Farmacologia clinica dei farmaci anticoagulanti e antiaggreganti Emostasi e trombosi: farmaci Emostasi Processo che porta all’arresto della perdita di sangue dai vasi sanguigni danneggiati (essenziale per vita) Una ferita causa: •Vasocostrizione •Adesione ed attivazione piastrinica •Formazione della fibrina Trombosi Formazione patologica di un tappo emostatico all’interno dei vasi in assenza di sanguinamento LA “TRIADE DI VIRCHOW” FATTORI CHE PREDISPONGONO ALLA FORMAZIONE DI TROMBI 1) Lesioni della parete vascolare ipertensione flusso turbolento iperlipidemia diabete mellito traumi alcune infezioni FATTORI CHE PREDISPONGONO ALLA FORMAZIONE DI TROMBI 2) Alterazioni del flusso ematico Immobilità prolungata Promuovono la formazione di trombi causando attivazione dell’endotelio facilitando il contatto tra piastrine e parete vascolare evitando la diluizione dei fattori pro-coagulanti FATTORI CHE PREDISPONGONO ALLA FORMAZIONE DI TROMBI 3) Anormale coagulabilità del sangue Coagulazione del sangue MECCANISMI CHE LIMITANO LA PROPAGAZIONE DEL PROCESSO EMOSTATICO Produzione di PGI2 da parte dell’endotelio intatto Antitrombina III ANTI-COAGULANTI NATURALI Coagulazione del sangue MECCANISMI CHE LIMITANO LA PROPAGAZIONE DEL PROCESSO EMOSTATICO Produzione di PGI2 da parte dell’endotelio intatto Antitrombina III Proteina C/Proteina S ANTI-COAGULANTI NATURALI Coagulazione del sangue MECCANISMI CHE LIMITANO LA PROPAGAZIONE DEL PROCESSO EMOSTATICO Produzione di PGI2 da parte dell’endotelio intatto Antitrombina III Proteina C/Proteina S Inibitore della via del fattore tessutale (TFPI) ANTI-COAGULANTI NATURALI Coagulazione del sangue MECCANISMI CHE LIMITANO LA PROPAGAZIONE DEL PROCESSO EMOSTATICO Produzione di PGI2 da parte dell’endotelio intatto Antitrombina III Proteina C/Proteina S Inibitore del percorso del fattore tessutale (TFPI) Attivatore tessutale del plasminogeno (tPA) Coagulazione del sangue Emostasi e trombosi: farmaci Terapia farmacologica per promuovere emostasi e’ raramente necessaria (emofilia, eccessivo uso di anticoagulanti, intervento chirurgico) Acido tranexamico • Analogo della lisina che inibisce competitivamente l’attivazione del plasminogeno e legame plasmina a fibrina • Somministrato per os o per via immodificato per via renale (t ½ 1-2 h) e.v.; escreto • Effetti indesiderati: nausea, vomito, disturbi nella percezione dei colori Acido aminocaproico • Analogo della lisina, impedisce legame plasminogeno/plasmina alla fibrina; per os o e.v. Desmopressina • Aumenta per breve tempo la Cp del fattore VIII (accelera processo di formazione di fibrina) e del fattore di von Willebrand (migliora adesione piastrinica a tessuto sub-endoteliale) Emostasi e trombosi: farmaci Terapia farmacologica per promuovere emostasi e’ raramente necessaria (emofilia, eccessivo uso di anticoagulanti, intervento chirurgico) Piu’ comune terapia per trattare e/o prevenire trombosi o tromboembolismo I farmaci possono influenzare emostasi e trombosi in tre modi distinti, agendo su: •Coagulazione del sangue (formazione di fibrina) •Funzionalita’ piastrinica •Rimozione della fibrina (fibrinolisi) Alcune indicazioni all`impiego di farmaci anticoagulanti e antiaggreganti Patologie cardiache Fibrillazione atriale Protesi valvolari Post-infarto del miocardio Patologie traumatologica-chirurgica e vascolare Arteriopatia periferica Trombosi venosa profonda Embolia polmonare Chirurgia ricostruttiva vascolare Anomalie congenite o acquisite Ridotta sensibilita` alla proteina C attivata Carenza di inibitori fisiologici della coagulazione Alterazione della fibrinolisi Trombocitosi Iperviscosita` ematica Malattie cerebrovascolari Carlino P. et al , Italian Oral Surgery 2006, 2:27-34 Anticoagulanti parenterali Eparina Glicosamminoglicano (GAG) che si trova nei granuli secretori