1 Scienze cognitive... 1 ...nella metà degli anni Cinquanta studio interdisciplinare: psicologia linguistica neuroscienze scienze sociali scienze della comunicazione biologia intelligenza artificiale informatica matematica filosofia fisica 2 Scienze cognitive... ...nella metà degli anni Cinquanta studio interdisciplinare: psicologia linguistica neuroscienze scienze sociali scienze della comunicazione biologia intelligenza artificiale informatica matematica filosofia fisica 2 Cibernetica Come si comportano gli organismi in relazione all’ambiente che li circonda? ... era stato scelto per occupare la neonata creata cattedra di fisiologia alla Sorbona. Non gli era stato messo a disposizione alcun laboratorio, ma Napoleone III, dopo averlo incontrato nel 1864, sopperì a questa mancanza costruendo un laboratorio nel Museo Nazionale di Storia Naturale nel Jardin des Plantes, e stabilendo un professorato, che Bernard accettò subito dopo aver lasciato la Sorbona nel 1868; lo stesso anno fu ammesso all'Académie française. Quando morì gli furono accordati i funerali di stato - un onore che mai prima d'allora la Francia aveva concesso ad un uomo di scienza. 3 Cibernetica Come si comportano gli organismi in relazione all’ambiente che li circonda? Claude Bernard (1813- 1878) ... era stato scelto per occupare la neonata creata cattedra di fisiologia alla Sorbona. Non gli era stato messo a disposizione alcun laboratorio, ma Napoleone III, dopo averlo incontrato nel 1864, sopperì a questa mancanza costruendo un laboratorio nel Museo Nazionale di Storia Naturale nel Jardin des Plantes, e stabilendo un professorato, che Bernard accettò subito dopo aver lasciato la Sorbona nel 1868; lo stesso anno fu ammesso all'Académie française. Quando morì gli furono accordati i funerali di stato - un onore che mai prima d'allora la Francia aveva concesso ad un uomo di scienza. 3 Cibernetica Come si comportano gli organismi in relazione all’ambiente che li circonda? 4 Cibernetica Come si comportano gli organismi in relazione all’ambiente che li circonda? Claude Bernard (1813- 1878) 4 Cibernetica 5 Cibernetica Norbert Wiener (Columbia, USA, 1894 - Stoccolma, 1964), matematico statunitense, considerato il fondatore della cibernetica, fin dall'infanzia dimostrò un'intelligenza vivissima, tanto da essere considerato un bambino prodigio. A tre anni era già in grado di leggere correttamente; a nove fece il suo ingresso nella scuola superiore, completando il percorso quadriennale in soli due anni. Successivamente studiò presso la Cornell University, la Columbia University, l’Università di Harvard e quelle di Cambridge (con Bertrand Russell) e Gottinga (con David Hilbert), laureandosi in matematica, fisica e, infine, in biologia. Al suo ritorno negli Stati Uniti, insegnò presso le Università di Columbia, di Harvard e del Maine, divenendo infine professore di matematica al Massachussets Institute of Technology (1932-1960). Allo scoppio della seconda guerra mondiale, in seguito alla fama conquistata in campo internazionale, fu coinvolto in importanti progetti bellici. Tali progetti riguardavano in special modo la realizzazione di computer specializzati nei calcoli da utilizzare nella balistica, dove era richiesto un enorme numero di operazioni ripetitive. Nel 1945 Wiener e von Neumann organizzarono un convegno a Princeton, al quale parteciparono Pitts, Mc Culloch e altri matematici, logici, fisici e ingegneri. Questo convegno fu considerato da Wiener l'atto di nascita della cibernetica (anche se tale termine sarebbe stato introdotto più tardi), dove cominciò a venir utilizzato un linguaggio comune, con termini come analogico, digitale, bit, feedback, ecc. 1948: Wiener conia il termine Cibernetica “governo della nave” basato sul feedback 5 Cibernetica Sistema a retroazione (feedback) - Wiman 6 Cibernetica 7 Cibernetica Sistema a retroazione (feedback) Prendendo un esempio tratto dalla balistica, un sistema di puntamento ad anello aperto calcola a priori le coordinate dell'obiettivo, quindi sia la direzione che l'alzata, calcola gli effetti del vento o di altri agenti esterni e poi incomincia a sparare. Il fatto che l'obiettivo sia stato centrato o meno non influisce sul puntamento dei colpi successivi. In un sistema retroazionato invece, dopo che è stato sparato il primo colpo si valuta la distanza dell'obiettivo e in base a questa vengono modificate le impostazioni dell'arma. È facile capire come in questo caso il secondo sistema sia molto più efficiente del primo. 8 prima dell’informatica... Joseph Marie Jacquard (1801) 9 1805 precedenti modelli: Frenchmen Basile Bouchon (1725) Jean Falcon (1728) Jacques Vaucanson (1740) 10 primordi dell’informatica Interesse bellico delle ricerche Alan Turing, Inghilterra - II Guerra Mondiale ENIGMA vs BOMBE Fish vs COLOSSUS p.7 11 primordi dell’informatica Gottfried Wilhelm Leibniz assegnare numeri a concetti e usare regole formali per manipolare i concetti 1. un uovo 2. cadere a terra 3. frittata 1+2=3 1854: George Boole - An investigation on the Laws of Thought Definì varie operazioni logiche che governano il pensiero Costruì un sistema in grado di gestire alcune frasi : Socrate è un uomo 1879: Gotlob Frege Estese il sistema per poter compiere operazioni del tipo Socrate è un uomo Tutti gli uomini sono mortali Socrate è mortale 12 Alternative al comportamentismo Frederic Barlett (1932) ruolo della ricostruzione soggettiva della memoria Jean Piaget (1920) epistemologia genetica Lev S. Vygotskij e Aleksandr R. Lurija (1920) le capacità cognitive emergono nelle interazioni interpersonali Gestalt (1920) Il tutto è più delle parti Wolfgang Kohler (Tenerife, 1913-1917) : Scimpanzé - problema senza prove ed errori! p. 23 13 Psicologia e comportamentismo Brano: pagine 15-19 14 Psicologia e comportamentismo Hermann Helmholtz (1821-1894 ) fu uomo di interessi culturali e scientifici vastissimi. Si laureò in medicina a Berlino nel 1842 e fu medico militare dal ‘43 al ‘48 ; divenne professore di fisiologia ed anatomia a Königsberg ( 1849 ), poi passò a Bonn ( 1855 ), quindi ad Heidelberg ( 1858 ) ed infine ricoprì una cattedra di fisica a Berlino ( 1871 - 1891 ); due dei suoi allievi più noti furono Hertz e Planck. Le ricerche più importanti di Helmholtz in campo ottico riguardano l’ottica fisiologica. Riuscì ad esplorare il fondo dell’occhio mediante un oftalmoscopio di sua invenzione. Si tratta di uno strumento che permette di vedere l'interno dell'occhio; guardando dentro la pupilla, non è possibile vedere l'interno dell'occhio (la retina), in quanto la testa dell'osservatore scherma il fascio di luce che, riflesso, consentirebbe di vedere la retina; attraverso l'oftalmoscopio, invece, l'occhio dell'osservatore e l'occhio da esaminare si trovano lungo lo stesso asse. 15 Psicologia e comportamentismo Nel suo Hanbuch der physiologischen Optik ( 1856 - 1867 ) spiegò, tra l’altro, il meccanismo dell’accomodazione oculare a distanze diverse : dimostrò che la curvatura del cristallino cambia ed aumenta quando l’oggetto osservato si avvicina all’occhio ed anche per questo studio utilizzò un oftalmometro da lui stesso ideato. Sviluppò inoltre la teoria della percezione cromatica avvalorando l’ipotesi di Young: esisterebbero recettori retinici diversi per i tre colori fondamentali, rosso, verde, violetto e l’effetto percettivo risulterebbe dalla diversa mescolanza dei tre colori. 