verbale n° 29 - tommaso ciccarone

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VERBALE N 29
BRIZZI AURORA VB
17/03/2016
La filosofia dello Spirito:
analisi dello Spirito Oggettivo e delle sue componenti.
Per Hegel all'interno della Filosofia dello Spirito è fondamentale esaminare lo
Spirito Oggettivo, ovvero analizzare le strutture oggettive, reali e concrete in cui
lo spirito dell'uomo e la cultura si realizzano; secondo Hegel quindi capire il
contesto storico ed oggettivo in cui vivono gli individui rappresenta la chiave di
lettura del superamento di una posizione puramente soggettiva e parziale(analisi
del soggetto) e quindi affinché l'uomo acquisisca pienezza e libertà è
fondamentale parlare dello spirito oggettivo.
Le componenti dello spirito oggettivo in cui l'individuo può concretizzare la sua
crescita sono essenzialmente tre: il diritto, la moralità e l'eticità, che
rappresentano rispettivamente tesi, antitesi e sintesi. Il DIRITTO per Hegel
rappresenta l'involucro esterno della società, ovvero la sfera delle leggi e della
legalità, l’insieme delle regole senza le quali l'uomo non sarebbe razionalmente
consapevole di sé; esso rappresenta la prima faccia dello spirito oggettivo.
Secondo Hegel infatti seguire le regole non significa essere liberi, ma nonostante
ciò è necessario seguirle per essere membri di una società; al contrario Hegel
afferma che la vera libertà si ritrova nella sfera morale dell'individuo e per questo
motivo egli spinge gli individui a superare il diritto e a concentrarsi sulla moralità.
Da qui Hegel comincia ad analizzare la seconda componente della Filosofia dello
Spirito, ovvero la MORALITA': Hegel sostiene che sia più importante che i
cittadini interiorizzino il senso del bene, del male e della moralità, piuttosto che
seguire solamente le leggi e le regole(il diritto corrisponde all'imperativo
ipotetico di Kant, mentre la moralità rappresenta l'imperativo categorico );la
moralità inoltre per Hegel rappresenta l'ambito dell'interiorità, opposto
all'ambito della legalità tipico del diritto.
La tesi che sosteneva Hegel è che lo stato non può basarsi e reggersi solo sulle
leggi esterne, ma è necessario che uno stato educhi l'individuo al senso civico
della libertà (imperativo categorico) e quindi il diritto ha bisogno di fondersi in
modo unitario con la morale. Hegel dopo aver analizzato la sfera del diritto e
quella della moralità giunge ad una sintesi, ovvero la componente dell'ETICITA':
essa avrà il suo culmine in ciò che garantisce, ossia il buon funzionamento della
società, lo Stato; l’eticità, che rappresenta la sintesi dello spirito oggettivo, è
caratterizzata da altre tre sue grandi componenti che per Hegel sono i tre
principali aspetti dello Spirito Oggettivo, ovvero la Famiglia, la Società Civile,
cioè il contesto della scuola, del lavoro, l’associazionismo, ed infine al di sopra di
tutti è presente lo Stato etico.
Riguardo la sintesi tra il diritto e la moralità, Cesare Beccaria fu il primo che
concepì un ideale di giustizia affiancata alla morale, seguendo il principio
secondo il quale la giustizia ha il dovere di insegnare a chi ha commesso il reato
di capire dove ha sbagliato ed adottare la tecnica rieducativa (giustizia
correttiva); Hegel si ispirò molto a Cesare Beccaria nell'ideale della giustizia
correttiva, in cui non è ammessa la pena di morte, poiché è considerata una
giustizia che non corregge, ma solo vendicativa, attraverso cui lo stato si macchia
dello stesso peccato che va a punire. Al contrario per Hegel è proprio l'elemento
morale che corregge la disfunzione immorale degli omicidi. Tra i filosofi che si
schierarono ideologicamente in posizioni opposte a quelle di Hegel ci furono
Thomas Hobbes e Machiavelli; Hobbes contrariamente a Hegel non credeva che
la politica dovesse essere unita alla morale, poiché secondo lui lo stato doveva
essere una sorta di macchina politica che impediva per natura la criminalità. Egli
affermava che la sovranità non doveva basarsi sull'etica, partendo dal
presupposto scientifico che la natura umana è cattiva in origine e ciò è possibile
ritrovarlo anche nell'ideologia machiavelliana; secondo Hobbes inoltre la libertà
è un concetto che non esiste e di conseguenza l'unico rimedio risiede nella
repressione della libertà, ammettendo l'esistenza solo delle regole esterne.