delle mastcellule Eparina non frazionata Eparine a basso peso molecolare Differenze farmacocinetiche e farmacodinamiche 10-15 catene di GAG (200-300 unita’) legate a proteina centrale a formare un proteoglicano eparinico GAG subusce modificazioni, poi proteoglicano trasportato nei granuli della mastcellula dove si formano frammanti di GAG di varia lunghezza (in media 40 unita’) Anticoagulanti parenterali Eparina non frazionata • Chiamata anche eparina standard, UFH, HMWH; 7000 – 30000 dalton • Estratta da mucosa intestinale di suino o da polmone di bovino • Somministrata per via e.v. (boli ripetuti o infusione continua; effetti immediati) o s.c. (biodisponibilita’ del 30 % e latenza anche di 1-2 h) • Ha una farmacocinetica dose-dipendente: t½ da 30 min (basse dosi) a 150 min (t½ attivita’ anticoagulante aumenta con dose) • Legame variabile a proteine plasmatiche e dell’endotelio contribuisce a variabilita’ interindividuale della dose richiesta per raggiungere adeguato effetto anticoagulante • La maggior parte metabolizzata da cellule endoteliali e macrofagi (velocita’ variabile), anche da fegato; una piccola quantita’ eliminata immodificata nelle urine Profilo farmacocinetico ed effetti non facilmente prevedibili Anticoagulanti parenterali Eparine a basso peso molecolare • Chiamata anche eparine frazionate, LMWH; < 7000 dalton • Isolate da UFH • Somministrata per via s.c. (assorbimento quasi completo; 1 o 2 iniezioni/die) • t½ da 2 a 6 h (non dipendente da dose) • Bassa affinita’ per proteine plasmatiche e dell’endotelio • Scarso legame a cellule endoteliali e macrofagi; eliminazione epatica (rapida, saturabile) e renale (lenta, non saturabile) • Hanno un profilo farmacocinetico piu’ prevedibile rispetto a quello di UFH (non sono richiesti test ematici se non in pazienti con insufficienza renale, nei quali l’eliminazione e’ ridotta) ANTI-COAGULANTI NATURALI Eparina non frazionata Eparine a basso peso molecolare EPARINA E EPARINE A BASSO PESO MOLECOLARE: MECCANISMO D’AZIONE HMWH + ATIII Altri meccanismi d’azione comuni: •Facilitazione del rilascio dalla parete vascolare dell’inibitore della via del fattore tissutale (TFPI) •Inibizione aggregazione piastrinica attraverso legame a fattore 4 piastrinico (soprattutto con UFH) Anticoagulanti parenterali Eparina Glicosamminoglicano (GAG) che si trova nei granuli secretori delle mastcellule Eparina non frazionata Eparine a basso peso molecolare Fondaparinux • Pentasaccaride di sintesi • Somministrato per iniezione s.c. – biodisponibilita’ 100%, t½ 17 h, eliminato immodificato dal rene (attenzione nei pazienti con insufficienza renale) • Migliora l’azione intrinseca dell’antitrombina nell’inibire il fattore Xa • Non contrastato da antidoto contro eparine Anticoagulanti parenterali Eparina Glicosamminoglicano (GAG) che si trova nei granuli secretori delle mastcellule Eparina non frazionata Eparine a basso peso molecolare Monitoraggio terapia eparinica Fondaparinux Con UFH, il grado dell’effetto anticoagulante valutato tramite aPTT (dovrebbe essere prolungato 1.5-3 volte rispetto a valore controllo) Con LMWH e fondaparinux non strettamente necessario Eparine: usi clinici Terapia iniziale delle trombosi venose e dell’embolia polmonare (generalmente con warfarin, eparine almeno x 3-5 gg) Se sviluppate in seguito a tumore, preferite eparine (LMWH) al warfarin (vomito e danno epatico da chemioterapici) Eparine: usi clinici Terapia iniziale delle trombosi venose e dell’embolia polmonare (generalmente con warfarin, eparine almeno x 3-5 gg) Controllo iniziale di pazienti con angina instabile o infarto miocardico acuto Durante angioplastica coronarica cardiopolmonari (no fondaparinux) o bypass Rischio trombosi causata da attivazione del fattore XII (che fondaparinux non contrasta) indotta da questi