Da una chiesa ospitale ad una chiesa che si fa ospitare

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Incontro vicariale Schio-Arsiero 17/02/2017
Da una chiesa ospitale ad una chiesa che si lascia ospitare
Primo tempo (a gruppi di 5/6 persone, possibilmente di parrocchie diverse):
1)quale proposta di fede è presente in parrocchia per gli 11/19 anni?
2)quali i punti forti e i punti deboli?
3)abbiamo sentito qualcosa sulla professione di fede?
Secondo tempo
Verso dove?
1)Dentro un percorso di iniziazione
(vedi: Diocesi di Milano, Perché porti molto frutto, Centro Ambrosiano, pag. 8)
… Occorre anzitutto una fase di trasmissione della fede [traditio], cui segue un momento prolungato di
assimilazione (receptio) che si apre e trova senso in una sempre più convinta restituzione ad altri di guanto
ricevuto e assunto personalmente (redditio]. Questo schema tripartito ci permette di rileggere in sintesi
tutta la proposta educativa dall’infanzia alla giovinezza, che possiamo indicativamente descrivere cosi:
a)il tempo tra il battesimo e la celebrazione della confermazione e dell’eucaristia rappresenta la traditio,
cioè la consegna da parte della comunità cristiana del patrimonio della fede;
2)nel tempo tra la celebrazione dell’eucarestia e il raggiungimento della maggiore età si situa la receptio
ovvero l'assunzione personale di quanto offerto dalla comunità. Ciò avviene in due momenti successivi: nel
tre anni delle scuole superiori di primo grado (tradizionalmente indicati come tempo della
preadolescenza) e nel primo triennio delle scuole superiori di secondo grado (cui ci si riferisce col termine
adolescenza);
3)con la maggiore età inizia il tempo propizio per una sempre più responsabile restituzione, redditio, di
quanto interiorizzato, assumendo forme diversificate di servizio all’interno della comunità cristiana e civile.
È il tempo in cui si rende esplicita la testimonianza nei luoghi della vita quotidiana, come lo studio
[università) e il lavoro. Tale tempo si apre con la professione di fede dei 18/19 anni.
2)Professione fede
La professione di fede, che si colloca al termine di un percorso di crescita nella fede iniziato nei primi anni
di vita, ha varie motivazioni.
a)Da un punto di vista biblico-teologico, la fede, che muove i suoi primi passi da un interesse per la parola
di Gesù, porta ad una conversione di vita in cui il Signore diventa la scelta centrale, quella perla preziosa
per cui vale la pena vendere i propri beni. E’ in questo contesto che si colloca la professione di fede, come
momento in cui con gioia il giovane dice il suo sì per la scoperta o riscoperta di un bene prezioso ed
inaspettato (Il Signore Gesù). Se il catecumenato si chiude con la traditio symboli da parte della comunità
(all’incirca intorno ai 10/11 anni) ora è il momento in cui il giovane restituisce il credo ricevuto (la redditio
symboli) dimostrando in modo esplicito ed impegnato la sua adesione al credo della Chiesa.
b)Da un punto di vista iniziatico-sacramentale il cammino di iniziazione cristiana contempera i due aspetti
di una fede scelta una volta per sempre (battesimo e cresima) e quotidianamente, di domenica in
domenica (eucarestia). Se il ripristino dell’ordine teologico dei sacramenti, che colloca alla fine del la
comunione, ribadisce l’importanza di tornare quotidianamente, dentro la trama ordinaria della vita, ad
aderire al Signore, la professione di fede torna a sottolineare l’importanza della scelta unica, di quel
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momento della vita in cui, con una consapevolezza nuova, lo Spirito ci dà la gioia di dire un sì sicuro e
durevole.
c)Da un punto di vista educativo possiamo dire che il cammino percorso con i fanciulli e i ragazzi può avere
solo un’ispirazione catecumenale, in quanto la scelta solo parzialmente può essere libera: è infatti più una
scelta della famiglia che del singolo ragazzo. Ora, il giovane, diciotto-ventenne, ha l’opportunità di aderire
in modo nuovo e completamente libero al Vangelo e di personalizzare il cammino di fede con la stesura
della regola di vita che verrà consegnata al momento della celebrazione della PF.
d)Infine, da un punto di vista ecclesiale, la PF dovrebbe aiutare da introdurre in una fase della crescita in
cui il giovane si impegna a dare il suo contributo alla comunità, non solo partecipando ai vari incontri di
gruppo, ma anche annunciando Cristo nei vari ambiti in cui vive e testimoniandolo anche con il suo
impegno e il suo servizio nella comunità cristiana di appartenenza.
