1 ALGORITMI FARMACOGENETICI PER LA PREDIZIONE DELLA DOSE DI ANTICOAGULANTI ANTI-VITAMINA K: ANCORA UTILI? Versione Online Santa Mundi1, Alessandro Distante2, Raffaele De Caterina3 1 2 Divisione di Farmacologia, Università degli Studi, Pisa Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo (ISBEM), Mesagne (BR) 3 Istituto di Cardiologia, Università degli Studi “G. d’Annunzio”, Chieti Per la corrispondenza: Prof. Raffaele De Caterina Istituto di Cardiologia Università degli Studi “G. d’Annunzio” c/o Ospedale SS. Annunziata Via dei Vestini - 66013 Chieti e-mail: [email protected] 2 INDICE RIASSUNTO ................................................................................................................................... 3 ABSTRACT .................................................................................................................................... 3 INTRODUZIONE ............................................................................................................................. 4 GLI ANTICOAGULANTI ORALI AVK E LA GESTIONE TERAPEUTICA .............................. 4 Reazioni avverse ed effetti collaterali della terapia anticoagulante orale ......................................... 5 Meccanismo d’azione del warfarin ................................................................................................... 6 Varianti geniche implicate nella risposta al trattamento con warfarin ............................................. 7 GLI ALGORITMI DI PREDIZIONE DELLA DOSE DI WARFARIN E IL LORO UTILIZZO NELLA PRATICA CLINICA .................................................................. 7 La lunga strada verso la predittività: cenni storici ........................................................................... 7 Variabili cliniche e genetiche: quali e quante? ................................................................................ 9 IMPLICAZIONI CLINICHE E PROSPETTIVE DELLA FARMACOGENETICA DEGLI ANTI-VITAMINA K ......................................................................................................... 10 Il trial Clarification of Optimal Anticoagulation through Genetics (COAG) ................................ 11 Il trial European Pharmacogenetics of Anticoagulant Therapy (EU-PACT) ................................ 12 CONCLUSIONI ............................................................................................................................ 13 BIBLIOGRAFIA ............................................................................................................................ 15 3 RIASSUNTO La gravità degli effetti collaterali che si possono verificare a causa della ristretta finestra terapeutica dei farmaci antagonisti della vitamina K rendono la ricerca della giusta dose da somministrare un’operazione necessaria. Lunghi anni di ricerca farmacogenetica hanno contribuito a chiarire la natura di alcune relazioni esistenti tra varianti geniche ed esito della terapia, ponendo le basi per la costruzione di algoritmi di predizione che includono le variabili genetiche e cliniche maggiormente implicate nella modulazione della dose. L’utilizzo di algoritmi farmacogenetici per la personalizzazione della terapia è una strategia che mira dunque ad individuare schemi terapeutici su misura, che portino alla riduzione di eventi avversi e conseguenti ospedalizzazioni, ottimizzando l’efficacia terapeutica del trattamento e razionalizzando le spese. In questo lavoro vengono passati in rassegna i risultati finora raggiunti nella ricerca di farmacogenetica applicata ai farmaci antivitamina K, attraverso un’analisi degli studi che hanno valutato l’utilità di algoritmi predittivi della dose da somministrare, basati su informazioni combinate genetiche e fenotipiche. Parole chiave. Warfarin; Reazioni avverse; Farmacogenetica; VKORC1; CYP2C9. ABSTRACT The severity of side effects that may occur with vitamin K antagonists due to their narrow therapeutic window requires great attention in finding out the most appropriate dose for these drugs. Pharmacogenetic research has now considerably helped clarifying the relationships between genetic variants and sensitivity to such therapy, paving the ground to predictive algorithms that include clinical and genetic variables to find out the best doses to start and maintain an adequate anticoagulation. Pharmacogenetic algorithms indeed aim at identifying tailored regimens, reducing adverse drug reactions and subsequent hospitalizations, optimizing therapeutic efficacy and containing costs. Here we describe the results so far achieved in pharmacogenetic research with vitamin K antagonists, analyzing studies that have assessed the usefulness of such algorithms. Key words. Warfarin; Adverse drug reactions; Pharmacogenetics; VKORC1; CYP2C. 4 INTRODUZIONE La necessità di migliorare l’efficacia e la tollerabilità dei trattamenti attraverso lo studio delle caratteristiche genetiche dei pazienti è una strategia che ha l’obiettivo di raggiungere una maggiore appropriatezza prescrittiva, dal momento che i farmaci utilizzati per la cura delle malattie croniche di rado presentano un’efficacia superiore al 50-60%1. In Italia, nella popolazione extraospedaliera, su 5497 pazienti ammessi a un Pronto Soccorso in un anno, 235 (4.3%) si sono fatti visitare a causa di reazioni avverse al farmaco (adverse drug reaction, ADR), e 45 di questi (19.1%) sono stati conseguentemente ospedalizzati2. Per quanto riguarda la popolazione ospedaliera invece, l’Adverse Drug Event (ADE) Prevention Study ha quantificato l’incidenza di ADR intraospedaliere al 6.5%: di queste il 28% erano prevedibili e prevenibili3,4. Nel caso degli anticoagulanti orali anti-vitamina K (AVK), l’approccio utilizzato sinora per stabilire la dose corretta ed evitare ADR è stato la titolazione mediante aggiustamenti dell’international normalized ratio (INR). Considerate però la ristretta finestra terapeutica dei farmaci AVK e la gravità degli effetti collaterali che si possono verificare, come emorragie o inefficacia protettiva nei confronti della trombosi, la ricerca della giusta dose diventa un’operazione necessaria e complessa soprattutto nella prima settimana di terapia. L’utilizzo di un approccio farmacogenetico per la personalizzazione della terapia nel caso di farmaci come gli AVK è tuttavia un tema ancora discusso, tanto più che recenti studi hanno dato risultati contrastanti circa l’utilità dell’utilizzo di algoritmi di predizione basati su informazioni genetiche. In questa rassegna abbiamo analizzato tutti gli studi disegnati per valutare l’utilità di algoritmi basati su informazioni genetiche e fenotipiche, pubblicati nell’arco temporale che va dal 2000 (praticamente l’inizio dell’approccio farmaco genetico agli AVK) ad oggi (2014), cercando una sintesi dei risultati finora raggiunti nella ricerca di modelli matematici per personalizzare la terapia con questi farmaci. GLI ANTICOAGULANTI ORALI AVK E LA LORO GESTIONE TERAPEUTICA Fino alla recentissima introduzione dei nuovi anticoagulanti orali