16 Psicologia e comportamentismo Wilhelm Maximilian Wundt (Mannheim, 16 agosto 1832 – Lipsia, 31 agosto 1920) 17 Psicologia e comportamentismo Wilhelm Maximilian Wundt (Mannheim, 16 agosto 1832 – Lipsia, 31 agosto 1920) 17 Psicologia e comportamentismo Wilhelm Maximilian Wundt (Mannheim, 16 agosto 1832 – Lipsia, 31 agosto 1920) 18 Psicologia e comportamentismo Wilhelm Maximilian Wundt (Mannheim, 16 agosto 1832 – Lipsia, 31 agosto 1920) 18 Psicologia e comportamentismo Wilhelm Maximilian Wundt (Mannheim, 16 agosto 1832 – Lipsia, 31 agosto 1920) 18 Psicologia e comportamentismo Wilhelm Maximilian Wundt (Mannheim, 16 agosto 1832 – Lipsia, 31 agosto 1920) 18 Psicologia e comportamentismo Wilhelm Maximilian Wundt (Mannheim, 16 agosto 1832 – Lipsia, 31 agosto 1920) 18 Psicologia e comportamentismo William James (New York, 11 gennaio 1842 – Chocorua, 26 agosto 1910) è stato uno psicologo e filosofo statunitense e presidente della Society for Psychical Research dal 1894 al 1895. si ispira a Darwin... FUNZIONE ADATTATIVA DEL COMPORTAMENTO (si pensi a quanto detto su K . Lorenz) La sua era una famiglia di tradizione calvinista emigrata dall'irlanda. Fratello maggiore di cinque figli, tra i quali va ricordato Henry James che sarebbe divenuto un celebre romanziere. 19 Alternative al comportamentismo Frederic Barlett (1932) ruolo della ricostruzione soggettiva della memoria Jean Piaget (1920) epistemologia genetica Lev S. Vygotskij e Aleksandr R. Lurija (1920) le capacità cognitive emergono nelle interazioni interpersonali Gestalt (1920) Il tutto è più delle parti Wolfgang Kohler (Tenerife, 1913-1917) : Scimpanzé - problema senza prove ed errori! p. 23 20 Alternative al comportamentismo Gestalt (1920) Percezione d’insieme, non analitica. Wertheimer told this story to illustrate the point: A school inspector was impressed by the children that he had observed, but wanted to ask one more question before departing. "How many hairs does a horse have?" he asked. Much to the amazement of both the inspector and the teacher, a nine year old boy answered "3,571,962." "How do you know that your answer is correct?" asked the inspector. "If you do not believe me," answered the boy, "count them yourself." The inspector broke into laughter and vowed to tell the story to his colleagues when he returned to Vienna. When the inspector returned the following year for his annual visit, the teacher asked him how his colleagues responded to the story. Disappointedly he replied, "I wanted very much to tell the story but I couldn't. For the life of me, I couldn't remember how many hairs the boy had said the horse had." 21 Gestalt Percezione d’insieme, non analitica. Ogni percezione si presenta all’esperienza come un tutto unico, una struttura definitiva avente una sua “forma” individuale, che è impossibile comprendere attraverso una sua scomposizione in una serie di elementi giustapposti. Non ha valore ognuna delle parti costituenti un’opera esaminata nella sua fase analitica, ma ha valore unicamente l’insieme, il quale è sempre superiore alla somma degli elementi che lo compongono” 22 Gestalt Percezione d’insieme, non analitica. Viso di donna 23 Gestalt Percezione d’insieme, non analitica. Viso di donna 23 Gestalt Percezione d’insieme, non analitica. Viso di donna 23 Gestalt Percezione d’insieme, non analitica. Viso di donna 23 Gestalt 24 Il cervello si sviluppa Camillo Golgi - biografia (fine Ottocento, Nobel nel 1906) Biologo e medico, docente all'Università di Pavia. Dopo aver lavorato all'Ospedale per Malati Cronici di Abbiategrasso, tornò all'Università di Pavia, dove condusse ricerche sulla malaria e sulla struttura cellulare. La sua scoperta più importante è la “reazione nera”, il metodo per la colorazione di singoli nervi e strutture cellulari, fondamentale per osservare i processi nervosi. Per queste sue ricerche ricevette il Nobel nel 1906, condiviso con Santiago Ramón y Cajal. 25 Il cervello si sviluppa Il 16 febbraio 1873 Camillo Golgi scriveva all’amico oculista Nicolò Manfredi: «Lavoro molte ore al microscopio. Sono felice d’aver trovato una nuova reazione per dimostrare anche agli orbi le strutture dello stroma interstiziale della corteccia cerebrale. Faccio agire il nitrato d’argento sui pezzi di cervello induriti in bicromato di potassio. Ho già ottenuto risultati assai belli e spero di ottenere di più». È il primo annuncio conosciuto della messa a punto della «reazione nera», la tecnica istologica che avrebbe cambiato il corso della neuroanatomia e della neuroistologia di fine Ottocento, rendendo possibile la descrizione topografica precisa della struttura del sistema nervoso centrale. Proprio per l’introduzione di questo metodo Golgi avrebbe ottenuto il Nobel per la Medicina nel 1906. 26 Il cervello si sviluppa Racconta Golgi: «Mi valsi ancora dell’acido osmico, che è, massime pel sistema nervoso, uno dei reagenti più preziosi, perché senza indurre alterazioni di forma e di rapporto degli elementi, indura in poche ore i tessuti, colorando altresì in nero intenso il grasso e le fibre nervose, ed in bruno più o meno carico, gli altri elementi, ed esclusi l’alcol, il quale per lunga esperienza si è dimostrato affatto inopportuno per lo studio dei tessuti nervosi.» Tuttavia questo metodo risultava piuttosto incostante nei risultati. Dopo una lunga serie di tentativi, Golgi scopriva che l’indurimento dei tessuti nervosi in bicromato di potassio e la successiva immersione in una soluzione di nitrato d’argento portava ad una impregnazione fine ma limitata di neuroni e permetteva così di ottenere una chiara visualizzazione delle fibre nervose. La scoperta veniva annunciata il 2 agosto 1873 con una nota sulla Gazzetta Medica Italiana dal titolo Sulla sostanza grigia del cervello e successivamente dettagliata in un lavoro del 1874 sulla stessa rivista ed intitolato Sulla fina anatomia del cervello umano. La scoperta di Golgi diventava lo strumento per la rivoluzione nelle indagini morfologiche microscopiche sul sistema nervoso e così l’elemento cruciale per la fondazione delle neuroscienze. 27 Il cervello si sviluppa Facendo agire in successione sul tessuto nervoso il bicromato di potassio e il nitrato d’argento, lo scienziato lombardo era infatti riuscito a ottenere la precipitazione selettiva di un sale, il cromato d’argento, che colora in nero la singola cellula nervosa con tutti i suoi prolungamenti. Per motivi chimico-fisici tuttora sconosciuti, il precipitato colora soltanto una piccola percentuale delle cellule presenti nel campo microscopico (compresa fra l’1 e il 5 %). Così, a dispetto dell’incredibile labirintica complessità del sistema nervoso, è possibile evidenzi,are la silhouette della singola cellula, che emerge come un albero estratto da un’inestricabile foresta, con tutti i suoi rami e le sue radici. Conferendo il Premio Nobel a Golgi, l’Istituto Karolinska di Stoccolma riconosceva così l’avanzamento tecnico che maggiormente aveva fatto progredire gli studi sulla struttura del sistema nervoso centrale, contribuendo in maniera essenziale alla fondazione delle neuroscienze. 