Da dove?
1)La polarizzazione delle posizioni
a)adulti: 20-25% zoccolo duro (praticanti convinti), 15-20% cattolici convinti ma non sempre attivi (non
vogliono staccarsi, ma vivono la fede in termini molto soggettivi), 30-32% cattolici culturali (senza una
grande tensione religiosa, ma che rivalutano la religione come cultura, soprattutto nei confronti di
tradizioni culturali diverse), 9-10% senza religione (si dichiarano agnostici o atei)
b)la situazione giovanile si differenzia: senza religione 40-45% (rispetto al 9-10%), cattolici attivi e convinti
15% (rispetto al 20-25%)
c)polarizzazione delle posizioni e riduzione della fascia intermedia: passaggio da un cristianesimo di
convenzione ad uno di convinzione
d)all’interno dei due poli però posizioni diversificate: dunque con possibili aperture
2)La scarsa presenza di esperienze ed incontri ecclesiali significativi
a)80% ha alle spalle una socializzazione religiosa
b)manca la percezione di aver vissuto esperienze ed incontri significativi
c)probabilmente li hanno vissuti, ma perché non ne hanno avuto la percezione?
3)Un’immagine molto negativa della Chiesa, temperata solo in parte da quella del nuovo papa
a)le esperienze vissute non coinvolgenti ma non negative: neutre
b)perché le esperienze vissute non negative non attenuano la percezione negativa della Chiesa?
4)Quale cristianesimo? (indagine Triveneto, Castegnaro)
a)il 15% dei giovani (convinti e rimasti): cristianesimo un insieme di norme stabilite da Dio e una comunità
fondamentalmente rituale
b)perché la fede è ridotta ad una morale?
Per dove?
Una Chiesa ospitale 1
1)in parrocchia mancano i giovani: quali proposte coinvolgenti per avere i giovani? (il problema è
l’animazione)
2)rischio: una Chiesa in funzione di se stessa e non del Regno, una Chiesa che fatica a viversi come
minoranza (sale, lievito)
Una Chiesa ospitale 2
1)è importante la fede per i giovani (salvezza, vita piena): proposte per rispondere alle domande profonde
che portano nel cuore (il problema è l’annuncio/catechesi)
2)rischio: dare risposte a domande che non ci sono, generando la percezione di una fede molto simile ad
un insieme di valori significativi per la vita (morale)
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Una Chiesa che si fa ospitare (Biemmi, analisi dell’Evangelii Gaudium)
1)La fede “non necessaria”
Se noi partiamo dalla consapevolezza che la “grazia prima” (secondo l’espressione di André Fossion) o fede
elementare (secondo l’espressione di Christophe Theobald) è diffusa in tutti i cuori, dobbiamo anche
concludere che si può essere umani, si può vivere la vita senza un riferimento esplicito al Signore Gesù, in
quanto è il Dio stesso di Gesù Cristo a essersi reso “non necessario” (questo è appunto il senso profondo
del dono dello Spirito a Pentecoste: Il Risorto sottrae la sua vicinanza fisica perché sia possibile la sua
“presenza”, una presenza nella forma della discrezione assoluta, della disponibilità senza necessità).
Questa affermazione, per chi ha incontrato il Signore Gesù, non significa affatto che Gesù Cristo non sia
necessario, ma che l’adesione esplicita a lui non ne condiziona l’amore, la disponibilità e la salvezza. Fuori
di Lui non c’è salvezza, fuori dalla Chiesa sì . Gli uomini e le donne di oggi perseguono la loro felicità spesso
fuori dalla mediazione della Chiesa e della fede esplicita nel Signore Gesù. Dentro le loro traversate umane
possono trovare un senso anche senza la fede.
2)La fede determinante e l’annuncio necessario
Dio può salvare e salva al di là del nostro annuncio; ma se noi non annunciamo, potremo essere salvi? Non
nel senso che non evangelizzando manchiamo a un dovere, ma nel senso che noi, oggetto grazioso della
grazia seconda, non l’abbiamo fatta nostra, non ci ha raggiunto…. Se l’incontro con il Signore Gesù ha
raggiunto la nostra vita, questo non può essere tenuto per se stessi. Se è tenuto per noi stessi, allora non ci
ha raggiunto
3)La motivazione: la gioia
La motivazione dell’annuncio è duplice: la gioia di quanto ci è stato dato gratuitamente e la carità, vale a
dire il desiderio di donare agli altri quanto di più prezioso abbiamo senza merito nostro: «perché la nostra
gioia sia piena» (1 Gv1,1-4).
