allegato i riassunto delle caratteristiche del prodotto

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ALLEGATO I
RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO
1
1.
DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
Betaferon 250 microgrammi/ml, polvere e solvente per soluzione iniettabile.
2.
COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
Interferone beta-1b* ricombinante 250 microgrammi (8,0 milioni di UI) per 1 ml di soluzione
ricostituita.
Betaferon contiene 300 microgrammi (9,6 milioni di UI) di interferone beta-1b ricombinante
per flaconcino.
Per gli eccipienti, vedi sezione 6.1.
3.
FORMA FARMACEUTICA
Polvere e solvente per soluzione iniettabile.
4.
INFORMAZIONI CLINICHE
4.1
Indicazioni terapeutiche
Betaferon è indicato per il trattamento di pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente
caratterizzata da due o più recidive nell’arco degli ultimi due anni . Betaferon è anche
indicato per i pazienti con sclerosi multipla secondaria progressiva con malattia in fase attiva,
evidenziata dalle recidive.
4.2
Posologia e modo di somministrazione
La terapia con Betaferon va iniziata sotto la supervisione di un medico esperto nel trattamento
della malattia.
•
Pazienti adulti (età ≥ 18 anni)
La dose raccomandata di Betaferon in pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente o
con sclerosi multipla secondaria progressiva è di 250 microgrammi (8,0 milioni di UI),
contenuti in 1 ml di soluzione ricostituita (vedi sezione 6.6 “Istruzioni per l’impiego e la
manipolazione <e per lo smaltimento>”), da iniettare sottocute a giorni alterni.
La dose ottimale non è stata pienamente definita.
Attualmente, non è noto per quanto tempo il paziente debba essere trattato. L’efficacia di un
trattamento protratto per più di due anni nella sclerosi multipla recidivante-remittente non è
stata ancora sufficientemente dimostrata. Nella sclerosi multipla secondaria progressiva
l’efficacia per un periodo di due anni, con un numero limitato di dati per un periodo che
raggiunge i 3 anni di trattamento, è stata dimostrata nell’ambito di studi clinici controllati.
*
Prodotto per ingegneria genetica da un cepo di Escherichia coli.
2
Una completa valutazione clinica di tutti i pazienti deve essere effettuata al secondo anno.
La decisione per un trattamento a più lungo termine va presa su base individuale dal medico
curante.
Dati di studi clinici relativi ad un’esposizione al trattamento superiore a tre anni per pazienti
con sclerosi multipla recidivante-remittente o superiore a 4,5 anni per pazienti con sclerosi
multipla secondaria progressiva non sono disponibili. Il trattamento non è consigliato nei
pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante-remittente che abbiano avuto meno di due
recidive nei due anni precedenti o nei pazienti con sclerosi multipla secondaria progressiva
che non hanno presentato una forma attiva della malattia nei due anni precedenti.
Se il paziente non risponde, per esempio si riscontri una progressione costante nella EDSS per
6 mesi, o sia necessaria la somministrazione per almeno 3 cicli di ACTH o di corticosteroidi
nel corso di un anno malgrado la terapia con Betaferon, il trattamento con Betaferon deve
essere interrotto.
•
Bambini e adolescenti (età < 18 anni)
Non sono state studiate l’efficacia e la sicurezza di Betaferon nei bambini e negli adolescenti
di età inferiore a 18 anni. Pertanto Betaferon non deve essere somministrato a pazienti di
questa fascia d’età.
4.3
Controindicazioni
−
−
gravidanza (vedi sezione 4.6 “Gravidanza ed allattamento”),
pazienti con anamnesi di ipersensibilità all’interferone beta naturale o ricombinante
all’albumina umana o a qualcuno degli eccipienti.
pazienti con anamnesi di disturbi depressivi gravi e/o ideazione suicidaria, (vedi sezioni
4.4 “Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego” e 4.8 “Effetti
indesiderati”)
pazienti con epatopatia scompensata, (vedi sezioni 4.4 “Avvertenze speciali e opportune
precauzioni d’impiego”, 4.5 “Interazione con altri medicinali ed altre forme
d’interazioni” e 4.8 “Effetti indesiderati”)
pazienti con epilessia non adeguatamente controllata da trattamento. (vedi sezioni 4.4
“Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego”, 4.5 “Interazione con altri
medicinali ed altre forme d’interazioni” e 4.8 “Effetti indesiderati”)
−
−
−
4.4
Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego
I pazienti da trattare con Betaferon devono essere informati che disturbi depressivi e
ideazione suicidaria possono costituire un effetto indesiderato del trattamento e che, qualora si
verifichino, devono essere immediatamente segnalati al medico curante. In rari casi questi
sintomi possono esitare in un tentativo di suicidio. I pazienti che manifestino disturbi
depressivi e ideazione suicidaria dovranno essere strettamente monitorati, e si dovrà prendere
in considerazione la sospensione del trattamento.
Betaferon deve essere somministrato con prudenza nei pazienti che presentano o che hanno
una anamnesi di disturbi depressivi, di crisi convulsive e in pazienti trattati con antiepilettici
(vedi sezione 4.5 “Interazione con altri medicinali ed altre forme d’interazioni”). Il farmaco
deve essere usato con cautela anche nei pazienti affetti da disturbi cardiaci preesistenti.
3
Si possono riscontrare reazioni serie da ipersensibilità (reazioni acute rare, ma gravi come
broncospasmo, anafilassi e orticaria). In presenza di reazioni gravi, Betaferon deve essere
sospeso e va istituito un intervento medico appropriato. Eventi avversi di altro tipo, di entità
moderata o grave, possono richiedere modifiche della posologia di Betaferon o anche la
sospensione del trattamento.
Prima di iniziare il trattamento con Betaferon e ad intervalli regolari durante la terapia devono
essere effettuati una conta completa delle cellule ematiche ed una conta leucocitaria
differenziale.
Prima di iniziare il trattamento con Betaferon e ad intervalli regolari in corso di terapia, va
misurata la concentrazione di AST (SGOT), ALT (SGPT) e γ-GT. Il riscontro di un
innalzamento delle transaminasi sieriche richiede attenta sorveglianza ed analisi, con
sospensione del trattamento con Betaferon in caso di incremento significativo dei livelli o di
presenza contemporanea di sintomi indicativi dello sviluppo di epatite. In assenza di evidenza
clinica di un danno epatico e dopo normalizzazione dei livelli degli enzimi epatici, si può
considerare di riprendere il trattamento effettuando un appropriato monitoraggio delle
funzioni epatiche.
In rari casi è stata osservata pancreatite durante l’uso di Betaferon, spesso associata a
ipertrigliceridemia.
Non ci sono dati su pazienti con ridotta funzionalità renale. La funzione renale deve essere
monitorata attentamente quando questi pazienti vengono sottoposti a terapia con Betaferon.
Negli studi condotti nella sclerosi multipla, il 29% dei pazienti (dal 28% al 41% nei diversi
studi) ha sviluppato un’attività sierica neutralizzante l’interferone beta-1b confermata da
almeno due titolazioni positive consecutive; di tali pazienti il 49% (dal 37% al 55% nei
diversi studi) ha perduto permanentemente la propria attività neutralizzante durante il
successivo periodo di osservazione del rispettivo studio. Lo sviluppo di attività neutralizzante
è associato ad una riduzione dell’efficacia clinica soltanto in relazione con l’attività
recidivante. Alcune analisi suggeriscono che tale effetto possa essere superiore in pazienti con
livelli più elevati delle titolazioni dell’attività neutralizzante. La decisione se proseguire o
meno il trattamento deve essere basata sull’attività clinica della malattia piuttosto che sullo
status dell’attività neutralizzante.
Allo sviluppo dell’attività neutralizzante non sono stati associati eventi avversi nuovi. E’ stato
dimostrato in vitro che Betaferon presenta reattività crociata con l’interferone beta naturale.
Comunque, ciò non è stato indagato in vivo ed il suo significato clinico è incerto.
Si dispone di dati sporadici e non conclusivi in pazienti che hanno sviluppato attività
neutralizzante ed hanno completato la terapia con Betaferon.
Nei pazienti che usano Betaferon (vedi sezione 4.8 “Effetti indesiderati”), è stata riferita la
comparsa di necrosi nella sede di iniezione. Questa può essere estesa e può interessare lo
strato muscolare così come lo strato adiposo causando quindi la formazione di cicatrici.
Occasionalmente è necessario lo sbrigliamento e, meno frequentemente, un innesto cutaneo e
la guarigione può richiedere fino a 6 mesi.
Nei pazienti con lesioni multiple Betaferon deve essere interrotto fino a guarigione avvenuta.
I pazienti con lesioni singole possono continuare il trattamento con Betaferon a condizione
4
che la necrosi non sia troppo estesa, poiché alcuni pazienti hanno riscontrato la guarigione
delle lesioni cutanee necrotiche mentre erano ancora in trattamento con Betaferon.
Per ridurre al minimo il rischio di necrosi nella sede di iniezione è necessario informare il paziente di
–
–
adottare tecniche di iniezione in asepsi
alternare le sedi di iniezione ad ogni somministrazione
Le procedure di autoiniezione devono essere riverificate periodicamente specialmente nel
caso in cui si siano verificate reazioni in sede di iniezione.
E’ opportuno usare cautela nel somministrare Betaferon a pazienti con mielosoppressione,
anemia o trombocitopenia; i soggetti che vanno incontro a neutropenia dovranno essere
accuratamente monitorati per la possibile insorgenza di febbre o di infezioni. Si sono avute
segnalazioni di trombocitopenia con notevole diminuzione della conta piastrinica.
Sono stati riferiti rari casi di cardiomiopatia: se ciò dovesse verificarsi e fosse sospettata una
correlazione con Betaferon, il trattamento deve essere interrotto.
La somministrazione di citochine a pazienti con preesistente gammopatia monoclonale è stata
associata con lo sviluppo di sindrome da alterata permeabilità capillare sistemica, con
sintomatologia shock-simile ed esito fatale.
4.5
Interazione con altri medicinali ed altre forme d’interazioni
Non sono stati condotti studi formali di interazione con Betaferon.
L’effetto della somministrazione a giorni alterni di 250 microgrammi (8,0 milioni di UI) di
Betaferon sul metabolismo di farmaci in pazienti con sclerosi multipla non è noto. La
somministrazione, per periodi fino a 28 giorni, di corticosteroidi o di ACTH per la terapia
delle recidive è risultata ben tollerata dai soggetti in trattamento con Betaferon.
Data la mancanza di esperienza clinica, nei pazienti con sclerosi multipla l’uso concomitante
di Betaferon e di immunomodulatori diversi dai corticosteroidi o dall’ACTH è sconsigliato.
E’ stato segnalato che gli interferoni riducono l’attività degli enzimi epatici dipendenti dal
citocromo P450 nell’uomo e negli animali. E’ necessario essere prudenti nei casi in cui
Betaferon venga somministrato in associazione a farmaci che presentano un ristretto indice
terapeutico e la cui “clearance” è largamente dipendente dal sistema del citocromo P450
epatico, ad es. gli antiepilettici. Ulteriore cautela deve essere adottata in caso di associazione
con farmaci che abbiano effetti sul sistema ematopoietico.
Non sono stati condotti studi d’interazione con antiepilettici.
4.6
Gravidanza ed allattamento
•
Gravidanza
Non è noto se Betaferon possa provocare danni al feto qualora somministrato ad una donna in
stato di gravidanza o se possa alterare la capacità riproduttiva umana. Nell’ambito di studi
clinici controllati, sono stati riportati casi di aborto spontaneo in soggetti affetti da sclerosi
5
multipla. Di conseguenza, Betaferon è controindicato in gravidanza. Per i risultati degli studi
preclinici vedi sezione 5.3 “Dati preclinici di sicurezza”.
•
Donne in età fertile
Le donne in età fertile devono adottare adeguati metodi contraccettivi. Se la paziente rimane
incinta o programma di avviare una gravidanza nel periodo in cui sta utilizzando Betaferon,
deve essere informata sui rischi potenziali e si deve raccomandare di sospendere la terapia
(per i risultati degli studi preclinici, vedi sezione 5.3 “Dati preclinici di sicurezza”).
•
Allattamento
Non è noto se l’interferone beta-1b venga escreto nel latte umano. A causa del rischio
potenziale di reazioni avverse gravi al Betaferon nel lattante, occorre decidere se sospendere
l’allattamento o la somministrazione del farmaco.
4.7
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Non sono stati condotti studi circa gli effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di
macchine.
Eventi avversi a livello del sistema nervoso centrale associati all’uso di Betaferon potrebbero
influenzare, in pazienti sensibili, la capacità di guida e dell’uso di macchinari.
4.8
Effetti indesiderati
a)
All’inizio del trattamento le reazioni avverse sono comuni, ma generalmente queste
diminuiscono con la prosecuzione del trattamento. Le reazioni avverse osservate con
maggiore frequenza comprendono un complesso sintomatologico simil-influenzale
(febbre, brividi, cefalea, mialgia, artralgia, malessere generale o sudorazione), e reazioni
a livello della sede d’iniezione.
b)
Il seguente elenco di effetti indesiderati si basa sui risultati degli studi clinici (Tabella 1,
eventi avversi con valori di frequenza ≥ 10% e le rispettive percentuali inferiori al
placebo; effetti indesiderati associati in maniera significativa < 10%) e
dall’osservazione post-marketing (Tabella 2, valori basati sulle segnalazioni spontanee
di reazioni avverse classificate come molto comuni (≥ 10%), comuni (<10%- ≥ 1%),
non comuni (< 1% - ≥ 1‰), rare (< 1‰ - ≥ 1/10000) e molto rare (< 1/10000) )
dell’uso di Betaferon. L’esperienza con Betaferon in pazienti con SM è limitata, quindi
gli eventi avversi che si verificano molto raramente possono non essere stati ancora
osservati.
6
Tabella 1 (eventi avversi con valori di frequenza ≥ 10% e le rispettive percentuali inferiori al placebo;
effetti indesiderati associati in maniera significativa < 10%).
