Ocse: produttività troppo bassa, l`economia italiana perde posizioni

Ocse: produttività troppo bassa, l'economia italiana perde posizioni
3 MARZO 2009
Produttività troppo bassa
Oltre alla minore produttività, a essere chiamato in causa dal rapporto è il basso utilizzo
del lavoro, soprattutto tra giovani, anziani, donne e nel Sud. L'Organizzazione, pur
riconoscendo le «significative riforme» fatti negli ultimi anni sui mercati dei prodotti,
sottolinea che molte altre devono essere ancora fatte. Tra le priorità indicate dagli
economisti Ocse, le principali sono la riduzione della proprietà pubblica e delle barriere
normative alla concorrenza, il miglioramento del sistema di istruzione, soprattutto
universitario, il decentramento della contrattazione salariale, a cominciare dalla
differenziazione dei salari nella pubblica amministrazione e la concessione di incentivi per
l'innovazione.
Eliminare le barriere all'ingresso nei servizi
Secondo l'Ocse «l'elevato livello di proprietà pubblica e i vincoli normativi nei servizi
professionali e nei trasporti ostacolano la crescita della produttività». Per l'Organizzazione,
vanno quindi «eliminate le barriere all'ingresso nei servizi professionali, aboliti i tetti sui
prezzi di tali servizi fissati dagli organismi di categoria, ridotte la proprietà e il
coinvolgimento dello Stato nei business dell'elettricità, del gas, delle poste e dei trasporti e
va anche limitato il coinvolgimento degli enti locali nelle aziende di servizi».
Troppo elevate le tasse sui redditi da lavoro
Ancora troppo elevata, per l'Ocse, la tassazione sul reddito da lavoro, soprattutto per i
redditi più bassi: va quindi ridotta, finanziandola con tagli alla spesa pubblica e con il
rafforzamento della lotta all'evasione. Nelle statistiche dell'Organizzazione l'Italia è al sesto
posto tra i Paesi industrializzati per il peso del cuneo fiscale, cioè la differenza tra salario
lordo e netto. Un altro punto debole della Penisola resta la bassa percentuale di laureati,
che non arriva al 20% nella fascia d'età tra 25 e 34 anni contro l'oltre 30% della media
Ocse.
Pochi incentivi alla ricerca
L'Italia, infine, rileva lo studio, è tra i Paesi meno generosi in materia di incentivi fiscali
alla ricerca e allo sviluppo: l'Ocse consiglia, oltre a un attento utilizzo degli incentivi, anche
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Troppo elevate le tasse sui redditi da lavoro
Ancora troppo elevata, per l'Ocse, la tassazione sul reddito da lavoro, soprattutto per i
redditi più bassi: va quindi ridotta, finanziandola con tagli alla spesa pubblica e con il
rafforzamento della lotta all'evasione. Nelle statistiche dell'Organizzazione l'Italia è al sesto
posto tra i Paesi industrializzati per il peso del cuneo fiscale, cioè la differenza tra salario
lordo e netto. Un altro punto debole della Penisola resta la bassa percentuale di laureati,
che non arriva al 20% nella fascia d'età tra 25 e 34 anni contro l'oltre 30% della media
Ocse.
Pochi incentivi alla ricerca
L'Italia, infine, rileva lo studio, è tra i Paesi meno generosi in materia di incentivi fiscali
alla ricerca e allo sviluppo: l'Ocse consiglia, oltre a un attento utilizzo degli incentivi, anche
la promozione di partnership tra l'industria e le università e di rendere più trasparenti le
procedure di assunzione dei ricercatori.
Italia condizionata dal debito pubblico
Per quanto riguarda la reazione alla crisi in atto, il Governo italiano fa bene a muoversi con
cautela, condizionato da un alto debito pubblico. Ne è convinto Paul O' Brien, capo del
Desk Italia dell'Ocse, che annuncia un'edizione straordinaria dell'Economic Outlook per il
31 marzo.
O' Brien non rinuncia a dare qualche spunto, pur non fornendo ricette preconfezionate per
favorire la ripresa: sì a un'estensione delle liberalizzazioni, per esempio; no, almeno
sull'immediato, alla riforma delle pensioni, i cui effetti sarebbero proiettati troppo a lungo
termine; no, ancora, alla nazionalizzazione del sistema creditizio; no a fusioni nel settore
auto: non sarebbero la soluzione migliore per rilanciare il comparto.