diretti, gli anticoagulanti orali AVK tradizionali sono stati gli unici farmaci per la prevenzione o il trattamento a lungo termine del tromboembolismo venoso (trombosi venosa profonda/embolia polmonare) e dell’ictus cardioembolico in pazienti hanno portatori di protesi valvolari cardiache o con fibrillazione atriale5. Essi comprendono il fenprocumone, l’acenocumarolo e il warfarin (dicumarolici); e derivati dell’13 indandione, quali il fenindione e il fluindione (Figura 1)6. L’approccio utilizzato per stabilire la 5 giusta dose di somministrazione di un AVK è stato sinora solo empirico, attraverso prove ed errori, con una titolazione mediante aggiustamenti dell’INR. Le misurazioni dell’INR devono essere precise e accurate considerando la ristretta finestra terapeutica che caratterizza i farmaci AVK e per evitare errori nella scelta del dosaggio. Anche in presenza di un’elevata accuratezza di determinazione dell’INR, tuttavia, la terapia con AVK risente di due importanti difficoltà: 1. la velocità con cui si raggiunge il range terapeutico ottimale (nella maggior parte dei casi con valori di INR tra 2.0 e 3.0), fattore importante per offrire più o meno rapidamente la protezione anticoagulante e minimizzare il rischio emorragico; 2. il mantenimento dell’anticoagulazione all’interno del range terapeutico, valutabile attraverso il calcolo del tempo nel range terapeutico (time in therapeutic range, TTR), che può variare tra il 44% e il 69% nel periodo d’induzione dell’anticoagulazione, e tra il 26% e il 70% nel periodo “stabile”7. Reazioni avverse ed effetti collaterali della terapia anticoagulante orale La terapia anticoagulante orale (TAO), specialmente nella sua fase iniziale, è una terapia molto delicata da impostare, a causa sia delle caratteristiche del paziente, ma anche della cinetica degli effetti del farmaco stesso: l’effetto anticoagulante pieno viene infatti raggiunto quando scende la concentrazione di tutti i fattori K-dipendenti attivati, e diventa stabile quando anche il fattore attivo ad emivita più lunga, ovvero il fattore II, con emivita di 42-72 ore, si riduce. L’effetto collaterale più significativo e preoccupante in corso di TAO è comunque il sanguinamento, che può necessitare, oltre che dell’interruzione del trattamento, di somministrazione di forti dosi di VK18. Le emorragie maggiori colpiscono comunque principalmente gli anziani al di sopra dei 75 anni di età9. In alcuni casi si possono verificare anche eventi pro-trombotici presumibilmente dovuti all’induzione di una deficienza nella proteina C10,11 e, meno spesso, nella proteina S12. Fattori che influenzano l’esito della terapia sono l’età del paziente, il peso, lo stato nutrizionale, variazioni nella dieta, concomitanza di altre terapie farmacologiche, comorbilità13,14, come la presenza di disfunzioni epatiche o l’insufficienza cardiaca, che possono alterare la sintesi dei fattori di coagulazione e interferire con la risposta al trattamento. Alterazioni dello stato metabolico causati da febbre o ipertiroidismo possono invece aumentare il catabolismo dei fattori di coagulazione vitamina K-dipendenti5. Numerosi farmaci e alimenti influenzano l’assorbimento, la clearance, il legame del farmaco alle proteine del plasma, o la sintesi stessa dei fattori di coagulazione vitamina K-dipendenti15. L’amiodarone, ad esempio, è un potente inibitore della clearance del warfarin, ed utilizzare questi due farmaci contemporaneamente porta a un potenziamento dell’effetto 6 anticoagulante16. I barbiturici, la rifampicina e la carbamazepina, invece, hanno come effetto una diminuzione del potere anticoagulante8, mentre farmaci utilizzati per le dislipidemie possono alterare la biodisponibilità di vitamina K17. Per quanto riguarda la dieta, si è visto che importanti variazioni nell’apporto dietetico di vitamina K possono causare attenuazione dell’effetto degli AVK18. L’età del paziente è un parametro che influenza la dose di somministrazione della TAO: è stato stimato che negli anziani la dose media terapeutica si riduce dell’11% circa per ogni decade di età19, probabilmente perché con l’aumento dell’età, la clearance dei farmaci diventa meno efficace, per cui si ottiene lo stesso effetto terapeutico con dosi minori5,20. Una particolare attenzione deve essere dedicata alla TAO in gravidanza: infatti gli AVK, a causa del loro basso peso molecolare, possono attraversare la barriera placentare ed arrivare al feto, che però non ha la capacità epatica di metabolizzarli, con conseguenti problemi di calcificazioni ossee (per l’interferenza degli AVK su un’altra proteina K-dipendente, la bone morphogenetic protein) ed emorragie9. Meccanismo d’azione del warfarin Il warfarin, come prototipo degli AVK, circola nel sangue legato principalmente all’albumina e all’alfa glicoproteina acida 1, codificata dai geni ORM1 e ORM221, e agisce sul suo bersaglio principale, ovvero il complesso proteico vitamina K epossido reduttasi VKOR, codificato dal gene VKORC122, principale responsabile della riduzione della vitamina K ossidata nella reazione di carbossilazione che permette l’avvio della cascata della coagulazione (Figura 2)23. La carbossilazione infatti è accoppiata alla trasformazione della VKH2 in vitamina K epossido (VKO), che viene ridotta nuovamente a VKH2 dal complesso vitamina K epossido reduttasi9. L’inibizione di questo enzima da parte del warfarin porta ad un accumulo di VKO e al blocco della cascata della coagulazione. La vitamina K (VK1) si lega all’apolipoproteina E (codificata dal gene APOE), che ne favorisce l’ingresso nella cellula24. Un volta nella cellula, la VK1 viene ridotta dall’enzima NAD(P)H deidrogenasi chinone 1 (codificato dal gene NQO1) in vitamina K1 diidrochinone (VKH2)25, cofattore importante per l’attivazione dell’enzima gamma-glutammil-carbossilasi (GGCX)26,27, che attiva i fattori della coagulazione vitamina K-dipendenti5. L’eliminazione del warfarin avviene ad opera del complesso epatico del citocromo P450 (CYP450), una famiglia di mono-ossigenasi coinvolte nella fase I del metabolismo di molti farmaci e xenobiotici, e in particolare del citocromo P2C9 che è il maggior contribuente al catabolismo del warfarin, sul quale opera un’idrossilazione in posizione 7. Esistono evidenze che il trasporto del warfarin dal fegato alla bile sia mediato da una glicoproteina-P codificata dal gene ABCB1 (ATP-binding cassette, sottofamiglia B, membro 1)28, che può essere indotta dal recettore nucleare per il pregnano (PXR, 7 pregnane X receptor) codificato dai geni NR1I2-NR1I3 (nuclear receptor subfamily 1 group I member 2/3)29 (Figura 2). Per ulteriori dettagli si rimanda a una nostra precedente rassegna30. Varianti geniche implicate nella risposta al trattamento con warfarin La ricerca delle varianti geniche (principalmente single nucleotide polymorphisms, SNP), che influenzano l’esito della terapia è un passo importante per la costruzione di modelli di personalizzazione del trattamento, poiché queste caratteristiche possono essere responsabili delle fisiologiche differenze