Special Briefing Gennaio 2015 Cosa dovrebbe comportare un reddito adeguato in vecchiaia per poter continuare a vivere dignitosamente? -----------a cura di Maciej Kucharczyk Il concetto di adeguatezza del reddito è particolarmente rilevante per le persone anziane che, più di ogni altra fascia di età, dipendono dai pagamenti dello Stato o dei sistemi pubblici di previdenza sociale – attraverso regimi sia contributivi (pensioni) che non-contributivi (assistenza sociale). Da anni, AGE fa da pioniere nell’affrontare tale questione attraverso un’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei decisori politici. Il nostro obiettivo è quello di partire da esperienze concrete a livello locale per dimostrare la specificità del rischio di povertà fra le persone anziane in situazioni di vulnerabilità, come le donne anziane, la popolazione molto anziana, gli anziani appartenenti a comunità di immigrati o a minoranze etniche. Sebbene la Carta Europea dei Diritti Fondamentali sancisca il diritto delle persone anziane di vivere in modo dignitoso e autonomo, i cambiamenti demografici e la pressione sui bilanci pubblici comportano un aumento del rischio di violazione dei diritti umani a danno degli anziani. I politici si curano meno del rispetto dei diritti degli anziani in quanto esseri umani, perseguendo obiettivi meramente economici. In alcuni casi estremi, gli attuali tagli al bilancio precludono agli anziani la possibilità di godere dei propri diritti umani. In questo contesto, AGE ha condotto un progetto di ricerca per due anni (2013-2014) sull’adeguatezza dei regimi di reddito minimo in vecchiaia. Come parte integrante della più ampia European Minimum Income Network – EMIN (Rete europea per il reddito minimo) e in cooperazione con le nostre organizzazioni membro in Francia, Irlanda e Polonia, il progetto ha analizzato l’adeguatezza della protezione offerta dal reddito minimo alle persone anziane. Attingendo dalla nostra esperienza nel coinvolgere le persone anziane nel dibattito politico, il progetto si è svolto nei tre paesi pilota con la partecipazione diretta degli anziani, che hanno partecipato ad alcuni workshop riflettendo sulla definizione di un reddito minimo adeguato che consenta agli anziani di partecipare pienamente ed essere inclusi nella società come cittadini alla pari. Il nostro progetto ha esaminato il concetto dei “budget di riferimento”, in particolar modo il ruolo che possono svolgere nel definire e valutare l’adeguatezza di un reddito minimo. Ci siamo avvalsi di una metodologia basata su dati concreti (fornita da Bérénice Storms del team di ricerca Cebud-Thomas More) per definire i budget di riferimento per un reddito minimo adeguato in vecchiaia. L’obiettivo non era quello di calcolare (monetizzare) in sé i budget di riferimento per le persone anziane, ma piuttosto quello di definire cosa dovrebbe comportare un adeguato reddito minimo in vecchiaia in un dato contesto nazionale, considerando anche i bisogni fisici e sociali necessari per garantire la piena partecipazione degli anziani alla vita della società. I budget di riferimento hanno infatti una chiara interpretazione normativa. Ogni elemento (bene o servizio) incluso nel paniere possiede una funzione sociale, descrivendo precisamente i ruoli ai quali la persona che può permettersi l’elemento sarà in grado di assolvere. Risultati principali del progetto EMIN: • Lo studio rivela la stessa definizione del concetto di partecipazione sociale nei tre paesi pilota. Sono stati inoltre riscontrati altri denominatori comuni nell’identificazione dei beni e dei servizi essenziali e dei bisogni ad essi soggiacenti, considerati indispensabili nei tre paesi per una piena partecipazione sociale; • Nonostante questi denominatori comuni, sono state rilevate delle differenze notevoli in merito all’adeguatezza del reddito minimo in vecchiaia e alla validità della soglia di povertà del 60% nei rispettivi contesti nazionali; • Tutto ciò mette in dubbio la rilevanza delle tecniche di misurazione della povertà che si avvalgono esclusivamente di strumenti basati sul reddito, come la soglia del 60% del reddito medio. Raccomandazioni principali di AGE ai politici: • Quando si definisce il livello adeguato di reddito minimo in vecchiaia, bisogna utilizzare con prudenza la soglia di povertà relativa – tale misura fornisce delle informazioni sulla distribuzione del reddito all’interno della società, ma non prende in considerazione i bisogni specifici dei diversi gruppi di popolazione o delle persone più vulnerabili; • Quando si definiscono i budget di riferimento per un reddito adeguato in vecchiaia, occorre utilizzare dei panieri di beni e servizi adattati ai bisogni di sotto-gruppi specifici – suddividendo la popolazione degli ultrasessantacinquenni per genere e per coorti di 65-75, 75-85 e più di 85 anni – per riflettere l’evoluzione dei bisogni degli anziani con l’aumentare dell’età, come il costo superiore dell’assistenza di lungo periodo per la popolazione molto anziana; • Quando si calcolano i budget di riferimento per gli anziani, bisogna considerare anche gli aspetti non monetari, come l’accesso a un’assistenza sanitaria e di lungo termine di alta qualità, l’istruzione e l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, delle condizioni di alloggio dignitose, le attività sociali e ricreative o la partecipazione civica, mostrando come sia possibile rafforzare l’autonomia e le competenze individuali. Il 4 dicembre 2014 a Bruxelles, la conferenza conclusiva di EMIN ha presentato i risultati e le raccomandazioni politiche del progetto. In quest’occasione, AGE ha lanciato la sua pubblicazione dal titolo: 'What should an adequate old-age income entail to live in dignity? – Learnings from France, Ireland and Poland' (“Cosa dovrebbe comportare un reddito adeguato in vecchiaia per poter continuare a vivere dignitosamente? Risultati di Francia, Irlanda e Polonia”). Speriamo che il progetto EMIN abbia suscitato un durevole interesse politico e acceso un dibattito altrettanto duraturo sull’adeguatezza del reddito durante tutto l’arco della vita, sia a livello nazionale che UE, poiché sono in gioco sia il benessere che la dignità delle persone anziane, soprattutto in tempi di restrizioni economiche e misure di austerità. Link utili o o o o o Comunicato stampa di AGE: 'Always consider people's dignity when defining minimum income in old age' www.ageplatform.eu/images/stories/media/PRESS_RELEASE_07_Jan2015_Launch_of _EMIN_AGE_final_publication.pdf Pubblicazione di AGE: What should an adequate old-age income entail to live in dignity? – Learnings from France, Ireland and Poland Sito web del progetto EMIN: http://emin-eu.net/ Lavoro di AGE sul reddito minimo: www.age-platform.eu/age-work/agepolicy-work/social-protection Lavoro di AGE sulla povertà e l’inclusione sociale: www.age-platform.eu/agework/age-policy-work/social-inclusion Per ulteriori informazioni sul contributo di AGE al progetto, potete contattare [email protected]