Una semantica “fuori della lingua” La Semantica Operazionale

Una semantica “fuori della lingua”
La Semantica Operazionale
Giulio Benedetti
Relazione di Riccardo Munari
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Teoria linguistica riguardo alla struttura “profonda” del
linguaggio / teoria del pensiero linguistico. Punto di vista
della Semantica.
Parole “grammaticali” (congiunzioni, preposizioni,
“essere” e “avere”, morfemi, ecc.)
Deriva da Metodologia Operativa di S. Ceccato (anni '60 –
'70), riprende e sviluppa idee ma finisce per distaccarsene
sensibilmente.
Categorie di significati delle parole
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1) Parole che hanno un riferimento evidente ed importante a
qualcosa di fisico.
Costituiscono la maggior parte del lessico.
Non è una classe omogenea (diversi livelli di astrazione, ad es: “passero”,
“uccello” e “animale”; pronomi)
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2) Parole che indicano qualcosa di psichico.
Sentimenti, emozioni, stati dell'umore (amore, odio, paura, ira, ecc.)
Molto meno numerose.
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3) Parole (e morfemi) che non si riferiscono né a qualcosa di
fisico né psichico.
Parole “grammaticali”
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Preposizioni e congiunzioni
Pronomi e aggettivi interrogativi-indefiniti-relativi (chi, che quale, chiunque,
qualunque, ecc.)
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Aggettivi e pronomi dimostrativi (questo, quello, codesto, altro, stesso, ecc.)
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Avverbi di luogo, tempo, modo (qui/qua, lì/là, dove, quando, come, perché, ecc.)
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Pronomi/aggettivi di quantità (tutto, molto, alcuni/qualche, poco, ecc.)
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Negazione
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Numerali
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Verbi “grammaticali” (essere, avere, potere, dovere, ecc.)
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Morfemi
Altre parole (non grammaticali) che non si riferiscono a niente
di fisico/psichico
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“Grande”, “piccolo”, “alto”, “basso”, “parte”, “inizio”, “fine”, “prendere”, “fare”,
“cercare”, “trovare”, ecc.
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Parole della classe 3) non sono moltissime, ma
sono usati con frequenza estremamente elevata
Principale componente della frase, indispensabile
per formare qualsiasi discorso
Componente strutturale fondamentale del
“pensiero linguistico”
Chiave per comprendere la natura e struttura
profonde del linguaggio e del pensiero linguistico
Natural Semantics Metalanguage (Wierzbicka)
•
Esiste un nucleo di significati fondamentali, “atomici” (i “primitivi
semantici”) che permettono di definire qualsiasi altro significato, ma che
sono assolutamente irriducibili, cioè indefinibili mediante altre parole
•
Presenti in tutte le lingue umane
Sostantivi: io, tu, qualcuno, gente, qualcosa/cosa, corpo
Determinanti: questo, stesso, altro
Quantificatori: uno, due, alcuni, tutto, molto
Valutazione: buono, cattivo
Descrittori: grande, piccolo
Intensificatore: molto
Predicati mentali: pensare, conoscere, volere, sentire, vedere, udire
Discorso: dire, parola, vero
Azioni, eventi, movimento, contatto: fare, avvenire, muovere, essere in contatto
Esistenza e possesso: esserci/esistere, avere
Vita e morte: vivere, morire
Tempo: quando/tempo, ora, prima, dopo, un lungo tempo, un breve tempo, per un certo tempo,
momento
Spazio: dove/posto, qui, sopra, sotto, lontano, vicino, di lato, dentro, in contatto
Concetti logici: non, forse, potere, perché, se
Maggiorativo: molto, più
Tassonomia, partonomia: tipo di, parte di
Somiglianza: come
Significato delle parole della classe 3)
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Finora risposte insoddisfacenti:
rapporti fra oggetti, caratteristiche
definite tramite tautologie (non=negazione), falsi sinonimi
(“avere”=”possedere”), rimandi da un termine all'altro (“cercare”=”trovare”
e viceversa)
Esempio: le preposizioni
Molti significati diversi? (es: con indicherebbe rapporti di compagnia o
unione, mezzo o strumento, modo, causa, ecc.) o piuttosto:
Un unico significato, molto generale, in cui i rapporti indicati da con sono
compresi
•
Indicano sequenze di operazioni mentali (le
categorie mentali), fra le quali quelle
dell'attenzione giocano un ruolo chiave.
