sleepy hollow

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Analisi del film
“IL MISTERO DI SLEEPY HOLLOW”
regia: Tim Burton
anno: 1999
produzione: USA
Con Christopher Walken, Christina Ricci, Johnny Depp, Miranda Richardson
1) PROLOGO
Serve ad anticipare parte della storia per incuriosire lo spettatore. In questo caso il film
comincia con un’azione del Cavaliere senza testa in un campo di grano che mozza la testa senza ietà
ad un uomo in fuga.
2) Il pUNTO DI VISTA NON CREDIBILE
La maggior parte dei film horror si basa sul principio che il protagonista non isa una
personaggio affidabile. DI solito è un bambino o un ragazzino. Per un adulto le parole di un
bambino potrebbero non essere vere, magari non sono bugie ma frutto della sua fantasia. Il fatto
che un bambino racconti di aver visto mostri o cose orribili aumenta la tensione per lo spettatore
che inconsciamente si chiede se il bambino racconti la verità o meno. Difficilmente per esempio
vedremo un avvocato protagonista di un horror perché nell’opinione cimune lavvocato
rappresenta la sicurezza, colui che conosce bene la realtà dei fatti.
Anche in questo film il protagonista non ha un punto di vista credibile, è un fifone che viene
dalla città e che crede con i lumi della scienza di smentire l’esistenza di un mostro. A lui si
aggiunge come assistente un altro personaggio poco credibile, un bambino rimasto orfano. Il
meccanismo del film horror è però ribaltato perché gli avvocati e tutori della legge del paese
credono nel Cavaliere senza testa questo è un meccanismo potente per lo spettatore perché
perde la sicurezza dei personaggi che dovrebbero rappresentare la realtà.
3) USO DEL FUORI CAMPO
Il fuori campo è usato soprattutto per le scene nei boschi alla ricerca di indizi. Qui è il regno
dell’imprevistoe il fuori campo aumenta del tensione della percezione di presenze minacciose.
4) INXONTRO CON LA STREGA NELLA GROTTA
L’incontra tra l’investigatore e la strega nella grotta che tramite il vaticinio gli svela la posizione
del Cavaliere è una delle più fiabesche del film. Eppure la regia è pulita, chiara. Classica. Il
dialogo tra è due è un campo controcampo, sono ripresi frontalmente e orizzontalmente. Il
regista ci vuol dire che le parole della strega sono vere.
5) LA SOGGETTIVA
La soggettiva è usata per far identificare lo spettatore con il rptagonista soprattutto nei momenti
di tensione. Sia negli inseguimenti che nelle ricerche nei boschi.
6) La LANTERNA MAGICA
In alcune scene si vede un bambino con la lanterna magica che serviva a proiettare sul muro
ombre animate. E’ un elemento simbolico che richiama l’idea dell’illusione, a sottolineare il
fatto che tutta la storia potrebbe essere una fiaba, un’illusione della mente.
7) USO DEL FLASHBACK
Per raccontare i traumi passati del protagonista il regista usa il flashback, il ricordo di eventi
passati ma chiarificatori per il presente. In questo film il flashback avviene dopo gli svenimenti
per la pura dell’investigatore. La sua mente è così razionale che può capire l’ignoto solo nei
momenti in cui non è conscio, non è sveglio.
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