FORME INDETERMINATE Una volta capita la definizione, i limiti è necessario calcolarli; per farlo non è, fortunatamente, necessario applicare la definizione. E’ importante, comunque, almeno in casi semplici, applicare la definizione per capirne praticamente il significato e la funzione di , di e dell’intorno che ne deriva. Consideriamo una funzione reale di variabile reale “facile”: f(x) = x2 4x il dominio è R; il codominio è f(x) ≥ 4, non presenta discontinuità. Forme indeterminate pagina 1 Se alla x diamo, ad esempio, il valore x = 5 otteniamo per f(5) il valore 9 e scriveremo f(5)=9; usando il concetto di limite scriveremo lim 𝑓(𝑥 ) = 𝑙 𝑥→𝑥0 lim(𝑥 2 − 4𝑥 ) = 9 𝑥→5 Questo esempio ci dice che il calcolo del limite coincide in tutto e per tutto con il tipo di calcolo che facevamo prima: calcolare il valore della funzione f(x) = x 4x quando x=5 e calcolare il 2 lim𝑥→5 (𝑥 2 − 4𝑥) sono la stessa cosa. Forme indeterminate pagina 2 Ma il concetto di limite non è nato per essere utilizzato in situazioni “normali”; è nato per dare un significato a operazioni che algebricamente non ne hanno, come ad esempio la divisione per zero e la divisione per valori infiniti. Operazioni che non hanno significato algebrico ma che possono avere una spiegazione visiva se l’espressione algebrica viene considerata come funzione e rappresentata graficamente in un sistema di assi cartesiani. Esempio: la funzione 𝑓 (𝑥 ) = 𝑓(3) = 1 0 1 (𝑥−3)2 non è definita per x =3, si ottiene infatti , una divisione per zero, operazione non definita nell’insieme dei numeri reali. Ma, dal grafico (vedi figura), si intuisce chiaramente che lim𝑥→3 ( 1 𝑥−3)2 =∞ e anche: Forme indeterminate pagina 3 1. 2. lim𝑥→+ ( 1 lim𝑥→− ( 1 𝑥−3)2 𝑥−3)2 =0 =0 Forme indeterminate pagina 4 Forme indeterminate pagina 5 Si dice che la funzione 𝑓 (𝑥 ) = 1 (𝑥−3)2 è un infinito per x che tende a 3 e un infinitesimo per x che tende a ; siamo costretti a considerare + e come se fossero numeri che però non hanno un valore preciso. La presenza di + e , al numeratore e/o al denominatore ci costringe a parlare di quantità infinitamente grandi (positive e negative) o infinitamente piccole (tendenti a zero). Considerare + e alla stregua di numeri ci costringe a calcolare il valore di una funzione utilizzando delle regole particolari che potremmo definire l’algebra degli infiniti e degli infinitesimi. Il problema che si pone ora, però, è che questa algebra non si limita al tipo di casi che abbiamo visto ed elencato utilizzando l’esempio precedente. Ci sono delle operazioni tra infiniti e infinitesimi che non hanno un significato numerico preciso, possono essere Forme indeterminate pagina 6 fonte di contraddizioni e alle quali non sappiamo dare risposta a priori, ma vanno risolti caso per caso. Un esempio: quanto vale 0 ? Vale 0, vale +, o qualcos'altro?!?! La risposta è: non c'è una risposta generale. Dipende da caso a caso! Le operazioni problematiche, chiamate forme indeterminate, tra infiniti e infinitesimi, sono quelle per la cui soluzione è stato sviluppato il concetto di limite e i relativi calcoli. I limiti permettono di risolvere essenzialmente sette forme indeterminate Forme indeterminate pagina 7