Claudio Mencacci Direttore Dipartimento Salute Mentale Neuroscienze ASST Fbf - Sacco Milano Presidente Società Italiana di Psichiatria Le 10 Regole per prevenire e combattere la Depressione Per i Medici • • • • 1) accorciare i tempi di diagnosi 2)Migliorare la formazione medica 3) Informare e Informarsi 4) Individuare preventivamente rischio stigma Le 10 Regole per prevenire e combattere la Depressione • • • • • • • Per Paziente e Famigliari 1) Curarsi Bene seguire le terapie indicate 2) Non interrompere le cure No fai da te 3) Seguire uno stile di vita sano 4) Prestare attenzione ai campanelli di allarme 5) Non trascurare qualità e quantità sonno 6) Confidarsi e parlarne con le persone care Introduction Introduction Disturbi d'Ansia 7,98 Insonnia 3,99 Depressione Unipolare 3,933 Dipendenza da alcool 1,938 PTSD 1,14 Disturbi di Personalità 0,741 Disturbi Psicotici 0,684 Dipendenza da cannabis 0,57 Disturbi della condotta alimentare 0,513 0 4 8 Milioni Fattori genetici Fattori ambientali • • • • • • • • • • • • • Geni di suscettibilità maggiore • Geni di suscettibilità minore Sindromi depressive Fattori pre-natali Perdite Privazioni Dolore Stress( insonnia) Disastri naturali Guerra Sistemi di supporto sociale Alimentazione Esercizio Farmaci Malattie Major depression episodes (%) 35 “s” genotype (n = 581) 35 30 30 25 25 20 20 15 15 10 10 5 5 0 0 0 n = (184) 1 (138) 2 (104) 3 (64) 4+ (91) “l” genotype (n = 264) 0 n = (79) 1 (73) 2 (57) 3 (26) 4+ (29) Groups of individuals having different numbers of life events …..“Individuals with one or two copies of the short allele of the 5-HTT promoter polymorphism exhibited more depressive symptoms, diagnosable depression, and suicidality in relation to stressful life events than individuals homozygous for the long allele.”…… Base Genetica 1/3 Base Ambientale 2/3 Base Genetica Meccanismi Epigenetici Base Genetica 1/3 Base Ambientale 2/3 Base Genetica Meccanismi Epigenetici • 1) La condizione clinica chiamata Depressione NON va confusa con tristezza o demoralizzazione • 2) La depressione NON è una condizione Unitaria o Omogenea ve ne sono differenti nella cui genesi fattori biologici,psicologici e sociali intervengono in maniera differente e si curano in modo differente • 3) La depressione Non è causata da un evento, l’evento interagisce sempre con una vulnerabilità individuale,biologica,psicologica. La ricerca valuta i fattori predisponenti,precipitanti e protettivi. • Depressione “nuovo crogiuolo su cui converge tutta la patologia mentale, annullando le differenze” • Malattia “circondata da un alone di malattia mentale e di follia” • 1)Disturbo da Disregolazione dell’umore dirompente • 2)Disturbo Depressivo Maggiore (Specificatori di Gravità/decorso- con caratteristiche:ansia, miste,melanconico,atipico,psicotico congruente,Non congruente,catatonia,esordio peripartum, stagionale • 3)Disturbo depressivo persistente(distimia) con caratteristiche:ansia,miste,melanconico,atipico,psicotico congruente,Non congruente,catatonia,esordio peripartum. Specificare Sind. Distimica pura, con EDM persistente, con EDM intermittenti con o senza episodio attuale • • • • 4)Disturbo Disforico Premestruale 5)Disturbo Depressivo indotto da sostanze/farmaci 6)Disturbo Depressivo dovuto a condizione Medica 7)Disturbo Depressivo con altra specificazione a) Depressione Breve Ricorrente b) Episodio Depressivo di breve durata c) Episodio Depressivo con sintomatologia insufficiente • 8)Disturbo Depressivo senza altra specificazione Pooled response of antidepressants in MDD Tassi di risposta rates con SSRI e SNRI nel trattamento Efficacy trials della depressione % of responders p= n.s. Papakostas et al., Biol Psychiatry 2007 JAMA Internal Medicine Treatment of Adult Depression in the United