inter-personali, giocando un ruolo nella differente sensibilità al trattamento. Nel caso del warfarin la ricerca ha individuato molte varianti genetiche che sembrano influenzare direttamente o indirettamente l’esito della terapia. Nella Tabella 1 sono riportati i geni implicati nel meccanismo di funzionamento del warfarin che possiedono varianti coinvolte nella modificazione della risposta alla terapia e che vengono utilizzate come variabili indipendenti in modelli predittivi quando mostrano una forte influenza sull’esito terapeutico della popolazione per la quale il modello di predizione del dosaggio viene disegnato. Per ulteriori dettagli si rimanda a una nostra precedente rassegna30. GLI ALGORITMI DI PREDIZIONE DELLA DOSE DI WARFARIN E IL LORO UTILIZZO NELLA PRATICA CLINICA La lunga strada verso la predittività: cenni storici La costruzione di algoritmi farmacogenetici per la predizione della dose si basa sull’analisi di regressione multipla, che è un modello matematico atto a stabilire la correlazione tra una serie di variabili indipendenti conosciute (chiamate anche predittori) e la variabile dipendente della quale si vuole conoscere il valore. Nel caso del nostro lavoro, i modelli analizzati hanno l’obiettivo di individuare la dose ottimale di warfarin scegliendo come variabili indipendenti le caratteristiche fenotipiche e genetiche del paziente che sembrano essere maggiormente implicate nella modulazione della dose. Yang e coll. hanno pubblicato un lavoro in cui si declinano le regole principali per la costruzione di algoritmi di farmacogenetica per la dose di warfarin, che meglio può aiutare a comprendere l’utilità di questo metodo matematico nella pratica clinica31. Per comprendere appieno lo stato dell’arte abbiamo effettuato una ricerca su PubMed di tutti gli studi tesi a valutare l’utilità di algoritmi basati su informazioni genetiche e fenotipiche, nell’arco 8 temporale che va dal 2000 (l’argomento non era precedentemente trattato) ad oggi (aprile 2014). Per la ricerca bibliografica sono state utilizzate le seguenti parole chiave: “warfarin AND genetic AND algorithm” OR “warfarin AND dosing” OR “warfarin AND genotype” OR “warfarin AND dose” OR “warfarin AND pharmacogenetics”. Il motore di ricerca ha selezionato 4267 lavori, tra i quali sono stati individuati e tabulati solo quelli inerenti lo sviluppo e l’applicazione di algoritmi di farmacogenetica formulati ex-novo, tralasciando quelli che valutavano su popolazioni diverse algoritmi già sviluppati precedentemente, o quelli che mettevano a confronto più algoritmi contemporaneamente. Come indicatore dell’efficacia degli algoritmi è stato scelto il valore della percentuale di variabilità della dose spiegata dall’algoritmo (R2). I risultati sono riportati in Tabella 2. Il primo tipo di algoritmo calcola la dose di mantenimento di warfarin nella fase di stabilità del trattamento, ma non dà indicazioni su come iniziarlo; il secondo tipo di algoritmo si concentra invece proprio sul predire la dose iniziale; il terzo tipo predice sia la dose iniziale che quella di mantenimento, e serve dunque anche a definire meglio la dose dopo la fase iniziale della terapia. Un esempio del primo tipo è l’algoritmo dell’International Warfarin Pharmacogenetics Consortium (IWPC), estrapolato da uno studio che ha visto la partecipazione di 21 gruppi di ricerca di paesi diversi, e dati presi da 5700 pazienti trattati con warfarin32, che include variabili come VKORC1 (rs9923231), CYP2C9 (*2 e *3), età, altezza, peso, razza, nonché farmaci che inducono il complesso CYP450 e l’amiodarone: Questo algoritmo è in grado di individuare i pazienti che necessitano di alte dosi (≥49 mg/settimana) e basse dosi (≤21 mg/settimana) meglio di un algoritmo clinico, risultando promettente per quanto riguarda la stima della dose negli adulti, ma dimostrando una tendenza a sovrastimare nel caso dei bambini33. La maggior parte degli algoritmi in Tabella 2 sono del primo tipo. L’algoritmo per la stima della dose iniziale deve tenere presente, oltre che la dose di mantenimento, anche il tempo che il farmaco impiega per raggiungere l’effetto all’equilibrio, che dipende principalmente dalla sua velocità di eliminazione, influenzata a sua volta dal gene CYP2C934. Un esempio di questo tipo di algoritmo è quello di Avery e coll., che hanno utilizzato l’algoritmo IWPC e la variazione nell’emivita del warfarin dipendente dal genotipo CYP2C9 per sviluppare un nuovo algoritmo farmacogenetico di stima della dose iniziale, da utilizzare nei primi 3 giorni di terapia35. Questo algoritmo stima che per i pazienti con genotipo CYP2C9 *3/*3 e VKORC1 A/A la dose di carico è meno della metà della dose di carico prevista per i pazienti con genotipo CYP2C9 *1/*1 e VKORC1 A/G, mentre quella di mantenimento nel primo tipo di pazienti è meno di un quarto di quella del secondo tipo di pazienti35. Il terzo tipo di algoritmo farmacogenetico ha l’obiettivo di raffinare la dose di warfarin dopo la fase 9 iniziale di terapia, unendo le informazioni circa la dose data con il valore di INR34. Un esempio di questo tipo di algoritmo è quello di Lenzini e coll., che stima la dose nei giorni successivi al terzo, ovvero il quarto e il quinto36. Variabili cliniche e genetiche: quali e quante? Possiamo dividere gli studi tabulati in base alle variabili utilizzate per costruire l’algoritmo: in uno studio si sono utilizzate esclusivamente variabili genetiche37, in altri sono state aggiunte anche variabili antropometriche, l’età e il sesso del paziente38-68. Per quanto riguarda le variabili genetiche, quasi tutti gli algoritmi tabulati contengono sia i polimorfismi del gene CYP2C9 che quelli del gene VKORC1, che infatti contribuiscono per circa il 40% della variabilità nella dose di mantenimento degli AVK69,70. Fa eccezione l’algoritmo recentemente sviluppato da Ekladious e coll., che contiene come variabili solo l’età e il polimorfismo 1173C>T di VKORC171. I primi algoritmi sviluppati in ordine di tempo includono come variabili genetiche solo i polimorfismi del gene CYP2C913,37,72-75, con l’assenza del contributo del gene VKORC1 dovuta per lo più ad una ancora scarsa informazione disponibile a quel tempo sul ruolo di VKORC1 nel determinare la variabilità inter-personale. Gli algoritmi sviluppati più recentemente invece includono tra le variabili genetiche, oltre ai già citati polimorfismi dei geni CYP2C9 e VKORC1, anche quelli relativi al gene CYP4F233,37,54,61,63,67,76-90, e a geni d’importanza minore come GGCX38,41,91,92, EPHX161,92-95, F754,96, PROC94, CYP2C1894, ORM292, APOE epsilon297. Oltre alle variabili genetiche menzionate, in molti algoritmi sono state considerate anche condizioni come la presenza di protesi valvolari13,80,84,98,99, patologie come diabete13,36,98,100, episodi pregressi di tromboembolismo76,88,100-102, ictus36,103 o iper/ipotiroidismo104,105. Tra gli studi selezionati abbiamo trovato algoritmi anche molto complessi che integravano, oltre alle variabili già citate, dati quali INR, motivazione della TAO e concomitanti trattamenti con altri