Evento avverso
Sclerosi
Multipla
Progressiva
Secondaria
(Studio
Europeo)
Betaferon
250
microgrammi
(Placebo)
n=360 (n=358)
Disturbi del sangue e del sistema linfatico
Linfociti <1500/mm3 °
53% (28%)
3
Conta Neutr.Abs. <1500/mm * °
18% (5%)
3
Globuli bianchi <3000/mm * °
13% (4%)
Linfoadenopatia
3% (1 %)
Sclerosi
Multipla
Progressiva
Secondaria
(Studio Nord
Americano)
Betaferon
250
microgrammi
(Placebo)
n=317(n=308)
Sclerosi
Multipla
RecidivanteRemittente
Betaferon
250
microgrammi
(Placebo)
n=124 (n=123)
88% (68%)
4% (10%)
13% (4%)
11% (5%)
82 % (67 %)
18 % (5 %)
16 % (4) %
14 % (11 %)
4% (2%)
5% (3%)
5% (5%)
2% (1%)
21% (18%)
19 % (6 %)
15 % (13 %)
5 % (3 %)
4 % (0 %)
7% (8%)
28% (26%)
26% (25%)
44% (41%)
57% (57%)
10% (11%)
35 % (28 %)
31 % (33 %)
25% (24%)
26 % (24 %)
15 % (13 %)
6% (6%)
12 % (10 %)
6% (8%)
16 % (15 %)
5% (2%)
8 % (2 %)
4% (3 %)
6% (4%)
4% (2 %)
5% (4%)
13% (8%)
9% (8%)
12 % (7 %)
18% (17%)
7 % (2 %)
6 % (6%)
5% (10%)
3% (2 %)
16% (18%)
11% (15%)
8% (6%)
36 % (26 %)
31% (23%)
8 % (2 %)
7% (10 %)
12% (12 %)
13% (13%)
4% (6 %)
21% (19%)
22% (24%)
32% (30%)
10% (12%)
35 % (29 %)
24 % (18 %)
48% (49%)
21 % (19 %)
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
ALT > 5 volte il baseline * °
14% (5%)
Glucosio < 55 mg/dL
27% (27%)
Proteine Urina > 1+
14% (11%)
AST > 5 volte il baseline * °
4% (1%)
Edema periferico
7% (7%)
Disturbi del sistema nervoso
Vertigini
14% (14 %)
Insonnia
12% (8 %)
Depressione
24% (31%)
Ipertonia °
41% (31 %)
Ansia
6% (5 %)
Disturbi degli occhi
Congiuntivite
2% (3 %)
Disturbi a carico dell’orecchio e del labirinto
Otalgia
<1% (1 %)
Disturbi cardiaci
Palpitazioni *
2% (3 %)
Disturbi vascolari
Emicrania
Vasodilatazione
Ipertensione °
Disturbi dell’apparato respiratorio
Sinusite
Aumento della tosse
Dispnea *
Disturbi gastrointestinali
Diarrea
Costipazione
Nausea
Vomito
7
Evento avverso
Sclerosi
Sclerosi
Multipla
Multipla
Progressiva
Progressiva
Secondaria
Secondaria
(Studio
(Studio Nord
Europeo)
Americano)
Betaferon
Betaferon
250
250
microgrammi microgrammi
(Placebo)
(Placebo)
n=360 (n=358) n=317(n=308)
Disturbi della pelle e del tessuto sottocutaneo
Disturbi della pelle
4% (4%)
19% (17%)
Rash °
20% (12%)
26% (20%)
Sudorazione *
6% (6%)
10% (10%)
Disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico
Mialgia * °
23% (9 %)
19% (29%)
Miastenia
39% (40 %)
57% (60%)
Disturbi renali e del tratto urinario
Ritenzione urinaria
4% (6%)
15% (13%)
Frequenza della minzione
6% (5%)
12% (11%)
Incontinenza urinaria
8% (15%)
20% (19%)
Urgenza di minzione
8% (7%)
21% (17%)
Disturbi dell’apparato riproduttivo e a carico della mammella
Dismenorrea
<1% (<1%)
6% (5%)
Disturbi mestruali *
9% (13%)
10% (8%)
Metrorragie
12% (6%)
10% (10%)
Impotenza
7% (4%)
10% (11%)
Sclerosi
Multipla
RecidivanteRemittente
Betaferon
250
microgrammi
(Placebo)
n=124 (n=123)
6% (8%)
27% (32 %)
23% (11 %)
44% (28 %)
13% (10 %)
3% (5%)
2% (1%)
4% (2 %)
18% (11 %)
17% (8 %)
15% (8 %)
2% (1%)
Disturbi generali e condizioni della sede d’iniezione
Reazione nella sede d’iniezione * °
78% (20 %)
89% (37%)
85% (37 %)
Necrosi nella sede d’iniezione °
5% (0%)
6% (0%)
5% (0%)
Cefalea
47% (41 %)
55% (46%)
84 % (77 %)
Febbre * °
40% (13 %)
29% (24%)
59 % (41 %)
Complesso sintomatologico simil61% (40 %)
43% (33%)
52 % (48 %)
influenzale * °
Dolore
31% (25 %)
59% (59%)
52 % (48 %)
Dolore toracico °
5% (4%)
15% (8%)
15% (15%)
Dolore alla schiena
26% (24%)
31% (32%)
36% (37%)
Astenia*
63% (58 %)
64% (58%)
49 % (35 %)
Infezione
13% (11%)
11% (10%)
14% (13%)
Brividi * °
23% (7 %)
22% (12%)
46 % (19 %)
Dolore addominale °
11% (6 %)
18% (16%)
32 % (24 %)
Malessere *
8% (5 %)
6% (2%)
15 % (3 %)
Ascesso °
4% (2 %)
4% (5%)
1 % (6 %)
Dolore alle estremità
14% (12 %)
0 % (0 %)
* Associato in misura significativa al trattamento con Betaferon per RRMS, p < 0.05
° Associato in misura significativa al trattamento con Betaferon per SPMS, p < 0.05
8
Tabella 2 (valori sulla base sulla segnalazione spontanea di eventi avversi da parte del
farmaco classificati come molto comuni (≥ 10%), comuni (<10% - ≥ 1%), non comuni (< 1%
- ≥ 1‰), rari (< 1‰ - ≥ 1/10.000) e molto rari (< 1/10.000)
Disturbi del sangue e del sistema linfatico
Non comuni
Non comuni
Anemia
Trombocitopenia
Leucopenia
Linfoadenopatia
Ipertiroidismo
Ipotiroidismo
Disfunzione tiroidea
Aumento valori ALT
Aumento valori AST
Aumento valori gamma
GT
Aumento valori
trigliceridi
Ipocalcemia
Iperuricemia
Ipertonia
Depressione
Convulsioni
Confusione
Ansietà
Instabilità emotiva
Depersonalizzazione
Cardiomiopatia
Tachicardia
Palpitazioni
Ipertensione
Broncospasmo
Dispnea
Nausea
Vomito
Pancreatite
Epatite
Alopecia
Orticaria
Prurito
Rash
Alterazione del colorito
cutaneo
Sudorazione
Mialgia
Disturbi endocrini
Rari
Rari
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Non comuni
Rari
Disturbi mestruali
Rari
Molto rari
Non comuni
Disturbi del sistema nervoso
Rari
Disturbi cardiaci
Molto rari
Rari
Disturbi vascolari
Disturbi respiratori
Non comuni
Rari
Disturbi gastrointestinali
Non comuni
Disturbi epatobiliari
Disturbi della pelle e del tessuto sottocutaneo
Rari
Rare
Non comuni
Rari
Disturbi a carico dell’apparato muscoloscheletrico
Disturbi del sistema riproduttivo
9
Molto comuni Complesso sintomatologico
Disturbi generali e condizioni della sede
d’iniezione
simil-influenzale*
Comuni
Rari
Brividi*
Febbre*
Reazioni nella sede
d’iniezione
Infiammazione *
Dolore nella sede
d’iniezione *
Necrosi*
Tentativi di suicidio
Reazioni anafilattiche
Malessere
Dolore toracico
* frequenze basate sugli studi clinici
c)
E’ stato frequentemente osservato un complesso sintomatologico simil-influenzale
(febbre, brividi, cefalea, mialgia, artralgia, malessere generale o sudorazione),
principalmente dovuti agli effetti farmacologici del medicinale.
Dopo somministrazione di Betaferon si sono verificate frequentemente reazioni nella
sede di iniezione. Eritema, gonfiore, alterazioni del colorito della cute, infiammazione,
dolore, ipersensibilità, necrosi e reazioni aspecifiche sono state associate
significativamente al trattamento con 250 microgrammi (8 milioni di UI) di Betaferon.
E’ stata anche segnalata linfoadenopatia. Generalmente la percentuale di incidenza di
queste reazioni nella sede di iniezione diminuiva nel tempo. Si debbono avvertire i
pazienti di consultare il proprio medico prima di continuare il trattamento con Betaferon
qualora notino fissurazioni cutanee che possono essere associate con gonfiore o
fuoriuscita di liquido dalla sede di iniezione (vedi sezione 4.4 “Avvertenze speciali e
opportune precauzioni per l’impiego”).
4.9
Sovradosaggio
L’interferone beta-1b è stato somministrato senza eventi avversi gravi che compromettano le
funzioni vitali a pazienti adulti portatori di neoplasia maligna a dosi individuali fino a 5,500
microgrammi (176 milioni di UI) e.v. tre volte alla settimana.
5.
PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
5.1
Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: interferoni, codice ATC: L03A B
Gli interferoni appartengono alla famiglia delle citochine, che sono proteine di origine
naturale. Gli interferoni hanno un peso molecolare compreso tra 15.000 e 21.000 Dalton.
Sono state identificate tre classi principali di interferoni: alfa, beta e gamma. L’interferone
alfa, l’interferone beta e l’interferone gamma possiedono attività biologiche sovrapponibili,
ma distinte. Le attività dell’interferone beta-1b sono specie-specifiche e, di conseguenza, le
informazioni farmacologiche più pertinenti sull’interferone beta-1b derivano da studi su
cellule umane in coltura o da studi in vivo nell’uomo.
10
E’ stato dimostrato che l’interferone beta-1b possiede proprietà sia antivirali sia
immunomodulanti. I meccanismi mediante i quali l’interferone beta-1b esercita i suoi effetti
nella sclerosi multipla non sono ancora chiaramente definiti. Comunque, è noto che le
proprietà dell’interferone beta-1b di modificare la risposta biologica sono mediate dalla sua
interazione con recettori cellulari specifici localizzati sulla superficie delle cellule umane. Il
legame dell’interferone beta-1b con questi recettori induce l’espressione di una serie di
prodotti genici, che si ritiene siano i mediatori delle attività biologiche dell’interferone beta1b. Un certo numero di questi prodotti è stato determinato nelle frazioni sierica e cellulare del
sangue prelevato da pazienti trattati con l’interferone beta-1b. L’interferone beta-1b da un lato
riduce l’affinità di legame, dall’altro incrementa l’internalizzazione e la degradazione dei
recettori per l’interferone gamma. L’interferone beta-1b inoltre potenzia l’attività soppressiva
delle cellule mononucleate del sangue periferico.
Non sono stati effettuati studi specifici riguardo all’influenza di Betaferon sui sistemi
cardiovascolare e respiratorio e sulla funzionalità degli organi endocrini.
E’ stato condotto uno studio clinico controllato sull’uso di Betaferon in pazienti con sclerosi
multipla recidivante remittente e autonomia deambulatoria (EDSS basale da 0 a 5,5). I
pazienti trattati con Betaferon hanno presentato una riduzione della frequenza (30%) e della
gravità delle recidive cliniche nonché del numero di ricoveri legati alla malattia. Inoltre vi era
un prolungamento dell’intervallo libero da recidive. Non vi è alcuna prova di un effetto del
Betaferon sulla durata delle esacerbazioni o sui sintomi presenti nell’intervallo tra le
esacerbazioni e non è stato osservato alcun effetto sulla progressione della malattia nella
sclerosi multipla recidivante-remittente.
Sono stati condotti due studi clinici controllati con Betaferon su 1657 pazienti con sclerosi
multipla secondaria progressiva (EDSS basale da 3 a 6,5, ovvero pazienti con autonomia
deambulatoria). I pazienti con una forma leggera della malattia e pazienti incapaci di
camminare non sono stati esaminati. I due studi hanno dimostrato risultati incoerenti per
quanto riguarda il tempo finale intercorrente ad una progressione confermata, a
rappresentazione di un ritardo della progressione della disabilità.
Uno di questi due studi ha dimostrato per i pazienti trattati con Betaferon un ritardo
statisticamente significativo nel tempo della progressione della disabilità (Hazard Ratio =
0,69, CI 95% (0,55, 0,86), p= 0,0010 corrispondente ad una diminuzione del rischio pari al
31% attribuibile a Betaferon) e nel tempo necessario a divenire dipendenti dalla sedia a rotelle
(Hazard Ratio = 0,61, CI 95% (0,44, 0,85), p= 0,0036 corrispondente ad una diminuzione del
rischio pari al 39% attribuibile a Betaferon). Tale effetto è continuato durante il periodo di
osservazione fino a 33 mesi. L’effetto del trattamento è stato riscontrato nei pazienti a tutti i
livelli di disabilità monitorati e indipendentemente dall’attività delle recidive.
Nel secondo studio con Betaferon in pazienti con sclerosi multipla secondaria progressiva non
è stato osservato alcun ritardo nel tempo di progressione della disabilità. Esiste prova che i
pazienti compresi in tale studio presentavano una malattia complessivamente meno attiva
rispetto ai pazienti dell’altro studio sulla sclerosi multipla secondaria progressiva.
In meta-analisi retrospettive che comprendevano i dati di entrambi gli studi, è stato osservato
un effetto complessivo del trattamento che era statisticamente significativo (p=0,0076; 8 MIU
Betaferon contro tutti i pazienti trattati con placebo).
11
Delle analisi retrospettive per sottogruppi hanno evidenziato che un effetto del trattamento
sulla progressione della disabilità è più probabile nei soggetti che presentano la malattia in
forma attiva prima di intraprendere il trattamento (Hazard Ratio 0,72, CI 95% (0,59, 0,88),
p=0,0011) corrispondente ad una riduzione del rischio pari al 28% attribuibile a Betaferon nei
pazienti con recidive o con una progressione EDSS pronunciata, (MIU Betaferon contro tutti i
pazienti trattati con placebo). Da tali analisi retrospettive per sottogruppi non è risultata
alcuna evidenza che suggerisse che le recidive, così come una progressione EDSS
pronunciata (EDSS >1 punto o > 0,5 punto per EDSS >=6 nei due anni precedenti) possano
aiutare ad identificare i pazienti con la malattia in forma attiva.
In entrambi gli studi, i pazienti affetti da sclerosi multipla secondaria progressiva trattati con
Betaferon hanno presentato una riduzione della frequenza (30%) delle recidive cliniche. Non
vi è prova di un possibile effetto di Betaferon sulla durata delle esacerbazioni.
In tutti gli studi sulla sclerosi multipla, Betaferon è risultato efficace nel ridurre l’attività della
malattia (infiammazione acuta a livello del sistema nervoso centrale e alterazioni permanenti
dei tessuti) secondo quanto osservato da imaging con risonanza magnetica. Il rapporto fra
l’attività della malattia nella sclerosi multipla misurata da imaging con risonanza magnetica e
l’esito clinico non è ancora del tutto chiaro.
5.2
Proprietà farmacocinetiche
I livelli sierici di Betaferon sono stati rilevati in pazienti e volontari per mezzo di un saggio
biologico non completamente specifico. Tra 1 e 8 ore dopo iniezione sottocutanea di 500
microgrammi (16,0 milioni di UI) di interferone beta-1b sono stati osservati livelli sierici
massimi di circa 40 UI/ml. Da vari studi è stato possibile stimare che le velocità medie di
“clearance” e le emivite delle fasi di eliminazione dal siero erano al massimo 30 ml·min-1·kg-1
e 5 ore, rispettivamente. L’iniezione del farmaco somministrato a giorni alterni non determina
un incremento dei livelli sierici e la farmacocinetica non sembra variare durante la terapia.
La biodisponibilità assoluta dell’interferone beta-1b somministrato sottocute era
approssimativamente del 50%.
5.3
Dati preclinici di sicurezza
Non sono stati condotti studi di tossicità acuta. Poiché i roditori non reagiscono all’interferone
beta umano, studi con dosi ripetute sono stati effettuati su scimmie Rhesus. Sono stati
osservati ipertermia transitoria, un innalzamento significativo dei linfociti ed un decremento
significativo delle piastrine e dei neutrofili segmentati. Non sono stati condotti studi a lungo
termine. Studi sulla riproduzione nelle scimmie Rhesus hanno evidenziato tossicità materna e
fetale, che ha dato luogo a mortalità prenatale. Non si sono riscontrate malformazioni negli
animali sopravvissuti. Non sono state condotte sperimentazioni sulla fertilità. Non si è
osservata alcuna influenza sul ciclo dell’estro nella scimmia. L’esperienza con altri interferoni
indica un potenziale di compromissione della fertilità maschile e femminile.
In uno studio singolo di genotossicità (test di Ames) non è stato osservato alcun effetto
mutageno. Studi di carcinogenesi non sono stati condotti. Un test di trasformazione cellulare
in vitro non ha fornito indicazione di potenziale tumorigeno. Gli studi di tollerabilità locale
dopo somministrazione sottocutanea sono stati negativi. Comunque, negli studi clinici sono
state osservate reazioni locali dopo uso di Betaferon.
12
6.
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
6.1
Elenco degli eccipienti
Albumina umana
Mannitolo
Solvente: soluzione di cloruro di sodio (0,54% p/v)
6.2
Incompatibilità
Questo medicinale non deve essere miscelato con altri medicinali fatta eccezione per il
solvente fornito di cui alla sezione 6.6 “Istruzioni per l’impiego e la manipolazione < e per lo
smaltimento>”.
6.3
Periodo di validità
24 mesi a 2-8°C. Dopo la ricostituzione, si raccomanda l’uso immediato. Tuttavia, è stata
dimostrata la stabilità chimica e fisica del prodotto in uso per un tempo di 3 ore alla
temperatura di 2- 8°C.
6.4
Speciali precauzioni per la conservazione
Conservare a 2-8°C (in frigorifero) prima e dopo ricostituzione. Non congelare.
6.5
Natura e contenuto del contenitore
Polvere per soluzione iniettabile in un flaconcino da 3 ml (vetro tipo I) con tappo in gomma
butilica (tipo I) e sigillo in alluminio e solvente in un flaconcino da 3 ml (vetro tipo I) con
tappo di gomma butilica (tipo I) e sigillo in alluminio.
Confezione contenente 5 oppure 15 flaconcini di polvere o solvente.
6.6
Istruzioni per l’impiego e la manipolazione <e per lo smaltimento>
Per ricostituire il liofilizzato di interferone beta-1b per l’iniezione, usare siringa ed ago sterili
per iniettare 1,2 ml del solvente fornito (cloruro di sodio in soluzione allo 0,54% p/v) nel
flaconcino di Betaferon. Disciogliere la polvere completamente senza agitare. Controllare
visivamente il prodotto ricostituito prima dell’uso. Il prodotto ricostituito è incolore fino a
colore giallo chiaro e da leggermente opalescente a opalescente. Scartare il prodotto se
contiene particelle in sospensione o se è di colore alterato.
7.
TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
Schering AG
D-13342 Berlino
Germania
8.
NUMERI DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
EU/1/95/003/001
EU/1/95/003/002
13
9.
DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE
30.11.1995
26.11.1996
03.04.2001
10.
DATA DI REVISIONE DEL TESTO
14
1.
DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
Betaferon 250 microgrammi/ml, polvere e solvente per soluzione iniettabile.
2.
COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
Interferone beta-1b* ricombinante 250 microgrammi (8,0 milioni di UI) per 1 ml di soluzione
ricostituita.
Betaferon contiene 300 microgrammi (9,6 milioni di UI) di interferone beta-1b ricombinante
per flaconcino.
Per gli eccipienti, vedi sezione 6.1.
3.
FORMA FARMACEUTICA
Polvere e solvente per soluzione iniettabile.
4.
INFORMAZIONI CLINICHE
4.1
Indicazioni terapeutiche
Betaferon è indicato per il trattamento di pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente
caratterizzata da due o più recidive nell’arco degli ultimi due anni . Betaferon è anche
indicato per i pazienti con sclerosi multipla secondaria progressiva con malattia in fase attiva,
evidenziata dalle recidive.