States Olfson M, Blanco C, Marcus SC Analisi dei dati provenienti dal Medical Expenditure Panel Surveys, svoltosi negli USA fra il 2012 e il 2013. Totale cittadini (>18 aa) coinvolti: 46.417. Valutazione effettuata tramite il Patient Health Questionnaire-2 (positivo per depressione se > 3), corretto per caratteristiche socio demografiche. Valutate la presenza di: trattamento specifico (qualsiasi tipo) in presenza o meno di positività per depressione, tipo di specialista implicato nella gestione del trattamento, tipo di trattamento (farmaci, psicoterapia, altre figure sanitarie) Olfson et al., JAMA Int Med, 2016 Oct 1;176(10):1482-1491. JAMA Internal Medicine Treatment of Adult Depression in the United States Olfson M, Blanco C, Marcus SC L’8.4% (95% CI, 7.9-8.8) dei cittadini è risultato positivo per depressione, di questi solo il 28,7% risultava in trattamento antidepressivo. Al contrario, tra tutti gli adulti trattati con antidepressivi, solo il 29,8% era positivo allo screening e solo il 21,8% soffriva di un qualche significativo distress psicologico. Gli adulti con problematiche psicologiche maggiori, in confronto a quelli con problematiche minori, risultavano più spesso trattati da psichiatri (33,4% vs 17,3%) o da altri specialisti della salute mentale (16,2% vs 9,6%) e meno frequentemente trattati esclusivamente dal MMG (59.0% vs 74,4%). Risultavano inoltre avere più probabilità di usufruire di una psicoterapia (32,5% vs 20,6%) ma non di ricevere trattamento con antidepressivi (81,1% vs 88,6%) Olfson et al., JAMA Int Med, 2016 Oct 1;176(10):1482-1491. . Il social support è un concetto multidimensionale che può comprendere il supporto emozionale (e.g. incoraggiamenti, empatia), strumentale (e.g. ausilio nella gestione del domicilio), informativo (e.g. informare qualcuno di una opportunità lavorativa). Può essere caratterizzato in base all'agente del supporto sociale (coniuge, genitori, parenti, amici...). Fondamentale una adeguata caratterizzazione del supporto sociale per valutare quale tipomodalità di supporto possa essere maggiormente protettivo verso episodi depressivi, in diverse età della vita, infanzia-adolescenza, età adulta, anzianità. Sono stati considerati 100 studi selezionati fra lavori focalizzati sulla popolazione generale svolti in Europa, Nord America, Australia e Nuova Zelanda, eseguiti fra il 1988 e il 2015. Totale della popolazione: 504.966 persone Social Support e Depressione: infanzia e adolescenza 31 studi analizzano il rapporto fra supporto sociale e depressione in infanzia e adolescenza (età considerate: 8-20 aa). L’84% degli studi indicano come almeno una possibile modalità di social support risulti protettivo per eventi depressivi in questa fascia di età. Dagli studi nei quali venivano considerate le differenze di genere, un’associazione significativa era presente per il sesso femminile ma non per quello maschile. Il tipo di “social support” più efficace in questa fascia di età è risultato essere quello proveniente da genitori, insegnanti e familiari; il supporto amicale e la percezione generica di supporto risultavano essere meno rilevanti. Social Support e Depressione: Adulti La maggior parte degli studi (89%) riporta associazione significativa fra Social Support e protezione da eventi depressivi negli adulti. Gli studi che effettuavano analisi gender-specific non riscontravano significative differenze. Supporto coniugale (100%), familiare (88%), amici (73%), figli (67%). Social Support e Depressione: Anziani La presenza del coniuge appare essere un rilevante fattore protettivo contro episodi depressivi (100% degli studi), soprattutto nel sesso maschile. Due studi longitudinali indicano come un rapporto povero o conflittuale con il coniuge, o l'assenza di stessa