farmaci32,33,36,70,72,74,75,77,78,80,82,83,85-88,91,92,96,99,106-121. Alcuni algoritmi hanno dato risultati diversi in diversi gruppi etnici: alcune varianti polimorfiche infatti sono più presenti in alcuni gruppi piuttosto che in altri122, e questo implica la necessità di ricerca di polimorfismi specifici per ogni singolo gruppo etnico. Per quanto riguarda l’età, in particolare, si è visto che negli anziani bisognerebbe mantenere una dose più bassa di farmaco anche in assenza di varianti genetiche indicative di maggiore sensibilità109, mentre per quanto riguarda i bambini gli algoritmi estrapolati da popolazioni adulte tendono a sovrastimare la dose di warfarin33, rendendo necessaria la costruzione di algoritmi specifici a causa delle differenze fisiologiche esistenti nelle varie fasce d’età. In ogni caso, gli algoritmi generati su popolazioni pediatriche mostrano tutti un peso importante per i polimorfismi del gene VKORC1 e meno importante per quelli del gene 10 CYP2C933,106,123, e in un caso addirittura sembra non esserci ruolo alcuno per il genotipo nella determinazione del dosaggio di warfarin60. A causa di tutte queste caratteristiche che possono variare enormemente all’interno di una popolazione è necessario che le variabili inserite siano rappresentative della popolazione sulla quale l’algoritmo viene impiegato 34 . Nella Figura 3 sono rappresentati graficamente i contributi che le variabili genetiche e cliniche più rilevanti danno nella predizione della dose di warfarin42,124-128. Tra i lavori tabulati ne emergono alcuni che meritano una considerazione particolare: Zambon e coll. hanno stabilito un algoritmo che ha come variabili i polimorfismi dei geni VKORC1, CYP2C9 e CYP4F2, superficie corporea ed età, ottenendo uno strumento di calibrazione della dose di warfarin con requisiti di alta precisione predittiva63. Wei e coll. hanno sviluppato un algoritmo basato su polimorfismi dei geni VKORC1, CYP2C9 e CYP4F2, età, peso e variabili cliniche come tromboembolismo polmonare (PTE), uso di β-bloccanti e amiodarone, che potrebbe essere uno strumento valido nella predizione della dose giornaliera stabile di warfarin nei pazienti cinesi88. Sulla base dell’approccio farmacogenetico, Gong e coll. hanno sviluppato il protocollo Warfarin Regimen Using a Pharmacogenetics-guided Initiation Dosing (WRAPID), che tiene in considerazione la genetica, le variabili cliniche e la risposta al trattamento86. Horne e coll. hanno studiato dati genetici, clinici e valori di INR estrapolati da 2022 pazienti, sviluppando un algoritmo farmacogenetico con 13 variabili diverse, e dimostrando che l’inclusione di dati genetici ha migliore capacità predittiva riguardo alla dose di mantenimento di warfarin rispetto a un algoritmo con sole variabili cliniche119. Perlstein e coll. hanno sviluppato in sequenza tre algoritmi per l’individuazione della dose iniziale e dello schema di trattamento ottimale attraverso un modello adattativo continuamente rimodulato in base ai valori di INR del paziente, concludendo che un tale approccio farmacogenetico adattativo può aumentare la sicurezza e l’efficacia del trattamento con warfarin129. Pathare e coll. hanno sviluppato un algoritmo specifico per la popolazione omani, con l’obiettivo di minimizzare l’imprecisione predittiva degli algoritmi finora pubblicati quando applicati a questa specifica popolazione130. Questo algoritmo prevedeva il contributo di numerose variabili demografiche, cliniche e genetiche, e ha raggiunto un valore di R2 del 63%, dimostrando che l’approccio farmacogenetico deve essere il più specifico possibile per essere efficace130. IMPLICAZIONI CLINICHE E PROSPETTIVE DELLA FARMACOGENETICA DEGLI ANTI-VITAMINA K Nonostante sia evidente che i rischi di sanguinamento durante la prima fase di terapia possano 11 essere ridotti e i tempi di raggiungimento di un’anticoagulazione ottimale possano essere accorciati con un approccio farmacogenetico5, e nonostante sia emerso che gli schemi di dosaggio basati su informazioni genetiche sono spesso più precisi degli schemi tradizionali, l’effettivo vantaggio del loro utilizzo non è ancora stato dimostrato pienamente131. Per stabilire un approccio farmacogenetico corretto e realmente utile c’è bisogno di algoritmi robusti in grado di stabilire con precisione sia la dose di mantenimento che quella di inizio della terapia, validati in diversi gruppi di pazienti, e la cui utilità sia verificata in studi controllati e randomizzati, anche e soprattutto in base al rapporto costo-beneficio. Ad oggi però sono ancora pochi gli studi prospettici atti a verificare l’utilità dell’integrazione concreta delle informazioni genetiche nella pratica clinica131, anche se, attualmente, sono in corso almeno 5 trial clinici randomizzati che devono ancora fornire risultati (www.clinicaltrials.gov). Il trial Clarification of Optimal Anticoagulation through Genetics (COAG) Negli Stati Uniti si è concluso da poco il Clarification of Optimal Anticoagulation through Genetics (COAG)132, un trial multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, che ha confrontato la precisione di una strategia di calcolo del dosaggio basata su algoritmi farmacogenetici con quella basata su algoritmi contenenti sole variabili cliniche nei primi 5 giorni di terapia con warfarin. Questo studio ha arruolato 995 pazienti provenienti da 18 cliniche diverse degli Stati Uniti, da settembre 2009 ad aprile 2013, ed i suoi risultati sono stati pubblicati nel novembre 2013. Gli algoritmi farmacogenetici utilizzati36,114 sono riportati in Tabella 3: l’algoritmo farmacogenetico per l’inizio della terapia stima la dose iniziale di farmaco e non include variabili relative ai CYP2C9*2 e *3, cui è stato attribuito un valore pari a 0 sulla base di studi precedentemente effettuati che avevano dimostrato come questa variabile influenzi poco l’INR nella fase iniziale della terapia133, e nei metabolizzatori lenti porti a sottostimare la dose, ritardando il raggiungimento del’INR terapeutico e vanificando i benefici dovuti all’inserimento della variabile stessa75. L’algoritmo farmacogenetico per la ridefinizione del dosaggio è stato utilizzato nei giorni 4 e 5 di terapia. Parallelamente all’utilizzo degli algoritmi farmacogenetici utilizzati per il primo gruppo di studio, nel secondo gruppo di pazienti sono stati utilizzati algoritmi con sole variabili cliniche, anch’essi riportati in Tabella 3. Il valore considerato per la stima della bontà dell’algoritmo è la percentuale di tempo che l’INR passa nel range terapeutico (TTR) dal giorno 4-5 fino al 28° giorno di terapia. Per il gruppo a cui è stata assegnata la dose di warfarin con algoritmo farmacogenetico, il TTR è essere risultato di 45.2%, mentre per quello la cui dose è stata calcolata con l’algoritmo clinico, esso è stato di 45.4%. In sostanza i risultati dello studio non hanno visto differenze nei due gruppi. 