interventi Eparine: usi clinici Terapia iniziale delle trombosi venose e dell’embolia polmonare (generalmente con warfarin, eparine almeno x 3-5 gg) Controllo iniziale di pazienti con angina instabile o infarto miocardico acuto Durante angioplastica coronarica cardiopolmonari (no fondaparinux) Eparine (soprattutto LMWH) tromboembolismo venoso (es. chirurgico o in soggetti a rischio) o bypass per prevenzione dopo intervento Antic. di scelta durante la gravidanza (non pass. BEP, no terat.; dovrebbero essere sospese 24 h prima del parto) Anticoagulanti parenterali Eparina: effetti collaterali • Emorragia (piu’ comune; contrastata da sospensione e/o solfato di protamina, soprattutto se emorragia da UFH) • Osteoporosi (rara complicanza dopo somministrazone per diverse settimane, dovuta a inibizione osteoblasti; > con UFH) • Trombocitopenia/complicanze trombotiche • Iperkaliemia (inibizione secrezione aldosterone per riduzione numero e sensibilita’ dei AT-IIR su cellule zona glomerulare della corticale surrene) Anticoagulanti parenterali Eparina: effetti collaterali • Ipertrigliceridemia (deplezione della all’endotelio vascolare; > con UFH) LPL legata Eparina puo’ causare il rilascio in circolo di LPL normalmente presente su cellule endoteliale – nel tempo si ha perdita di LPL con conseguente aumento di trigliceridi • Reazioni di ipersensibilita’ Anticoagulanti parenterali HIT (Heparin-induced thrombocytopenia) Seria complicanza dei trattati con UFH (5%), con LMHW (1%) o con fondaparinux (1%); puo’ insorgere a seguito di una qualsiasi via di somministrazione (s.c. o i.v.) o quantita’ somministrata HIT caratterizzata da trombosi venosa profonda ed embolismo polmonare; anche eventi a carico del letto arterioso (perdita di arti, infarto miocardico, ictus) Type I HIT • Forma non immunomediata • Compare tipicamente entro 1-4 gg da inizio terapia • Trombicitopenia moderata e transiente Type II HIT • Forma immunomediata • Puo’ manifestarsi entro 5-14 gg da somm. se soggetti naïve (~65%) ore/giorni in sogg. con pregressa (100 gg) esp. a eparina (~30%) 9-40 gg da sospensione eparina (~3%) • Complicanze emorragiche e tromboemboliche potenz. letali BARTHOLOMEW JR et al., 2005 Mechanism of thrombosis in HIT. Platelet factor 4–heparin–IgG complexes bind to the Fcg receptor IIA on platelets, leading to platelet aggregation, acceleration of soluble clotting reactions (such as the conversion of factor II [prothrombin] to factor IIa [thrombin]), and activation of neighboring endothelial cells. IgGs bind to heparin–platelet factor 4 complexes on the surface of endothelial cells, leading to additional endothelial-cell activation, which in turn may lead to focal changes in the expression of endothelialderived procoagulants and anticoagulants. Finally, platelet microparticles, which may be increased in heparin-induced thrombocytopenia, have increased procoagulant activity. Am J Kidney Dis. 2012;60(3):473-486 Anticoagulanti parenterali HIT (Heparin-induced thrombocytopenia) Seria complicanza dei trattati con UFH (5%), con LMHW (1%) o con fondaparinux (1%); puo’ insorgere a seguito di una qualsiasi via di somministrazione (s.c. o i.v.) o quantita’ somministrata HIT caratterizzata da trombosi venosa profonda ed embolismo polmonare; anche eventi a carico del letto arterioso (perdita di arti, infarto miocardico, ictus) Diagnosi HIT basata sia su criteri clinici (es. “4T scoring”) che test di laboratorio (saggi immunologici e funzionali) Terapia per HIT prevede l’immediata sospensione di eparina, seguita dalla sua sostituzione con un anticoagulante alternativo (inibitori diretti della trombina – DIT) – non ritardare terapia in attesa dei risultati dei test di laboratorio BARTHOLOMEW JR et al., 2005 Non reagisce con Abs anti-eparina BARTHOLOMEW JR et al., 2005 No