di un partner siano associati più frequentemente ad episodi depressivi in età senile nel sesso maschile (Hefner et al., 2009; Sonnenberg et al., 2013) Risulta rilevante anche il supporto amicale (71% degli studi) in età anziana, mentre il supporto dai familiari (non coniuge) risulta invece meno rilevante (36% degli studi) nel proteggere da episodi depressivi. Alcune vie esemplificative … Verso la psichiatria di precisione Da decenni ormai si cercano adeguati predictor di risposta alla terapia antidepressiva ma, nonostante centinaia di specifici lavori (recentemente di associazione genetica), l'impostazione della terapia antidepressiva è tuttora basata sul metodo trial and error. È elevata la variabilità di strategia di gestione iniziale della terapia antidepressiva ma addirittura elevatissima la variabilità fra strategie di secondo livello. Personalizzazione del Trattamento (i) Con modalità artigianali rispetto ad altre branche della medicina (vedi oncologia), anche in psichiatria è già in atto una sorta di personalizzazione dei trattamenti. In fase di impostazione di terapia, si escludono alcune molecole sulla base dei loro possibili effetti collaterali nel paziente in oggetto (elevazione soglia convulsivante in pz a rischio, aumento ponderale in pz obesi/sovrappeso), per poi scegliere una molecola nel ventaglio delle rimaste. Tra le rimaste alcuni psichiatri semplicemente scelgono il loro farmaco preferito, altri si basano su linee guida/protocolli azienzali (talvolta su logiche costo/beneficio), altri discutono potenziali vantaggi/svantaggi con il paziente. Non vi è nessuna strategia/protocollo evidence based relativa alla scelta della terapia antidepressiva, nè vi sono strategie condivise (ed evidence based) circa eventuali terapie di secondo livello . Personalizzazione del Trattamento (ii) Gli psichiatri già pongono in atto la personalizzazione dei trattamenti ma con modalità casuali e a volte poco consistenti. Di fronte ad algoritmi decisionali e/o linee guida, numerosi psichiatri insistono sul personalizzare il trattamento sulla base di particolari profili sintomatologici, anche se in assenza di evidenze che confermino la reale predittività di tale approccio. Verso la precision medicine: Predictor di risposta attualmente disponibili Fenomenologia: tipo di depressione, melancolica vs atipica vs ansiosa Sintomatologia: risultano predittori di farmacoresistenza: l'insonnia, la riduzione delle energie, anamnesi positiva per traumi, PTSD e sintomatologia psicotica lieve. Genetica e genomica: variabilità del Cit. P450 (è possibile predire quale sarà il plasma level ma manca una reale associazione fra plasma level e risposta terapeutica) Biomarker: ad esempio, dallo studio GENDEP (Genome-based Therapeutic Drugs for Depression, Uher et al., 2009) è risultato come i pazienti con PCR <1 mg/l rispondessero meglio a trattamento con escitalopram mentre con PCR>1 mg/l rispondessero meglio a nortriptilina. Ma la modesta differenza di efficacia non giustifica utilizzo di un farmaco con profilo di tollerabilità nettamente inferiore. In studio: marker neuroimaging, EEG . Verso la precision medicine Aspettando marker più significativi (biologici, neuroimaging, genomici), per impostare un trattamento preciso (e non solo personalizzato) per la depressione maggiore, risulta consigliabile utilizzare indici di probabilità di resistenza al trattamento per programmare eventuali protocolli più intensivi ab initio (antidepressivo + psicoterapia, antidepressivo + augmentation con antipsicotico atipico, etc) per quei casi che verosimilmente mostreranno resistenza alla risposta. Come personalizzare la terapia? Effetti collaterali a breve e lungo termine degli antidepressivi Breve termine Lungo termine Insonnia Nausea