12 Riguardo all’etnia dei pazienti arruolati si è vista una relazione tra questa e la strategia di dosaggio: nei pazienti afro-americani appartenenti al gruppo guidato dall’algoritmo farmacogenetico, il TTR era del 35.2%, mentre nei pazienti della stessa etnia appartenenti al gruppo guidato dall’algoritmo con sole variabili cliniche la percentuale saliva al 43.8%, dimostrando come questo tipo di etnia benefici apparentemente meglio di un approccio guidato da sole variabili cliniche. Risultati tendenzialmente opposti si vedevano tra i pazienti bianchi dei due gruppi. Non si è osservata una differenza nei valori calcolati in relazione al sesso o al numero di variabili genetiche. Il trial European Pharmacogenetics of Anticoagulant Therapy (EU-PACT) Il trial European Pharmacogenetics of Anticoagulant Therapy (EU-PACT), condotto in 7 diversi paesi dell’Unione Europea, ha cercato di stabilire la sicurezza, l’utilità clinica e il rapporto costobeneficio dell’approccio farmacogenetico per il dosaggio di warfarin, acenocumarolo e fenprocumone134. In questo studio135, i 455 pazienti arruolati sono stati divisi in due gruppi: il primo ha iniziato la terapia con warfarin secondo dosi calcolate attraverso un algoritmo farmacogenetico, il secondo invece utilizzando la dose di carico standard. Anche per questo studio il valore considerato per la stima della bontà dell’approccio utilizzato nella fase iniziale della terapia è stato il TTR durante le prime 12 settimane di terapia. I risultati vedono per il primo gruppo (guidato dalla farmacogenetica) un TTR di 67.4%, con un INR terapeutico raggiunto mediamente in 21 giorni, mentre per il secondo gruppo (pratica clinica standard) un TTR di 60.3% con un INR terapeutico raggiunto mediamente in 29 giorni (differenze entrambe statisticamente significative), concludendo che l’approccio farmacogenetico nell’impostazione iniziale della terapia con warfarin aumenta di 7 punti percentuali il TTR e abbrevia il periodo necessario per stabilizzare la terapia. È da considerare il fatto che in Svezia e nel Regno Unito la dose di warfarin viene calcolata attraverso precisi software computerizzati che aumentano la precisione del dosaggio anche senza l’aggiunta di variabili genetiche, e nonostante questo ottimo termine di paragone, l’algoritmo farmacogenetico ha dato risultati migliori. Il valore aggiunto dato dai test genetici nell’EU-PACT potrebbe essere attribuito al fatto che l’algoritmo farmacogenetico qui utilizzato era stato precedentemente provato sullo stesso tipo di popolazione utilizzata nello studio, rispettando una regola fondamentale dell’approccio farmacogenetico, che vede la costruzione di algoritmi specifici per ogni singola etnia. Nonostante la divergenza di risultati raggiunti dal trial COAG e dall’EU-PACT, bisogna sottolineare che in entrambi gli studi è stata valutata l’efficacia delle strategie adottate, misurando il 13 TTR, è basato sull’INR, che è un indicatore surrogato dell’efficacia e della sicurezza del trattamento con warfarin. Gli studi andrebbero continuati utilizzando indicatori clinici, come il tasso di eventi tromboembolici e di sanguinamento nelle prime 4 settimane, per poter fornire risultati chiari in termini di sicurezza ed efficacia dei due diversi approcci. CONCLUSIONI I costi della mancata prevenzione della trombosi arteriosa e venosa sono tuttora tra quelli più alti sostenuti a livello sociale136,137, e gli AVK rimangono, nonostante tutte le difficoltà implicite nel loro utilizzo e nonostante la commercializzazione dei nuovi farmaci anticoagulanti, che inibiscono direttamente specifici fattori della coagulazione, la forma più comune e più efficace di TAO nella gestione di patologie tromboemboliche138, e insostituibile – nel vicino futuro – nella profilassi di pazienti con protesi valvolari meccaniche e fibrillazione atriale reumatica. Proprio per questo motivo, pur considerando tutte le difficoltà intrinseche nella ricerca di un modello personalizzato, gli sforzi in tale direzione non devono, a nostro avviso, essere abbandonati. Nel 2007 la Federal Food and Drug Administration (FDA) obbligò la Bristol-Myers Squibb a modificare il foglietto illustrativo del warfarin in maniera tale da sottolineare l’utilità della genotipizzazione pretrattamento dei pazienti139,140. Nel 2010 il foglietto illustrativo è stato aggiornato e completato con l’aggiunta di una tabella, approvata dall’FDA, che illustrava le dosi raccomandate in base al genotipo. La mancanza però di algoritmi ben validati117 o che integrino tutte le variabili genetiche che alterano direttamente o indirettamente il metabolismo o l’azione del farmaco va considerata alla luce del fatto che molte delle variabili in gioco, come l’assunzione della vitamina K attraverso la dieta o lo stile di vita del paziente, sono difficilmente monitorabili. Ad oggi la percentuale di variabilità nella dose di warfarin che non è associata ad alcun fattore intuibile ammonta a circa il 40%141. Partendo da questo presupposto alcuni studi si stanno concentrando sull’individuazione dell’influenza di variabili finora considerate poco quantificabili, con aspetti relativi allo stile di vita, come l’alimentazione o l’abitudine al fumo62,72,100,109,112,117,142,143, l’uso di alcool96, la mancanza di esercizio fisico82. Questo tipo di variabili può aumentare la predittività dell’algoritmo al di là di quelle cliniche, antropometriche e genetiche solitamente considerate. Un lavoro recente ha dimostrato che l’aggiunta di una variabile come l’aderenza (compliance) del paziente alla terapia, solitamente non considerata dai clinici, può aumentare la percentuale di variabilità spiegata dall’algoritmo di circa l’8%141. Inoltre, alcune variabili possono avere un’influenza sulla dose di 14 anticoagulante in base al profilo genetico del paziente, come emerso da uno studio di nutrigenomica che ha evidenziato come l’assunzione di vitamina K tramite la dieta possa influenzare la dose di warfarin in parte in base al genotipo VKORC1144. Se da una parte è ancora da verificare l’efficacia di un approccio farmacogenetico, dall’altra è fuori discussione che un approccio personalizzato aumenti la precisione del trattamento, diminuendo reazioni avverse e aumentando l’efficacia del trattamento stesso, e che la personalizzazione della terapia può effettuarsi anche attraverso la considerazione di variabili non genetiche, che hanno a che fare con lo stile di vita del paziente e che potrebbero avere un peso non trascurabile nella risposta alla terapia. Quando i risultati di tutti i grandi trial ancora in corso saranno disponibili, molto probabilmente avremo fatto dei grossi passi in avanti nel comprendere l’utilità effettiva dei test genetici anche nella TAO, e sarà inevitabile allora il loro progressivo inserimento nella pratica clinica. Jean Dausset, premio Nobel nel 1980, in un suo editoriale ha interpretato in maniera esaustiva il salto di qualità che la scienza odierna sta cercando di fare, riflettendo sull’inversione di tendenza che la medicina ha fatto nel tempo: in passato era prima di tutto curativa, poi preventiva e infine predittiva, mentre ora deve essere prima di tutto predittiva, poi preventiva e, solo nei casi estremi, curativa145. Gli sforzi per un approccio personalizzato alla terapia con AVK vanno appunto in questa direzione. Ringraziamenti Un sentito ringraziamento alla dr.ssa Marika Massaro per la disponibilità e il supporto dato nella stesura di questo manoscritto. 