4.2
Posologia e modo di somministrazione
La terapia con Betaferon va iniziata sotto la supervisione di un medico esperto nel trattamento
della malattia.
•
Pazienti adulti (età ≥ 18 anni)
La dose raccomandata di Betaferon in pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente o
con sclerosi multipla secondaria progressiva è di 250 microgrammi (8,0 milioni di UI),
contenuti in 1 ml di soluzione ricostituita (vedi sezione 6.6 “Istruzioni per l’impiego e la
manipolazione <e per lo smaltimento>”), da iniettare sottocute a giorni alterni.
La dose ottimale non è stata pienamente definita.
Attualmente, non è noto per quanto tempo il paziente debba essere trattato. L’efficacia di un
trattamento protratto per più di due anni nella sclerosi multipla recidivante-remittente non è
stata ancora sufficientemente dimostrata. Nella sclerosi multipla secondaria progressiva
l’efficacia per un periodo di due anni, con un numero limitato di dati per un periodo che
raggiunge i 3 anni di trattamento, è stata dimostrata nell’ambito di studi clinici controllati.
*
Prodotto per ingegneria genetica da un cepo di Escherichia coli.
15
Una completa valutazione clinica di tutti i pazienti deve essere effettuata al secondo anno.
La decisione per un trattamento a più lungo termine va presa su base individuale dal medico
curante.
Dati di studi clinici relativi ad un’esposizione al trattamento superiore a tre anni per pazienti
con sclerosi multipla recidivante-remittente o superiore a 4,5 anni per pazienti con sclerosi
multipla secondaria progressiva non sono disponibili. Il trattamento non è consigliato nei
pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante-remittente che abbiano avuto meno di due
recidive nei due anni precedenti o nei pazienti con sclerosi multipla secondaria progressiva
che non hanno presentato una forma attiva della malattia nei due anni precedenti.
Se il paziente non risponde, per esempio si riscontri una progressione costante nella EDSS per
6 mesi, o sia necessaria la somministrazione per almeno 3 cicli di ACTH o di corticosteroidi
nel corso di un anno malgrado la terapia con Betaferon, il trattamento con Betaferon deve
essere interrotto.
•
Bambini e adolescenti (età < 18 anni)
Non sono state studiate l’efficacia e la sicurezza di Betaferon nei bambini e negli adolescenti
di età inferiore a 18 anni. Pertanto Betaferon non deve essere somministrato a pazienti di
questa fascia d’età.
4.3
Controindicazioni
−
−
gravidanza (vedi sezione 4.6 “Gravidanza ed allattamento”),
pazienti con anamnesi di ipersensibilità all’interferone beta naturale o ricombinante
all’albumina umana o a qualcuno degli eccipienti.
pazienti con anamnesi di disturbi depressivi gravi e/o ideazione suicidaria, (vedi sezioni
4.4 “Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego” e 4.8 “Effetti
indesiderati”)
pazienti con epatopatia scompensata, (vedi sezioni 4.4 “Avvertenze speciali e opportune
precauzioni d’impiego”, 4.5 “Interazione con altri medicinali ed altre forme
d’interazioni” e 4.8 “Effetti indesiderati”)
pazienti con epilessia non adeguatamente controllata da trattamento. (vedi sezioni 4.4
“Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego”, 4.5 “Interazione con altri
medicinali ed altre forme d’interazioni” e 4.8 “Effetti indesiderati”)
−
−
−
4.4
Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego
I pazienti da trattare con Betaferon devono essere informati che disturbi depressivi e
ideazione suicidaria possono costituire un effetto indesiderato del trattamento e che, qualora si
verifichino, devono essere immediatamente segnalati al medico curante. In rari casi questi
sintomi possono esitare in un tentativo di suicidio. I pazienti che manifestino disturbi
depressivi e ideazione suicidaria dovranno essere strettamente monitorati, e si dovrà prendere
in considerazione la sospensione del trattamento.
Betaferon deve essere somministrato con prudenza nei pazienti che presentano o che hanno
una anamnesi di disturbi depressivi, di crisi convulsive e in pazienti trattati con antiepilettici
(vedi sezione 4.5 “Interazione con altri medicinali ed altre forme d’interazioni”). Il farmaco
deve essere usato con cautela anche nei pazienti affetti da disturbi cardiaci preesistenti.
16
Si possono riscontrare reazioni serie da ipersensibilità (reazioni acute rare, ma gravi come
broncospasmo, anafilassi e orticaria). In presenza di reazioni gravi, Betaferon deve essere
sospeso e va istituito un intervento medico appropriato. Eventi avversi di altro tipo, di entità
moderata o grave, possono richiedere modifiche della posologia di Betaferon o anche la
sospensione del trattamento.
Prima di iniziare il trattamento con Betaferon e ad intervalli regolari durante la terapia devono
essere effettuati una conta completa delle cellule ematiche ed una conta leucocitaria
differenziale.
Prima di iniziare il trattamento con Betaferon e ad intervalli regolari in corso di terapia, va
misurata la concentrazione di AST (SGOT), ALT (SGPT) e γ-GT. Il riscontro di un
innalzamento delle transaminasi sieriche richiede attenta sorveglianza ed analisi, con
sospensione del trattamento con Betaferon in caso di incremento significativo dei livelli o di
presenza contemporanea di sintomi indicativi dello sviluppo di epatite. In assenza di evidenza
clinica di un danno epatico e dopo normalizzazione dei livelli degli enzimi epatici, si può
considerare di riprendere il trattamento effettuando un appropriato monitoraggio delle
funzioni epatiche.
In rari casi è stata osservata pancreatite durante l’uso di Betaferon, spesso associata a
ipertrigliceridemia.
Non ci sono dati su pazienti con ridotta funzionalità renale. La funzione renale deve essere
monitorata attentamente quando questi pazienti vengono sottoposti a terapia con Betaferon.
Negli studi condotti nella sclerosi multipla, il 29% dei pazienti (dal 28% al 41% nei diversi
studi) ha sviluppato un’attività sierica neutralizzante l’interferone beta-1b confermata da
almeno due titolazioni positive consecutive; di tali pazienti il 49% (dal 37% al 55% nei
diversi studi) ha perduto permanentemente la propria attività neutralizzante durante il
successivo periodo di osservazione del rispettivo studio. Lo sviluppo di attività neutralizzante
è associato ad una riduzione dell’efficacia clinica soltanto in relazione con l’attività
recidivante. Alcune analisi suggeriscono che tale effetto possa essere superiore in pazienti con
livelli più elevati delle titolazioni dell’attività neutralizzante. La decisione se proseguire o
meno il trattamento deve essere basata sull’attività clinica della malattia piuttosto che sullo
status dell’attività neutralizzante.
Allo sviluppo dell’attività neutralizzante non sono stati associati eventi avversi nuovi. E’ stato
dimostrato in vitro che Betaferon presenta reattività crociata con l’interferone beta naturale.
Comunque, ciò non è stato indagato in vivo ed il suo significato clinico è incerto.
Si dispone di dati sporadici e non conclusivi in pazienti che hanno sviluppato attività
neutralizzante ed hanno completato la terapia con Betaferon.
Nei pazienti che usano Betaferon (vedi sezione 4.8 “Effetti indesiderati”), è stata riferita la
comparsa di necrosi nella sede di iniezione. Questa può essere estesa e può interessare lo
strato muscolare così come lo strato adiposo causando quindi la formazione di cicatrici.
Occasionalmente è necessario lo sbrigliamento e, meno frequentemente, un innesto cutaneo e
la guarigione può richiedere fino a 6 mesi.
Nei pazienti con lesioni multiple Betaferon deve essere interrotto fino a guarigione avvenuta.
I pazienti con lesioni singole possono continuare il trattamento con Betaferon a condizione
17
che la necrosi non sia troppo estesa, poiché alcuni pazienti hanno riscontrato la guarigione
delle lesioni cutanee necrotiche mentre erano ancora in trattamento con Betaferon.
Per ridurre al minimo il rischio di necrosi nella sede di iniezione è necessario informare il
paziente di
–
–
adottare tecniche di iniezione in asepsi
alternare le sedi di iniezione ad ogni somministrazione
Le procedure di autoiniezione devono essere riverificate periodicamente specialmente nel
caso in cui si siano verificate reazioni in sede di iniezione.
E’ opportuno usare cautela nel somministrare Betaferon a pazienti con mielosoppressione,
anemia o trombocitopenia; i soggetti che vanno incontro a neutropenia dovranno essere
accuratamente monitorati per la possibile insorgenza di febbre o di infezioni. Si sono avute
segnalazioni di trombocitopenia con notevole diminuzione della conta piastrinica.
Sono stati riferiti rari casi di cardiomiopatia: se ciò dovesse verificarsi e fosse sospettata una
correlazione con Betaferon, il trattamento deve essere interrotto.
La somministrazione di citochine a pazienti con preesistente gammopatia monoclonale è stata
associata con lo sviluppo di sindrome da alterata permeabilità capillare sistemica, con
sintomatologia shock-simile ed esito fatale.
4.5
Interazione con altri medicinali ed altre forme d’interazioni
Non sono stati condotti studi formali di interazione con Betaferon.
L’effetto della somministrazione a giorni alterni di 250 microgrammi (8,0 milioni di UI) di
Betaferon sul metabolismo di farmaci in pazienti con sclerosi multipla non è noto. La
somministrazione, per periodi fino a 28 giorni, di corticosteroidi o di ACTH per la terapia
delle recidive è risultata ben tollerata dai soggetti in trattamento con Betaferon.
Data la mancanza di esperienza clinica, nei pazienti con sclerosi multipla l’uso concomitante
di Betaferon e di immunomodulatori diversi dai corticosteroidi o dall’ACTH è sconsigliato.
E’ stato segnalato che gli interferoni riducono l’attività degli enzimi epatici dipendenti dal
citocromo P450 nell’uomo e negli animali. E’ necessario essere prudenti nei casi in cui
Betaferon venga somministrato in associazione a farmaci che presentano un ristretto indice
terapeutico e la cui “clearance” è largamente dipendente dal sistema del citocromo P450
epatico, ad es. gli antiepilettici. Ulteriore cautela deve essere adottata in caso di associazione
con farmaci che abbiano effetti sul sistema ematopoietico.
Non sono stati condotti studi d’interazione con antiepilettici.
4.6
Gravidanza ed allattamento
•
Gravidanza
Non è noto se Betaferon possa provocare danni al feto qualora somministrato ad una donna in
stato di gravidanza o se possa alterare la capacità riproduttiva umana. Nell’ambito di studi
clinici controllati, sono stati riportati casi di aborto spontaneo in soggetti affetti da sclerosi
18
multipla. Di conseguenza, Betaferon è controindicato in gravidanza. Per i risultati degli studi
preclinici vedi sezione 5.3 “Dati preclinici di sicurezza”.
•
Donne in età fertile
Le donne in età fertile devono adottare adeguati metodi contraccettivi. Se la paziente rimane
incinta o programma di avviare una gravidanza nel periodo in cui sta utilizzando Betaferon,
deve essere informata sui rischi potenziali e si deve raccomandare di sospendere la terapia
(per i risultati degli studi preclinici, vedi sezione 5.3 “Dati preclinici di sicurezza”).
•
Allattamento
Non è noto se l’interferone beta-1b venga escreto nel latte umano. A causa del rischio
potenziale di reazioni avverse gravi al Betaferon nel lattante, occorre decidere se sospendere
l’allattamento o la somministrazione del farmaco.
4.7
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Non sono stati condotti studi circa gli effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di
macchine.
Eventi avversi a livello del sistema nervoso centrale associati all’uso di Betaferon potrebbero
influenzare, in pazienti sensibili, la capacità di guida e dell’uso di macchinari.
4.8
Effetti indesiderati
a)
All’inizio del trattamento le reazioni avverse sono comuni, ma generalmente queste
diminuiscono con la prosecuzione del trattamento. Le reazioni avverse osservate con
maggiore frequenza comprendono un complesso sintomatologico simil-influenzale
(febbre, brividi, cefalea, mialgia, artralgia, malessere generale o sudorazione), e reazioni
a livello della sede d’iniezione.
b)
Il seguente elenco di effetti indesiderati si basa sui risultati degli studi clinici (Tabella 1,
eventi avversi con valori di frequenza ≥ 10% e le rispettive percentuali inferiori al
placebo; effetti indesiderati associati in maniera significativa < 10%) e
dall’osservazione post-marketing (Tabella 2, valori basati sulle segnalazioni spontanee
di reazioni avverse classificate come molto comuni (≥ 10%), comuni (< 10%- ≥ 1%),
non comuni (< 1% - ≥ 1‰), rare (< 1‰ - ≥ 1/10000) e molto rare (< 1/10000) )
dell’uso di Betaferon. L’esperienza con Betaferon in pazienti con SM è limitata, quindi
gli eventi avversi che si verificano molto raramente possono non essere stati ancora
osservati.
19
Tabella 1 (eventi avversi con valori di frequenza ≥ 10% e le rispettive percentuali inferiori al placebo;
effetti indesiderati associati in maniera significativa < 10%).
Evento avverso
Sclerosi
Multipla
Progressiva
Secondaria
(Studio
Europeo)
Betaferon
250
microgrammi
(Placebo)
n=360 (n=358)
Disturbi del sangue e del sistema linfatico
Linfociti <1500/mm3 °
53% (28%)
3
Conta Neutr.Abs. <1500/mm * °
18% (5%)
3
Globuli bianchi <3000/mm * °
13% (4%)
Linfoadenopatia
3% (1 %)
Sclerosi
Multipla
Progressiva
Secondaria
(Studio Nord
Americano)
Betaferon
250
microgrammi
(Placebo)
n=317(n=308)
Sclerosi
Multipla
RecidivanteRemittente
Betaferon
250
microgrammi
(Placebo)
n=124 (n=123)
88% (68%)
4% (10%)
13% (4%)
11% (5%)
82 % (67 %)
18 % (5 %)
16 % (4) %
14 % (11 %)
14% (5%)
27% (27%)
14% (11%)
4% (1%)
7% (7%)
4% (2%)
5% (3%)
5% (5%)
2% (1%)
21% (18%)
19 % (6 %)
15 % (13 %)
5 % (3 %)
4 % (0 %)
7% (8%)
14% (14 %)
12% (8 %)
24% (31%)
41% (31 %)
6% (5 %)
28% (26%)
26% (25%)
44% (41%)
57% (57%)
10% (11%)
35 % (28 %)
31 % (33 %)
25% (24%)
26 % (24 %)
15 % (13 %)
6% (6%)
12 % (10 %)
6% (8%)
16 % (15 %)
5% (2%)
8 % (2 %)
4% (3 %)
6% (4%)
4% (2 %)
5% (4%)
13% (8%)
9% (8%)
12 % (7 %)
18% (17%)
7 % (2 %)
6 % (6%)
5% (10%)
3% (2 %)
16% (18%)
11% (15%)
8% (6%)
36 % (26 %)
31% (23%)
8 % (2 %)
7% (10 %)
12% (12 %)
13% (13%)
4% (6 %)
21% (19%)
22% (24%)
32% (30%)
10% (12%)
35 % (29 %)
24 % (18 %)
48% (49%)
21 % (19 %)
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
ALT > 5 volte il baseline * °
Glucosio < 55 mg/dL
Proteine Urina > 1+
AST > 5 volte il baseline * °
Edema periferico
Disturbi del sistema nervoso
Vertigini
Insonnia
Depressione
Ipertonia °
Ansia
Disturbi degli occhi
2% (3 %)
Disturbi a carico dell’orecchio e del labirinto
Otalgia
<1% (1 %)
Disturbi cardiaci
Palpitazioni *
2% (3 %)
Congiuntivite
Disturbi vascolari
Emicrania
Vasodilatazione
Ipertensione °
Disturbi dell’apparato respiratorio
Sinusite
Aumento della tosse
Dispnea *
Disturbi gastrointestinali
Diarrea
Costipazione
Nausea
Vomito
20
Evento avverso
Sclerosi
Sclerosi
Multipla
Multipla
Progressiva
Progressiva
Secondaria
Secondaria
(Studio
(Studio Nord
Europeo)
Americano)
Betaferon
Betaferon
250
250
microgrammi microgrammi
(Placebo)
(Placebo)
n=360 (n=358) n=317(n=308)
Disturbi della pelle e del tessuto sottocutaneo
Disturbi della pelle
4% (4%)
19% (17%)
Rash °
20% (12%)
26% (20%)
Sudorazione *
6% (6%)
10% (10%)
Disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico
Mialgia * °
23% (9 %)
19% (29%)
Miastenia
39% (40 %)
57% (60%)
Disturbi renali e del tratto urinario
Ritenzione urinaria
4% (6%)
15% (13%)
Frequenza della minzione
6% (5%)
12% (11%)
Incontinenza urinaria
8% (15%)
20% (19%)
Urgenza di minzione
8% (7%)
21% (17%)
Disturbi dell’apparato riproduttivo e a carico della mammella
Dismenorrea
<1% (<1%)
6% (5%)
Disturbi mestruali *
9% (13%)
10% (8%)
Metrorragie
12% (6%)
10% (10%)
Impotenza
7% (4%)
10% (11%)
Sclerosi
Multipla
RecidivanteRemittente
Betaferon
250
microgrammi
(Placebo)
n=124 (n=123)
6% (8%)
27% (32 %)
23% (11 %)
44% (28 %)
13% (10 %)
3% (5%)
2% (1%)
4% (2 %)
18% (11 %)
17% (8 %)
15% (8 %)
2% (1%)
Disturbi generali e condizioni della sede d’iniezione
Reazione nella sede d’iniezione * °
78% (20 %)
89% (37%)
85% (37 %)
Necrosi nella sede d’iniezione °
5% (0%)
6% (0%)
5% (0%)
Cefalea
47% (41 %)
55% (46%)
84 % (77 %)
Febbre * °
40% (13 %)
29% (24%)
59 % (41 %)
Complesso sintomatologico simil61% (40 %)
43% (33%)
52 % (48 %)
influenzale * °
Dolore
31% (25 %)
59% (59%)
52 % (48 %)
Dolore toracico °
5% (4%)
15% (8%)
15% (15%)
Dolore alla schiena
26% (24%)
31% (32%)
36% (37%)
Astenia*
63% (58 %)
64% (58%)
49 % (35 %)
Infezione
13% (11%)
11% (10%)
14% (13%)
Brividi * °
23% (7 %)
22% (12%)
46 % (19 %)
Dolore addominale °
11% (6 %)
18% (16%)
32 % (24 %)
Malessere *
8% (5 %)
6% (2%)
15 % (3 %)
Ascesso °
4% (2 %)
4% (5%)
1 % (6 %)
Dolore alle estremità
14% (12 %)
0 % (0 %)
* Associato in misura significativa al trattamento con Betaferon per RRMS, p < 0.05
° Associato in misura significativa al trattamento con Betaferon per SPMS, p < 0.05
21
Tabella 2 (valori sulla base sulla segnalazione spontanea di eventi avversi da parte del
farmaco classificati come molto comuni (≥ 10%), comuni (<10% - ≥ 1%), non comuni (< 1%
- ≥ 1‰), rari (< 1‰ - ≥ 1/10.000) e molto rari (< 1/10.000)
Disturbi del sangue e del sistema linfatico
Non comuni
Non comuni
Anemia
Trombocitopenia
Leucopenia
Linfoadenopatia
Ipertiroidismo
Ipotiroidismo
Disfunzione tiroidea
Aumento valori ALT
Aumento valori AST
Aumento valori gamma
GT
Aumento valori
trigliceridi
Ipocalcemia
Iperuricemia
Ipertonia
Depressione
Convulsioni
Confusione
Ansietà
Instabilità emotiva
Depersonalizzazione
Cardiomiopatia
Tachicardia
Palpitazioni
Ipertensione
Broncospasmo
Dispnea
Nausea
Vomito
Pancreatite
Epatite
Alopecia
Orticaria
Prurito
Rash
Alterazione del colorito
cutaneo
Sudorazione
Mialgia
Disturbi endocrini
Rari
Rari
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Non comuni
Rari
Disturbi mestruali
Rari
Molto rari
Non comuni
Disturbi del sistema nervoso
Rari
Disturbi cardiaci
Molto rari
Rari
Disturbi vascolari
Disturbi respiratori
Non comuni
Rari
Disturbi gastrointestinali
Non comuni
Disturbi epatobiliari
Disturbi della pelle e del tessuto sottocutaneo
Rari
Rare
Non comuni
Rari
Disturbi a carico dell’apparato muscoloscheletrico
Disturbi del sistema riproduttivo
22
Molto comuni Complesso sintomatologico
Disturbi generali e condizioni della sede
d’iniezione
simil-influenzale*
Comuni
Rari
Brividi*
Febbre*
Reazioni nella sede
d’iniezione
Infiammazione *
Dolore nella sede
d’iniezione *
Necrosi*
Tentativi di suicidio
Reazioni anafilattiche
Malessere
Dolore toracico
* frequenze basate sugli studi clinici
c)
E’ stato frequentemente osservato un complesso sintomatologico simil-influenzale
(febbre, brividi, cefalea, mialgia, artralgia, malessere generale o sudorazione),
principalmente dovuti agli effetti farmacologici del medicinale.