warfarin in pazienti con HIT acuta perche’ puo’ precipitare gangrena venosa agli arti o necrosi cutanea; va bene nella gestione della HIT a lungo termine Anticoagulanti parenterali Inibitori diretti della trombina Si legano e inibiscono direttamente trombina (a differenza di UFH e LMWH) • Lepirudin (der. ricombinante di irudina) • Bivalirudin (peptide sintetico) • Argatroban (solo sito attivo) Profilassi o trattamento pazienti con trombocitopenia da eparina; bivalirudin alternativa a eparina durante angiopl. Dotrecogin alfa Forma ricombinante di proteina C attivata umana Entro 48 h, infusione di 96 h riduce mort. per sepsi gener. Anticoagulanti parenterali Inibitori diretti della trombina Anticoagulanti parenterali Antitrombina Forma ricombinante di AT umana, prodotta nel latte di capre geneticamente modificate Approvata come anticoagulante in pazienti con carenza ereditaria di AT che debbano sottoporsi a interventi chirurgici Anticoagulanti orali Warfarin Antagonista della vitamina K, in quanto inibisce a livello epatico l’enzima vitamina K epossido riduttasi Compromissione della sintesi epatica dei fattori vitamina K-dipendenti (II, VII, IX e X) Fattori della coagulazione dipendenti dalla vitamina K Vitamina K VII IX Sintesi di fattori della X coagulazione II funzionali Meccanismo di azione della vitamina K Precursore della protrombina Protrombina Acido Glutammico Acido γ carbossiglutammico “Carbossilasi” Viatmina K ridotta Viatmina K ossidata Vi e’ un ritardo nella comparsa dell’effetto anticoagulante (massimo dopo 24-36 h), a causa della presenza di fattori della coagulazione circolanti precedentemente sintetizzati L’azione anticoagulante persiste alla sospensione del trattamento fino a che non vengano sintetizzati nuovi fattori (2-5 gg) Meccanismo d`azione del warfarin Vitamina K Antagonismo vitamina K VII Sintesi di IX fattori della Warfarin X coagulazione II non funzionali Meccanismo d`azione del warfarin Precursore della protrombina Protrombina Acido γ carbossiglutammico Acido Glutammico “Carbossilasi” Vitamina K epossido reduttasi (VKOR) Viatmina K ridotta Warfarin Viatmina K ossidata Anticoagulanti orali Warfarin Anticoagulante orale di piu’ ampio utilizzo Assorbimento per os quasi completo, altamente legato a albumina plasmatica Eliminato per m. epatico CYP-dipendente (t½ 1-2 giorni) Uso prolungato richiede estremanente accurata valutazione del Polimorfismi in CYP responsabili di interindividuale nella sensibilita’ al warfarin dosaggio variabilita’ IT basso (no gravidanza, ma puo’ essere dato durante allattamento) 3-5 volte piu’ potente Influenza PK Influenza PD Limdi NA and Veenstra DL, Pharmacotherapy 2008, 28: 1084-1097 Warfarin: polimorfismi del CYP2C9 Il ruolo della farmacogenetica nella terapia con warfarin, 2005 Warfarin: polimorfismi del complesso vitamina K epossido reduttasi (VKOR) Il ruolo della farmacogenetica nella terapia con warfarin, 2005 DT50 DE50 Anticoagulanti orali Warfarin Dosaggio: Il fattore VII e’ il piu’ sensibile alla carenza di vit. K • Se non presenti determinati polimorfismi, negli adulti iniziare con 2-5 mg/die per os per 2-4 gg, poi 1-10 mg/die in base all’INR (rapporto internazionale normalizzato) In genere obiettivo e’ di raggiungere INR di 2-3. Es.: Profilassi trombosi venosa profonda Tromboprofilassi negli int. chirurgici dell’anca e del femore fratturato Trattamento della trombosi venosa profonda Prevenzione del tromboembolismo nella fibrillazione atriale In alcuni casi obiettivo INR di 4.5: prevenzione trombosi venose profonde ricorrenti, prevenzione formazione trombi su protesi valvolari cardiache meccaniche Anticoagulanti orali Warfarin Dosaggio: Il fattore VII e’ il piu’ sensibile alla carenza di vit. K • Se non presenti determinati polimorfismi, negli adulti iniziare con 2-5 mg/die per