Disfunzione sessuale Aumento di peso Ipersonnia Disfunzione cognitiva Astenia modificato da: Papakostas G. J Clin Psychiatry 2007;68:11-17 Antidepressivi e aumento di peso Serretti e Mandelli, J Clin Psychiatry 2010;71:1259-72 Salvi et al., Eur Neuropsychopharmacol 2016 Oct;26(10):1673-7 Antidepressivi e aumento di peso Bupropione Fluoxetina Sertralina Venlafaxina Duloxetina Trazodone Basso H1 Bassi α1a, 5HT2c Paroxetina Citalopram Imipramina Basso H1 Alti α1a, 5HT2c Mirtazapina Amitripilina Nortriptilina Alto H1 Alti α1a, 5HT2c Depressione e infiammazione •Depressione e Infiammazione sono interconnesse alimentandosi a vicenda. Questo loop bidirezionale in cui la depressione facilita la risposta infiammatoria e l’infiammazione promuove la patologia depressione con evidenti conseguenze sulla salute degli individui. •Elevati livelli infiammatori caratterizzano numerose patologie sistemiche che includono patologie cardiovascolari, diabete, sindrome metabolica, artrite reumatoide, asma, sclerosi multipla, dolore cronico e psoriasi. Ciascuno di questi quadri presenta un aumentato rischio di patologia depressiva. Shelton et al., Prog Neurobiol 2010; 91:275–299 Slavich et al., . Psychol Bull 2014; 140:774–815 Il ruolo delle citochine •Tre meta-analisi hanno confermato differenze nei livelli di citochine pro-infiammatorie tra soggetti con patologia depressiva e controlli. •Interleukine-6 (IL-6), tumor necrosis factor-alpha (TNFα) e C-reactive protein (CRP). •Le forti associazioni osservate nei campioni clinici rispetto ai gruppi di controllo hanno fornito evidenze di un effetto dose risposta. Howren et al Biol Psychiatry 2010; 67:446–457 Liu Y, et al J Affect Disord 2012; 139:230–239 Dowlati et al., n. Biol Psychiatry 2010; 67:446–457 Altre questioni •La patologia depressiva è una sindrome complessa e l’infiammazione potrebbe svolgere un ruolo solo in una subpopolazione di soggetti depressi. •I dati del National Health and Nutrition Examination Survey forniscono alcuni elementi in merito: •47% dei soggetti con livelli depressivi clinicamente significativi presentavano livelli di CRP ≥3.0 mg/L, e 29% livelli di CRP ≥5.0 mg/L. •Raison and Miller suggeriscono che si ritrovano indici infiammatori elevati in circa 1/3 dei pazienti depressi. Rethorst et al.,: J Clin Psychiatry 2014; 75:e1428–e1432 Raison CL, Miller AH: Is depression an inflammatory disorder? Curr Psychiatry Rep 2011; 13:467–475 Non per tutti….. •Per quanto l’infiammazione non è di per sé necessaria né sufficiente ad indurre depressione, gioca un ruolo rilevante in una subpopolazione di soggetti con depressione clinica. Ne consegue che risposte clinicamente rilevanti (dal punto di vista psicopatologico) ad interventi anti-infiammatori siano osservabili in un gruppo limitato di soggetti. Esistono cioè specifiche pathways che legano depressione ed infiammazione che non sono applicabili all’intero campione clinico di soggetti con depressione. Glassman et al., Psychoneuroimmunology meets neuropsychopharmacology: translational implications of the impact of inflammation on behavior. Neuropsychopharmacology 2012; 37: 137–162 Raison et al., JAMA Psychiatry 2013; 70:31–41 Asse Ipotalamo Ipofisi surrene •Le citochine promuovono una disregolazione dell’asse adreno-ipotalamo-ipofisario (HPA), una caratteristica chiave della condizione depressiva. Un’abnorme attività glucorticoide può influenzare il mantenimento e la progressione di un quadro depressivo. •Tipicamente i glucorticoidi spengono l’infiammazione tramite un sistema a feedback. Tale sistema di controllo sembra subire un danno dalla presenza di citochine, conducendo ad un mantenimento del fenomeno infiammatorio Pace et al., Brain Behav Immun 2007; 21:9–19 Zunszain et al., . Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry 2011; 35:722–729 Un’esposizione sostenuta ai glucocorticoidi conduce ad atrofia dendritica in aree ippocampali ed una diminuzione nella sopravvivenza delle cellule neuronali tramite una riduzione del BDNF in ippocampo ed in regioni corticali. Tata DA, Anderson BJ: The effects of chronic glucocorticoid ex- posure on dendritic length, synapse numbers, and glial volume in animal models: implications for hippocampal volume reductions in depression. Physiol Behav 2010; 99:186–193 Antidepressivi Terapia psichiatrica + + Constitutive pathway TGN Regulated pathway ER Y Golgi Y BDNF Neurogenesi Espressione genica Fattori trofici Sensibilità al Dolore… •Il dolore genera una risposta infiammatoria che amplifica la sensibilità al dolore e che, come sorgente addizionale di infiammazione, può provocare sintomi depressivi. •L’associazione appare reciproca, maggiore dolore è associato a più alta prevalenza di depressione e miglioramento di questa è associata a declino della sintomatologia algica. Watkins & Maier Immune regulation of central nervous system functions: from sickness responses to pathological pain. J Intern Med 2005; 257:139–155 Fishbain et al: Does pain interfere with antidepressant depression treatment response and remission in patients with depression and pain? An evidence-based structured review. Pain Med 2014; 15:1522–1539 … e patologia depressiva •Il dolore aumenta il rischio di ricorrenza depressiva peggiorando la sintomatologia sottosoglia. •Maggior severità del sintomo doloroso è associata a peggior outcome in depressione con maggior rischio di scarsa risposta al trattamento con antidepressivi. Fishbain, et al: Does pain interfere with antidepressant depression treatment response and remission in patients with depression and pain? An evidence-based structured review. Pain Med 2014; 15:1522–1539 Gerrits et al: Pain, not chronic disease, is associated with the recurrence of depressive and anxiety dis- orders. BMC Psychiatry 2014; 14:187 Disturbi del sonno •I Disturbi del Sonno oltre ad essere un sintomo cardine della patologia depressiva, quando presenti, ne aumentano il rischio di insorgenza di 2 volte. •La perdita di sonno stimola la produzione di citochine proinfiammatorie facilitando lo sviluppo di patologia depressiva. •D’altro canto l’aggravarsi del processo infiammatorio altera la regolazione del sonno mentre bloccanti farmacologici delle citochine riescono a normalizzare il sonno. •In uno studio longitudinale, i disturbi del sonno aumentano il rischio di infiammazione sistemica a 5 anni di follow-up. Irwin Annu Rev Psychol 2015; 66:143–172 Lopresti et al J Affect Disord 2013; 148:12–27 Cho et al.,. Brain Behav Immun 2015; 46:319–326 Il dolore e l’effetto sul sonno •Sonno e dolore risultano essere acceleratori indipendenti sia di infiammazione che di depressione e tendono a incrementare il loro impatto tramite una reciproca amplificazione di effetto. Irwin MR, Olmstead R, Carrillo C, et al: Sleep loss exacerbates fatigue, depression, and pain in rheumatoid arthritis. Sleep 2012; 35:537–543 Research has uncovered many ways that sleep deprivation impairs mental and physical health. Some of the best-studied and most significant impacts are highlighted below. Scientific American, 2015, Biggio G. Dal Sonno all’alimentazione •I cambiamenti di appetito, un altro sintomo cardine sia dell’infiammazione che della depressione, possono essere indotti dalle alterazioni del sonno. •I comportamenti alimentari non salutari che tipicamente si associano alle fluttuazioni dell’umore agiscono da promotore sia dell’infiammazione che della depressione. Scientific American, 2013 2015 web 3.0 Scientific American Mind, 2008 Exposure and Use of Mobile Media Devices by Young