Dopo somministrazione di Betaferon si sono verificate frequentemente reazioni nella
sede di iniezione. Eritema, gonfiore, alterazioni del colorito della cute, infiammazione,
dolore, ipersensibilità, necrosi e reazioni aspecifiche sono state associate
significativamente al trattamento con 250 microgrammi (8 milioni di UI) di Betaferon.
E’ stata anche segnalata linfoadenopatia. Generalmente la percentuale di incidenza di
queste reazioni nella sede di iniezione diminuiva nel tempo. Si debbono avvertire i
pazienti di consultare il proprio medico prima di continuare il trattamento con Betaferon
qualora notino fissurazioni cutanee che possono essere associate con gonfiore o
fuoriuscita di liquido dalla sede di iniezione (vedi sezione 4.4 “Avvertenze speciali e
opportune precauzioni per l’impiego”).
4.9
Sovradosaggio
L’interferone beta-1b è stato somministrato senza eventi avversi gravi che compromettano le
funzioni vitali a pazienti adulti portatori di neoplasia maligna a dosi individuali fino a 5,500
microgrammi (176 milioni di UI) e.v. tre volte alla settimana.
5.
PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
5.1
Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: interferoni, codice ATC: L03A B
Gli interferoni appartengono alla famiglia delle citochine, che sono proteine di origine
naturale. Gli interferoni hanno un peso molecolare compreso tra 15.000 e 21.000 Dalton.
Sono state identificate tre classi principali di interferoni: alfa, beta e gamma. L’interferone
alfa, l’interferone beta e l’interferone gamma possiedono attività biologiche sovrapponibili,
ma distinte. Le attività dell’interferone beta-1b sono specie-specifiche e, di conseguenza, le
informazioni farmacologiche più pertinenti sull’interferone beta-1b derivano da studi su
cellule umane in coltura o da studi in vivo nell’uomo.
23
E’ stato dimostrato che l’interferone beta-1b possiede proprietà sia antivirali sia
immunomodulanti. I meccanismi mediante i quali l’interferone beta-1b esercita i suoi effetti
nella sclerosi multipla non sono ancora chiaramente definiti. Comunque, è noto che le
proprietà dell’interferone beta-1b di modificare la risposta biologica sono mediate dalla sua
interazione con recettori cellulari specifici localizzati sulla superficie delle cellule umane. Il
legame dell’interferone beta-1b con questi recettori induce l’espressione di una serie di
prodotti genici, che si ritiene siano i mediatori delle attività biologiche dell’interferone beta1b. Un certo numero di questi prodotti è stato determinato nelle frazioni sierica e cellulare del
sangue prelevato da pazienti trattati con l’interferone beta-1b. L’interferone beta-1b da un lato
riduce l’affinità di legame, dall’altro incrementa l’internalizzazione e la degradazione dei
recettori per l’interferone gamma. L’interferone beta-1b inoltre potenzia l’attività soppressiva
delle cellule mononucleate del sangue periferico.
Non sono stati effettuati studi specifici riguardo all’influenza di Betaferon sui sistemi
cardiovascolare e respiratorio e sulla funzionalità degli organi endocrini.
E’ stato condotto uno studio clinico controllato sull’uso di Betaferon in pazienti con sclerosi
multipla recidivante remittente e autonomia deambulatoria ( EDSS basale da 0 a 5,5). I
pazienti trattati con Betaferon hanno presentato una riduzione della frequenza (30%) e della
gravità delle recidive cliniche nonché del numero di ricoveri legati alla malattia. Inoltre vi era
un prolungamento dell’intervallo libero da recidive. Non vi è alcuna prova di un effetto del
Betaferon sulla durata delle esacerbazioni o sui sintomi presenti nell’intervallo tra le
esacerbazioni e non è stato osservato alcun effetto sulla progressione della malattia nella
sclerosi multipla recidivante-remittente.
Sono stati condotti due studi clinici controllati con Betaferon su 1657 pazienti con sclerosi
multipla secondaria progressiva (EDSS basale da 3 a 6,5, ovvero pazienti con autonomia
deambulatoria). I pazienti con una forma leggera della malattia e pazienti incapaci di
camminare non sono stati esaminati. I due studi hanno dimostrato risultati incoerenti per
quanto riguarda il tempo finale intercorrente ad una progressione confermata, a
rappresentazione di un ritardo della progressione della disabilità.
Uno di questi due studi ha dimostrato per i pazienti trattati con Betaferon un ritardo
statisticamente significativo nel tempo della progressione della disabilità (Hazard Ratio =
0,69, CI 95% (0,55, 0,86), p= 0,0010 corrispondente ad una diminuzione del rischio pari al
31% attribuibile a Betaferon) e nel tempo necessario a divenire dipendenti dalla sedia a rotelle
(Hazard Ratio = 0,61, CI 95% (0,44, 0,85), p= 0,0036 corrispondente ad una diminuzione del
rischio pari al 39% attribuibile a Betaferon). Tale effetto è continuato durante il periodo di
osservazione fino a 33 mesi. L’effetto del trattamento è stato riscontrato nei pazienti a tutti i
livelli di disabilità monitorati e indipendentemente dall’attività delle recidive.
Nel secondo studio con Betaferon in pazienti con sclerosi multipla secondaria progressiva non
è stato osservato alcun ritardo nel tempo di progressione della disabilità. Esiste prova che i
pazienti compresi in tale studio presentavano una malattia complessivamente meno attiva
rispetto ai pazienti dell’altro studio sulla sclerosi multipla secondaria progressiva.
In meta-analisi retrospettive che comprendevano i dati di entrambi gli studi, è stato osservato
un effetto complessivo del trattamento che era statisticamente significativo (p=0,0076; 8 MIU
Betaferon contro tutti i pazienti trattati con placebo).
24
Delle analisi retrospettive per sottogruppi hanno evidenziato che un effetto del trattamento
sulla progressione della disabilità è più probabile nei soggetti che presentano la malattia in
forma attiva prima di intraprendere il trattamento (Hazard Ratio 0,72, CI 95% (0,59, 0,88),
p=0,0011) corrispondente ad una riduzione del rischio pari al 28% attribuibile a Betaferon nei
pazienti con recidive o con una progressione EDSS pronunciata, (MIU Betaferon contro tutti i
pazienti trattati con placebo). Da tali analisi retrospettive per sottogruppi non è risultata
alcuna evidenza che suggerisse che le recidive, così come una progressione EDSS
pronunciata (EDSS >1 punto o > 0,5 punto per EDSS >=6 nei due anni precedenti) possano
aiutare ad identificare i pazienti con la malattia in forma attiva.
In entrambi gli studi, i pazienti affetti da sclerosi multipla secondaria progressiva trattati con
Betaferon hanno presentato una riduzione della frequenza (30%) delle recidive cliniche. Non
vi è prova di un possibile effetto di Betaferon sulla durata delle esacerbazioni.
In tutti gli studi sulla sclerosi multipla, Betaferon è risultato efficace nel ridurre l’attività della
malattia (infiammazione acuta a livello del sistema nervoso centrale e alterazioni permanenti
dei tessuti) secondo quanto osservato da imaging con risonanza magnetica. Il rapporto fra
l’attività della malattia nella sclerosi multipla misurata da imaging con risonanza magnetica e
l’esito clinico non è ancora del tutto chiaro.
5.2
Proprietà farmacocinetiche
I livelli sierici di Betaferon sono stati rilevati in pazienti e volontari per mezzo di un saggio
biologico non completamente specifico. Tra 1 e 8 ore dopo iniezione sottocutanea di 500
microgrammi (16,0 milioni di UI) di interferone beta-1b sono stati osservati livelli sierici
massimi di circa 40 UI/ml. Da vari studi è stato possibile stimare che le velocità medie di
“clearance” e le emivite delle fasi di eliminazione dal siero erano al massimo 30 ml·min-1·kg-1
e 5 ore, rispettivamente. L’iniezione del farmaco somministrato a giorni alterni non determina
un incremento dei livelli sierici e la farmacocinetica non sembra variare durante la terapia.
La biodisponibilità assoluta dell’interferone beta-1b somministrato sottocute era
approssimativamente del 50%.
5.3
Dati preclinici di sicurezza
Non sono stati condotti studi di tossicità acuta. Poiché i roditori non reagiscono all’interferone
beta umano, studi con dosi ripetute sono stati effettuati su scimmie Rhesus. Sono stati
osservati ipertermia transitoria, un innalzamento significativo dei linfociti ed un decremento
significativo delle piastrine e dei neutrofili segmentati. Non sono stati condotti studi a lungo
termine. Studi sulla riproduzione nelle scimmie Rhesus hanno evidenziato tossicità materna e
fetale, che ha dato luogo a mortalità prenatale. Non si sono riscontrate malformazioni negli
animali sopravvissuti. Non sono state condotte sperimentazioni sulla fertilità. Non si è
osservata alcuna influenza sul ciclo dell’estro nella scimmia. L’esperienza con altri interferoni
indica un potenziale di compromissione della fertilità maschile e femminile.
In uno studio singolo di genotossicità (test di Ames) non è stato osservato alcun effetto
mutageno. Studi di carcinogenesi non sono stati condotti. Un test di trasformazione cellulare
in vitro non ha fornito indicazione di potenziale tumorigeno. Gli studi di tollerabilità locale
dopo somministrazione sottocutanea sono stati negativi. Comunque, negli studi clinici sono
state osservate reazioni locali dopo uso di Betaferon.
25
6.
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
6.1
Elenco degli eccipienti
Albumina umana
Mannitolo
Solvente: soluzione di cloruro di sodio (0,54% p/v)
6.2
Incompatibilità
Questo medicinale non deve essere miscelato con altri medicinale fatta eccezione per il
solvente fornito di cui alla sezione 6.6 “Istruzioni per l’impiego e la manipolazione < e per lo
smaltimento>”.
6.3
Periodo di validità
24 mesi a 2-8°C. Dopo la ricostituzione, si raccomando l’uso immediato. Tuttavia, è stata
dimostrata la stabilità chimica e fisica del prodotto in uso per un tempo di 3 ore alla
temperatura di 2-8 °C
6.4
Speciali precauzioni per la conservazione
Conservare a 2-8 °C (in frigorifero)prima e dopo ricostituzione. Non congelare.
6.5
Natura e contenuto del contenitore
Polvere per soluzione iniettabile in un flaconcino da 3 ml (vetro tipo I) con tappo in gomma
butilica (tipo I) e sigillo in alluminio e solvente in una siringa pre-riempita da 1,2 ml (vetro
tipo I)
Confezione contenente 5, oppure 15, flaconcini di polvere e 5, oppure 15, siringhe preriempite di solvente
6.6
Istruzioni per l’impiego, la manipolazione <e per lo smaltimento>
Per ricostituire il liofilizzato di interferone beta-1b per l’iniezione, usare la siringa preriempita e un ago per iniettare 1,2 ml del solvente (cloruro di sodio in soluzione allo 0,54%
p/v) nel flaconcino di Betaferon. Disciogliere la polvere completamente senza agitare.
Controllare visivamente il prodotto ricostituito prima dell’uso. Il prodotto ricostituito è
incolore fino a colore giallo chiaro e da leggermente opalescente a opalescente. Scartare il
prodotto se contiene particelle in sospensione o se è di colore alterato.
7.
TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
Schering AG
D-13342 Berlino
Germania
8.
NUMERI DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
26
EU/1/95/003/003
EU/1/95/003/004
9.
DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO
DELL’AUTORIZZAZIONE
30.11.1995
26.11.1996
03.04.2001
10.
DATA DI REVISIONE DEL TESTO
27
ALLEGATO III
ETICHETTATURA E FOGLIO ILLUSTRATIVO
28
B. FOGLIO ILLUSTRATIVO
29
FOGLIO ILLUSTRATIVO
Legga attentamente questo foglio prima di iniziare a usare il medicinale.
Conservi questo foglio. Potrebbe aver bisogno di leggerlo di nuovo.
Se ha dei dubbi, si rivolga al suo medico o al suo farmacista.
Questo medicinale è stato prescritto per lei personalmente. Non lo dia mai ad altri:
infatti per altri individui questo medicinale potrebbe essere pericoloso, anche se i loro
sintomi sono uguali ai suoi.
Contenuto di questo foglio:
1. Che cos'è Betaferon e a che cosa serve
2. Prima di usare Betaferon
3. Come usare Betaferon
4. Possibili effetti indesiderati
5. Come conservare Betaferon
6. Altre informazioni
IL NOME DEL SUO MEDICINALE È
Betaferon 250 microgrammi/ml, polvere e solvente per soluzione iniettabile
Il principio attivo è:
Interferone beta-1b, 250 microgrammi/per 1 ml di soluzione dopo ricostituzione.
Gli eccipienti sono:
Nella polvere: albumina umana, mannitolo.
Nel solvente: soluzione di cloruro di sodio
IL PRODUTTORE DI BETAFERON È
Schering AG
D-13342 Berlino
Germania
1.
CHE COS'È BETAFERON E A CHE COSA SERVE
Betaferon è una polvere di colore da bianco a biancastro e contiene 250 microgrammi (8
milioni di UI) di Interferone beta-1 b per millilitro di soluzione dopo ricostituzione. Ogni
confezione di Betaferon contiene 5 o 15 flaconcini di Interferone beta-1b e 5 o 15 flaconcini
di soluzione di cloruro di sodio (0,54% p/v). Betaferon appartiene alla categoria
farmacoterapeutica degli interferoni, che sono proteine esistenti in natura.