28 Architettura neuronale Golgi - Nobel 1906 Colora in nero la singola cellula nervosa con tutti i suoi prolungamenti. Santiago Ramon y Cajal - Nobel 1906 Sistema nervoso e cellule discrete was born on May 1, 1852, at Petilla in Aragon, Spain. He shared the Nobel Prize for 1906 with Camillo Golgi for their work on the structure of the nervous system. Sir Charles Scott Sherrington Sinapsi (‘congiungere’) : punti di congiunzione tra neuroni Metafora di John von Neumann della somiglianza computer-cervello 29 29 Tra gli anni ’40 e ’50, i progressi dello studio del cervello contribuiscono alla riflessione sul modo in cui concetti come informazione e computazione possano costituire una base per la comprensione dei processi mentali. Lo Psicologo Donald Hebb (1949), nella prefazione di The organization of Behavior: 30 30 Metafora di John von Neumann della somiglianza computer-cervello 31 31 32 32 33 33 Franz Joseph Gall - inizi del XIX sec. Le rientranze e le protuberanze del cranio rispecchiano le dimensioni delle aree cerebrali La frenologia è una dottrina pseudoscientifica ideata e propagandata dal medico tedesco Franz Joseph Gall (1778 - 1828), secondo la quale le singole funzioni psichiche dipenderebbero da particolari zone o "regioni" del cervello, così che dalla valutazione di particolarità morfologiche del cranio di una persona, come linee, depressioni, bozze, si potrebbe giungere alla determinazione delle qualità psichiche dell'individuo e della sua personalità. Secondo Gall vi erano ben 26 zone del cranio a cui sarebbero corrisposte le regioni della mente, a loro volta corrispondenti alle caratteristiche della personalità del soggetto. Fra le varie attività di Gall vi era quella di collezionare crani di persone che in vita si erano particolarmente distinte in svariati modi per i suoi studi. 34 34 Grazie all'aiuto ed alla collaborazione di Johan Kaspar Spurzheim la frenologia conobbe un grosso sviluppo tanto che nacquero varie società frenologiche sparse per l'Europa. Come accadde in seguito per i test d'intelligenza anche la frenologia per un certo tempo venne vista con interesse dai datori di lavoro, tanto che molti imprenditori giudicavano l'onestà delle persone da assumere in base alle loro caratteristiche morfologiche. Fu verso la fine del XIX secolo pseudoscienza perse la sua credibilità. che questa Solo alcuni si ostinarono ancora a considerarla scienza, come ad esempio coloro i quali divulgarono la convinzione che la razza ariana fosse la razza superiore. O, ancora, Lavery e White, due statunitensi che inventarono lo "psicografo": una macchina che avrebbe potuto, tramite un casco poggiato sulla testa, stabilire le capacità mentali degli individui. In realtà, anche se è vero che alcune funzioni del nostro cervello possono essere localizzate, le varie parti del nostro cervello non tendono a crescere verso l’esterno e, quindi, non possono modificare la configurazione del cranio. Infine, le funzioni a cui si riferiva Gall non appartenevano alle zone del cervello da lui indicate, tranne quella del linguaggio che l'autore aveva casualmente individuato correttamente. 35 35 Studi sul deficit Paul Broca - il caso Monsieur Leborgne, Tan (1861) Lesione in un area cerebrale: l’aria di Broca La sua associazione fra afasia (perdita parziale o totale della capacità di parlare e di riconoscere i simboli del linguaggio scritto e parlato) e una precisa lesione della corteccia cerebrale del lobo frontale del sig. M. Leborgne (soprannominato "Tan" perché era l'unica parola che riusciva a pronunciare), fu il primo caso di localizzazione cerebrale ad essere accettato dalla maggior parte della comunità scientifica del tempo. Nel 1861, infatti, Broca mostrò alla Société d'Anthropologie (Parigi) il cervello di un paziente, il sig. Leborne, appunto, morto il giorno prima, sei giorni dopo averlo visitato. Il sig. Leborne soffriva di epilessia, emiplegia e, soprattutto, perdita del linguaggio. La lesione corticale era così netta, che la corrispondente regione è stata chiamata "area di Broca", successivamente classificata come area 44 da Brodmann. Broca was a brilliant student. He entered medical school in Paris when he was only 17 years old and graduated at 20, 36 36 Studi sul deficit Carl Wernicke - comprensione del linguaggio (1874) Lesione in un area cerebrale: l’aria di Wernicke Perdita della comprensione del linguaggio, lasciando intatta la capacità di parlare... (vedi il caso della casa cinese) Wernicke's area is named after Karl Wernicke, a German neurologist and psychiatrist who, in 1874, discovered that damage to this area could cause a type of aphasia that is now called Wernicke's aphasia or receptive aphasia. 37 37 Studi sul deficit 38 38 Korbinian Brodmann (1909) Atlanti delle aree cerebrali 39 39 Korbinian Brodmann (1909) Atlanti delle aree cerebrali 40 40 41 41 Bradley, Garrett e Zurif (1980) Le lesioni nell’aria di Broca difficoltà di comprensione 42 42 Studi sulle stimolazioni Is the Brain Excitable? The first scientist to test this hypothesis was a nephew and collaborator of Galvani, named Giovanni Aldini (1762-1834). In 1802, Aldini did a number of bizarre experiments. In Bologna, London and elsewhere, he used the bodies of recently hanged and decapitated prisoners to apply electrical currents, using the same methods that his uncle Galvani had employed to stimulate nerves and muscles of animals. Aldini attracted the attention of the population and the media by carrying out public shows. To gasps of horror and fascination of the populace, he demonstrated how electrical stimulation applied in the surface of the head and members evoked responses such as blinking and opening the eyes, facial grimaces, and tongue, eye and limb movements. Aldini constructed enormous voltaic piles for this, some of them having more than 100 elements. He wanted to prove that he was stimulating the brain, but in fact he was not, because electrical current, however strong, would be blocked by the thick bones of the skull. He was actually stimulating the muscles directly. 43 43 Studi sulle stimolazioni In this point of our history, it was natural to arise the idea to apply electrical stimulation directly to the exposed brain. The first to do this was another Italian (Italy was at the time one of the leading countries in physiology and physics), an anatomist, physician and scientist named Luigi Rolando (1773-1831). His name is mostly known by medical students from the Rolandic fissure, or central fissure, which separates the frontal from the parietal lobes of the brain, and is visible in the surface of the cortex. In 1809, Rolando carried out several experiments of lesion and stimulation of the surface of central nervous structures. Using a voltaic pile and crude electrodes, he obtained limb movements, which became stronger in the vicinity of cerebellum. He erroneously concluded that this structure was the brain's "source of vital motor energy". His pioneerism was assured, though. 44 44 Studi sulle stimolazioni Anyway, one of the unexpected consequences of Aldini's grotesque "experiments" was the gothic romance "Frankenstein, or Modern Prometheus", published in 1818. Its writer, Englishwoman Mary Shelley (1797-1851), was exceedingly impressed with the possibility of generating life in dead tissues by means of electrical stimulation. In discussions with his husband-poet Percy Shelley (1792-1822) and famous writer and poet Lord Byron (1788–1824), Mary Shelley famously said "Perhaps, a corpse would be reanimated; galvanism had given token of such things.". Many serious scientists (as well as innumerable charlatans) became intrigued with this possibility and galvanism turned out to be a synonym of all sorts of attempts at resuscitating by electricity and as a way of curing everything, from gout to mental disease (Charles Darwin himself, a serious naturalist, succumbed for a time to the quack "electrical treatment" prescribed by a doctor in Scotland, to treat his chronic gastrointestinal ills, by wearing on occasions a shock-giving belt). (...) 