os per 2-4 gg, poi 1-10 mg/die in base all’INR (rapporto internazionale normalizzato) • Puo’ anche essere somministrato per via e.v. senza modificare dose; no per via i.m. per rischio di ematoma Anticoagulanti orali Warfarin Effetti collaterali: • Emorragia (piu’ comune; contrastato da vit. K, infusione fattori coagulazone o plasma fresco congelato) • Alopecia, necrosi cutanee (per trombosi da squilibrio livelli proteina C e altri fattori coagulazione; a volte necessaria amputazione arto) e reazioni di ipersensibilita’ (rare complicanze) • La somministrazione di warfarin durante la gravidanza causa difetti congeniti e aborto • Interazioni farmacologiche (particolarmente importanti) Antibiotici ad ampio spettro possono aumentare l’effetto anticoagulante del warfarin in quanto sopprimono la produzione di vitamina K da parte dei batteri intestinali FATTORI CHE POTENZIANO L’AZIONE DEGLI ANTICOAGULANTI ORALI Malattie Malattie epatiche Ipertiroidismo Farmaci Farmaci Farmaci Farmaci Farmaci Farmaci che che che che che inibiscono il metabolismo epatico inibiscono la funzionalità piastrinica spiazzano gli OA dal legame con le proteine diminuiscono la riduzione della vitamina K diminuiscono la disponibilità di vitamina K FATTORI CHE RIDUCONO L’AZIONE DEGLI ANTICOAGULANTI ORALI Condizioni del paziente Gravidanza Ipotiroidismo Ipoproteinemia (aumento Vd) Farmaci Vitamina K Farmaci che inducono il metabolismo epatico Farmaci che diminuiscono l’assorbimento intestinale Inibitori diretti del fattore Xa orali Rivaroxaban Apixaban Inibiscono fattore Xa della via comune della coagulazione Vengono somministrati in dose fissa Non richiedono alcun monitoraggio Hanno un rapido inizio d’azione e una t½ breve (circa 10 h, ma aumenta in anziani e soggetti con insufficienza renale) Trovano indicazione: Trombosi venose profonde ed embolismo polmonare Prevenzione stroke ed embolismo sistemico in paz. con FA Sindrome coronariche acute Tromboprofilassi in pazienti oncologici, con stroke, allettati Inibitori diretti del fattore Xa orali Rivaroxaban 10-20 mg qd Biodisponibilita orale dell’80%, per 2/3 metabolizzato dal fegato, escreto immodificato (1/3) o come metabiliti per via renale; emivita di 9-12 h Utilizzato per tromboprofilasssi in chirurgia ortopedica Non esistono attualmente antidoti (concentrati di complesso protrombinico possono contrastare effetto anticoagulante) Presenta vantaggi rispetto a warfarin, il quale possiede un basso IT, ha un effetto influenzato dalla dieta e da molteplici interazioni farmacocinetiche, e richiede un periodico controllo per l’aggiustamento della pososlogia Anticoagulanti orali Dabigatran etexilato Profarmaco attivato da metabolismo di primo passaggio; metabolita attivo eliminato immodificato dal rene; emivita 13 h (controindicato in pazienti con insufficienza renale) Inibitore diretto e competitivo della trombina (sia circolante che legata al trombo, a differenza di eparina che influenza solo trombina libera) A differenza di eparina, non si lega a proteine plasmatiche e per questo dosaggio e’ piu’ prevedibile Non esistono attualmente antidoti (concentrati di complesso protrombinico possono contrastare effetto anticoagulante) Anticoagulanti orali Dabigatran etexilato Presenta vantaggi rispetto a warfarin, il quale possiede un basso IT, ha un effetto influenzato dalla dieta e da molteplici interazioni farmacocinetiche, e richiede un periodico controllo per l’aggiustamento della pososlogia Utilizzato per tromboprofilasssi in chirurgia ortopedica, per la prevenzione dello stroke da tromboembolismo nella FA Antiaggreganti piastrinici Antiaggreganti piastrinici 1. INIBITORI DELLE CICLOSSIGENASI (aspirina) 2. INIBITORI DELLE FOSFODIESTERASI (dipiridamolo) 3. INIBITORI DEL RECETTORE DELL`ADP (ticlopidina, clopidogrel, prasugrel, ticagrelor, cangrelor) 