Betaferon è indicato per il trattamento di pazienti con autonomia deambulatoria (che sono in
grado di camminare da soli), affetti da sclerosi multipla recidivante-remittente caratterizzata
da almeno due episodi di disfunzione neurologica nell’arco di due anni, seguiti da recupero
completo o parziale. In questa popolazione di pazienti Betaferon ha mostrato di ridurre la
frequenza e la gravità delle recidive cliniche, di ridurre il numero di ospedalizzazioni legate
alla sclerosi multipla e di prolungare il periodo libero da recidive.
30
Betaferon è anche indicati nei pazienti affetti da sclerosi multipla secondaria progressiva in
forma attiva caratterizzata da recidive. In tale popolazione di pazienti Betaferon è utilizzato
per rallentare la progressione della disabilità e per ridurre la frequenza delle recidive.
2.
PRIMA DI USARE BETAFERON
La terapia con Betaferon va iniziata sotto la supervisione di un medico esperto nel trattamento della
malattia.
L’uso di Betaferon non è raccomandato in presenza della cosiddetta sclerosi multipla
recidivante-remittente e nel caso che si siano verificati meno di due attacchi di sclerosi
multipla nei due anni precedenti . Se lei soffre della cosiddetta “sclerosi multipla secondaria
progressiva”, lei non deve usare Betaferon se non ha presentato attività della malattia nei due
anni precedenti (in caso di dubbi, rivolgersi al medico)
Non si deve usare Betaferon
in caso di allergia (ipersensibilità) verso l’Interferone beta-1b o a uno qualsiasi dei suoi
eccipienti.
in pazienti di età inferiore a 18 anni in quanto Betaferon non è stato studiato in tale
categoria di pazienti
in pazienti che hanno sofferto in passato di convulsioni o depressione e/o ha manifestato
propositi suicidi, in caso di insufficienza epatica o di epilessia non trattata
adeguatamente
Fare attenzione soprattutto:
-
-
-
-
-
Se si manifesta una reazione seria di ipersensibilità (possibili sintomi: prurito
generalizzato, gonfiore del viso, della lingua o grave mancanza d’aria) è necessario
contattare immediatamente il proprio medico, in quanto tali reazioni possono risultare
fatali. In tali casi il trattamento con Betaferon deve essere interrotto.
Se si manifestano depressione e propositi suicidi, è necessario contattare
immediatamente il proprio medico. Tali sintomi sono stati segnalati da alcuni pazienti.
In casi rari, questo può portare a un tentativo di suicidio.
Chi in passato ha avuto convulsioni o depressione, oppure soffre di disturbi cardiaci
preesistenti, deve usare cautela nell’impiego di Betaferon. Cautela deve essere usata
anche quando vengano assunti medicinali antiepilettici.
Betaferon deve inoltre essere impiegato con cautela in caso di disturbi del midollo
osseo, di anemia o di basso numero di piastrine.
Se il numero dei globuli bianchi diminuisce, il medico deve controllare attentamente il
possibile sviluppo di febbre o di infezioni. Si può avere riduzione delle piastrine (che
favoriscono la coagulazione del sangue) ed è stato riscontrato un numero estremamente
basso di piastrine nel sangue.
Il medico richiederà di norma l’esecuzione di esami del sangue (conta ematica
completa, conta leucocitaria differenziale e determinazione nel sangue degli enzimi
epatici noti come AST, ALT e γ-GT) prima di cominciare il trattamento con Betaferon e
ad intervalli regolari in corso di terapia.
Nel caso che siano noti aumenti di certi grassi del sangue (trigliceridi) o nel caso che in
passato il paziente abbia sofferto di pancreatite, è necessario informare il proprio
medico curante. In rari casi è stata osservata pancreatite durante l’uso di Betaferon,
spesso associata a ipertrigliceridemia.
In caso di problemi renali, la funzione renale deve essere tenuta sotto osservazione
durante il trattamento. Non ci sono dati su pazienti con ridotta funzionalità renale.
31
-
Non è noto se Betaferon abbia un effetto negativo sulla fertilità umana ma, in base
all’esperienza con altri interferoni, non può essere esclusa una diminuzione della
fertilità maschile o femminile.
In corso di trattamento con Betaferon l’organismo potrebbe produrre sostanze che
potrebbero ridurre l’efficacia del trattamento stesso. Si parla in questo caso di attività
neutralizzante, che però si presenta solo in alcuni pazienti. Comunque, non è possibile
prevedere se un paziente appartenga o meno a questo gruppo in cui l’efficacia è ridotta.
Nella sede di iniezione si riscontrano frequentemente reazioni quali arrossamento,
gonfiore, alterazioni del colorito cutaneo, infiammazione, dolore, ipersensibilità, e
reazioni non specifiche. Lesione della cute e distruzione del tessuto (necrosi) di solito si
verificano meno frequentemente col passare del tempo.
Le lesioni distruenti della pelle e dei tessuti in sede d’iniezione (necrosi) (vedi la
sezione “Possibili effetti indesiderati”) possono essere estese e possono interessare lo
strato muscolare così come lo strato adiposo e può causare quindi la formazione di
cicatrici. Occasionalmente è necessario lo sbrigliamento (rimozione di materiale
estraneo) e, meno frequentemente, un innesto cutaneo e la guarigione può richiedere
fino a 6 mesi.
In caso di lesioni multiple Betaferon deve essere interrotto fino a guarigione avvenuta. I
pazienti con lesioni singole possono continuare il trattamento con Betaferon a
condizione che la necrosi non sia troppo estesa, poiché alcuni pazienti hanno riscontrato
la guarigione delle lesioni cutanee necrotiche mentre erano ancora in trattamento con
Betaferon.
Per ridurre al minimo il rischio di necrosi nella sede di iniezione è necessario:
adottare tecniche di iniezione in asepsi
alternare le sedi di iniezione ad ogni somministrazione
Le procedure di autoiniezione devono essere riverificate periodicamente dal medico
specialmente nel caso in cui si siano verificate reazioni in sede di iniezione.
Se si osservassero sintomi come irregolarità delle pulsazioni cardiache o ritenzione di
liquidi (gonfiori) nelle zone inferiori del corpo (ad es. caviglie o gambe) o respiro corto,
è necessario informarne immediatamente il medico. Nel corso di trattamento con
Betaferon è stata riscontrata in rari casi una malattia del muscolo cardiaco
(cardiomiopatia).
Se si pensa di essere affetti da una disfunzione del sistema immunitario in cui vengono
riscontrate nel sangue proteine anomale (gammopatia monoclonale) è necessario
parlarne con il medico prima di iniziare il trattamento con Betaferon. I pazienti che
presentano quella rara forma nota come gammopatia monoclonale possono sviluppare
dei problemi a carico dei vasi minori (capillari) con possibilità di shock (collasso) ad
esito fatale se essi utilizzano medicinali come il Betaferon. Vedi anche “Possibili effetti
indesiderati”.
Uso di Betaferon con cibi e bevande:
Betaferon va iniettato per via sottocutanea. Non sono previste influenze da parte di cibi e
bevande.
Gravidanza
Betaferon non deve essere usato in gravidanza o nel caso si intenda avviare una gravidanza. In
quest’ultimo caso, è opportuno parlare prima col proprio medico. Le donne in età fertile
devono adottare idonee misure contraccettive nel periodo in cui assumono Betaferon.
Nell’evenienza di una gravidanza si deve interrompere il trattamento e contattare
immediatamente il medico.
32
Allattamento
Non è noto se l’interferone beta-1b venga escreto nel latte umano. Tuttavia, poiché sono
teoricamente possibili reazioni avverse gravi all’interferone beta-1b nei bambini allattati al
seno, è opportuno parlare col proprio medico per decidere se interrompere l’allattamento o la
terapia con Betaferon.
Guida di veicoli e utilizzo di macchinari:
Non sono stati condotti studi circa gli effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di
macchinari. Tuttavia, eventi avversi a livello del sistema nervoso centrale associati all’uso di
Betaferon potrebbero influenzare, in pazienti sensibili, la capacità di guida di veicoli e
dell’uso di macchinari.
Informazioni importanti su alcuni eccipienti di Betaferon:
Gli eccipienti di Betaferon comprendono modeste quantità di mannitolo (uno zucchero
naturale) e albumina umana (una proteina). In caso di ipersensibilità nota all’albumina umana
o si se ne diviene ipersensibile, non si deve usare Betaferon.
Uso di altri medicinali:
Si deve informare il medico o il farmacista se si stanno assumendo o se si sono assunte
recentemente altri medicinali, anche non prescritti.
Betaferon non deve essere usato contemporaneamente a sostanze che modificano la risposta
immunitaria, ad eccezione dei corticosteroidi o dell’ACTH.
Deve essere usata prudenza nell’impiego di interferone beta-1b insieme con altri medicinali
che per il loro metabolismo si avvalgono di un particolare sistema di enzimi epatici (noto
come sistema del citocromo P450). Tra questi medicinali sono inclusi alcuni antipiretici
(medicinali contro la febbre ed il dolore) ampiamente usati e gli antiepilettici.
3.
COME USARE BETAFERON
Prima della somministrazione, va preparata la soluzione di Betaferon da iniettare utilizzando
un flaconcino contenente Betaferon e 1,2 ml di liquido da un flaconcino di solvente. Tutto
questo può essere fatto dal medico, o da un suo assistente, oppure dal paziente stesso, dopo
che sia stato scrupolosamente e sufficientemente istruito e addestrato. Come ausilio per
l’autosomministrazione sottocutanea di Betaferon (sotto la pelle) questo foglio illustrativo
contiene istruzioni dettagliate per l’autoiniezione, che spiegano anche come preparare la
soluzione di Betaferon da iniettare (vedere “Appendice: Istruzioni per l’autoiniezione”.
Usare Betaferon esattamente secondo le istruzioni del medico. In caso di dubbi, è necessario
rivolgersi al medico o al farmacista.
Betaferon deve essere somministrato secondo il seguente dosaggio:
A giorni alterni, iniettare sotto la pelle (per via sottocutanea) 1,0 ml della soluzione di
Betaferon preparata secondo quanto descritto sopra. Tale dosaggio corrisponde a 250
microgrammi (8 milioni di UI).
33
Se si ha l’impressione che l’effetto di Betaferon sia troppo forte o troppo debole, è necessario
consultare il medico o il farmacista.
Le sedi di iniezione devono essere alternate regolarmente. Vedi anche “Fare attenzione
soprattutto” e seguire le istruzioni relative a “Alternare le sedi d’iniezione” e “Istruzioni per
l’autoiniezione”.
Attualmente non è noto quanto a lungo debba durare il trattamento con Betaferon. L’efficacia
di un trattamento protratto per più di due anni nella sclerosi multipla recidivante-remittente
non è stata ancora sufficientemente dimostrata. Nella sclerosi multipla secondaria progressiva
l’efficacia per un periodo di due anni, con un numero limitato di dati per un periodo che
raggiunge i 3 anni di trattamento, è stata dimostrata nell’ambito di studi clinici controllati. La
durata del trattamento deve essere decisa dal medico.
Se si usa più Betaferon di quanto si deve:
La somministrazione di una dose di Betaferon di molte volte superiore a quella consigliata per
il trattamento della sclerosi multipla non ha provocato situazioni pericolose per la vita.
Comunque, nel caso di sovradosaggio accidentale si consulti il medico che ha prescritto il
Betaferon. Il medico deve essere consultato anche se, per errore, l’iniezione è stata fatta
troppo di frequente (ad es. un’iniezione ogni 24 ore invece che ogni 48 ore).
Se si dimentica di prendere Betaferon:
Nel caso si dimentichi di fare l’iniezione al momento giusto, bisogna farla appena ci si
ricorda. L’iniezione successiva andrà fatta 48 ore più tardi.
Non si deve prendere una dose doppia per compensare eventuali dimenticanze.
Effetti quando si interrompe il trattamento con Betaferon:
Non si prevedono sintomi acuti da sospensione del medicinale nel casso di dimenticanza di
iniettare Betaferon o se se ne sospende l’uso.
4.
POSSIBILI EFFETTI INDESIDERATI
Come tutti i medicinali, Betaferon può avere effetti indesiderati.
a)
All’inizio del trattamento le reazioni avverse sono comuni, ma generalmente queste
diminuiscono con la prosecuzione del trattamento. Le reazioni avverse osservate con
maggiore frequenza comprendono un complesso sintomatologico simil-influenzale
(febbre, brividi, cefalea, mialgia, artralgia, malessere generale o sudorazione), e reazioni
a livello della sede d’iniezione.
b)
Il seguente elenco di effetti indesiderati si basa sui risultati degli studi clinici (Tabella 1)
e dall’osservazione post marketing degli effetti avversi del prodotto (Tabella 2, valori
classificati come molto comuni (≥ 10%), comuni (<10%- ≥ 1%), non comuni (< 1% - ≥
1‰), rari (< 1‰ - ≥ 1/10000) e molto rari (< 1/10000). In generale le frequenze degli
effetti avversi ricavate dagli studi clinici risultano più elevate di quanto osservato per il
34
prodotto in commercio. Questa osservazione si può spiegare con il fatto che i pazienti
inclusi negli studi clinici vengono interrogati direttamente sugli effetti indesiderati,
mentre i dati relativi al prodotto commercializzato si riferiscono principalmente a
segnalazioni spontanee.
L’esperienza con Betaferon in pazienti con sclerosi multipla è limitata, quindi quegli eventi
avversi che si verificano molto raramente possono non essere stati ancora osservati.
Tabella 1(effetti indesiderati che negli studi clinici con Betaferon si sono verificati molto
comunemente (in percentuale > 10%) ed in percentuale maggiore rispetto a quanto osservato
con placebo. La tabella comprende anche gli effetti indesiderati osservati in misura minore
del 10% dei casi ma che sono statisticamente significativi.
Disturbi del sangue e del sistema linfatico
Diminuzione dei leucociti, ingrossamento delle ghiandole linfatiche
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Può risultare interessata l’attività del fegato che viene evidenziata da aumenti dei
livelli nel sangue dei suoi enzimi, da un aumento della glicemia e dalla presenza di
proteine nell’ urina, dall’accumulo di liquidi nel braccio, nella gamba o nel viso.
Disturbi del sistema nervoso
Vertigini, insonnia, depressione, rigidità muscolare, ansietà
Disturbi a carico dell’occhio
Congiuntivite
Disturbi a carico dell’orecchio
Dolore dell'orecchio
Disturbi a carico del cuore
Palpitazioni
Disturbi vascolari
Emicrania, vasodilatazione, aumento della pressione arteriosa
Disturbi a carico dell’apparato respiratorio
Sinusite, affanno, aumento della tosse
Disturbi digestivi
Diarrea, costipazione, nausea, vomito
Disturbi della pelle e del tessuto sottocutaneo
Disturbi della pelle, rash, sudorazione
Disturbi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico
Mialgia, debolezza muscolare
Disturbi a carico del rene e dell’apparato urinario
Ritenzione urinaria, aumento della frequenza della minzione, incontinenza urinaria,
urgenza di minzione
35
Disturbi a carico dell’apparato riproduttivo
Dismenorrea, irregolarità mestruale, abbondante emorragia uterina specialmente
durante l’intervallo fra cicli successivi, impotenza
Disturbi generali e condizioni della sede d’iniezione
Reazioni nella sede d’iniezione (arrossamento, gonfiore, alterazione del colorito
cutaneo, infiammazione, dolore, ipersensibilità, vedi “ Fare attenzione
soprattutto”), rotture della pelle e distruzione dei tessuti (necrosi) nella sede
d’iniezione (vedi “ Fare attenzione soprattutto”), cefalea, febbre, sintomatologia
simil-influenzale, dolore, dolore toracico, dolore alla schiena, mancanza/perdita di
forza, infezione, brividi, dolore addominale, malessere, ascesso, dolore alle
estremità
Tabella 2: segnalazione di effetti indesiderati relative al prodotto commerciale e classificati
come
molto comuni (≥ 10%), comuni (<10% - ≥ 1%), non comuni (< 1% - ≥ 1‰), rari (< 1‰ ≥ 1/10.000) e molto rari (< 1/10.000)
Disturbi del sangue e del sistema linfatico
non comuni
possibile diminuzione dei leucociti,degli eritrociti e delle piastrine (che
favoriscono la coagulazione del sangue)
rari
ingrossamento delle ghiandole linfatiche
Disturbi endocrini
rari
la tiroide non funziona correttamente (viene prodotto ormone in quantità
troppo elevata o troppo bassa)
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
non comuni
può risultare interessata l’attività del fegato che viene evidenziata da
aumenti dei livelli nel sangue dei suoi enzimi
rari
molto rari
possibile aumento di uno specifico enzima epatico (gamma GT)
possibile aumento di una frazione di grassi nel sangue (trigliceridi) (vedi
“Fare attenzione soprattutto”)
bassi valori di calcio e elevati valori di acido urico nel sangue
Disturbi del sistema nervoso
non comuni
rigidità muscolare, depressione (vedi “Fare attenzione soprattutto”),
rari
convulsioni, confusione ansietà, instabilità emotiva
molto rari
depersonalizzazione (perdita dell’identità o della realtà)
Disturbi a carico del cuore
rari
disturbi a carico del muscolo cardiaco (cardiomiopatia , vedi “Fare
attenzione soprattutto”), aumento della frequenza cardiaca, palpitazioni
Disturbi vascolari
non comuni
ipertensione
Disturbi a carico dell’apparato respiratorio
rari
broncospasmo, affanno
36
Disturbi digestivi
non comuni
nausea, vomito
rari
pancreatite (vedi “Fare attenzione soprattutto”)
Disturbi a carico del fegato
rari
epatite
Disturbi della pelle e del tessuto sottocutaneo
non comuni
perdita di capelli, chiazze di pelle o mucose edematose sollevate e
generalmente pruriginose (orticaria), prurito, rash
rari
alterazione del colorito della pelle, sudorazione
Disturbi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico
non comuni
mialgia
Disturbi a carico dell’apparato riproduttivo
rari
disturbi mestruali
Disturbi generali e condizioni della sede d’iniezione
molto comuni*
sintomatologia simil-influenzale, brividi, febbre, reazioni nella sede
d’iniezione (vedi “Fare attenzione soprattutto”), infiammazione, dolore
nella sede d’iniezione
comuni*
rotture della pelle e distruzione dei tessuti (necrosi) nella sede d’iniezione
(vedi “Fare attenzione soprattutto”)
rari
tentativi di suicidio (vedi “Fare attenzione soprattutto ”), reazioni di
ipersensibilità serie (consultare immediatamente un medico per gli
interventi necessari e vedi anche “Fare attenzione soprattutto”),
malessere, dolore toracico.