45 45 Studi sulle stimolazioni Cervelletto 46 46 Studi sulle stimolazioni Cervelletto La funzione principale è quella di coordinare le uscite motorie: infatti, le lesioni cerebellari compromettono la coordinazione dei movimento degli arti e degli occhi ma anche l'equilibrio. Ricerche recenti hanno ipotizzato che tale compito di coordinazione del cervelletto sia generalizzabile anche alle funzioni cognitive. Un danno cerebellare quindi non impedisce l'utilizzo di una determinata funzione ma ne riduce l'efficienza. 47 47 Studi sulle stimolazioni Experiments by Aldini with electrical stimulation of cadavers using voltaic piles (1802). 48 48 Studi sulle stimolazioni Eduard Hitzig (1838-1907) Gustav Fritsch (1838-1927) Pinças voltaicas de Claude Bernard, usadas para demonstrar o bloqueio neuromuscular pelo curare (1856) Experiments by Aldini with electrical stimulation of cadavers using voltaic piles (1802). 49 Diversos tipos de eletrodos de estimulação para fins especiais, desenvolvidos por DuBois-Reymond e contemporâneos (1840-1880) 49 Studi sulle stimolazioni Eduard Hitzig (psichiatra) - Gustav Fritsch (anatomista), 1870 stimolazione con correnti fioche sulla corteccia: zampe, muso, collo... Wilder Penfield (neurochirurgo) - Rasmusen (anatomista), 1950 50 50 51 51 52 52 53 53 Epilessia Impariamo a riconoscerle Atlantino (1) sistema nervoso (2) encefalo (3) lobo insulare (4) sezione frontale (5) parti primitive (6) neuroni (7) principali aree motorie, sensoriali e associative wpe6.jpg (9115 byte) La corteccia cerebrale ha aree Motorie, Sensoriali e Associative: Pensiero (A), Movimento esperto (A), Movimento (M), Parola (M), Gusto (S), Tatto (S), Tatto (A), Riconoscimento visivo (A), Visione (S), Suono (S), Suono (A). Queste sono le aree principali, altre sono nel lobo insulare e nella parte interna dell’emisfero. I due emisferi regolano le parti inverse del corpo. Ecco che dovrebbe risultare chiaro perché a seconda dell’area cerebrale interessata dalla scarica avremo crisi diverse. Potremo: perdere o non perdere il contatto con l’ambiente; percepire suoni, odori, immagini, sapori, ecc.; irrigidire, ruotare o scuotere parti o tutto il corpo; compiere atti involontari o bloccarci. 54 Modellistica computazionale: reti neuronali La cellula nervosa deve essere in grado di: 1)Ricevere i segnali da ambiente esterno o altri neuroni 2)Integrarli e decidere se produrre a sua volta una risposta 3)Condurre il segnale alle terminazioni d'uscita Alla raccolta dei segnali provvedono quindi i dendriti che possono riceverli sia dal mondo esterno (ci sono neuroni sensibili alla luce o acustici) sia da altri neuroni. Il corpo cellulare integra i segnali, ovvero esegue una sommatoria di questi e se il risultato supera un certo valore soglia genera il a sua volta un segnale (si innesca un potenziale d'azione) oltre a svolgere funzioni di coordinamento delle attività metaboliche della cellula. Il segnale quindi passa all'assone e raggiunge le terminazioni sinaptiche di output che smistano il segnale verso i muscoli o le ghiandole che si voleva andare ad attivare o, molto più spesso, verso altri neuroni. 55 Modellistica computazionale: reti neuronali 56 Modellistica computazionale: reti neuronali 57 Modellistica computazionale: reti neuronali Brano: pagine 44-49 analogia neurone - proposizione (von Neumann: McCulloch, Pitts - ‘40-’50) Il topo --- il legno --- è buono --- è duro --- da mangiare 0/1 0/1 0/1 0/1 0/1 58 Modellistica computazionale: reti neuronali La creazione di reti neurali su computer parte dall'osservazione che tutto ciò è riproducibile su un circuito. I neuroni umani sarebbero paragonabili a elementi integratori di tipo non lineare. Un sommatore effettua la somma algebrica degli input in entrata, al pari del corpo cellulare del neurone. Somma i segnali eccitatori, e sottrae quelli inibitori. Il segnale va quindi amplificato e poi passa attraverso una funzione che determina l’eventuale raggiungimento del valore soglia: il segnale analogico viene ridotto a i due valori possibili, 1 e 0. 59 Modellistica computazionale: reti neuronali 60 Modellistica computazionale: reti neuronali Struttura classica di una rete back-propagation, ovvero una rete con una propagazione dell’errore verso gli ingressi. 61 Modellistica computazionale: reti neuronali Costruire un sistema intelligente cercando di simulare il cervello • Le prime idee risalgono a McCulloch e Pitts (1943) • Approfondimenti dovuti a molti studiosi (1950-1960) • Furono abbandonate negli anni settanta a causa di problemi computazionali • Interesse rinnovato alla fine degli anni '80 62 Modellistica computazionale: reti neuronali Il Percettrone • Il percettrone è il mattone base delle reti neurali • Nasce da un'idea di Rosenblatt (1962) • Cerca di simulare il funzionamento del neurone x1 x2 w1 w2 Somma ... xn Soglia wn w1, w2, wn = stimoli 63 Modellistica computazionale: reti neuronali Percettrone multistrato 1 1 x1 x2 x1 -1.5 1 1 somma -0.5 soglia 1 -9 somma x2 soglia 1 64 Modellistica computazionale: reti neuronali Percettrone multistrato I singoli neuroni vengono collegati alla schiera di neuroni successivi, in modo da formare una rete di neuroni. Normalmente una rete è formata da tre strati. Nel primo abbiamo gli ingressi (I), questo strato si preoccupa di trattare gli ingressi in modo da adeguarli alle richieste dei neuroni. Il secondo strato è quello nascosto (H, hidden), si preoccupa dell'elaborazione vera e propria e può essere composto anche da più colonne di neuroni. Il terzo strato è quello di uscita (O) e si preoccupa di raccogliere i risultati ed adattarli alle richieste del blocco successivo della rete neurale. Queste reti possono essere anche molto complesse e coinvolgere migliaia di neuroni e decine di migliaia di connessioni. 65 Modellistica computazionale: reti neuronali Il Percettrone con più uscite E' possibile generalizzare e realizzare un percettrone dotato di molti ingressi e molte uscite Tutti gli ingressi sono collegati a tutti i sommatori I percettroni sono tutti indipendenti e pertanto possono essere addestrati singolarmente 66 Modellistica computazionale: reti neuronali Le reti neurali possono essere suddivise in tre categorie principali: 1. a singolo strato oppure multistrato; 2. con feed-back oppure feed-forward 3. supervised oppure un-supervised 67 Modellistica computazionale: reti neuronali In una rete neurale feedforward ogni neurone riceve un input da un ambiente esterno e/ oppure da altri neuroni, senza pero’ che si formi un feedback. 68 Modellistica computazionale: reti neuronali Le reti neurali FeedBack (con retroazione) consistono in neuroni artificiali con blocchi costruiti artificialmente, che operano in retroazione. 69 Modellistica computazionale: reti neuronali supervised oppure un-supervised Alle reti della prima categoria viene presentato un input e osservato l'output generato, a questo punto, tenendo conto dell'output che si desiderava, vengono aggiornati i pesi dei collegamenti e presentato alla rete un nuovo input. Questa procedura è detta "addestramento" della rete. La "supervisione" consiste proprio nel conoscere che risposta ci si aspetta da un determinato input. Una rete neurale è in grado, successivamente, di dare risposte coerenti anche ad input che non erano stati presentati in fase di addestramento. 