15 BIBLIOGRAFIA 1. 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La Vitamina K1 (VK1) entra nella cellula mediante l’apolipoproteina E (APOE) e viene ridotta dall’enzima NAD(P)H deidrogenasi chinone 1 (NQO1) in Vitamina K1 diidrochinone (VKH2). La VKH2 è indispensabile per la carbossilazione, operata dalla gamma-glutammil carbossilasi (GGCX), dei fattori di coagulazione II, VII, IX e X, che innescano la cascata della coagulazione e delle proteine codificate dai geni PROC, PROS1, PROZ, GAS6. La VKH2 è idrossilata dall’enzima CYP4F2 ed eliminata dalla cellula. La GGCX sembra essere inibita dalla calumelina (CALU) secondo alcune fonti 146, mentre secondo altre CALU legherebbe direttamente la Vitamina K epossido reduttasi (VKOR) C192, 146, 147. I fattori di coagulazione II, IX e X (codificati dai geni F2, F9, F10) possono essere inibiti dall’antitrombina III, codificata dal gene SERPINC1. Dopo aver partecipato alla carbossilazione, la vitamina K si trova sotto forma di vitamina K 2,3 epossido (VKO) e viene ridotta nuovamente a VK1 dall’enzima VKOR, cui è legata l’epossido idrolasi1 (EPHX1), e a VKH2. Su questi ultimi due passaggi di ossido-riduzione la letteratura riporta dati discordanti: per alcuni le due riduzioni sono operate dallo stesso enzima VKORC1, per altri questo enzima è responsabile solo della prima riduzione, mente la seconda è operata dall’enzima NAD(P)H deidrogenasi chinone 1, codificato da NQO1. Il warfarin, portato nella cellula dalla glicoproteina acida 1-2 (codificata da ORM 1-2), esplica la sua azione anticoagulante bloccando l’enzima VKOR e in maniera minore l’enzima NAD(P)H deidrogenasi chinone 1. Una quota di warfarin può essere estromesso dalla cellula mediante la glicoproteina P (P-gp), regolata dal recettore X del pregnano (codificato da NR1I2) e dal recettore per l’androstano (codificato da NR1I3), responsabili anche della regolazione di alcuni enzimi del complesso P450. Un’altra quota di warfarin è inattivata tramite ossidrilazione da parte di alcune proteine del complesso P450. Nei riquadri gialli sono raffigurati i geni coinvolti nel meccanismo della coagulazione e nei riquadri in grassetto quelli le cui varianti sono state associate a variabilità nella risposta al trattamento con warfarin. Riprodotta da 30. 31 Fig. 3 Figura 3: Fattori noti e loro contributo alla variabilità nella dose di warfarin. Ridisegnata da128. 32 Tabella 1: Contributo delle varianti geniche nella risposta al trattamento con warfarin (da 30). Geni coinvolti nella biotrasformazione della vitamina K RUOLO NEL GENE METABOLISMO VARIANTE EFFETTO REF DEL WARFARIN 1173C>T Associato a una riduzione della 125 dose di warfarin Associato a dosi maggiori di 3730G>A warfarin e ha un’influenza sulla 39, 100, 125 dose stabile di warfarin In omozigosi (genotipo AA) rende Riduce la vitamina K VKORC1 2,3-epossido a Vitamina K i pazienti sensibili al farmaco, in c.-1639G>A eterozigosi (genotipo AG o GG) 148 rende i pazienti resistenti alla terapia Aplotipo A/A: elevatissima aplotipo A sensibilità all’anticoagulante, con 133 rapido raggiungimento dell’INR e maggior rischio di emorragia Enzima che potrebbe EPHX1 essere associato a rs2292566 VKORC1 61 mantenimento di warfarin Catalizza le Ripetizione Possibile minore sensibilità al modificazioni post (CAA)n warfarin trascrizionali delle GGCX Associazione con la dose di rs11676382 C>G Diminuzione della dose di warfarin 149 150, 151 proteine vitamina K dipendenti e media la formazione della 8016G>A Associato alla variabilità nella 38 dose di warfarin vitamina K epossido Proteina legante il CALU calcio localizzata nel reticolo rs339097 Associazione con una dose 97 maggiore di warfarin endoplasmatico Geni coinvolti nella biotrasformazione del warfarin GENE VARIANTE EFFETTO REF 33 CYP2C9 rs1799853 Modifica dell’efficacia della rs1057910 disattivazione dell’S-warfarin Enzima epatico che IVS3-65G>C, metabolizza l’S- Leu208Val, Varianti associate a una dose warfarin CYP2C9*5, ridotta di warfarin 76, 152, 153 154-157 *6,*11 e *8 CYP2C9*12 CYP3A4 Enzima epatico che metabolizza R-warfarin CYP3A4*1G Enzima epatico ed CYP3A5 extraepatico che rs6976017 metabolizza R-warfarin Enzima epatico che CYP1A2 metabolizza l’Rwarfarin CYP1A2*1C (3860G>A) e CYP1A2*1F (163C>A) Dose minore di warfarin Aumento del 32% della clearance 158 159 dell’R-warfarin Associazione con sensibilità al 160 trattamento Possibile correlazione tra essi e il diverso metabolismo dell’R- 161, 162 warfarin nei fumatori Enzima trovato in CYP2C18 fegato e milaza che metabolizza R- e S- rs2901783 Sensibilità al warfarin e sul tempo 160 per raggiungere l’INR warfarin Enima epatico che CYP2C19 metabolizza R- e S- Associato a un elevato INR rs3814637 warfarin CYP4F2 durante la prima settimana di 160 terapia Ossidasi della Vitamina K1 V433M rs2108622 Ridotta capacità di metabolizzare 163 VK1 Associazione con la dose di 77, 79, 80 warfarin Geni relativi a trasporto del warfarin e della vitamina K GENE ORM1 VARIANTE Glicoproteina plasmatica warfarin nel sangue REF Dose minore per raggiungere lo rs17650 stesso effetto terapeutico dei non 164 portatori trasportatrice del ORM1/2 EFFETTO rs3762055 Debole associazione con la dose di 92 warfarin Geni relativi alla cascata della coagulazione GENE VARIANTE EFFETTO REF 34 Prozimogeno attivato dai fattori IXa, F7 Xa,XIIa, o dalla -402G>A Sensibilità al warfarin presenza di ioni Aplotipo rs401597- Associazione nominale con Ca(2+), fopsfolipidi e rs392959 dose di warfarin 149 trombina. Essenziale per l’emostasi. Attiva il fattore X in F9 92 fattore VIIIa Cofattore importante per l’attività del fattore F5 Xa che attiva la rs6018 protrombina in Associazione con eventi 160 emorragici trombina Serin proteasi vitamina PROC K dipendente che regola la coagulazione del sangue rs2069901T>C, rs2069910C>T rs2069919G>A rs1799809GG Singificativamente associati a 92 dose di warfarin Riduzione della dose di warfarin 165-167 35 Tabella 2: Studi sulla ricerca di algoritmi farmacogenetici per la personalizzazione della terapia con warfarin (2000-2014). Percentuale di Anno Autore Popolazione studiata Variabili incluse nell’algoritmo variabilità spiegata Ref. dall’algoritmo Algoritmo di inizio terapia: età, peso, INR, uso di altri farmaci, 189 Lituani (118 2013 Tatarunas V. uomini e 71 donne) CYP2C9*2,*3, VKORC1*2, 34% CYP4F2 G1347A 105 Algoritmo di mantenimento: età, peso, INR, TSH, uso di altri farmaci, CYP2C9*2,*3, 50% VKORC1*2,*3 2013 Ramos A.S. 163 Portoricani 2013 Yoon I.K. 191 Koreani 2013 Bazan N.S. 63 Egiziani 2013 Ekladious S.M. 84 Egiziani 2013 Özer M. 107 Turchi 2012 Xu Q. KORC1 -1639G>A, INR/dose, amiodarone, età, CYP2C9, PE Età, VKORC1, CYP2C9, IL1B, TGFB1 VKORC1-1639G>A, età, CYP2C9*3 e fumo Età, VKORC1 Età, CYP2C9, VKORC1 e CYP4F2 207 (D)/103(V) CYP2C9*3, VKORC1-1639A/G, Cinesi