* frequenze basate su studi clinici
c)
E’ stato frequentemente osservato un complesso sintomatologico simil-influenzale
(febbre, brividi, cefalea, mialgia, artralgia, malessere generale o sudorazione). La
frequenza di tali sintomi diminuiva nel tempo.
Nella sede di iniezione si riscontrano frequentemente reazioni quali arrossamento,
gonfiore, alterazioni del colorito cutaneo, infiammazione, dolore, ipersensibilità e
reazioni non specifiche (vedi “Fare attenzione soprattutto”). Con minore frequenza sono
state descritte rottura della pelle e la distruzione dei tessuti (necrosi). E’ stato anche
segnalato un ingrossamento dei ghiandole linfatiche. Tali reazioni nella sede d’iniezione
di solito si verificano meno frequentemente col passare del tempo.
Se si notano effetti indesiderati diversi da quelli descritti nel presente foglio, è necessario
informare il medico o il farmacista.
5.
COME CONSERVARE BETAFERON
Prima della ricostituzione (cioè prima della preparazione della soluzione da iniettare),
conservarlo in frigorifero a temperature comprese fra i 2 e gli 8°C (non nel congelatore o
nello scomparto del ghiaccio).
37
Se, dopo la ricostituzione, non si può fare subito l’iniezione, la soluzione ricostituita può
essere conservata in frigorifero (non nel congelatore o nello scomparto del ghiaccio) per un
massimo di 3 ore.
Tenere fuori dalla portata e dalla vista dei bambini.
Non utilizzare dopo la data di scadenza riportata sulla confezione.
Non usare Betaferon se prima dell’uso si nota materiale particellare o alterazione del colore.
38
39
6.
ALTRE INFORMAZIONI
Per ulteriori informazioni sul prodotto, si prega di contattare il rappresentate locale del titolare
dell’autorizzazione all’immissione in commercio.
40
België/Belgique/Belgien
Ísland
Thorarensen Lyf ehf
Vatnagörðum 18
IS-104 Reykjavík
N.V. Schering S.A.
J.E. Mommaertslaan 14
B-1831 Diegem
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Danmark
Luxembourg/Luxemburg
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DK-2620 Albertslund
Tel. 43 29 09 99
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France
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F-59390 Lys-Lez-Lannoy
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Suomi/Finland
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Sverige
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Questo foglio è stato approvato l'ultima volta il
41
Appendice: ISTRUZIONI PER L’AUTOINIEZIONE
Le istruzioni che seguono hanno lo scopo di spiegare come preparare Betaferon per la
somministrazione e come procedere per iniettarsi il prodotto. Si prega di leggere le istruzioni
con attenzione e di seguirle passo a passo. Il medico, o un suo assistente, forniranno istruzioni
e assistenza per apprendere questa procedura e la tecnica dell’autosomministrazione. Non
tentare l’autosomministrazione finché non si è sicuri di aver compreso quanto è necessario
fare per preparare la soluzione iniettiva e autosomministrarla.
Le istruzioni comprendono i seguenti punti principali:
A
B
C
D
E
Predisporre tutto per l’autoiniezione.
Aspirare il solvente (soluzione di cloruro di sodio) nella siringa.
Iniettare la quantità di solvente richiesta (1,2 ml) nel flaconcino di Betaferon.
Aspirare la quantità richiesta di soluzione da iniettare (1,0 ml) nella siringa.
Scegliere e preparare la sede per l’iniezione e iniettare la soluzione di Betaferon (1,0
ml) per via sottocutanea (sotto la pelle).
A.
Predisporre tutto per l’autoiniezione
1.
Predisporre tutto il necessario prima di procedere.
Si avrà bisogno di:
•
•
•
•
•
•
•
•
flaconcino di solvente (cloruro di sodio allo 0,54%) per il Betaferon
flaconcino di Betaferon
siringa da 2 ml
ago n. 21
ago n. 27
batuffoli imbevuti di alcool
tamponi (batuffoli di ovatta o garza)
cestello getta-rifiuti (contenitore per siringhe ed aghi usati)
2.
3.
4.
Lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone.
Togliere il coperchio protettivo da entrambi i flaconcini.
Utilizzare i batuffoli imbevuti di alcool per pulire il tappo dei flaconcini; usare batuffoli
diversi per i due flaconcini, passandoli in una sola direzione.
N.B.: Lasciare il batuffolo imbevuto di alcool sopra ciascun flaconcino fino al momento
dell’uso.
B.
Aspirare il solvente (soluzione di cloruro di sodio) nella siringa.
Per sciogliere la polvere bianca che è contenuta nel flaconcino di Betaferon, deve essere usato
solo il flaconcino di solvente (liquido) che si trova nella confezione del farmaco prescritto.
1.
Tenendo le mani su una superficie stabile, estrarre la siringa dal suo involucro. Non
toccare la punta (il raccordo) della siringa.
2.
Estrarre l’ago n. 21 dall’involucro e posizionarlo fermamente sul raccordo della siringa.
Togliere il cappuccio protettivo dall’ago. Non toccare l’ago.
3.
Tirare indietro lo stantuffo fino al segno corrispondente a 1,2 ml.
N.B.: Leggere l’etichetta posta sui flaconcini, individuare il flaconcino con il solvente e
gettare via il batuffolo imbevuto di alcool che vi si trova sopra.
42
4.
Mantenendo il flaconcino di solvente su una superficie stabile, inserire lentamente l’ago
attraverso il tappo di gomma, appena all’interno del flaconcino.
N.B.: Nell’inserire ed estrarre gli aghi dai flaconcini, assicurarsi di non toccare gli aghi stessi
o i tappi di gomma dei flaconcini con le mani.
Se si tocca inavvertitamente un tappo, pulirlo con un nuovo batuffolo imbevuto di
alcool.
Se si tocca un ago o il raccordo di una siringa, gettarli via nel cestello getta-rifiuti e
ricominciare con ago o siringa nuovi.
Se l’ago viene a contatto con una qualsiasi superficie, gettarlo via nel cestello gettarifiuti e ricominciare con uno nuovo.
5.
Spingere lo stantuffo completamente per far uscire aria all’interno del flaconcino
(lasciare l’ago nel flaconcino del solvente).
6.
Capovolgere sottosopra il flaconcino col solvente.
N.B. Mantenere la punta dell’ago nel liquido.
7.
Appoggiando le mani su una superficie stabile, tenere il flaconcino e la siringa in una
mano e, con l’altra mano, ritrarre lo stantuffo della siringa fino al segno corrispondente
a 1,2 ml (per aspirare esattamente questa quantità di liquido).
8.
Tenendo ancora il flaconcino rovesciato, dare dei leggeri colpetti alla siringa per far
risalire eventuali bolle d’aria fino all’estremità superiore del cilindro della siringa.
9.
Con attenzione spingere lo stantuffo per far uscire SOLO L’ARIA attraverso l’ago.
Assicurarsi che la siringa contenga 1,2 ml di solvente.
10. Estrarre siringa ed ago, senza separarli dal flaconcino di solvente.
C.
Iniettare la quantità di solvente richiesta (1,2 ml) nel flaconcino di Betaferon.
N.B.: Prendere il flaconcino di Betaferon e gettare via il batuffolo imbevuto di alcool
lasciatovi sopra.
1.
Tenendo il flaconcino di Betaferon su una superficie stabile, inserire lentamente l’ago
della siringa (che contiene 1,2 ml di liquido) del tutto attraverso il tappo del flaconcino.
2.
Spingere lentamente lo stantuffo, dirigendo l’ago verso la parete del flaconcino per far
sì che il liquido scenda lungo la parete interna (iniettare il solvente direttamente sulla
polvere causerebbe formazione di schiuma eccessiva).
3.
Assicurarsi che l’ago non venga a contatto con la polvere o con la soluzione che si
forma.
4.
Dopo che il solvente contenuto nella siringa è stato completamente iniettato all’interno
del flaconcino di Betaferon, tenere fermo il flaconcino tra il pollice, l’indice e il medio
mentre l’ago e la siringa restano in mano.
5.
Ruotare delicatamente la mano per dissolvere del tutto la polvere bianca di Betaferon.
NON AGITARE!
6.
Osservare attentamente la soluzione (che deve essere limpida).
N.B.: Se la miscela contiene delle particelle o presenta qualche colorazione, gettarla via e
ricominciare da capo.
D.
Aspirare la quantità richiesta di soluzione da iniettare (1,0 ml) nella siringa.
1.
Inclinare leggermente il flaconcino con la soluzione di Betaferon e tenere la punta
dell’ago nel punto più basso del flaconcino.
N.B.: Tenere la punta dell’ago nel liquido.
2.
Ritirare lo stantuffo per aspirare 1,0 ml di liquido nella siringa.
3.
Girare il flaconcino sottosopra e tenere la siringa con l’ago rivolto verso l’alto.
43
4.
Dare dei leggeri colpetti alla siringa fino a che ogni bolla d’aria sia risalita fino
all’estremità superiore del cilindro della siringa.
5.
Con attenzione pressare lo stantuffo per eliminare SOLO L’ARIA attraverso l’ago.
6.
Staccare la siringa dall’ago. Lasciare l’ago nel flaconcino.
7.
Appoggiare la siringa (senza l’ago) su un ripiano. Assicurarsi che il raccordo della
siringa non tocchi la superficie.
8.
Prendere l’ago n. 27, toglierlo dal suo involucro e inserirlo fermamente nel raccordo
della siringa.
9.
Gettare via nel cestello getta-rifiuti il quantitativo di soluzione non utilizzata rimasto nel
flaconcino, con l’ago inserito.
N.B.: L’iniezione dovrebbe essere effettuata subito dopo la miscelazione dei componenti; se
l’iniezione non può essere fatta immediatamente, refrigerare la soluzione ed iniettarla
entro 3 ore. Non congelare.
E.
Scegliere e preparare la sede per l’iniezione e iniettare la soluzione di Betaferon (1,0
ml) per via sottocutanea (sotto la pelle)
1.
Scegliere una sede per l’iniezione. La siringa può essere tenuta a piacimento come una
matita o come una freccetta. Utilizzare un’area differente ogni giorno nel quale si
pratica l’iniezione (vedi “Alternare le sedi di iniezione”). Le sedi di iniezione devono
essere nelle seguenti aree:
•
braccia (parte posteriore)
•
addome (eccetto la zona attorno all’ombelico e la vita)
•
natiche
•
cosce (parte anteriore e laterale esclusi inguine e ginocchio)
N.B.: Non utilizzare zone in cui si percepiscano tumefazioni, protuberanze, noduli compatti o
dolore. Non utilizzare alcuna area nella quale la cute presenti colorito alterato,
retrazioni, croste o ferite. Parlare con il medico o con il farmacista di queste o di
qualsiasi altra condizione anomala che venga notata.
2.
Utilizzare un batuffolo imbevuto di alcool per pulire la pelle nella sede prescelta per
l’iniezione; lasciar asciugare all’aria.
3.
Gettare via il batuffolo nel cestello getta-rifiuti.
4.
Prendere la siringa con l’ago n. 27. Togliere il cappuccio di protezione dall’ago.
Assicurarsi di non toccare l’ago.
5.
Pizzicare leggermente la pelle tra le dita (per sollevarla un po’).
6.
Tenendo il polso appoggiato sulla pelle accanto all’area prescelta, introdurre l’ago nella
pelle con un’angolazione di 90°, con movimento rapido e deciso.
7.
Iniettare la soluzione spingendo in modo leggero e costante (spingere lo stantuffo
completamente finché la siringa non sia vuota).
8.
Appoggiare e trattenere un tampone sulla sede dell’iniezione. Estrarre l’ago dalla pelle.
9.
Massaggiare delicatamente il punto in cui è stata fatta l’iniezione con un po’ di cotone o
di garza asciutti.
10. Gettare via la siringa e l’ago nel cestello getta-rifiuti.
Sedi per l’iniezione
Scegliere la sede
Il prodotto Betaferon (Interferone beta-1b) deve essere iniettato nel tessuto sottocutaneo (sotto
la pelle). Le aree migliori per l’iniezione sono quelle in cui la pelle è meno aderente agli strati
44
sottostanti, che presentano una superficie liscia e sono distanti da articolazioni, nervi, ossa e
altre strutture importanti.
Ogni giorno in cui va fatta l’iniezione, si può scegliere una delle sedi individuate nella figura.
Può essere utile stabilire dove fare l’iniezione prima di preparare la siringa.
Se qualche sede risulta difficile da raggiungere, il paziente può rivolgersi per un aiuto a chi gli
presta assistenza o a qualcuno esperto nel praticare iniezioni.
Alternare le sedi di iniezione
E’ necessario scegliere una nuova sede per ciascuna iniezione poiché il cambiamento di sede
ogni volta dà tempo alla zona di ristabilirsi ed aiuta a prevenire le infezioni. E’ buona norma
individuare la sede dell’iniezione prima di preparare la siringa. Lo schema riportato nella
figura sarà d’aiuto per cambiare la sede di iniezione in modo corretto. Per esempio, se si
somministra la prima iniezione sul lato destro dell’addome, è bene scegliere il lato sinistro per
la seconda iniezione, poi spostarsi alla coscia destra per la terza e così via riferendosi alla
figura fino a che siano state utilizzate quante più possibili delle aree adatte del corpo.
Conviene tenere nota di dove e quando è stata fatta l’ultima iniezione. Un modo per fare ciò è
quello di annotare questa informazione sull’allegato “Calendario per la registrazione del
trattamento”.
Seguendo questo schema si tornerà alla prima area utilizzata (nel nostro esempio il lato destro
dell’addome) dopo 8 iniezioni (16 giorni). A questo punto, comunque, sempre riferendoci alla
figura, non si dovrà utilizzare la stessa sezione scelta all’interno di quell’area per la prima
iniezione, ma la sezione che ne è più distante. Se tutte le aree utilizzate dovessero risultare
dolenti, parlare con il medico per individuare altre possibili sedi di iniezione.
45
BETAFERON
Calendario per la registrazione del trattamento
Istruzioni per la compilazione del calendario
Inserire le date nel calendario sul retro, iniziando dalla data della prossima iniezione (riferirsi
ai giorni della settimana riportati in testa alle colonne).
Iniziando dal primo giorno di terapia (o dall’ultima iniezione) segnare con un cerchietto un
giorno sì ed uno no.
In ogni giorno segnato:
Selezionare una sede per l’iniezione (fare riferimento alle figure sul retro) in aree differenti
(se si sta già utilizzando Betaferon, con inizio nell’area che non sia stata già usata nelle 2
settimane precedenti).
Se si ritorna alla stessa area nella quale si è iniziato, utilizzare una diversa sezione all’interno
di tale area (la sezione che risulti la più distante da quella utilizzata 16 giorni prima).
Dopo l’iniezione, scrivere la data nella casella sul retro, all’interno della figura, che
corrisponde a quella sede di iniezione
(Terminato uno schema, iniziarne uno nuovo seguendo il medesimo procedimento.)
46
47
48
FOGLIO ILLUSTRATIVO
Legga attentamente questo foglietto prima di iniziare a usare il medicinale.
Conservi questo foglietto. Potrebbe aver bisogno di leggerlo di nuovo.
Se ha dei dubbi, si rivolga al suo medico o al suo farmacista.
Questo medicinale è stato prescritto per lei personalmente. Non lo dia mai ad altri:
infatti per altri individui questo medicinale potrebbe essere pericoloso, anche se i loro
sintomi sono uguali ai suoi.
Contenuto di questo foglio:
1.
Che cos'è Betaferon e a che cosa serve
2.
3.
4.
5.
6.