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Definire il significato della parola che designa una
categoria mentale = individuare la sequenza di
operazioni mentali elementari (EOMC) che la
compongono.
Le operazioni mentali elementari
1)
Operazione di focalizzazione attenzionale (FA): “selezione” o
“evidenziazione” dell'oggetto rispetto tutto il resto.
Sotto-operazioni: 1) (estFA) Varia in estensione; 2) (movFA) il fuoco
dell'attenzione si muove da un oggetto a un altro; 3) (mantFA)
l'attenzione viene mantenuta per quantità di tempo variabili.
2)
Mantenimento di presenza (MP): si mantiene presente l'oggetto
mentre l'attenzione passa a un altro oggetto.
Ad es.: “bottiglia”, “bicchiere” VS “ci sono una bottiglia ed un bicchiere”. Nel primo caso la
bottiglia viene abbandonata mentalmente.
In stretta relazione con concetto di “memoria di lavoro”.
3)
Operazione di scartamento attenzionale (SA): due oggetti sono
focalizzati e mantenuti presenti, quindi uno dei due viene scartato
(mantenendo presente il fatto che l'oggetto era stato preso in
considerazione)
4) Operazione di rappresentazione (R): focalizzazione dell'attenzione su
qualcosa che non è presente al momento, recuperato dalla memoria o
inventato
5) Operazione di confronto (C): quando usiamo termini tipicamente
relativi o che esprimono un giudizio. Focalizzazione dell'attenzione
sugli oggetti confrontati e mantenimento in mente
6) Operazioni di memoria (OM)
Esempi di analisi di categorie mentali
•
Congiunzione “e”: focalizziamo l'attenzione (FA) su qualcosa (A);
manteniamo presente (MP) A mentre focalizziamo (FA)
qualcos'altro (B). I due oggetti vengono legati.
ad es.: Mela e pera.
•
Congiunzione “o”: focalizziamo l'attenzione (FA) su qualcosa (A);
poi lo scartiamo (SA) per focalizzare l'attenzione (FA) su un
secondo oggetto (B). Si crea un'alternativa fra i due oggetti.
Ad es.: Mela o pera.
•
Congiunzione “con”: focalizziamo un oggetto A, poi, mantenendolo
presente (MP) l'attenzione si estende (estFA) anche ad un altro
oggetto B. Quest'ultimo è in un rapporto con A tale che l'attenzione
è indotta a focalizzare A e B insieme.
Ad es.: Bottiglia con tappo (se il tappo è nel collo della bottiglia).
Questo spiega perchè in molte lingue “con” esprime sia il rapporto di
compagnia/unione sia mezzo/strumento. In entrambi i casi il
rapporto è tale che la nostra attenzione focalizza insieme entrambi
gli oggetti.
Ad es.: “Tazza con manico”, “Scrivere con la penna”.
•
Caso genitivo: come la preposizione “con”, ma, mantenendo
presente i due oggetti (MP), l'attenzione si focalizza (FA) poi solo
sul secondo.
“C'è un uomo col cappello”
“Il cappello dell'uomo è nero” - l'attenzione si focalizza soltanto sul cappello.
Questo spiega perché usiamo il caso genitivo per esprimere rapporti
come: possesso, opera/autore, parte/tutto, caratteristica/oggetto, ecc.
In tutti i casi l'attenzione focalizza prima B insieme ad A, poi solo A.
Molte lingue esprimono ciò con ordine delle parole B-A (inglese).
•
Negazione: scartamento (OS) della rappresentazione (R) di un
significato.
“L'auto di Mario non è rossa” - scartiamo la rappresentazione di “rosso” relativamente
all'auto di Mario.
•
Chi, che (cosa), quale: l'attenzione si focalizza (FA) su un insieme
di due o più elementi considerati uguali (C), quindi su uno di essi
scartando (SA) i rimanenti e mantenendo presente (MP) la
provenienza del primo.
Quale libro vuoi?
•
Plurale: serie di focalizzazioni dell'attenzione (FA) una successiva
all'altra su ciascuno di un insieme di elementi considerati uguali fra
loro (C).
Se associamo un nome diverso ad ogni operazione di focalizzazione
otteniamo i numeri.
•
“Avere” e “prendere”: stesso significato di “con”, ma visto sotto
l'aspetto temporale.
Nel caso di “avere”: statico (“quell'uomo ha i baffi”).
Nel caso di “prendere”: dinamico (“prendere la penna”).