Ci sono poi altri filosofi come Aristotele, che appoggiano le tesi di Hegel,
secondo cui l'uomo in sé possiede qualcosa di divino insieme alla libertà; secondo
Hegel infatti una società che si basa solo sul diritto è una società vuota che
impedisce agli uomini di essere liberi, ma di essere solo dei sudditi come
teorizzava contrariamente Hobbes nel Leviatano. Lo Stato di Hobbes si reggeva
sull'incorporazione degli individui(sudditi) all'interno dello stato stesso e quindi
lo stato imponeva una sorta di giustizia repressiva.
Al contrario Hegel segue la tradizione aristotelica, secondo cui l'individuo per
natura risulta potenzialmente socievole; per Aristotele lo Stato ha il dovere di
educare l'uomo non solo a rispettare le regole e le leggi, ma anche ad accettare
interiormente la giustizia (Giusnaturalismo=politica che si coniuga con l'etica).
Aristotele fu il primo che cominciò a parlare di “ethos” =etica, ovvero
dell'”appartenenza ad una comunità etica”; Hegel ispirandosi alla filosofia di
Aristotele afferma che l'individuo diventa cittadino libero, autocosciente solo se
vive all'interno di uno Stato libero che si basa sull' “ethos” (etica). In sintesi la
moralità di Hegel consiste nel rispettare le regole non perché qualcuno impone
di rispettarle, ma perché è l'individuo che deve sentirlo dall'interno.
Kant nella sua filosofia non parlò mai di eticità in maniera approfondita come
fece Hegel, ma affrontò l'argomento in modo molto più generale, senza operare
nessuna distinzione tra diritto e moralità; Hegel infatti rimproverò a Kant il fatto
che il discorso della moralità in quest'ultimo rimase astratto, utopico e chiuso
nell'individualità e ciò per Hegel rappresentava un grande errore in cui incorrere.
Nello Spirito Oggettivo di Hegel la moralità si realizza solo se l'uomo viene
inserito all'interno di uno spirito collettivo; inoltre egli sosteneva che ciò che
permette all'uomo di realizzare la propria libertà morale è il lavoro, e di
conseguenza uno stato che si preoccupa del lavoro, della meritocrazia e della
scuola viene considerato uno Stato etico. In Kant non è presente questa ideologia
e per questo motivo Hegel rimprovera al filosofo di non aver realizzato la sintesi
della moralità.
Il modello di Stato etico per eccellenza è rappresentato dallo Stato Prussiano in
cui vive Hegel; quest’ultimo fu molto utopico, poiché questa sua tendenza venne
riscontrata proprio nel suo Stato Prussiano che secondo lui era già uno stato etico.
Al contrario Hegel si opponeva al sistema politico inglese ed americano, in cui il
motore della civiltà è rappresentato non dall'etica ma dalla proprietà privata che
creava conflittualità sociale, caratterizzata da individui che si affermavano a
discapito degli altri.
Infine secondo Hegel lo stato assoluto era uno stato libero, illuminato, non uno
stato assoluto dal punto di vista militare; colui che sviluppò il pensiero di Hegel
in Italia fondando il “neohegelismo” fu Giovanni Gentile.
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