Prima di usare Betaferon
Come usare Betaferon
Possibili effetti indesiderati
Come conservare Betaferon
Altre informazioni
IL NOME DEL SUO MEDICINALE È
Betaferon 250 microgrammi/ml, polvere e solvente per soluzione iniettabile
Il principio attivo è:
Interferone beta-1b, 250 microgrammi/per 1 ml di soluzione dopo ricostituzione
Gli eccipienti sono:
Nella polvere: albumina umana, mannitolo.
Nel solvente: soluzione di cloruro di sodio
IL PRODUTTORE DI BETAFERON È
Schering AG
D-13342 Berlino
Germania
1.
CHE COS'È BETAFERON E A CHE COSA SERVE
Betaferon è una polvere sterile di colore da bianco a biancastro e contiene 250 microgrammi
(8 milioni di UI) di Interferone beta-1b per millilitro di soluzione ricostituita. Ogni confezione
di Betaferon contiene 5 o 15 flaconcini di Interferone beta-1b e 5 o 15 siringhe pre-riempite di
soluzione di cloruro di sodio (0,54% p/v). Betaferon appartiene alla categoria
farmacoterapeutica degli interferoni, che sono proteine esistenti in natura.
Betaferon è indicato per il trattamento di pazienti con autonomia deambulatoria (che sono in
grado di camminare da soli), affetti da sclerosi multipla recidivante-remittente caratterizzata
da almeno due episodi di disfunzione neurologica nell’arco di due anni, seguiti da recupero
completo o parziale. In questa popolazione di pazienti Betaferon ha mostrato di ridurre la
frequenza e la gravità delle recidive cliniche, di ridurre il numero di ospedalizzazioni legate
alla sclerosi multipla e di prolungare il periodo libero da recidive.
49
Betaferon è anche indicati nei pazienti affetti da sclerosi multipla secondaria progressiva in
forma attiva caratterizzata da recidive. In tale popolazione di pazienti Betaferon è utilizzato
per rallentare la progressione della disabilità e per ridurre la frequenza delle recidive.
2.
PRIMA DI USARE BETAFERON
La terapia con Betaferon va iniziata sotto la supervisione di un medico esperto nel trattamento
della malattia.
L’uso di Betaferon non è raccomandato in presenza della cosiddetta sclerosi multipla
recidivante-remittente e nel caso che si siano verificati meno di due attacchi di sclerosi
multipla nei due anni precedenti . Se lei soffre della cosiddetta “sclerosi multipla secondaria
progressiva”, lei non deve usare Betaferon se non ha presentato attività della malattia nei due
anni precedenti (in caso di dubbi, rivolgersi al medico)
50
Non si deve usare Betaferon
-
in caso di allergia (ipersensibilità) verso l’Interferone beta-1b o a uno qualsiasi dei suoi
eccipienti.
in pazienti di età inferiore a 18 anni in quanto Betaferon non è stato studiato in tale
categoria di pazienti
in pazienti che hanno sofferto in passato di convulsioni o depressione e/o ha manifestato
propositi suicidi, in caso di insufficienza epatica o di epilessia non trattata
adeguatamente
Fare attenzione soprattutto:
-
-
-
-
-
-
-
Se si manifesta una reazione seria di ipersensibilità (possibili sintomi: prurito
generalizzato, gonfiore del viso, della lingua o grave mancanza d’aria) è necessario
contattare immediatamente il proprio medico, in quanto tali reazioni possono risultare
fatali. In tali casi il trattamento con Betaferon deve essere interrotto.
Se si manifestano depressione e propositi suicidi, è necessario contattare
immediatamente il proprio medico. Tali sintomi sono stati segnalati da alcuni pazienti.
In casi rari, questo può portare a un tentativo di suicidio.
Chi in passato ha avuto convulsioni o depressione, oppure soffre di disturbi cardiaci
preesistenti, deve usare cautela nell’impiego di Betaferon. Cautela deve essere usata
anche quando vengano assunti medicinali antiepilettici.
Betaferon deve inoltre essere impiegato con cautela in caso di disturbi del midollo
osseo, di anemia o di basso numero di piastrine.
Se il numero dei globuli bianchi diminuisce, il medico deve controllare attentamente il
possibile sviluppo di febbre o di infezioni. Si può avere riduzione delle piastrine (che
favoriscono la coagulazione del sangue) ed è stato riscontrato un numero estremamente
basso di piastrine nel sangue.
Il medico richiederà di norma l’esecuzione di esami del sangue (conta ematica
completa, conta leucocitaria differenziale e determinazione nel sangue degli enzimi
epatici noti come AST, ALT e γ-GT) prima di cominciare il trattamento con Betaferon e
ad intervalli regolari in corso di terapia.
Nel caso che siano noti aumenti di certi grassi del sangue (trigliceridi) o nel caso che in
passato il paziente abbia sofferto di pancreatite, è necessario informare il proprio
medico curante. In rari casi è stata osservata pancreatite durante l’uso di Betaferon,
spesso associata a ipertrigliceridemia.
In caso di problemi renali, la funzione renale deve essere tenuta sotto osservazione
durante il trattamento. Non ci sono dati su pazienti con ridotta funzionalità renale.
Non è noto se Betaferon abbia un effetto negativo sulla fertilità umana ma, in base
all’esperienza con altri interferoni, non può essere esclusa una diminuzione della
fertilità maschile o femminile.
In corso di trattamento con Betaferon l’organismo potrebbe produrre sostanze che
potrebbero ridurre l’efficacia del trattamento stesso. Si parla in questo caso di attività
neutralizzante, che però si presenta solo in alcuni pazienti. Comunque, non è possibile
prevedere se un paziente appartenga o meno a questo gruppo in cui l’efficacia è ridotta.
Nella sede di iniezione si riscontrano frequentemente reazioni quali arrossamento,
gonfiore, alterazioni del colorito cutaneo, infiammazione, dolore, ipersensibilità, e
reazioni non specifiche. Lesione della cute e distruzione del tessuto (necrosi) di solito si
verificano meno frequentemente. Tali reazioni nella sede d’iniezione di solito si
verificano meno frequentemente col passare del tempo.
Le lesioni distruenti della pelle e dei tessuti in sede d’iniezione (necrosi) (vedi la
sezione “Possibili effetti indesiderati”) possono essere estese e possono interessare lo
51
-
-
-
strato muscolare così come lo strato adiposo e può causare quindi la formazione di
cicatrici. Occasionalmente è necessario lo sbrigliamento (rimozione di materiale
estraneo) e, meno frequentemente, un innesto cutaneo e la guarigione può richiedere
fino a 6 mesi.
In caso di lesioni multiple Betaferon deve essere interrotto fino a guarigione avvenuta. I
pazienti con lesioni singole possono continuare il trattamento con Betaferon a
condizione che la necrosi non sia troppo estesa, poiché alcuni pazienti hanno riscontrato
la guarigione delle lesioni cutanee necrotiche mentre erano ancora in trattamento con
Betaferon.
Per ridurre al minimo il rischio di necrosi nella sede di iniezione è necessario:
adottare tecniche di iniezione in asepsi
alternare le sedi di iniezione ad ogni somministrazione
Le procedure di autoiniezione devono essere riverificate periodicamente dal medico
specialmente nel caso in cui si siano verificate reazioni in sede di iniezione.
Se si osservassero sintomi come irregolarità delle pulsazioni cardiache o ritenzione di
liquidi (gonfiori) nelle zone inferiori del corpo (ad es. caviglie o gambe) o respiro corto,
è necessario informarne immediatamente il medico. Nel corso di trattamento con
Betaferon è stata riscontrata in rari casi una malattia del muscolo cardiaco
(cardiomiopatia).
Se si pensa di essere affetti da una disfunzione del sistema immunitario in cui vengono
riscontrate nel sangue proteine anomale (gammopatia monoclonale) è necessario
parlarne con il medico prima di iniziare il trattamento con Betaferon. I pazienti che
presentano quella rara forma nota come gammopatia monoclonale possono sviluppare
dei problemi a carico dei vasi minori (capillari) con possibilità di shock (collasso) ad
esito fatale se essi utilizzano medicinali come il Betaferon. Vedi anche “Possibili effetti
indesiderati”.
Uso di Betaferon con cibi e bevande:
Betaferon va iniettato per via sottocutanea. Non sono previste influenze da parte di cibi e
bevande.
Gravidanza
Betaferon non deve essere usato in gravidanza o nel caso si intenda avviare una gravidanza. In
quest’ultimo caso, è opportuno parlare prima col proprio medico. Le donne in età fertile
devono adottare idonee misure contraccettive nel periodo in cui assumono Betaferon.
Nell’evenienza di una gravidanza si deve interrompere il trattamento e contattare
immediatamente il medico.
Allattamento
Non è noto se l’interferone beta-1b venga escreto nel latte umano. Tuttavia, poiché sono
teoricamente possibili reazioni avverse gravi all’interferone beta-1b nei bambini allattati al
seno, è opportuno parlare col proprio medico per decidere se interrompere l’allattamento o la
terapia con Betaferon.
Guida di veicoli e utilizzo di macchinari:
Non sono stati condotti studi circa gli effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di
macchinari. Tuttavia, eventi avversi a livello del sistema nervoso centrale associati all’uso di
Betaferon potrebbero influenzare, in pazienti sensibili, la capacità di guida di veicoli e
dell’uso di macchinari.
52
Informazioni importanti su alcuni eccipienti di Betaferon:
Gli eccipienti di Betaferon comprendono modeste quantità di mannitolo (uno zucchero
naturale) e albumina umana (una proteina). In caso di ipersensibilità nota all’albumina umana
o si se ne diviene ipersensibile, non si deve usare Betaferon.
Uso di altri medicinali:
Si deve informare il medico o il farmacista se si stanno assumendo o se si sono assunte
recentemente altri medicinali, anche non prescritti.
Betaferon non deve essere usato contemporaneamente a sostanze che modificano la risposta
immunitaria, ad eccezione dei corticosteroidi o dell’ACTH.
Deve essere usata prudenza nell’impiego di interferone beta-1b insieme con altri medicinali
che per il loro metabolismo si avvalgono di un particolare sistema di enzimi epatici (noto
come sistema del citocromo P450). Tra questi medicinali sono inclusi alcuni antipiretici
(medicinali contro la febbre ed il dolore) ampiamente usati e gli antiepilettici.
3.
COME USARE BETAFERON
Prima della somministrazione, va preparata la soluzione di Betaferon da iniettare utilizzando
un flaconcino contenente Betaferon e 1,2 ml di liquido dalla siringa pre-riempita di solvente.
Tutto questo può essere fatto dal medico, o da un suo assistente, oppure dal paziente stesso,
dopo che sia stato scrupolosamente e sufficientemente istruito e addestrato. Come ausilio per
l’autosomministrazione sottocutanea di Betaferon (sotto la pelle) questo foglio illustrativo
contiene istruzioni dettagliate per l’autoiniezione, che spiegano anche come preparare la
soluzione di Betaferon da iniettare.
Usare Betaferon esattamente secondo le istruzioni del medico. In caso di dubbi, è necessario
rivolgersi al medico o al farmacista.
Betaferon deve essere somministrato secondo il seguente dosaggio:
A giorni alterni, iniettare sotto la pelle (per via sottocutanea) 1,0 ml della soluzione di
Betaferon preparata secondo quanto descritto sopra. Tale dosaggio corrisponde a 250
microgrammi (8 milioni di UI).
Se si ha l’impressione che l’effetto di Betaferon sia troppo forte o troppo debole, è necessario
consultare il medico o il farmacista.
Le sedi di iniezione devono essere alternate regolarmente. Vedi anche “Fare attenzione
soprattutto” e seguire le istruzioni relative a “Alternare le sedi d’iniezione” e “Istruzioni per
l’autoiniezione”.
Attualmente non è noto quanto a lungo debba durare il trattamento con Betaferon. L’efficacia
di un trattamento protratto per più di due anni nella sclerosi multipla recidivante-remittente
non è stata ancora sufficientemente dimostrata. Nella sclerosi multipla secondaria progressiva
l’efficacia per un periodo di due anni, con un numero limitato di dati per un periodo che
53
raggiunge i 3 anni di trattamento, è stata dimostrata nell’ambito di studi clinici controllati. La
durata del trattamento deve essere decisa dal medico.
Se si usa più Betaferon di quanto si deve:
La somministrazione di una dose di Betaferon di molte volte superiore a quella consigliata per
il trattamento della sclerosi multipla non ha provocato situazioni pericolose per la vita.
Comunque, nel caso di sovradosaggio accidentale si consulti il medico che ha prescritto il
Betaferon. Il medico deve essere consultato anche se, per errore, l’iniezione è stata fatta
troppo di frequente (ad es. un’iniezione ogni 24 ore invece che ogni 48 ore).
Se si dimentica di prendere Betaferon:
Nel caso si dimentichi di fare l’iniezione al momento giusto, bisogna farla appena ci si
ricorda. L’iniezione successiva andrà fatta 48 ore più tardi.
Non si deve prendere una dose doppia per compensare eventuali dimenticanze.
Effetti quando si interrompe il trattamento con Betaferon:
Non si prevedono sintomi acuti da sospensione del medicinale nel caso di dimenticanza di
iniettare Betaferon o se se ne sospende l’uso.
4.
POSSIBILI EFFETTI INDESIDERATI
Come tutti i medicinali, Betaferon può avere effetti indesiderati.
a)
All’inizio del trattamento le reazioni avverse sono comuni, ma generalmente queste
diminuiscono con la prosecuzione del trattamento. Le reazioni avverse osservate con
maggiore frequenza comprendono un complesso sintomatologico simil-influenzale
(febbre, brividi, cefalea, mialgia, artralgia, malessere generale o sudorazione), e reazioni
a livello della sede d’iniezione.
b)
Il seguente elenco di effetti indesiderati si basa sui risultati degli studi clinici (Tabella 1)
e dall’osservazione post marketing degli effetti avversi del prodotto (Tabella 2, valori
classificati come molto comuni (≥ 10%), comuni (<10%- ≥ 1%), non comuni (< 1% - ≥
1‰), rari (< 1‰ - ≥ 1/10000) e molto rari (< 1/10000). In generale le frequenze degli
effetti avversi ricavate dagli studi clinici risultano più elevate di quanto osservato per il
prodotto in commercio. Questa osservazione si può spiegare con il fatto che i pazienti
inclusi negli studi clinici vengono interrogati direttamente sugli effetti indesiderati,
mentre i dati relativi al prodotto commercializzato si riferiscono principalmente a
segnalazioni spontanee.
L’esperienza con Betaferon in pazienti con sclerosi multipla è limitata, quindi quegli eventi
avversi che si verificano molto raramente possono non essere stati ancora osservati.
Tabella 1 (effetti indesiderati che negli studi clinici con Betaferon si sono verificati molto
comunemente (in percentuale > 10%) ed in percentuale maggiore rispetto a quanto osservato
con placebo. La tabella comprende anche gli effetti indesiderati osservati in misura minore
del 10% dei casi ma che sono statisticamente significativi.
54
Disturbi del sangue e del sistema linfatico
Diminuzione dei leucociti, ingrossamento delle ghiandole linfatiche
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Può risultare interessata l’attività del fegato che viene evidenziata da aumenti dei
livelli nel sangue dei suoi enzimi, da un aumento della glicemia e dalla presenza di
proteine nell’ urina, dall’accumulo di liquidi nel braccio, nella gamba o nel viso.