4)Una Chiesa che si fa ospitare (il problema non animatoriale o catechistico, ma ecclesiologico)
a)una Chiesa pronta a mettere a disposizione il dono del Vangelo ma altrettanto pronta a ricevere una
parola di Vangelo che il Signore riserva per lei nei giovani di oggi, credenti o meno
b)una Chiesa che non guarda solo al quadro oggettivo della fede ma che è disponibile a riformulare
costantemente la sua comprensione del Vangelo
c)una Chiesa abitabile perché non azienda di servizi ma comunità di fratelli che si amano
5)La professione di fede: credere non al posto loro ma con loro
a)stare nei dubbi con i giovani, attraversare senza paura le affermazioni del credo spingendo la ragione fino
in fondo (noi con loro, non possiamo farlo da soli)
b)fare un lavoro a monte: far fare ad ogni affermazione della fede un bagno nelle Scritture per cogliere la
storia di Dio con l’uomo (la Parola nuova innanzi tutto per noi)
c)a valle: cogliere che ogni affermazione del credo ha un senso per la vita (noi con loro)
La proposta delle uscite
1)Cosa sono?
Le USCITE sono state pensate per accompagnare il cammino della Mistagogia e della Professione Personale
di Fede (PF) nel percorso di iniziazione cristiana e per entrare a far parte della comunità. Queste uscite
possono essere usati sia per l’esperienza di un’uscita sia per alcuni momenti d’incontro in parrocchia.
Alcuni simboli inoltre accompagnano la proposta.
2)Per chi?
Si rivolgono a ragazzi dagli 11 ai 14 anni (tempo della Mistagogia) e dai 14 ai 19 anni per la professione
personale di fede nella comunità cristiana.
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Possono essere proposti a gruppi già costituiti, a ragazzi e ragazze che aderiscono all’iniziativa trasversale
tra esperienze diverse (AC, SCOUT, gruppi parrocchiali) e chi non partecipa a nessun gruppo.
3)Come?
Non è una ricetta già pronta, ma chiede il coinvolgimento delle comunità, dei gruppi e di chi prepara ogni
weekend; non sostituisce il percorso associativo e parrocchiale.
Hanno collaborato nella preparazione dei materiali educatori di movimenti e associazioni per offrire una
varietà di metodologie: ufficio catechistico, pastorale vocazionale, pastorale giovanile, AC, SCOUT,
Seminario diocesano, CSI, NOI associazione … un lavoro a più mani per offrire una traccia significativa del
percorso.
4)E in pratica?
Per una buona realizzazione dell’uscita la parrocchia e l’unità pastorale dovranno confrontarsi con alcune
parole chiave: ÉQUIPE un gruppo misto (associazioni, movimenti, gruppi … un numero ristretto di persone)
che ha la regia dell’intera proposta (non che fa tutto) per evitare l’improvvisazione. FORMAZIONE per
conoscere il senso della proposta e far incontrare chi proviene da gruppi e associazioni diverse; una
COMUNITÀ che si lascia coinvolgere, sia dagli organizzatori, sia dalle esperienze del week end;
SOSTENIBILE, non vuol essere “una cosa in più” da fare, ma un aiuto per creare ponti e collaborazioni tra le
persone.
5)Contenuti e temi
a)Il tempo della MISTAGOGIA vuole far vivere i sacramenti celebrati e far incontrare la comunità cristiana. I
tre anni propongono un approfondimento eucaristico, penitenziale e sull’essere Chiesa e testimoni
(battesimo e cresima).
b)Il cammino verso la Professione Personale di Fede offre, tra i 14 e 17 anni, un percorso vocazionale,
sull’affettività-corporeità e sulla Chiesa.
c)L’ultima tappa della PPF mette a tema il senso del credere e il Credo. La Professione Personale di Fede
prevede l’accompagnamento personale e la creazione di una “regola di vita” personale.
Terzo tempo: gruppo di lavoro coordina don Manuel Loreni (mail: [email protected])
1)a livello vicariale:
a)per fascia: fissare un tema annuale e organizzare un’uscita?
b)un momento formativo con operatori diversi (catechisti, animatori, capi …)?
c)quali figure per l’accompagnamento e la regola di vita?
2)a livello parrocchiale:
a)come tradurre nel percorso ordinario la proposta delle uscite?
b)quale collaborazione con i vari operatori che operano nella fascia 11/19 anni?
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