70 Modellistica computazionale: reti neuronali La più comune rete supervised, che è anche la più famosa, è quella multistrato (in cui, cioè, i nodi vengono posti in strati paralleli, generalmente 2 o 3, al massimo 4) Un esempio di applicazione: adoperata per il riconoscimento di caratteri. Vengono presentati una serie di caratteri (di solito contenuti in una griglia quadrata) e la rete viene addestrata a riconoscere di che carattere si tratti. Successivamente essa sarà in grado, fornito un qualsiasi simbolo, di stabilire a quale carattere esso "somigli" di più. 71 Modellistica computazionale: reti supervised (un caso macroscopico) Fame +3 Reazione 72 Modellistica computazionale: reti supervised (un caso macroscopico) Fame +3 Reazione Inibita -10 Tigre 73 Modellistica computazionale: reti supervised (un caso macroscopico) - giusto per visualizzare Fame +3 Reazione Inibita -10 Tigre lo strato che valuta gli stimoli, “apprende” che quelli provenienti dalla visione di una tigre non sono importanti 74 Modellistica computazionale: reti neuronali Brano: pagine 44-49 analogia neurone - proposizione (von Neumann) Il topo --- il legno --- è buono --- è duro --- da mangiare 0/1 0/1 0/1 0/1 0/1 75 1965 - 1985 maturità delle scienze cognitive: un modello unitario dei meccanismi responsabili della cognizione Brano: pagine 58-49 76 George Miller, Eugene Galanter, Karl Pribram 1960 TEST OPERATE / TEST EXIT (TOTE) attraversare la strada 77 78 1965 - 1985 Nella maturazione delle scienze cognitive, un ruolo importante ebbe il rapporto tra psicologia e linguistica 78 1965 - 1985 Nella maturazione delle scienze cognitive, un ruolo importante ebbe il rapporto tra psicologia e linguistica nel 1957 Chomsky aveva proposto il suo modello di grammatica generativo-trasformazionale (ne pariamo dopo) 78 1965 - 1985 Nella maturazione delle scienze cognitive, un ruolo importante ebbe il rapporto tra psicologia e linguistica nel 1957 Chomsky aveva proposto il suo modello di grammatica generativo-trasformazionale (ne pariamo dopo) nello stesso anno Miller invita Chomsky ad Harvard per un seminario estivo) 78 1965 - 1985 Nella maturazione delle scienze cognitive, un ruolo importante ebbe il rapporto tra psicologia e linguistica nel 1957 Chomsky aveva proposto il suo modello di grammatica generativo-trasformazionale (ne pariamo dopo) nello stesso anno Miller invita Chomsky ad Harvard per un seminario estivo) l’anno dopo, 1958 Miller e Chomsky scrivono insieme un saggio sulle lingue a “stati finiti” 78 Brano: pagine 65-69 79 1960 Il Centre for Cognitive Studies di Harvard Brano: pagine 65-69 79 1960 Il Centre for Cognitive Studies di Harvard Brano: pagine 65-69 George A. Miller Distinguished University Professor of Psychology, Emeritus. Princeton University Department of Psychology 1-S-5 Green Hall Princeton, NJ 08544 Phone: 609-258-5973 or 609-258-2972 Fax: 609-258-1113 79 1960 Il Centre for Cognitive Studies di Harvard Brano: pagine 65-69 George A. Miller Distinguished University Professor of Psychology, Emeritus. Princeton University Department of Psychology 1-S-5 Green Hall Princeton, NJ 08544 Phone: 609-258-5973 or 609-258-2972 Fax: 609-258-1113 79 1960 Il Centre for Cognitive Studies di Harvard Brano: pagine 65-69 Jerome Bruner is currently Research Professor of Psychology and Senior Research Fellow in Law at New York University. Bruner was Professor of Psychology at Harvard (1952-1972) and Watts Professor at Oxford (1972-1980), and has spent time at the New York University School of Law and the New School for Social Research in New York City. George A. Miller Distinguished University Professor of Psychology, Emeritus. Princeton University Department of Psychology 1-S-5 Green Hall Princeton, NJ 08544 Phone: 609-258-5973 or 609-258-2972 Fax: 609-258-1113 79 1960 Il Centre for Cognitive Studies di Harvard Brano: pagine 65-69 Jerome Bruner is currently Research Professor of Psychology and Senior Research Fellow in Law at New York University. Bruner was Professor of Psychology at Harvard (1952-1972) and Watts Professor at Oxford (1972-1980), and has spent time at the New York University School of Law and the New School for Social Research in New York City. George A. Miller Distinguished University Professor of Psychology, Emeritus. Princeton University Department of Psychology 1-S-5 Green Hall Princeton, NJ 08544 Phone: 609-258-5973 or 609-258-2972 Fax: 609-258-1113 79 Cognitive Psychology di Ulrich Neisser (1967) Dalla percezione alla memorizzazione Intorno al 1964 [una visione della possibile natura della cognizione] aveva preso forma nella mia testa. In linea di principio, pensavo, si può seguire il percorso delle informazioni verso l’interno, dal loro primo incontro con gli organi sensoriali fino al loro immagazzinamento ed eventuale ricostruzione in memoria. I primi stadi erano necessariamente olistici (un’idea presa in prestito dalla psicologia della Gestalt)... Tuttavia la sequenza di elaborazione non era affatto rigida. (...) Le argomentazioni di Chomsky avevano dimostrato che un’attività poteva essere governata da regole e ciò malgrado essere illimitatamente libera e creativa. Le persone non erano molto simili ai calcolatori, ma ciononostante il calcolatore aveva apportato un contributo decisivo alla psicologia: ci aveva dato una nuova definizione del nostro oggetto, un nuovo insieme di metafore, e una nuova sicurezza. 80 Cognitive Psychology di Ulrich Neisser (1967) Nel suo volume, Neisser ricordava alcuni importanti dati sulla memoria... 81 Cognitive Psychology di Ulrich Neisser (1967) Nel suo volume, Neisser ricordava alcuni importanti dati sulla memoria... 1.Sperling (1960) aveva accumulato prove a favore dell’esistenza del primo magazzino, un registro sensoriale in cui lo stimolo visivo o uditivo persiste per poco tempo 81 Cognitive Psychology di Ulrich Neisser (1967) Nel suo volume, Neisser ricordava alcuni importanti dati sulla memoria... 82 Cognitive Psychology di Ulrich Neisser (1967) Nel suo volume, Neisser ricordava alcuni importanti dati sulla memoria... 2. Magazzino a breve termine (1959, 1965) in cui lo stimolo visivo o uditivo persiste per poco tempo 82 Cognitive Psychology di Ulrich Neisser (1967) Nel suo volume, Neisser ricordava alcuni importanti dati sulla memoria... 2. Magazzino a breve termine (1959, 1965) in cui lo stimolo visivo o uditivo persiste per poco tempo 82 Cognitive Psychology di Ulrich Neisser (1967) Nel suo volume, Neisser ricordava alcuni importanti dati sulla memoria... 2. Magazzino a breve termine (1959, 1965) in cui lo stimolo visivo o uditivo persiste per poco tempo 82 Cognitive Psychology di Ulrich Neisser (1967) Nel suo volume, Neisser ricordava alcuni importanti dati sulla memoria... 83 Cognitive Psychology di Ulrich Neisser (1967) Nel suo volume, Neisser ricordava alcuni importanti dati sulla memoria... 1.Sperling (1960) aveva accumulato prove a favore dell’esistenza del primo magazzino, un registro sensoriale in cui lo stimolo visivo o uditivo persiste per poco tempo 2. Magazzino a breve termine (1959, 1965) in cui lo stimolo visivo o uditivo persiste per poco tempo 3. Magazzino a lungo termine 83 Il modello della memoria di Richard Atkinson e Richard Shiffrin (1968) In 1968 Atkinson and Shiffrin proposed a model of human memory which posited two distinct memory stores: short-term memory, and long-term memory. Later a third memory store (actually the first in sequence) was added: sensory memory. In this paper I describe this augmented three-store model and indicate some of the characteristics of each memory system. 