Lo Spirito e i diritti della donna in “Amoris laetitia”. “Amoris laetitia”, nr. 54: “ Per quanto ci siano stati notevoli miglioramenti nel riconoscimento dei diritti della donna e nella sua partecipazione allo spazio pubblico…non sono ancora del tutto sradicati costumi inaccettabili. Anzitutto la vergognosa violenza che a volte si usa nei confronti delle donne, i maltrattamenti familiari e varie forme di schiavitù…. penso alla grave mutilazione genitale della donna in alcune culture, ma anche alla disuguaglianza dell’accesso a posti di lavoro dignitosi e ai luoghi in cui si prendono le decisioni… ricordiamo anche la pratica dell’“utero in affitto” o la strumentalizzazione e mercificazione del corpo femminile nell’attuale cultura mediatica. C’è chi ritiene che molti problemi attuali si sono verificati a partire dall’emancipazione della donna. Ma questo argomento non è valido, è una falsità, non è vero. E’ una forma di maschilismo... se sorgono forme di femminismo che non possiamo considerare adeguate, ammiriamo ugualmente l’opera dello Spirito nel riconoscimento più chiaro della dignità della donna e dei suoi diritti.” E’ significativo che Papa Francesco riconosca l’azione dello Spirito nel riconoscimento dei diritti delle donne : se già nel settembre 2015 egli si era addirittura dichiarato “un po’ femminista”, ringraziando le suore per la loro testimonianza, le parole “femminismo” e “cattolicesimo” non sono davvero più inconciliabili. In questa direzione, come sottolineano anche le teologhe italiane che insegnano nelle diverse Facoltà Teologiche e che si sono recentemente confrontate nel loro annuale incontro di cui scrivero’ prossimamente , la cosa più importante è che venga ascoltata la voce delle donne: che siano presenti con diritto di parola e di voto nei momenti in cui si prendono decisioni per tutta la Chiesa, della quale anch’esse fanno parte.. E’ essenziale il punto di vista femminile, nell’esegesi dei testi sacri e nella teologia! Forse la questione femminile potrebbe per alcuni non sembrare rilevante: ma, come afferma mons. Vincenzo Bertolone nel suo libro, “I Care Humanum”, “non si tratta di strappare qualche ‘mea culpa’ dagli esponenti di una certa interpretazione patriarcale e maschilista della Bibbia, quanto di compiere un atto di rinnovamento dell’umanità… Se le donne hanno finora troppo taciuto, nel progetto di un nuovo umanesimo cristiano vogliamo valorizzare opportunamente e coraggiosamente la presenza e la partecipazione delle donne anche nei processi decisionali ….”. E’ una questione di giustizia davanti al trono di Dio che volle creare l’umanità “maschio e femmina”: perché non si può avere un’adeguata ermeneutica di ciò che è umano, senza un adeguato ricorso a ciò che è femminile. ANNA ROTUNDO