Disturbi del sistema nervoso
Vertigini, insonnia, depressione, rigidità muscolare, ansietà
Disturbi a carico dell’occhio
Congiuntivite
Disturbi a carico dell’orecchio
Dolore dell'orecchio
Disturbi a carico del cuore
Palpitazioni
Disturbi vascolari
Emicrania, vasodilatazione, aumento della pressione arteriosa
Disturbi a carico dell’apparato respiratorio
Sinusite, affanno, aumento della tosse
Disturbi digestivi
Diarrea, costipazione, nausea, vomito
Disturbi della pelle e del tessuto sottocutaneo
Disturbi della pelle, rash, sudorazione
Disturbi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico
Mialgia, debolezza muscolare
Disturbi a carico del rene e dell’apparato urinario
Ritenzione urinaria, aumento della frequenza della minzione, incontinenza urinaria,
urgenza di minzione
Disturbi a carico dell’apparato riproduttivo
Dismenorrea, irregolarità mestruale, abbondante emorragia uterina specialmente
durante l’intervallo fra cicli successivi, impotenza
Disturbi generali e condizioni della sede d’iniezione
Reazioni nella sede d’iniezione (arrossamento, gonfiore, alterazione del colorito
cutaneo, infiammazione, dolore, ipersensibilità, vedi “Fare attenzione soprattutto”),
rotture della pelle e distruzione dei tessuti (necrosi) nella sede d’iniezione (vedi
“Fare attenzione soprattutto ”), cefalea, febbre, sintomatologia simil-influenzale,
dolore, dolore toracico, dolore alla schiena, mancanza/perdita di forza, infezione,
brividi, dolore addominale, malessere, ascesso, dolore alle estremità
55
Tabella 2: segnalazione di effetti indesiderati relative al prodotto commerciale e classificati
come
molto comuni (≥ 10%), comuni (<10% - ≥ 1%), non comuni (< 1% - ≥ 1‰), rari (< 1‰ - ≥
1/10.000) e molto rari (< 1/10.000)
Disturbi del sangue e del sistema linfatico
non comuni
possibile diminuzione dei leucociti, degli eritrociti e delle piastrine (che
favoriscono la coagulazione del sangue)
rari
ingrossamento delle ghiandole linfatiche
Disturbi endocrini
rari
la tiroide non funziona correttamente (viene prodotto ormone in quantità
troppo elevata o troppo bassa)
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
non comuni
può risultare interessata l’attività del fegato che viene evidenziata da
aumenti dei livelli nel sangue dei suoi enzimi
rari
molto rari
possibile aumento di uno specifico enzima epatico (gamma GT)
possibile aumento di una frazione di grassi nel sangue (trigliceridi) (vedi
“Fare attenzione soprattutto”),
bassi valori di calcio e elevati valori di acido urico nel sangue
Disturbi del sistema nervoso
non comuni
rigidità muscolare, depressione (vedi “Fare attenzione soprattutto”),
rari
convulsioni, confusione ansietà, instabilità emotiva
molto rari
depersonalizzazione (perdita dell’identità o della realtà)
Disturbi a carico del cuore
rari
disturbi a carico del muscolo cardiaco (cardiomiopatia, vedi “Fare
attenzione soprattutto”), aumento della frequenza cardiaca, palpitazioni
Disturbi vascolari
non comuni
ipertensione
Disturbi a carico dell’apparato respiratorio
rari
broncospasmo, affanno
Disturbi digestivi
non comuni
nausea, vomito
rari
pancreatite (vedi “Fare attenzione soprattutto”)
Disturbi a carico del fegato
rari
epatite
Disturbi della pelle e del tessuto sottocutaneo
non comuni
perdita di capelli, chiazze di pelle o mucose edematose sollevate e
generalmente pruriginose (orticaria), prurito, rash
rari
alterazione del colorito della pelle, sudorazione
Disturbi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico
non comuni
mialgia
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Disturbi a carico dell’apparato riproduttivo
rari
disturbi mestruali
Disturbi generali e condizioni della sede d’iniezione
molto comuni*
sintomatologia simil-influenzale, brividi, febbre, reazioni nella sede
d’iniezione (vedi “Fare attenzione soprattutto”), infiammazione, dolore
nella sede d’iniezione
comuni*
rotture della pelle e distruzione dei tessuti (necrosi) nella sede d’iniezione
(vedi “Fare attenzione soprattutto”)
rari
tentativi di suicidio (vedi “Fare attenzione soprattutto”), reazioni di
ipersensibilità serie (consultare immediatamente un medico per gli
interventi necessari e vedi anche “Fare attenzione soprattutto”),
malessere, dolore toracico.
* frequenze basate su studi clinici
c)
E’ stato frequentemente osservato un complesso sintomatologico simil-influenzale
(febbre, brividi, cefalea, mialgia, artralgia, malessere generale o sudorazione). La
frequenza di tali sintomi diminuiva nel tempo.
Nella sede di iniezione si riscontrano frequentemente reazioni quali arrossamento,
gonfiore, alterazioni del colorito cutaneo, infiammazione, dolore, ipersensibilità e
reazioni non specifiche (vedi “Fare attenzione soprattutto”). Con minore frequenza sono
state descritte rottura della pelle e la distruzione dei tessuti (necrosi). E’ stato anche
segnalato un ingrossamento dei ghiandole linfatiche. Tali reazioni nella sede d’iniezione
di solito si verificano meno frequentemente col passare del tempo.
Se si notano effetti indesiderati diversi da quelli descritti nel presente foglio, è necessario
informare il medico o il farmacista.
5.
COME CONSERVARE BETAFERON
Prima della ricostituzione (cioè prima della preparazione della soluzione da iniettare),
conservarlo in frigorifero a temperature comprese fra i 2 e gli 8°C (non nel congelatore o
nello scomparto del ghiaccio).
Se, dopo la ricostituzione, non si può fare subito l’iniezione, la soluzione ricostituita può
essere conservata in frigorifero (non nel congelatore o nello scomparto del ghiaccio) per un
massimo di 3 ore.
Tenere fuori dalla portata e dalla vista dei bambini.
Non utilizzare dopo la data di scadenza riportata sulla confezione.
Non usare Betaferon se prima dell’uso si nota materiale particellare o alterazione del colore.
57
58
6.
ALTRE INFORMAZIONI
Per ulteriori informazioni sul prodotto, si prega di contattare il rappresentate locale del titolare
dell’autorizzazione all’immissione in commercio.
59
België/Belgique/Belgien
Ísland
Thorarensen Lyf ehf
Vatnagörðum 18
IS-104 Reykjavík
N.V. Schering S.A.
J.E. Mommaertslaan 14
B-1831 Diegem
Tel. 02-712 85 00
Sími/Tel: + 354 530 7100
Danmark
Luxembourg/Luxemburg
Schering AS
Herstedøstervej 27-29
DK-2620 Albertslund
Tel. 43 29 09 99
N.V. Schering S.A.
J.E. Mommaertslaan 14
B-1831 Diegem, Belgique/Belgien
Tel. +32 2-712 85 00
Deutschland
Nederland
Schering Deutschland GmbH
Max-Dohrn- Strasse 10
D-10589 Berlin
Tel. 0130-11 23 22
Schering Nederland BV
Postbus 116
NL-1380 AC Weesp
Tel. 0294-46 24 24
Ελλάδα
Norge
Schering AG
Postboks 180
N-1321 Stabekk
Tlf: + 47 67 59 20 00
SCHEPA
Βερανζέρου 33
GR-104 32 Αθήνα
Τηλ. 010-522 53 79
Λεωφ. Καραμανλή 145
GR-542 49 θεσσαλονίκη,
Tηλ. 0310-31 01 26
Österreich
Schering Wien Ges.m.b.H.
Postfach 50
A-1147 Wien
Tel. (01) 9 70 37
España
Schering España S.A.
C. Méndez Alvaro, 55
E-28045 Madrid
Tel. 902 24 62 46
Portugal
Schering Lusitana Lda.
Estrada Nacional 249, km 15
Apartado 16
P-2726-901 Mem Martins
Tel. 021-9 26 81 10
France
Schering S.A.
Rue de Toufflers
F-59390 Lys-Lez-Lannoy
Tel. 03 20 20 80 80
Suomi/Finland
Schering Oy
Eerikinkatu 24
FIN -00100 Helsinki
Puh. 09-6 85 04 40
Ireland
HE Clissmann
44 Dartmouth Square
IRL-Dublin 6
Tel. 01-6 68 85 66
Sverige
Schering Nordiska AB
Box 23117
S-104 35 Stockholm
Tel. 08-7 28 42 00
Italia
Farmades SpA
Via di Tor Cervara, 282
I-00155 Roma
Tel. 06-22 89 01
United Kingdom
Schering Health Care Ltd.
The Brow
GB-Burgess Hill, West Sussex
RH15 9NE
Tel. 01444-23 23 23
Questo foglio è stato approvato l'ultima volta il
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Appendice: ISTRUZIONI PER L’AUTOINIEZIONE
Le istruzioni che seguono hanno lo scopo di spiegare come preparare Betaferon per la
somministrazione e come procedere per iniettarsi il prodotto. Si prega di leggere le istruzioni
con attenzione e di seguirle passo a passo. Il medico, o un suo assistente, forniranno istruzioni
e assistenza per apprendere questa procedura e la tecnica dell’autosomministrazione. Non
tentare l’autosomministrazione finché non si è sicuri di aver compreso quanto è necessario
fare per preparare la soluzione iniettiva e autosomministrarla.
Le istruzioni comprendono i seguenti punti principali:
A
B
C
D
Predisporre tutto per l’autoiniezione.
Iniettare la quantità di solvente richiesta (1,2 ml) nel flaconcino di Betaferon.
Aspirare la quantità richiesta di soluzione da iniettare (1,0 ml) nella siringa.
Scegliere e preparare la sede per l’iniezione e iniettare la soluzione di Betaferon (1,0
ml) per via sottocutanea (sotto la pelle).
A.
1.
Predisporre tutto per l’autoiniezione
Predisporre tutto il necessario prima di procedere.
Si avrà bisogno di:
•
siringa pre-riempita di solvente (cloruro di sodio allo 0,54%) per il Betaferon
•
flaconcino di Betaferon
•
ago n. 21
•
ago n. 27
•
batuffoli imbevuti di alcool
•
tamponi (batuffoli di ovatta o garza)
•
cestello getta-rifiuti (contenitore per siringhe ed aghi usati)
2.
Lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone.
3.
Togliere il coperchio protettivo da entrambi i flaconcini.
4.
Utilizzare i batuffoli imbevuti di alcool per pulire il tappo dei flaconcini; usare batuffoli
diversi per i due flaconcini, passandoli in una sola direzione.
N.B.: Lasciare il batuffolo imbevuto di alcool sopra ciascun flaconcino fino al momento
dell’uso.
B. Iniettare la quantità di solvente richiesta (1,2 ml) nel flaconcino di Betaferon.
N.B.: Prendere il flaconcino di Betaferon e gettare via il batuffolo imbevuto di alcool
lasciatovi sopra.
1.
Appoggiando le mani su una superficie stabile, estrarre la siringa pre-riempita di
solvente dal suo involucro. Ritirare il cappuccio dalla base della siringa pre-riempita.
Non toccare la base della siringa. Non spingere lo stantuffo.
2.
Estrarre l’ago n. 21 dall’involucro e posizionarlo fermamente sul raccordo della siringa.
Togliere il cappuccio protettivo dall’ago. Non toccare l’ago.
3.
Tenendo il flaconcino di Betaferon su una superficie stabile, inserire lentamente l’ago
della siringa (che contiene 1,2 ml di liquido) del tutto attraverso il tappo del flaconcino.
4.
Spingere lentamente lo stantuffo, dirigendo l’ago verso la parete del flaconcino per far
sì che il liquido scenda lungo la parete interna (iniettare il solvente direttamente sulla
polvere causerebbe formazione di schiuma eccessiva).
5.
Assicurarsi che l’ago non venga a contatto con la polvere o con la soluzione che si
forma.
6.
Dopo che il solvente contenuto nella siringa è stato completamente iniettato all’interno
del flaconcino di Betaferon, tenere fermo il flaconcino tra il pollice, l’indice e il medio
mentre l’ago e la siringa restano in mano.
61
7.
8.
Ruotare delicatamente la mano per dissolvere del tutto la polvere bianca di Betaferon.
Non agitare!
Osservare attentamente la soluzione (che deve essere limpida).
N.B.: Se la miscela contiene delle particelle o presenta qualche colorazione, gettarla via e
ricominciare da capo.
C.
Aspirare la quantità richiesta di soluzione da iniettare (1,0 ml) nella siringa.
N.B. Prima di aspirare la soluzione (liquido) ricostituita, spingere lo stantuffo completamente per
eliminare tutta l’aria dalla siringa.
1.
Inclinare leggermente il flaconcino con la soluzione di Betaferon e tenere la punta
dell’ago nel punto più basso del flaconcino.
N.B.: Tenere la punta dell’ago nel liquido.
2.
Ritirare lo stantuffo per aspirare 1,0 ml di liquido nella siringa.
3.
Girare il flaconcino sottosopra e tenere la siringa con l’ago rivolto verso l’alto.
4.
Dare dei leggeri colpetti alla siringa fino a che ogni bolla d’aria sia risalita fino
all’estremità superiore del cilindro della siringa.
5.
Con attenzione pressare lo stantuffo per eliminare solo l’aria attraverso l’ago.
6.
Staccare la siringa dall’ago. Lasciare l’ago nel flaconcino.
7.
Appoggiare la siringa (senza l’ago) su un ripiano. Assicurarsi che il raccordo della
siringa non tocchi la superficie.
8.
Prendere l’ago n. 27, toglierlo dal suo involucro e inserirlo fermamente nel raccordo
della siringa.
9.
Gettare via nel cestello getta-rifiuti il quantitativo di soluzione non utilizzata rimasto nel
flaconcino, con l’ago inserito.
N.B.: L’iniezione dovrebbe essere effettuata subito dopo la miscelazione dei componenti; se
l’iniezione non può essere fatta immediatamente, refrigerare la soluzione ed iniettarla entro 3
ore. Non congelare.
D.
Scegliere e preparare la sede per l’iniezione e iniettare la soluzione di Betaferon (1,0
ml) per via sottocutanea (sotto la pelle)
1.
Scegliere una sede per l’iniezione. La siringa può essere tenuta a piacimento come una
matita o come una freccetta. Utilizzare un’area differente ogni giorno nel quale si
pratica l’iniezione (vedi “Alternare le sedi di iniezione”). Le sedi di iniezione devono
essere nelle seguenti aree:
•
braccia (parte posteriore)
•
addome (eccetto la zona attorno all’ombelico e la vita)
•
natiche
•
cosce (parte anteriore e laterale esclusi inguine e ginocchio)
N.B.: Non utilizzare zone in cui si percepiscano tumefazioni, protuberanze, noduli compatti
o dolore. Non utilizzare alcuna area nella quale la cute presenti colorito alterato, retrazioni,
croste o ferite. Parlare con il medico o con il farmacista di queste o di qualsiasi altra
condizione anomala che venga notata.
2.
Utilizzare un batuffolo imbevuto di alcool per pulire la pelle nella sede prescelta per
l’iniezione; lasciar asciugare all’aria.
3.
Gettare via il batuffolo nel cestello getta-rifiuti.
4.
Prendere la siringa con l’ago n. 27. Togliere il cappuccio di protezione dall’ago.
Assicurarsi di non toccare l’ago.
5.
Pizzicare leggermente la pelle tra le dita (per sollevarla un po’).
62
6.
7.
8.
9.
10.
Tenendo il polso appoggiato sulla pelle accanto all’area prescelta, introdurre l’ago nella
pelle con un’angolazione di 90°, con movimento rapido e deciso.
Iniettare la soluzione spingendo in modo leggero e costante (spingere lo stantuffo
completamente finché la siringa non sia vuota).
Appoggiare e trattenere un tampone sulla sede dell’iniezione. Estrarre l’ago dalla pelle.
Massaggiare delicatamente il punto in cui è stata fatta l’iniezione con un po’ di cotone o
di garza asciutti.
Gettare via la siringa e l’ago nel cestello getta-rifiuti.
Sedi per l’iniezione
Scegliere la sede
Il prodotto Betaferon (interferone beta-1b) deve essere iniettato nel tessuto sottocutaneo (sotto
la pelle). Le aree migliori per l’iniezione sono quelle in cui la pelle è meno aderente agli strati
sottostanti, che presentano una superficie liscia e sono distanti da articolazioni, nervi, ossa e
altre strutture importanti.
Ogni giorno in cui va fatta l’iniezione, si può scegliere una delle sedi individuate nella figura.
Può essere utile stabilire dove fare l’iniezione prima di preparare la siringa.
Se qualche sede risulta difficile da raggiungere, il paziente può rivolgersi per un aiuto a chi gli
presta assistenza o a qualcuno esperto nel praticare iniezioni.
Alternare le sedi di iniezione
E’ necessario scegliere una nuova sede per ciascuna iniezione poiché il cambiamento di sede
ogni volta dà tempo alla zona di ristabilirsi ed aiuta a prevenire le infezioni. E’ buona norma
individuare la sede dell’iniezione prima di preparare la siringa. Lo schema riportato nella
figura sarà d’aiuto per cambiare la sede di iniezione in modo corretto. Per esempio, se si
somministra la prima iniezione sul lato destro dell’addome, è bene scegliere il lato sinistro per
la seconda iniezione, poi spostarsi alla coscia destra per la terza e così via riferendosi alla
figura fino a che siano state utilizzate quante più possibili delle aree adatte del corpo.
Conviene tenere nota di dove e quando è stata fatta l’ultima iniezione. Un modo per fare ciò è
quello di annotare questa informazione sull’allegato “Calendario per la registrazione del
trattamento”.
Seguendo questo schema si tornerà alla prima area utilizzata (nel nostro esempio il lato destro
dell’addome) dopo 8 iniezioni (16 giorni). A questo punto, comunque, sempre riferendoci alla
figura, non si dovrà utilizzare la stessa sezione scelta all’interno di quell’area per la prima
iniezione, ma la sezione che ne è più distante. Se tutte le aree utilizzate dovessero risultare
dolenti, parlare con il medico per individuare altre possibili sedi di iniezione.
63
BETAFERON
Calendario per la registrazione del trattamento
Istruzioni per la compilazione del calendario
Inserire le date nel calendario sul retro, iniziando dalla data della prossima iniezione (riferirsi
ai giorni della settimana riportati in testa alle colonne).
Iniziando dal primo giorno di terapia (o dall’ultima iniezione) segnare con un cerchietto un
giorno sì ed uno no.
In ogni giorno segnato:
Selezionare una sede per l’iniezione (fare riferimento alle figure sul retro) in aree differenti
(se si sta già utilizzando Betaferon, con inizio nell’area che non sia stata già usata nelle 2
settimane precedenti).
Se si ritorna alla stessa area nella quale si è iniziato, utilizzare una diversa sezione all’interno
di tale area (la sezione che risulti la più distante da quella utilizzata 16 giorni prima).
Dopo l’iniezione, scrivere la data nella casella sul retro, all’interno della figura, che
corrisponde a quella sede di iniezione
(Terminato uno schema, iniziarne uno nuovo seguendo il medesimo procedimento.)
64
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