•
Spazio e tempo: applichiamo le operazioni mentali elementari di
“chi”, “che (cosa)” alla mappa spaziale e temporale (mappa:
rappresentazione mentale ordinata di un insieme di elementi).
Dove/luogo - se applicate alla mappa spaziale.
Quando/momento - se applicate alla mappa temporale.
•
Nucleo categoriale: le operazioni elementari.
•
Componente secondaria: substrato su cui vengono svolte
le operazioni.
Mentre i nuclei categoriali sono universali, le componenti secondarie
possono variare da lingua a lingua (ad esempio una lingua può fare a
meno della distinzione tra “chi” e “che (cosa)” esseri umani/cose).
La teoria correlazionale del pensiero
•
Teoria riguardo alla natura e alla struttura del pensiero.
•
Il pensiero linguistico è formato da due tipi di elementi:
1) i correlatori
2) i correlati
•
I correlatori sono le categorie mentali designate da proposizioni,
congiunzioni, casi
•
I correlati sono gli elementi che sono “legati” da un correlatore
•
Vi è pensiero linguistico solo quando “correliamo” più significati
fra loro, ad esempio “mela e pera” o “mela rossa” sono esempi di
pensiero linguistico; parole isolate (“mela”) sono un tipo di
pensiero, ma non sono pensiero linguistico.
•
Correlazione:
correlatore
primo correlato
secondo correlato
Se i due correlati si combinano direttamente (ad esempio: correlazione sostantivo-aggettivo,
soggetto-verbo, verbo-oggetto ecc.) essi sono correlati da un correlatore speciale chiamato
mantenimento di presenza (o correlatore implicito), rappresentato per mezzo di una
barretta orizzontale.
___
Mario
corre
Secondo la S.O. la correlazione è l'unita base del pensiero.
Il pensiero è una rete formata da correlazioni (rete correlazonale)
___
Mario
legge
____
e
libri
riviste
•
Per produrre pensiero linguistico sono necessarie:
1) le categorie mentali
2) memoria di lavoro (mantenere presente una certa operazione
mentale ed i suoi risultati)
3) memoria procedurale (memorizzare l'insieme di operazioni
mentali combinate)
Termini grammaticali secondo la S.O.
•
Nomi (comprende anche forme nominali del verbo, aggettivi,
pronomi): indicano dei semplici correlati
•
Verbi in forma personale indicano quattro cose:
- un correlato;
- un particolare correlatore, il mantenimento di presenza (-);
- la posizione del correlato, quella di secondo correlato;
- che il primo correlato è ciò che in grammatica si chiama una
“persona”, e di quale tipo è.
___
Mario
ride
•
Avverbio:
- un correlato;
- la posizione di secondo correlato;
- mantenimento di presenza (-);
- che il primo correlato è un verbo.
•
Soggetto: ciò che viene focalizzato dall'attenzione, e mantenuto
presente, prima del verbo.
•
Oggetto: ciò che viene focalizzato dall'attenzione dopo il verbo, che
viene mantenuto presente.
•
Questo spiegherebbe perché quasi tutte le lingue sono SVO, SOV, o
VSO.
Differenza tra mente umana e mente animale
•
1) attività attenzionale molto più sofisticata
•
2) produzione delle categorie mentali e della rete correlazionale
•
Questo permette all'uomo di frammentare la propria esperienza,
isolando le percezioni una dall'altra e creando così molti singoli
significati.
Esempio: il colore “rosso” da “fragola” e “ciliega”, l'azione del
“volare” dall'oggetto “uccello”, il significato dell'aggettivo “duro”
dall'oggetto “pietra” ecc.
•
I correlatori permettono poi di ricombinare questi molti singoli
significati generando sequenze (frasi).
Capacità innata o prodotto evolutivo
•
Dibattito: il linguaggio è un prodotto evolutivo di un'intelligenza
umana accresciuta nel corso del tempo, oppure esiste perché gli
esseri umani possiedono una capacità innata, un accesso alla
“grammatica universale” (Chomsky).
•
Secondo la S.O.:
è la capacità di effettuare le operazioni mentali elementari che è
innata; la capacità di costituire le categorie mentali, e a partire da
queste, la struttura del pensiero è acquisita e trasmessa
culturalmente, di generazione in generazione.
•
La maggior parte delle categorie mentali sono comuni perché gli
esseri umani vivono in ambienti fisici simili e hanno più o meno le
stesse necessità comunicative.
•
Gli “universali linguistici” sono infatti molto pochi.