84 Il modello della memoria di Richard Atkinson e Richard Shiffrin (1968) 85 Il modello della memoria di Richard Atkinson e Richard Shiffrin (1968) 86 Il modello della memoria di Richard Atkinson e Richard Shiffrin (1968) 87 Chomsky: la linguistica e le strutture innate Avram Noam Chomsky (Philadelphia, 7 dicembre 1928) è professore emerito di linguistica al Massachusetts Institute of Technology (MIT). È riconosciuto come il fondatore della grammatica generativo-trasformazionale, spesso indicata come il più rilevante contributo alla linguistica teorica del XX secolo. La teoria della grammatica generativa (alcuni dei cui elementi essenziali sono già presenti nell'opera Syntactic Structures del 1957) si caratterizza per la ricerca delle strutture innate del linguaggio naturale, elemento distintivo dell'uomo come specie animale, superando la concezione della linguistica tradizionale incentrata sullo studio delle peculiarità dei linguaggi parlati. L'influenza del pensiero di Chomsky va ben al di là della stessa linguistica, fornendo interessanti e fecondi spunti di riflessione anche nell'ambito della filosofia, della psicologia, delle teorie evoluzionistiche, della neurologia e della scienza dell'informazione. A partire da una forte presa di posizione contro la guerra del Vietnam a metà degli anni '60, all'attività accademica Chomsky affianca un notevole impegno politico e sociale. La costante e acuta critica nei confronti della politica estera di diversi paesi e, in particolar modo, degli Stati Uniti, così come l'analisi del ruolo dei mass media nelle democrazie occidentali, lo hanno reso uno degli intellettuali più celebri e seguiti della sinistra radicale americana. (fonte: Wikipedia, modificato da E.Coco) 88 La linguistica e le strutture innate N. Chomsky prende in considerazione il linguaggio focalizzando alcuni nodi problematici: • il rapporto tra il carattere finito dei mezzi che l'uomo ha a disposizione nel linguaggio ed invece il carattere infinito dell'uso degli strumenti linguistici (problema di Humboldt) • il problema mente-corpo (il problema di Cartesio) • principi organizzativi del linguaggio; ricerca che diventa poi anche indagine sugli elementi variabili e sulle invarianze nel linguaggio (problema di Platone). 89 La linguistica di Chomsky e quella di Saussure FERDINAND DE SAUSSURE, was born in Geneva (Ginevra) in 1857, Saussure showed early signs of considerable talent and intellectual ability. After a year of studying Latin, Greek, Sanskrit, and a variety of courses at the University of Geneva, he commenced graduate work at the University of Leipzig in 1876. Two years later at 21 years Saussure studied for a year at Berlin where he wrote his only full-length work, Mémoire sur le système primitif des voyelles dans les langues indoeuropéenes (Thesis on the Primitive Vowel System in IndoEuropean Languages). He returned to Leipzig and was awarded his doctorate in 1880. Soon afterwards he relocated to Paris, where he would lecture on ancient and modern languages, and lived for 11 years before returning to Geneva in 1891. Saussure lectured on Sanskrit and Indo-European at the University of Geneva for the remainder of his life. It was not until 1906 that Saussure began teaching the Course of General Linguistics that would consume the greater part of his attention until his death in 1913. 90 La linguistica di Chomsky e quella di Saussure Chiamiamo strutturalismo una tendenza metodologica che, nata originariamente in ambito linguistico (con De Saussure), si è estesa ben presto ad altri settori dando luogo, negli anni Sessanta e Settanta, a una specifica "atmosfera culturale", che aveva come centro di irradiazione la Francia. Tale atmosfera non si è storicamente espressa in un movimento omogeneo e compatto, ma ha dato luogo a un certo numero di dottrine diverse tra loro. Ciò non toglie che tra queste ultime esiste un orientamento comune di pensiero: 1.lo strutturalismo afferma che la realtà è un sistema di relazioni i cui termini costituenti non esistono di per sé stessi, ma solo in connessione tra loro. 2.contro la visione ottocentesca di un divenire omogeneo ed unilaterale, immancabilmente diretto verso il trionfo dell'uomo e dei suoi valori (libertà, giustizia...), lo strutturalismo vede la storia come un insieme discontinuo di processi eterogenei retti da un sistema di strutture psico-antropologiche, culturali, economiche, ecc. 91 La linguistica di Chomsky e quella di Saussure A differenza dello strutturalismo nato con Saussure, che poneva l’accento su: i segni (teoria dei segni) e dalla semantica (teoria del significato) fondandosi sulla comunicazione e sulla convenzione sociale, la grammatica generativa di Chomsky si concentra soprattutto sulla sintassi (ossia sulle regole di combinazione dei costituenti) e sulla matrice biologica, individuale, del linguaggio. . 92 Linguistica: internismo vs esternismo Le posizioni filosofiche tra fine Ottocento ed inizio Novecento riguardo alla teoria del significato, mostrano due linee: quella di Saussure-Wittgenstein si contrapponeva a quella che partiva da Frege. Avevamo, ossia, • «da una parte una concezione antropologica per cui il significato è funzione dell'uso, e • dall'altra una posizione "platonica" per cui il significato è funzione di una verofalsità possibile a priori, ossia insita nei segni stessi che rimandano ad una realtà esterna indipendentemente dall'uso che ne fa una comunità». Per Frege «l'umanità [deve avere] un patrimonio comune di pensieri che trasmette di generazione in generazione» (Frege, Senso e denotazione, in La struttura logica del linguaggio, a cura di Andrea Bonomi, Milano, Bompiani, 1995 [1973], p. 12). Chomsky si colloca precisamente sulla linea "platonica" di Frege (Chomsky, per la verità, con la sua solita mossa di rifarsi al Settecento saltando i precedenti più diretti, si riallaccia esplicitamente a Cartesio), solo precisando in senso biologico, genetico la natura di quel "patrimonio comune di pensieri" che in Frege restava piuttosto vago. Avremo modo di approfondire in seguito la soluzione "innatista" di Chomsky 93 Linguistica: cosa intendiamo per “posizione platonica”? La filosofia di Platone nasce dall'esigenza di conciliare le conclusioni di Parmenide, il quale predicava la necessaria eternità e immutabilità di ogni cosa, con l'evidenza del divenire che si riscontra nella realtà sensibile. Platone inizia con il definire chi è il vero filosofo: è colui che ama la verità e non insegue l'opinione (doxa). La verità è conoscenza suprema, la verità è nella conoscenza dei puri concetti; l'opinione, per contro, è quella conoscenza fallace che deriva dalla comprensione dei soli fenomeni sensibili, i quali sono soggettivi quando addirittura contraddittori (argomento già presente nella riflessione socratica). 94 Linguistica: cosa intendiamo per “posizione platonica”? mito della caverna E' per illustrare questa teoria che Platone utilizza la metafora del mito, e uno dei miti più calzanti è senz'altro quello della caverna: Platone (attraverso Socrate) immagina gli uomini chiusi in una caverna, gambe e collo incatenati, impossibilitati a volgere lo sguardo indietro, dove arde un fuoco. Tra la luce del fuoco e gli uomini incatenati vi è una strada rialzata e un muricciolo, sopra la strada alcuni uomini parlano, portano oggetti, si affaccendano nella vita di tutti i giorni. Gli uomini incatenati non possono conoscere la vera esistenza degli uomini sulla strada poiché ne percepiscono solo l'ombra proiettata dal fuoco sulla parete di fronte a loro, e l'eco delle loro voci, che scambiano per la realtà. Se un uomo incatenato potesse finalmente liberarsi dalle catene potrebbe volgere lo sguardo e vedere finalmente il fuoco, venendo così a conoscenza dell'esistenza degli uomini sopra il muricciolo. In un primo momento, l'uomo liberato, verrebbe abbagliato dalla luce, la visione delle cose illuminate, e non solo della loro ombra, lo spiazzerebbe, ma avrebbe comunque il dovere di mettere al corrente i compagni incatenati. I compagni, in un primo momento, potrebbero ridere di lui, ma l'uomo liberato non può più tornare indietro e concepire il mondo come era prima, una volta venuto a conoscenza della verità non può più fingere di non sapere. Nel mito della caverna la luce del fuoco rappresenta la conoscenza, gli uomini sul muricciolo le cose come realmente sono (la verità), mentre la loro ombra è la rappresentazione fallace e sensibile della realtà (l'opinione). Gli uomini incatenati rispecchiano la condizione naturale degli uomini, condannati a percepire l'ombra sensibile (l'opinione) dei concetti universali (la verità), ma Platone insegna come l'amore per la conoscenza (la filosofia) possa portare l'uomo a liberararsi delle gabbie incerte dell'esperienza e pervenire finalmente alla vera comprensione della realtà. 