Children Pedriatics, 2015 Deprivazione di sonno INSONNIA COME SINTOMO E SEGNALE PRECOCE il tempo trascorso svegli può influenzare il numero di sinapsi che si formano o che vengono eliminate nel cervello adolescente la deprivazione di sonno, specialmente quando è cronica, può produrre conseguenze a lungo termine in termini di formazione dei circuiti cerebrali I disturbi del sonno in età giovanile sono correlati all’incidenza cumulativa di disturbi depressivi nel corso della vita (31,6% vs 10,4 nei controlli).In diversi studi i disturbi del sonno sono stati associati al comportamento a rischio, all’abuso di sostanze. Giedd JN. Linking Adolescent Sleep, Brain Maturation, and Behavior Journal of Adolescent Health 45 (2009) 319–320 La dieta: una strada ulteriore tra depressione ed infiammazione? Studi osservazionali hanno osservato una relazione tra diete più sane e un minor rischio di depressione. Anche in studi prospettici comportamenti alimentari più corretti sembrerebbero avere un ruolo protettivo rispetto al rischio di sviluppare sia sintomi depressivi che Disturbi Depressivi. Lai et al: A systematic review and meta-analysis of dietary patterns and depression in community-dwelling adults. Am J Clin Nutr 2014; 99:181–197. Rienks et al., Mediterranean dietary pattern and prevalence and incidence of depressive symptoms in mid-aged women: results from a large community-based prospective study. Eur J Clin Nutr 2013; 67:75–82 Esercizio fisico? •Numerose evidenze supportano l’esercizio fisico come strumento nella prevenzione della patologia depressiva e soggetti fisicamente attivi hanno indici infiammatori più bassi di soggetti sedentari. •La riduzione dell’effetto infiammatorio potrebbe giustificare l’effetto antidepressivo associato all’attività fisica regolare. Mammen G, Faulkner G: Physical activity and the prevention of depression: a systematic review of prospective studies. Am J Prev Med 2013; 45:649–657 Gleeson M, Bishop NC, Stensel DJ, et al: The anti-inflammatory effects of exercise: mechanisms and implications for the prevention and treatment of disease. Nat Rev Immunol 2011; 11:607–615 Appetito e depressione •Brevi periodi di digiuno sembrano provocare effetti positivi sull’umore. Studi clinici osservazionali riportano riduzione di sintomi depressivi tra il 2° ed il 7° giorno di digiuno. •In accordo con questi dati l’anoressia transitoria può essere letta come una funzione adattativa sia nella depressione clinica che nelle condizioni infiammatorie indotte da malattie finalizzata a ridurre i processi infiammatori. Fond G, Macgregor A, Leboyer M, et al: Fasting in mood disorders: neurobiology and effectiveness: a review of the literature. Psy- chiatry Res 2013; 209:253–258 94. Maes M, Berk M, Goehler L, et al: Depression and sickness behavior are Janus-faced responses to shared inflammatory pathways. BMC Med 2012; 10:66 Prevalenza della depressione in comorbidità Malattia Prevalenza % • Stroke 22-50 • IMA 17-23 • Diabete • BPCO • Ipertensione • Cancro 9-27 22 22 Disfunzione socio-lavorativa e di ruolo vs controlli sani: 18-39 1. Depressione da sola > 21% Depressione in comorbidità: > 50% • Malattia di Parkinson 2. 10-37 Musselmann DL, APA 2006, mod. Mediatori positivi “Gli sforzi per personalizzare la terapia hanno sofferto di eccessiva ambizione, alla ricerca di un singolo biomarker anziché considerare altri predittori di risposta. In realtà, molti studi suggeriscono che le caratteristiche del paziente possono farci prendere decisioni che influenzino le probabilità di risposta.” Perlis R, World Psychiatry 2016;15:288-35 Science, October , 2012 EE’ possibile che tra uno o due decenni i trattamenti non saranno indirizzati solo alla malattia, ma anche al singolo paziente 100 MIL to map human brain