Han CYP4F2 rs2108622, INR 51% 121 48.8 % 168 43.4% 143 20.5% 71 39.3% 90 54% 89 56.4% 120 51.7% 88 VKORC1-1639G > A, CYP2C9*3, BSA, età, numero di 2012 Tan S.L. 321 Cinesi farmaci che aumentano l’INR, fumo, ipertensione e storia di ictus preoperatorio. Età, peso,eventi pregressi di tromboembolismo, β-bloccanti, 2012 Wei M. 260 (D)/65 (V) Amiodarone, CYP2C9 *1/*3, VKORC1 CT, VKORC1 TT, CYP4F2 TT 36 2012 Liang R. 115 Cinesi VKORC1-1639GA, CYP2C9, CYP4F2, BSA, età 42% 67 63% 130 69.7% 106 44% 100 61% 68 37.4% 65 61% 104 69.1% 119 43.65% 87 72.4% 33 Età, peso, sesso, DVT, FA, CYP2C9*1/*2, CYP2C9*1/*3, 2012 Pathare A. 2012 Omani CYP2C9*1/*8, CYP2C9*2/*3, CYP2C9*3/*3, VKORC1 3673GA, VKORC1 3673 AA Altezza, numero di varianti 2012 Moreau C. 118 bambini alleliche di VKORC1 e di CYP2C9, INR Sesso (M), età, altezza, peso, fumo, dieta comprendente 2012 Cini M. 55 (D)/40(V) Italiani vegetali, TAO, tromboembolismo venoso, diabete,numero di varianti alleliche di CYP2C9, VKORC11639 G > A, VKORC1 3730 G > A 2012 El Din M.S. 200 Egiziani 2012 Zhang W. 328 Cinesi Età, sesso, peso, VKORC1 e CYP2C9 *1/*2, *1/*3 e *2/*2 CYP2C9, VKORC1, età, peso Età, sesso, BMI, CYP2C9*2, CYP2C9*3, CYP2C9*8, VKORC1*3, VKORC1*4, 2012 Pavani A. 243 Indiani VKORC1 1639 G>A, CYP4F2 V433M, GGCX G8016A, introduzione di vitamina K, ipo/ipertiroidismo Indice di risposta al trattamento, 2022 pazienti 2012 Horne B.D. provenienti da 3 diversi paesi VKORC1, CYP2C9*3, CYP2C9*2, età, BSA, simvastatina, fluvastatina, amiodarone, induttori, target INR, ictus, giorni di terapia 591 (training 2012 2012 Zhong S.L. Biss T.T. Età, BSA, VKORC1g.3588G> A, set)/254(test set) CYP2C9*3, CYP4F2 c.1297G>A, Cinesi amiodarone,fluconazolo,diltiazem 120 bambini VKORC1 (-1639G > A; 37 (75% bianchi) rs9923231), CYP2C9 (*2 e *3; rs1799853 e rs1057910), e CYP4F2 (V433M; rs2108622) altezza, indicazione per warfarin. 2012 Teh L.H. 2012 Nguyen 2011 Perera M.A. 2011 Huang S.W. 86(D)/ 28(V) Età, CYP2C9 e VKORC1(G- Malesi-Cinesi 1639A-C1173T), altezza 37 bambini VKORC1, CYP2C9, età, INR 122 (D)/297(V) VKORC1-8191 e 18786, CYP2C9 Afroamericani *alleli, età, peso, DVT/VE 249 pazienti VKORC1, CYP2C9, GGCX, età e peso Algoritmo Imax: VKORC1, 2011 Gong Y.I. Pazienti con AF indicazione di VTE, PIVKA-II (n=61), VTE (ng/mL), CYP4F2, peso. (n=98) o altre Algoritmo S-clearance warfarin: condizioni (n=8 CYP2C9*3, GFRa, CYP2C9*2, sesso (F) 2011 2011 2011 2011 You J.H. Gong Y.I. Suriapranata I.M. Schwartz J.B. 80(D)/10(V) CYP2C9, VKORC1, età, peso e Cinesi assunzione di vitamina K 167 pazienti (95% bianchi) 122 Indonesiani 37% 66 82% 123 40% 101 57.8% 41 41% alg. Imax, 36.5% alg. Swarfarin clearance (L/die) 68% CYP2C9, VKORC1,CYP4F2 42%, 70% dopo c.1297GA, peso, età,sesso (F), l’aggiustamento amiodarone secondo INR Età, peso, altezza,CYP2C9 rs17847036 e VKORC1rs9923231 79 pazienti Età, peso, altezza, fumo, anziani (81.4 etnia/razza, storia di patologia anni di media) 53 epatica, amiodarone, induttori di Caucasici, 10 enzimi, INR di base,INR target, Asiatici, 4 indicazioni cliniche, CYP2C9, Spagnoli VKORC1 76 62 86 15.4% 64 50% 109 65.3% 84 36.7% 169 CYP2C9, CYP4F2, VKORC1, 2011 Burmester J. K. 230 pazienti età, sesso (M), presenza di valvole, BSA rs8050984 ed rs7294 in VKORC1, 2011 Shrif N.E. 203 Sudanesi rs7199949 in POL3S, CYP2C9 (*2, *5, *6, *11), peso, target INR e altri trattamenti farmacologici 38 CYP2C9*2, CYP2C9*3, 2011 Zhang X. 122 uomini (115 Bianchi) VKORC1 1639G>A, CYP4F2 rs2108622, POR rs2868177, POR 47.7% 170 65% 63 35% 78 56% 102 63.3% 85 0.38 37 0.31 97 80% 110 47.4% 111 173C>A, e POR 208C>T, peso, aspirina VKORC1 (rs9923231), 2011 Zambon C.F. 371 Italiani CYP2C9*2,*3, CYP4F2*3 BSA ed età Età, sesso, ,BSA, INR, VKORC1 2011 Choi C.R. 564 Coreani 1173C>T, CYP2C9*3, GGCX 8016G>A e CYP4F2 7253233C>T 2011 Cavallari L.H. 50 Spagnoli VKORC1-1639G>A, CYP2C9*2 (89% discendenti o 3, BSA, storia di Messicani) tromboembolismo venoso, età Età, peso, amiodarone, carbamazepina, b-bloccante, amlodipina, diuretici, n. di varianti di CYP2C9, due copie 2011 Botton M.R. 279 Europei dell’aplotipo GCG, n. di aplotipi GCA, n. di aplotipi ATG, CYP4F2 CT, CYP4F2 TT, F2 494TT genotype, VKORC1 1639G>A 124 (99 Cinesi, 2011 Singh O. 12 Malesi, 13 Indiani) CYP2C9 *3/*3+*2/*3, CYP4F2 CT+TT VKORC1 3673, una o due 2011 Shahin M.H.A. 207 Egiziani varianti alleliche di CYP2C9, APOE ε2, età, fumo, embolismo polmonare 132(D)/55(V) 2011 Moreau C. pazienti anziani (86.6 anni di media) 2010 Isaza C. 145 Colombiani Età, motivo del trattamento,INR (al giorno 0-3-6), dose al giorno 6, INR6/dose6, CYP2C9 (in omozigosi, etrozigosi o wild-type) VKORC1–1639A. Età, amiodarone, sertralina, 39 fluoxetina, fenitoina, carbamazepina, CYP2C9 rs1799853 (*2) e rs1057910 (*3), VKORC1 rs9923231 Età, (CYP2C9 *1/*3 e *1/*1, 2010 Sangviroon A. 89 Thai VKORC1 H1+H2, VKORC1 53.8% 56 62% 108 38.2% 57 26.6% 61 58% 82 63% 36 64% 58 76.8% 95 56% 80 H7+H8+H9 2010 Cho H.J. 2010 Palacio L. 130(D)/108 (V) Età, VKORC1, CYP2C9, BSA, Coreani statine 191 Spagnoli Età, VKORC1-1639G/A, CYP2C9*1, *2, *3 VKORC1 -1639A per l’allele A, 2010 Pautas E. 300 Caucasici CYP2C9*2 o CYP2C9*3, Età, EPHX1 rs2292566 per l’allele A, CYP4F2 rs2108622, per allele C Età, BMI, altezza, mancanza di esercizio, CYP2C9*2 etero, 2010 Wells P.S. 246(D) (94% Caucasici) CYP2C9*2 omo, CYP2C9*3 etero, VKORC1 GA, VKORC1 AA, CYP4F2CC, CYP4F2 CT, antagonisti del recettore per l’angiotensina II, β-bloccanti 969 (D)/955(V) (84% Caucasici, 2010 Lenzini P. 10% afroamericani, 3% altro, 3% Asiatici) 2010 Roper N. 2010 Gu Q. Età, ln(INR), VKORC1-1639 G>A, CYP2C9*2, CYP2C9*3, BSA, target INR, razza, Ictus,diabete, amiodarone, fluvastatina, dose2-3-4 121 pazienti Numero di varianti geniche,età, razza bianca altezza 127 Cinesi Han VKORC1, CYP2C9, EPHX1 691A>G, età e peso Età, peso, protesi valvolari, malattie tromboembolitiche, 2010 Perini J.A. 370 Brasiliani simvastatina, amiodarone, numero di varianti alleliche di CYP2C9, VKORC1 3673GA, VKORC1 40 3673 AA, CYP4F2 CT, CYP4F2 TT, CYP4F2 rs2108622 2010 Nowak-Göttl U. 59 bambini 495 (434 2010 Ferder N.S. Caucasici, 47 afro.americani, 6 Spagnoli) Età, VKORC1AA, VKORC1 GA, CYP2C9 38% 60 54% 118 43.4% 83 41.3% 59 36% 103 47% 32 73.4% 50 58% 79 59% 70 39% 54 Vedere l’ algoritmo successivamente sviluppato da Horn BD e coll. 273 Età, BSA, 2010 Cha P.C. 1515 Giapponesi amiodarone,rs10509680 (CYP2C9), rs9923231 (VKORC1) e rs2108622 (CYP4F2) 2010 2010 Namazi S. Cavallari L.H. 55 Iraniani 226 Afroamericani Sesso, età, altezza, VKORC1 e CYP2C9 VKORC1 −1639G>A, CYP2C9 *2, *3, *5,*6, *8, o *11, età, BSA, ictus, attacco ischemico transiente Età, peso, altezza, VKORC1 2009 4043(D)/1009(V) rs992323 AG, AA, International (56% Caucasici, CYP2C9*1/*3, *2*2. *1*2, *2*3. Warfarin 30% Asiatici, *3*3, CYP2C9 genotipo Pharmacogenetics 10% sconosciuto, razza asiatica, nera o Consortium Afroamericani, afro-americana, mista o 5% altro) sconosciuta, stato di induzione degli enzimi, amiodarone. 