oggetto di intense attività di estrazione e
lavorazione.
Infine i calcari del Paleocene-Eocene, di colore bianco-giallastro e generalmente costituiti da
strati poco coesi, affiorano in molte delle zone collinari anche nei pressi di Bolca e nella parte
nord orientale della Lessinia.
A completare il panorama delle formazioni geologiche dell’area si inseriscono le rocce eruttive di
tipo basaltico, presenti in particolare in alcune zone della Valpolicella e soprattutto nelle vallate
della Lessinia orientale (Val d’Alpone e Val di Chiampo).
Questo ricco e variegato lascito della natura si è fuso con le attività umane dando vita a una
straordinaria architettura rurale i cui tratti di semplicità, funzionalità e armonia con il
paesaggio sono un esempio di grande modernità.
La Scaglia Rossa (lastame del Cretacico) nota come Pietra di Prun e commercialmente come
Pietra della Lessinia, caratterizzante maggiormente la Lessina Occidentale, ed il Rosso
Ammonitico (del Giurassico) caratterizzante maggiormente la Lessinia Orientale, sono i due
tipi di roccia che per secoli sono state alla base dell’economia estrattiva.
L’estrazione era effettuata manualmente a cielo aperto che ancora oggi viene effettuata in
quantità molto limitata e in galleria, attività interrotta negli anni ‘50.
Il Covolo di Camposilvano è la più grande cavità carsica delle prealpi venete. Si trova nel
comune di Velo Veronese a circa 100 metri dal Museo.
Il Covolo rappresenta un suggestivo esempio di carsismo: una voragine profonda circa 70m, al
cui interno si possono notare un pozzo di crollo e una caverna residuale. In questa cavità si
possono inoltre vedere tre delle più importanti formazioni rocciose della Lessinia: Oolite di San
Vigilio, Rosso Ammonitico e Biancone. Altro aspetto, non di minore importanza, riguarda i
fenomeni meteorologici: nel periodo estivo precipitazioni acquose e talvolta nevose, causa
inversione termica, per effetto di una nube che si forma sotto la volta della caverna residuale;
in inverno inoltrato il ghiaccio ricopre il pavimento (persistendo sino a tarda estate) e, fino ad
un secolo fa, gli abitanti del luogo se ne servivano come frigorifero naturale per la
conservazione degli alimenti.
Tradizione vuole che Dante si sia ispirato al Covolo per creare la morfologia del suo inferno. E'
stato ritenuto, inoltre, dimora di fate o di orchi, esseri misteriosi e suggestivi delle credenze
popolari.
Note etnografiche e storiche dell’area
I segni di antichissime presenze umane sono testimoniate dalle pitture murali rinvenute nella
Grotta di Fumane (risalenti a 35.000 anni fa) ritenute tra le più antiche al mondo, e dai
numerosi rinvenimenti di selci lavorate (dal Paleolitico inferiore all’età del rame). Lo
sfruttamento del suolo è iniziato nella Protostoria con attività legate all’agricoltura e alla
pastorizia.
La fase storica più importante però è quella alto-medioevale che vede confluire comunità
germaniche provenienti dall’area bavaro-tirolese, i “Cimbri”. Prima del loro insediamento
l’altopiano era disabitato e ricoperto di estese foreste di faggio. Le nuove popolazioni la cui
economia era basata sulla lavorazione del legno e sulla produzione del carbone, diedero vita a
sempre più numerosi insediamenti stabili che portarono alla costituzione della comunità dei
Tredici Comuni, che rimase fino alla Dominazione Veneziana.
In tale periodo si ebbe pertanto un notevole disboscamento e una pesante trasformazione del
paesaggio dovuto allo sviluppo e moltiplicarsi di contrade, malghe e altri edifici rurali di pietra
locale (Lastame della Pietra di Prun e del Rosso Ammonitico, elemento caratterizzante
dell’architettura della Lessinia).
CAI Padova – Lessinia: Valle delle Sfingi, Camposilvano – 03.05.2015
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La parte più settentrionale dell’altopiano è anche segnata dalla presenza di testimonianze della
Grande Guerra facenti parte del sistema difensivo esteso su circa 34 km, creato sulle Piccole
Dolomiti che restò però inutilizzato.
Oltre all’ambiente naturale e architettonico, le popolazioni della Lessinia hanno lasciato un
patrimonio culturale e di tradizioni che oggi possiamo apprezzare nei prodotti tipici della
gastronomia locale come i vini della Valpolicella, il formaggio Monte Veronese Dop e svariati
formaggi di malga ed allevo, numerosi alberi da frutto come il ciliegio e il castagno, le
coltivazioni di fragola, le erbe aromatiche officinali, il pregiato miele, nonché carni bovine,
insaccati e salumi vari, tutti prodotti che hanno ricevuto l’autorizzazione all’uso del Marchio del
Parco.
Il sistema museale della Comunità montana della Lessinia comprende sette musei:
Museo Geopaleontologico di Camposilvano (comune di Velo Veronese)
E’ caratterizzato da una duplice storia: quella geologica, che in questo territorio si esprime in
una potente successione di strati di rocce ricche di fossili e modellate in maniera affascinante
dagli agenti atmosferici, e quella umana inerente le ricerche paleontologiche del Cav. Attilio
Benetti che, con la sua passione, ha contribuito in maniera sostanziale all’origine di questo
museo. Conservava inizialmente fossili e reperti (come l'orso dei Covoli di Velo)
prevalentemente della zona e della Purga di Velo. Attualmente, con una politica di scambi,
custodisce fossili provenienti da tutto il mondo.
Museo Botanico della Lessinia di Molina (comune di Fumane)
E’ incentrato sulla flora della Lessinia.
Museo Paleontologico e Preistorico di Sant'Anna d'Alfaedo.
Raccoglie reperti paleontologici ed archeologici di notevole interesse scientifico. Sono estratti
dalle cave di pietra della Lessinia, prevalentemente sul Monte Loffa.
Museo dei Fossili di Bolca (comune di Vestenanova).
Contiene i reperti fossili rinvenuti nel territorio. È uno dei più importanti depositi fossiliferi
conosciuto. I fossili risalgono a circa 50 milioni di anni fa (Eocene).
Museo Etnografico dei Cimbri di Giazza (comune di Selva di Progno).
È dedicato al mondo cimbro nella sua storia dal medioevale al moderno.
Museo dei Trombini di San Bortolo (comune di Selva di Progno).
Si incentra sui trombini o scìopi da sagra e pistoni.
Museo Etnografico di Bosco Chiesanuova.
È dedicato alla documentazione, con oggetti originali, fotografie e modelli in scala, sulla vita
delle comunità e delle persone in Lessinia sia nel passato che oggi.
RIFERIMENTI & APPROFONDIMENTI:
• Ugo Sauro: Il paesaggio degli Alti Lessini – studio geomorfologico (Museo Civico di Storia Naturale di Verona,
1973)
• Ugo Sauro e altri: Tracce di antichi pastori negli Alti Lessini. Alla scoperta di segni di avventure umane nel
paesaggio (2013)
•
http://it.wikipedia.org
• http://www.camposilvano.it/museo.htm
• http://www.magicoveneto.it
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Stralcio carta topografica dell’area dell’escursione (il tratteggio verde identifica il perimetro del Parco)
Ortofoto dell’area dell’escursione (per gentile concessione del Prof. U. Sauro)
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