4. ANTAGONISTI DEL RECETTORE GPIIb-IIIa (eptifibatide, abciximab, tirofiban) 5. PROSTANOIDI (Epoprostenolo – PGI2) Antiaggreganti piastrinici Siti di azione dei principali farmaci antiaggreganti piastrinici Angiolillo DJ et al. Circ. J. 2010, 74: 597-607 Antiaggreganti piastrinici Dosaggi < di quelli richiesti per atttivita’ antinfiammatoria Dopo aspirina, neosintesi di TXA2 non riparte fino a che il pool di piastrine che sono state influenzate dal farmaco non vengono rimpiazzate (circa 7-10 giorni) Antiaggreganti piastrinici Antiaggreganti piastrinici Antagonisti recettori P2Y12 ADP + Prasugrel Ticagrelor* Cangrelor* Profarmaci, inibitori irreversibili (eccetto ticagrelor e cangrelor) Antiaggreganti piastrinici Antagonisti recettori P2Y12 Clopidogrel • Attivita’ antiaggregante richiede bioattivazione epatica che determina ritardo nell’insorgenza effetto • Polimorfismi possono determinare resistenza • Insieme all’aspirina utilizzati spesso in ACS Prasugrel • Attivita’ antiaggregante richiede bioattivazione epatica che determina ritardo nell’insorgenza effetto • Comparabile efficacia del clopidogrel, ma effetto antiaggregante maggiore e piu’ rapido • Efficace in pazienti con resistenza al clopidogrel Ticagrelor • Inibitore non competitivo di P2Y12, non richiede bioattivazione epatica • Efficace in pazienti con resistenza al clopidogrel IPA (%; 20 μmol/L ADP, final extent) by protocol time and treatment. Greater IPA (20 μmol/L ADP, final extent) occurred with ticagrelor than with clopidogrel at 0.5, 1, 2, 4, 8, and 24 hours after loading and at 6 weeks IPA for ticagrelor on day 3 after the last dose was comparable to clopidogrel at day 5; IPA on day 5 for ticagrelor was similar to clopidogrel on day 7 and did not differ from placebo Gurbel P A et al. Circulation 2009;120:2577-2585 Comparison of onset and offset of platelet inhibition between ticagrelor and clopidogrel. Ticagrelor shows a faster onset and a higher maximum level of platelet inhibition after loading, greater suppression of platelet function under maintenance dose therapy and a faster recovery of platelet function after offset compared to clopidogre Comparison of onset of platelet inhibition and antiplatelet effects under maintenance dose therapy between prasugrel and clopidogrel. Ticagrelor is predominantly metabolized by CYP3A4 and to some extent by CYP3A5; Elimination is through hepatic metabolism. No dose adjustment is required in patients with renal impairment T1/2 = 8 h 30% T1/2 = 12 h Nature Reviews Cardiology 10, 121-122 (March 2013) Ticagrelor is a moderate inhibitor of CYP3A4, CYP2C9, CYP3A5 and CYP2D6 Ticagrelor should be avoided in patients on CYP3A4 inhibitors (ketoconazole, clarithromycin, nefazodone, ritonavir and atazanavir) and CYP3A4 inducers (rifampicin, dexamethasone, phenytoin, carbamazepine and phenobarbital) Additional benefits seen with ticagrelor may be due to the unique inhibition of nonplatelet P2Y12 receptors such as those in vascular smooth muscle (stimulate vasoconstriction). Systemically active drugs, such as ticagrelor, are able to penetrate the vascular wall, prevent vasospasm and aid in myocardial perfusion. Prodrugs, such as clopidogrel, have not been shown to inhibit these receptors potentially due to the physical and chemical properties of the metabolite Nature Reviews Cardiology 6, 737-738 (December 2009) Clopidogrel: bioattivazione Clopidogrel 2-oxo-Clopidogrel Metabolita attivo Varianti geniche possono predisporre a un riscio maggiore di sanguinamento o di trombosi (15-30% non responsivi a clopidogrel) Xie HG et al, Pharmacology and Therapeutics 2010, doi:10.1016/j.pharmthera.2010.10.001; Mackenzie IS et al., Journal of Internal Medicine 2010, 268:516-529 Cardiology in Review 2011;19: 95–100 Biotrasformazione