95 Linguistica: cosa intendiamo per “posizione platonica”? le idee platoniche Ogni cosa sensibile è opinione, in esse infatti non si scorge la perfezione dei concetti universali, le cose sensibili appaiono diverse da diversi punti di vista (sono opinioni) perché partecipano solo in parte alla perfezione dei concetti, in quanto le cose del mondo non sono il concetto stesso. Esempio: esiste il concetto di grandezza, che non muta mai nel mutare di ogni cosa. Una città può partecipare nelle diverse epoche della sua storia al concetto di grandezza come a quello di piccolezza, essendo prima grande per poi ridiventare piccola, tuttavia, il concetto di grandezza in sé, non muterà mai, poiché identifica necessariamente solo uno stesso stato (non è possibile, infatti, che la grandezza sia allo stesso tempo grande e piccola). Questo concetto che mai muta viene chiamato da Platone idea (da eidos=forma). L'idea di Platone vuole significare l'autentico apparire della verità, l'idea è la forma autentica della realtà, la sua forma certa e immutabile, quella forma di cui non si può dire per nessun motivo che sia errore e opinione. 96 Linguistica: cosa intendiamo per “posizione platonica”? L’Iperuranio l mondo degli enti sensibili è il mondo che l'uomo ha davanti agli occhi quotidianamente, in cui gli enti, le cose esistenti, si generano e si distruggono, deperiscono; il mondo delle idee, chiamato da Platone Iperuranio (hyper=oltre; ouranos=volta celeste), è quindi il mondo in cui risiedono le idee eterne e immortali alle quali gli enti terreni e corruttibili partecipano in diversa misura. L'Iperuranio si trova al di là della volta celeste, in una regione da sempre esistente al di là del tempo e dello spazio, è il vero e proprio "caveau" delle matrici, la dimora dei concetti eterni e incorruttibili che rappresentano l'immagine perfetta delle cose terrene. 97 Linguistica: internismo vs esternismo E’ importante notare che l' "internismo" chomskyano si differenzia da quello di Frege per il diverso modo in cui i concetti all'interno delle nostre menti sono concepiti: idealisticamente (Frege) o biologicamente (Chomsky). La differenza è in realtà molto rilevante, e con conseguenza di vastissima portata (al di là del fatto paradossale che in Chomsky si coniugano istanze platoniche e posizioni realistiche), dato che comporta una radicale naturalizzazione degli stati mentali. 98 Linguistica: internismo vs esternismo Chomsky, per rendere la linguistica una scienza alla pari di tutte le altre, opera anche lui una riduzione: riduce gli stati mentali in generale e quelli linguistici in particolare, che sono lo specifico oggetto della scienza linguistica, ad oggetti "naturali", fisici e reali, alla pari degli oggetti della fisica e delle altre scienze "forti". Questa particolare riduzione è appunto la "naturalizzazione" del mentale. Nel fare ciò Chomsky, tra l'altro, è in compagnia di un buon numero di filosofi "cognitivi" che pure mirano alla naturalizzazione della mente, ossia alla sua riduzione agli stati fisici indagabili dai neurologi 99 Linguistica: ricorsività matematica La ricorsività, o più correttamente "funzione ricorsiva", è propriamente un concetto matematico con il quale si definisce il dominio dei numeri naturali. Questo è un insieme infinito di unità discrete, ognuna delle quali può essere definita solo ricorsivamente avvalendosi della somma delle unità precedenti. Ricorsivo: di successione di funzioni, di formule o di dimostrazioni, in cui ogni elemento si può ricavare dal precedente definita l’unità (1), possiamo definire: due : 1+1 tre : due + 1 (oppure: 1+1+1) quattro : due + due (oppure: due + 1 +1; tre + 1; 1+1+1+1) 100 Linguistica: ricorsività (fenomeno per cui una regola sintattica può essere applicata più volte di seguito) La ricorsività investe ogni aspetto della lingua, anche se i generativisti la evidenziano prevalentemente come capacità di generare infinite frasi semplici La «idea of "infinite use of finite means"» viene da Chomsky, con la sua usuale mossa di ricavarsi gli antenati nel periodo precedente la glottologia otto-novecentesca, fatta risalire a Wilhelm von Humboldt (1767–1835), poliedrica figura di diplomatico, studioso e linguista. L'esigenza di spiegare «l'apparente paradosso [...] che un insieme finito di mezzi, quali sono appunto i dispositivi grammaticali di una qualsiasi lingua, producono un insieme virtualmente infinito di enunciati» risale, in realtà, al filosofo Edmund Husserl (1859-1938), Analogamente, nella teoria della grammatica generativa di Chomsky, l'accento è sempre sulla capacità delle regole della lingua di generare (non a caso la teoria è detta "generativa") ricorsivamente sempre nuove frasi. 101 Linguistica: ricorsività La ricorsività investe ogni aspetto della lingua, anche se i generativisti la evidenziano prevalentemente come capacità di generare infinite frasi semplici ESEMPIO: Partendo da frasi semplici ("Tizio dorme", "Caio mangia la zuppa", "Piove"), abbiamo la possibilità teoricamente illimitata di incassare frasi dipendenti "[Sempronio compra la casa [che ha fatto il muratore [che viene dal paese [che è nella valle [che è bagnata dal fiume [che nasce dal monte [dove mia nonna raccontava [che ...]]]]]]]]": uno decide di fermarsi solo per ragioni pratiche, ma teoricamente potrebbe proseguire all'infinito). 102 Linguistica: cosa intendiamo per “trasformazionale”? 103 Linguistica: cosa intendiamo per “trasformazionale”? Chomsky infatti sosteneva che allo strutturalismo era sfuggito un problema fondamentale che era quello della creatività del linguaggio 103 Linguistica: cosa intendiamo per “trasformazionale”? Chomsky infatti sosteneva che allo strutturalismo era sfuggito un problema fondamentale che era quello della creatività del linguaggio domanda Chomsky: 103 Linguistica: cosa intendiamo per “trasformazionale”? Chomsky infatti sosteneva che allo strutturalismo era sfuggito un problema fondamentale che era quello della creatività del linguaggio domanda Chomsky: "come avviene che i parlanti di una lingua sono in grado di produrre e di comprendere un numero indefinito di frasi che non hanno mai udito prima o che addirittura possono non essere mai state pronunciate prima da qualcuno?". 