promuovono una serie di incontri sul tema della “ cura “.
Gli anziani e la cura:
attraverso una nuova invenzione del quotidiano
terzo incontro
23 febbraio 2011
- ore 18
Presso la sede della Fondazione San Carlo, via della Signora, 3/A - Milano
con
filosofo e psicosociologo
Giulio Caio,
filosofo e psicosociologo, collabora con l’Università di Bergamo per il coordinamento dei tirocini, lo sviluppo di
seminari di Pedagogia sociale e la conduzione di corsi di Etica sociale per le imprese no-profit.
Svolge attività di formazione rivolta a educatori,
insegnanti, genitori, operatori sociali e dei servizi; è
consulente di Enti locali, sindacati e associazioni per le
politiche e le progettualità sociali di territorio.
Ricercatore e dirigente del Centro di formazione e
lavoro “Achille Grandi”, è presidente della cooperativa
“Socrates”. Si occupa per la Fondazione Enaip
Lombardia delle problematiche legate alla formazione
professionale nel campo della marginalità e del disagio,
dell’immigrazione, delle diverse abilità.
Carlo Cressini, Le stiratrici, 1906
Gli anziani e la cura: attraverso una nuova invenzione del quotidiano
Con il professor Giulio Caio
La nuova condizione antropologica della vecchiaia e il problema della “superbia dell’uomo
moderno”
rivisitazione critica del sapere e della conoscenza nella società attuale in riferimento al tema della
vecchiaia e della consapevolezza delle dinamiche dell’invecchiare, cercando di andare
oltre
il pensiero unico (Morin).
I saperi impliciti del lavoro di cura
nei comportamenti, nei pensieri, nelle culture, nei linguaggi, nella tecnica non solo hanno pari dignità
i lavori di cura, ma sono divenuti determinanti; serve una nuova riflessività (Mortari), rinnovate
capacità pedagogiche soprattutto per orientarsi all’interno dei servizi alla persona ormai ‘sotto
assedio’ (Manoukian).
Le trasformazioni
anziani globalizzati, “tutti in viaggio”; sia a livello superficiale che in profondità, la
contaminazione dei linguaggi, delle mode, degli stili, spazi e tempi stanno modificando la
condizione della terza età. E’necessario passare dalla frammentazione alla ricomposizione delle
relazioni, dei tempi, degli spazi e dei saperi, non più settorializzati e divisi, monadi, ma a
un’unità
molteplice; rendersi capaci di collocare i dati dentro un contesto in forte mutamento, di nuove crisi,
di nuovi compiti evolutivi, di nuove sfide della crescita e del morire (Peirone).
I cambiamenti soggettivi nella cura
il progresso delle scienze umane ha messo a disposizione strumenti per acquisire nuove
consapevolezza sulla cura, riorganizzare le conoscenze disperse delle scienze della natura. Nel
rapporto tra cura e condizione anziana va evidenziato come curare ed essere curati siano elemento
decisivo per la forza del carattere (Hillman); perché c’è un potere trasformativo nella fortuna di
invecchiare (Cohen) che è dato dalla prova del limite, della sofferenza, del dolore e della malattia.
L’esercizio di nuove responsabilità
la nuova consapevolezza implica anche nuove responsabilità; a fronte delle solitudini e delle chiusure
si riscontra la necessità di ricomporre le reti attraverso le forme di auto mutuo aiuto,di care- giver, di
eticità dei gruppi e delle reti sociali come luogo per nuovi apprendimenti e costruzioni di comunità , la
necessità di un nuovo equilibrio nelle relazioni tra generazioni (Lizzola).
Il desiderio di formare alla vita buona sulla base di pratiche educative tra le generazioni (Caio).
L’orizzonte dell’età anziana
una nuova era della spiritualità per affrontare le incertezze (Euripide: “all’inatteso un Dio apre la via),
abbandonando le concezioni deterministiche della vita e la volontà di trovare delle leggi per
dominare/controllare i processi storici ma avvicinarsi a una nuova etica: insegnare l’incomprensione
perché ci sia comprensione, cercare le fonti nel sapere dell’arte (Caio).