delle tienopiridine e possibili interazioni con gli inibitori di pompa protonica Mackenzie IS et al., Journal of Internal Medicine 2010, 268:516-529 Inhibition of platelet activation by ADP-receptor antagonists ADP-receptor antagonists bind irreversibly (clopidogrel and prasugrel) or reversibly (ticagrelor and cangrelor) to the P2Y12 receptor, thereby inhibiting Ca2+ mobilization and activation of the GPIIb/IIIa receptor. Inhibition of Ca2+ mobilization reduces activation of PLA2, the enzyme that promotes release of arachidonic acid from the cell membrane, which is necessary for TXA2 production. Decreased Ca2+ mobilization also reduces secretion of vasoactive and proaggregatory substances from platelet granules. Reduced activation of the GPIIb/IIIa receptor prevents conformational changes that result in platelet aggregation. Acetylsalycylic acid binds irreversibly to COX-1, thereby blocking the synthesis of TXA2. Clopidogrel and prasugrel are prodrugs that require either a two-step (clopidogrel) or a one-step (prasugrel) conversion to their active compounds by hepatic cytochrome P450 enzymes. Ticagrelor and cangrelor are both active compounds requiring no hepatic biotransformation before binding to the P2Y12 receptor. Cangrelor is administered intravenously, bypassing intestinal absorption. Paikin, J. S. et al. (2010) New antithrombotic agents—insights from clinical trials Nat. Rev. Cardiol. doi:10.1038/nrcardio.2010.101 Primary results of the PLATO (Study of Platelet Inhibition and Patient Outcomes) trial (ticagrelor vs. clopidogrel in acute coronary syndromes). Cumulative KaplanMeier estimates of the rate of the primary efficacy end point (death from vascular causes, myocardial infarction, or stroke) for ticagrelor and clopidogrel at 12 months No significant difference in the rates of major bleeding was found between the groups receiving ticagrelor or clopidogrel, although ticagrelor was associated with a higher rate of major bleeding not related to CABG (coronary artery bypass graft). In addition, rates of fatal intracranial bleeds, although low, were more common with ticagrelor Predefined hierarchical testing of secondary end points showed significant differences in the rates (lower in ticagrelor treated group) of MI alone and death from vascular causes but not stroke alone. The rate of death from any cause was also reduced with ticagrelor The most common adverse effect with ticagrelor in this study was dyspnea. Although there were also more frequent episodes of ventricular pauses ≥ 3 seconds Primary results of the PLATO (Study with of Platelet Inhibition and the Patient ticagrelor during firstOutcomes) week of trial (ticagrelor vs. clopidogrel in acutetreatment coronarycompared syndromes). withCumulative clopidogrel,Kaplanby 30 Meier estimates of the rate of the primary end point were (deathnot from vascular days efficacy the differences statistically causes, myocardial infarction, or stroke) for ticagrelor and clopidogrel at 12 months significant Antiaggreganti piastrinici Antagonisti recettori GPIIb/IIa Farmaci che inibiscono un punto chiave sul quale convergono tutte le vie dell’attivazione piastrinica Abiciximab • Si lega irreversibilmente a GPIIb/IIIa (durata d’azione piu’ lunga della sua breve t½ di 30 min) • S.e.v. (bolo iniziale, poi infusione continua) • Riduce aggregazione piastrinica >90% (effetti rapidi, ma attivita’ piastrinica ripristinata 48 h dopo cessazione infusione) Tirofiban • Si lega reversibilmente a GPIIb/IIIa (t½ di 2 h) • Infusione continua; aggregazione riprende piu’ rapidamente che con abiciximab Abiciximab Proprieta farmacologiche ed effetti collaterali Utilizzato in combinazione con l`angioplastica percutanea per la trombosi coronarica Usato insieme all`aspirina ed all`eparina e` molto efficace nella