103 Linguistica: cosa intendiamo per “trasformazionale”? Chomsky infatti sosteneva che allo strutturalismo era sfuggito un problema fondamentale che era quello della creatività del linguaggio domanda Chomsky: "come avviene che i parlanti di una lingua sono in grado di produrre e di comprendere un numero indefinito di frasi che non hanno mai udito prima o che addirittura possono non essere mai state pronunciate prima da qualcuno?". Esempi di trasformazione: Trasformazione passiva il ragazzo mangia la mela diventa la mela è mangiata dal ragazzo Trasformazione nominale le automobili circolano diventa la circolazione delle automobili 103 Linguistica: dipendenza dalla struttura Il linguaggio umano, ossia, è caratterizzato da una dipendenza dalla struttura ("Structure Dependency"), laddove il linguaggio dell'addizione aritmetica è "indipendente" dalla struttura. Molti linguaggi "artificiali" (cfr. più avanti), compreso quello dell'aritmetica e compresi molti linguaggi informatici di programmazione, sono in effetti "structure independent": non così il nostro linguaggio naturale. ESEMPIO: "Topolino chiama Pippo” “Pippo chiama Topolino” dipende dalla struttura 2+3 = 5 3+2 = 5 non dipende dalla struttura 104 Linguistica: dipendenza dalla struttura Il linguaggio umano è struttura, è grammatica. Come facciamo a controllare, imparare, padroneggiare questa grammatica, queste regole? 105 Linguistica: opposizione Brain/Mind Il linguaggio umano, ormai ci è ben evidente, è un sistema estremamente complesso; come tale deve appoggiarsi a strutture specializzate per poterlo gestire. Alcune di queste strutture sono propriamente fisiologiche, come l'apparato fonatorio (che esamineremo perlando della fonetica), l'apparato auditivo, il cervello ed il sistema nervoso, altre più mentali come la memoria (e il comportamento, in generale). 106 Linguistica: opposizione Brain/Mind: Chomsky, Lorenz, Quine Dire "mentali", nell'accezione più intuitiva, vale 'dotate senz'altro di un sostrato fisiologico, ma ad esso non interamente riducibili': in realtà l'opposizione tra mente e cervello o (come più spesso si dice, essendo la moderna filosofia della mente prevalentemente di area anglofona) mind - brain è uno dei problemi più dibattuti nella filosofia moderna: proprio intorno a questo problema si è sviluppata la cosiddetta Cognitive science e molta parte della moderna filosofia analitica. Cosa, in effetti, possa o debba più precisamente intendersi per "mentale" è un problema complesso quanto affascinante. Una consistente parte dei moderni filosofi della mente (tra cui Chomsky) ne sostengono la riducibilità agli stati naturali, ossia la loro "naturalizzazione". Da un lato, pertanto, si accentua l'opposizione mente - cervello, e dall'altra si cerca di ridurre il più possibile la mente al cervello. Quine sought to renovate the old approach to epistemology in his 1969 essay, “Epistemology Naturalized.” Si veda anche quanto detto già a proposito della naturalizzazione dell’epistemologia operata da Lorenz. 107 Linguistica: opposizione Brain/Mind Un "sistema nervoso" (che comprende le strutture associate al linguaggio), ad esempio, è stato sviluppato solo negli animali ("Metazoa"), ma un sistema centralizzato anziché una mera rete di gangli nervosi è innovazione di un solo gruppo di animali, i "Cordata", al cui sottogruppo "Vertebrata" appartengono i principali animali superiori (pesci, rettili, uccelli, anfibi, mammiferi), e pertanto anche l'uomo. 108 Chomsky: come acquisiamo il linguaggio? Vi possono essere due modi diversi di impostare il problema, ossia, estremizzando le posizioni: (1) nasciamo già "sapendo", già possediamo il linguaggio ed "imparare" vuole solo dire esercitare e portare alla coscienza; (2) alla nascita "non sappiamo" ancora nulla, non possediamo già il linguaggio, e siamo una tabula rasa che dobbiamo riempire imparando dall'esperienza. 109 Innatismo vs Empirismo ancora una parentesi sul significato di alcuni termini d’ispirazione filosofica Se per Cartesio l' esperienza non aveva alcun ruolo nella definizione del concetto di ragione e una funzione secondaria nel processo conoscitivo, per Locke essa diventa l'imprescindibile termine di riferimento per comprendere la natura tanto della ragione quanto della conoscenza. La differenza tra tra la posizione lockiana e quella cartesiana può essere sintetizzata come segue. Cartesio concepiva la ragione come una facoltà conoscitiva assoluta , che trovava il suo fondamento nella stessa dimensione metafisica della res cogitans. Il processo conoscitivo era determinato interamente dalle potenzialità insite nella ragione, per cui esso avveniva interamente a priori, attraverso quel procedimento intuitivodeduttivo che è proprio della ragione stessa. Per Locke, invece, la ragione è una funzione conoscitiva e argomentativa che non può fare nulla senza il soccorso dell' esperienza, dalla quale dipende sia il materiale conoscitivo su cui la ragione può operare sia la verifica finale delle operazioni compiute dal soggetto conoscente. Le possibilità conoscitive dell' uomo, quindi , non sono più illimitate (o limitate soltanto dalla capacità di costruzione razionale dell' uomo) , ma rigorosamente confinate entro i limiti dell' esperienza. Il problema fondamentale diventa per Locke analizzare come l' esperienza condizioni le funzioni stesse della ragione e quali siano i limiti della conoscenza umana. Il riconoscimento lockiano della radice empirica della conoscenza comporta anche l' abbandono del primato gnoseologico della matematica (vedi razionalismo). 110 Chomsky: come acquisiamo il linguaggio? Il panorama della scena filosofica e psicologica fino all'inizio degli anni Sessanta del Novecento, era dominato da teorie di tipo empiristico, per cui tutti gli stati mentali sono determinati dall'esterno da fatti del mondo, apprendimento del linguaggio compreso. A spezzare il fronte è stato nel 1957 Noam Chomsky con la linguistica generativa. Si tratta della facilità con cui un bambino impara uno strumento complesso come il linguaggio in relativamente poco tempo ed in modo naturale e spontaneo = necessità di principi universali innati del linguaggio Musgrave pp. 85-89 111 Chomsky: come acquisiamo il linguaggio? Musgrave pp. 85-104 112 Gli anni 1985-1999 Riscoperta delle reti neuronali (teoria dei sistemi dinamici / algoritmi genetici) Applicare in campo cognitivo lo stesso tipo di equazioni dinamiche usate in Fisica (equazioni che evolvono nel tempo) Un sistema dinamico è un sistema che evolve nel tempo, indicando con questo termine che sia l'ingresso che l'uscita si sviluppano nel tempo. In generale l'uscita all'istante t di un sistema dinamico non dipende solo dall'ingresso del sistema allo stesso istante, ma da una grandezza, detta stato, che rappresenta la storia passata degli ingressi del sistema. dx (t) dt 113 Gli anni 1985-1999 Riscoperta delle reti neuronali (teoria dei sistemi dinamici / algoritmi genetici) algoritmi genetici Gli algoritmi genetici consentono a generazioni di regole di convergere verso la soluzione di un problema, mostrando una capacità veramente interessante: sono in grado di apprendere dall`esperienza. Gli algoritmi genetici si basano su alcuni concetti tipici della teoria dell`evoluzione: 1) le regole buone hanno maggiore probabilità di riprodursi; 2) avviene casualmente un miscuglio di configurazioni; 3) esiste una funzione di valutazione della bontà di una regola. Altri metodi di apprendimento si basano sulle reti neurali in cui ogni elemento della rete è collegato ad altri tramite "pesi" che vengono calibrati dall`esperienza. Anche questi metodi possono essere simulati al calcolatore. 114 Gli anni 1985-1999 Riscoperta dell’ambiente: il percipiente concepito come un agente attivo che usa il proprio movimento per campionare informazioni sull’ambiente (Gibson, 1966) 115 Gli anni 1985-1999 Riscoperta del cervello: la neuroscienza cognitiva 116 Il futuro delle scienze cognitive.... pp. 148-150 117