prevenzione della ristenosi e dell`infarto del miocardio ricorrente Il principale effetto collaterale e` rappresentato dall`emorragia Eptifibatide e tirofiban Proprieta farmacologiche ed effetti collaterali Epitifibatide e` un peptide ciclico Tirofiban e` un non-pepetide Entrambi bloccano lo stesso sito per il fibrinogeno sul recettore αIIbβ3 Hanno una breve durata d`azione Somministrati insieme ad aspirina (eptifibatide) ed eparina (eptifibatide, tirofiban) Il rischio di emorragia collaterale piu` importante rappresenta l`effetto Antiaggreganti piastrinici Dipiridamolo Interferisce con la funzione piastrinica aumentando le concentrazioni di nucleotidi ciclici (es. cAMP, cGMP) – effetto mediato da inibizione PDE e/o blocco ricaptazione adenosina che a sua volta attiva recettori A2) Dipiridamolo utilizzato anche come stress farmacologico per la circolazione coronarica, al fine di individuare un’ischemia miocardica in pazienti che non sono in grado di effettuare attivita’ fisica (basato su fenomeno del furto coronarico) Antiaggreganti piastrinici Usi clinici: • Prevenzione dell’ictus embolico e di TIA • Prevenzione secondaria dopo infarto miocardico • Prevenzione dell’infarto miocardico in presenza di angina o di una malattia vascolare periferica • Prevenzione primaria della cardiopatia ischemica nei pazienti con ipertensione che hanno un rischio di malattia cardiovascolare > 20 % nell’arco di 10 anni • Inibizione coagulazione nella circolazione extracorporea • Riduzione complicanze ischemiche da chirurgia vasale (es. inserimento di stent coronarico) Agenti fibrinolitici Agenti fibrinolitici L’efficacia di qualsiasi farmaco fibrinolitico dipende dall’eta’ del trombo (maggiore efficacia contro trombi recenti) e dalla superficie del trombo esposta al farmaco Agenti fibrinolitici L’efficacia di qualsiasi farmaco fibrinolitico dipende dall’eta’ del trombo (maggiore efficacia contro trombi recenti) e dalla superficie del trombo esposta al farmaco Ha emivita (1 h) piu’ lunga di alteplase e reteplase (0.5 h), ma simile a tenecteplase Forme modificate del t-PA, rispetto al quale mostrano una maggiore durata d’azione (reteplase, tenecteplase) e una minore suscettibilita’ ai PAI (tenecteplase) Agenti fibrinolitici Farmacocinetica • Somministrazione i.v. o i.a. • Plasminogeno-streptokinasi degradato sanguigno; streptokinasi libera eliminata prodotto da precedenti esposizione o streptococco (Ab possono persistere con per diversi anni) nel circolo anche da Ab infezione da titolo elevato • Alteplasi e analoghi metabolizzati nel fegato • Streptokinasi ha un’inizio d’azione + lento (bassa velocita’ di associazione con plasminogeno) rispetto ad alteplasi e analoghi Agenti fibrinolitici Effetti indesiderati • Emorragia (generalmente lieve ma puo’ essere grave) – contrastata da antifibrinolitici o trasfusione di plasma fresco congelato • Ipotensione (dose dipendente per rilascio di BK); + frequente con streptokinasi • Reazioni allergiche; + frequente con streptokinasi Agenti fibrinolitici Usi clinici • Infarto miocardio acuto • Ictus ischemico • Tromboembolia arteriosa periferica • Embolia polmonare o trombosi venosa profonda Agenti fibrinolitici Usi clinici • Streptokinasi di solito utilizzata per infusione breve (1 ora) per trattamento dell’occlusione coronarica (per occlusioni arteriose periferiche o per embolismo polmonare possono essere effettuate infusioni + lunghe) • Alteplasi (emivita breve) utilizzata per infusione lunga (3-24h); se obiettivo e’ lisi di un trombo coronarico, e’ necessaria terapia anticoagulante con eparina per le successuve 48 h (per ridurre rischio di riocclusione) • Reteplase somministrato in bolo di due iniezioni a distanza di 90 min, il tenecteplase come singolo bolo; eparina somministrata anche dopo reteplase e tenecteplase