2009 Sandanaraj E. 107 Cinesi 2009 Takeuchi F. 1053 Svedesi VKORC1, CYP2C9 età e peso Età, sesso, VKORC1, CYP2C9*3 and *2, CYP4F2 VKORC1 rs9923231 A/G, VKORC1 rs9923231 A/A, 2009 Wadelius M. 1677 Svedesi CYP2C9 *1/*2, *1/*3, *2/*2, *2/*3, *3/*3, età, sesso (F), numero di farmaci che aumentano INR 2009 Zhang J.E. 191 pazienti (189 Caucasici) BMI, F7, warfarin loading dose, etnia, CYP2C9*2, CYP2C9*3,VKORC1(-1639) e 41 CYP4F2 rs2108622 VKORC1 rs9923231, CYP2C9*3, 2009 Lee M.T. 235 Cinesi Han età, peso, EPHX1 rs1877724, PROC rs5935, CYP2C18 44% 94 54.1% 52 54.8% 55 60.5% 81 56% 51 33.2% 53 56% 77 59% 142 51% 99 77% 112 rs7896133 Età, BSA, VKORC1 6484CT, 2009 Huang S.W. 266 Cinesi VKORC1 6484CC, CYP2C9*1/*3, CYP2C9*3/*3, 2009 Ohno M. 125 Giapponesi Età, BSA, CYP2C9*3 e VKORC1-1639G>A VKORC1 1173C>T, e 3730G>A, 2009 Borgiani P. 141 Caucasici CYP2C9*2 e *3 , CYP4F2 rs2108622, età, peso Età, peso, infarto/cariomiopatia, uso di farmaci che innalzano 2009 Kim H.S. 265 Koreani l’INR, aspirina, integratori alimentari che aumentano INR, genotipo CYP2C9*3/*13/*14 e VKORC1 1173 C>T VKORC1 -1639 G>A, CYP2C9, 2009 Yoshizawa M. 259 Giapponesi altezza, peso, età, sesso, albumina sierica 2008 2008 Caldwell M. D. Wu Alan H.B. 1051 pazienti VKORC1, CYP2C9 e CYP4F2, sesso, età, BSA e INR 167 (22 CYP2C9 *3, *2, etnia, uso di Spagnoli, 50 inibitori, sesso, peso , altezza, uso Afro-Americani, di sigarette, VKORC1 60 Caucasici, 30 3673,VKORC1 7566TC, Asiatici, 5 misti) VKORC1 7566TT Età, peso, presenza o assenza di protesi valvolari, presenza di 2008 Perini J.A. 390 Brasiliani malattia tromboembolica, prescrizione di simvastatina, amiodarone,CYP2C9, VKORC1 3673GA o AA. 2008 Lenzini P.A. 86 D (di cui 74 1° Dose Warfarin , 2° Dose Caucasici) / Warfarin, 3° Dose Warfarin, 42 179V (di cui 160 CYP2C9*2, fumo, ln(INR4), Caucasici) ln(perdita di sangue durante l’intervento), CYP2C9*3, Statine, VKORC1(rs9923231). 318 Cinesi Han 2008 Wang T.L. in terapia con VKORC1, CYP2C9, EPHX1, età, warfarin e 995 peso 40.2% 93 37% 96 53% 113 54% 114 41.2% 115 51% 116 controlli sani Età, VKORC1 1173CT, VKORC1 1173TT, F7−401GT,, CYP2C9 *2,*3, BMI, numero di farmaci 259 (147 2008 Schelleman H. Caucasici, 112 Afroamericani) che potenziano l’effetto del warfarin, uso di alcool, storia di trobosi venosa profonda, sesso (F), razza Afro-Americana × uso di alcool, razza Afroamericana x storia di trombosi venosa profonda 2008 Hatch E. 88 Svedesi 1015 D / 292 V (83%Caucasici, 2008 Gage B.F. 15% Afroamericani, 2% altro) Età, CYP*2, CYP*3, VKORC1, altezza, altri farmaci VKORC1 (rs9923231), BSA, CYP2C9*3, età, CYP2C9*2, INR, amiodarone, fumo, razza, DVT/PE Età, sesso,amiodarone, losartan, 2008 Cooper G.M. 560 bianchi VKORC1 rs9923231, CYP2C9 (*2 o *3) 1. Algoritmo: età, BSA, S:Rwarfarin a 14 h, CYP2C9*1*, CYP2C9*x*x, VKORC1 9041 G/A, VKORC1 9041 A/A e 2008 Michaud V. 132 Caucasici almeno un allele di VKORC1 3673 A, INR 2. Algorimto: età, BSA, INR (giorno 4)/dose, CYP2C9*1*x, CYP2C9*x*x, VKORC1 9041 G/A, VKORC1 43 9041 A/A 0.107 almeno un allele di VKORC1 3673 A, INR 2008 Wen M.S. 108 CINESI CYP2C9, VKORC1−1639 G>A, età, BSA 62% 40 61% 47 62% 48 79% 117 56% 98 33.3% 38 33% 171 73% 92 47% 49 33% 46 60% 39 57% 44 Età, sesso, peso, VKORC1-AA, 2007 Zhu Y. 65 pazienti VKORC1-GG, CYP2C9*2, CYP2C9*3 2007 Miao L. 178 Cinesi 92 pazienti pre- 2007 Millican E.A. chirurgia ortopedica Età, peso, genotipo VKORC1 e CYP2C9 INR3, 1st warfarin dose, 2nd warfarin dose, EBL, INR3, CYP2C9*2, CYP2C9*3, fumo, VKORC1, target INR VKORC1, CYP2C9 età, sesso, 2007 Caldwell M.D. 570 pazienti BSA,presenza o assenza di valvole cardiache, diabete Età, sesso, peso,VKORC1 2007 Kimura R. 93 Giapponesi −1639GA,GGCX 8016GA,CYP2C9 42613AC 2007 Momary K.M. 115 Afroamericani Età, BSA, CYP2C9 VKORC1, CYP2C9*2 e *3, 2007 Wadelius M. 201 Caucasici PROC rs2069919, EPHX1, GGCX, ORM1-2, età, peso, interazioni con altri farmaci CYP2C9 *1*1, *1*2, *1*3, *2*3, 2007 Anderson J.L. 200 pazienti *2*2, *3*3, VKORC1 1173 (94% bianchi) CT,VKORC1 1173 TT,VKORC1 1173 CC, età, sesso, peso 2006 Carlquist J.F. 213 Nord Età, sesso, peso, CYP2C9, Europei VKORC1 VKORC1 6484TT, VKORC1 2006 Herman D. 165 Caucasici 6484CT, VKORC1 9041AA, CYP2C9 *1/*x, CYP2C9 *x/*x, età, BSA 2006 Takahashi H. 157 Caucasici CYP2C9*2/*3/*11, VKORC1 44 172 Giapponesi 1173 C>T (rs9923231), età, peso 36 Afroamericani 107 D (56 Cinesi, 32 Malesi, 19 2006 Tham L.S. Indiani) / 108 V D (62 Cinesi, 37 età, peso, CYP2C9 * 3, VKORC1 381 CC, VKORC1 381 TC 60.2% 45 55% 42 37% 74 35% 125 57% 91 60.8% 43 42% 75 20.4% 73 37% 72 33.7% 13 Malesi, 9 Indiani) 2005 Sconce E.A. 297 V/ 38 D 2005 Herman D. 188 2005 D’Andrea G. 147 pazienti Età, CYP*2, CYP*3, VKORC1(rs9923231), altezza Peso di massa magra, età, uso di altri farmaci, CYP2C9 / VKORC1, CYP2C9 , GGCX, età, 2005 Wadelius M. 201 Caucasici peso, interazione con altri farmaci, indicazioni per il trattamento 2005 Veenstra D.L. 2005 Voora D. 2004 Kamali F. 69 Cinesi 48 pazienti ortopedici 121 pazienti Età, sesso, VKORC1 e CYP2C9. Età, BSA, CYP2C9*2, CYP2C9*3, amiodarone, target INR, simvastatin, razza, sesso (F) Età, CYP2C9*3 Età, BSA, CYP2C9*2, 2004 Gage B.F. 369 pazienti CYP2C9*3, amiodarone, target INR, simvastatin, razza, sesso (F) CYP2C9*2, *3, età, BSA, 2004 Hillmann M.A. 453 pazienti trapianto di valvole, diabete, età x diabete, CYP2C9*2 o *3 x BSA, CYP2C9*2 o *3 x diabete D=gruppo di derivazione, V=gruppo di validazione, BSA=superficie corporea (Body Surface Area), DVT=trombosi venosa profonda (Deep Vein Thrombosis), VE=embolismo venoso (Venous Embolism), PE=embolismo polmonare (Pulmonary Embolism), PIVKA-II=protein induced by vitamin K absence/antagonist-II, GFRa=antagonista per il recettore del fattore di crescita (growth factor receptor antagonist), FA=fibrillazione atriale, BMI=indice di massa corporea (Body Mass PD=farmacodinamica, PK= farmacinetica, NVAF=non valvular atrial fibrillation, x=prodotto. Index), 45 Tabella 3: Algoritmi utilizzati nel trial COAG. ALGORITMO GENETICO PER L’INIZIO DELLA TERAPIA114 exp{0.9751− (0.2066 × CYP2C9*2)− (0.4008 × CYP2C9*3)− (0.3238 × VKORC1)− (0.00745 × età in anni)− (0.0901 × razza nera)+ (0.0922 × fumatori)+ (0.4317 × BSA in m2)− (0.2538 × amiodarone)+ (0.2029 × target INR)+ (0.0664 × DVT/PE)} ALGORITMO GENETICO PER LA RIDEFINIZIONE DEL DOSAGGIO36 1/7 × exp{(3.10894– (0.14745 × CYP2C9*2)– (0.30770 × CYP2C9*3)– (0.23032 × VKORC1)– (0.00767 × età in anni)– (0.09644 × razza nera)+ (0.24597 × BSA in m2)– (0.11216 × diabete)– (0.20590 × ictus)– (0.10350 × amiodarone)– (0.19275 × fluvastatina)+ (0.26729 × target INR)– (0.51611 × ln INR)+ (0.01690 × dose-2)+ (0.02018 × dose-3)+ (0.01065 × dose-4)} ALGORITMO CLINICO PER L’INIZIO DELLA TERAPIA 114 exp{0.613− (0.0075 × età in anni)+ (0.156 ×razza nera)+ (0.108 × fumatori)+ (0.425 × BSA in m2)− (0.257 × amiodarone)+ (0.216 × target INR)+ (0.0784 × DVT/PE)} ALGORITMO CLINICO PER LA RIDEFINIZIONE DEL DOSAGGIO36 1/7 × exp{(2.81602– (0.00590 × età in anni)– (0.07123 × razza nera)+ (0.17675 × BSA in m2)– (0.16759 × diabete)– (0.22844 × ictus)– (0.11137 × amiodarone)– (0.25487 × fluvastatina)+ (0.27815 × target INR)– (0.76679 × ln INR)+ (0.03471 × dose-2)+ (0.03047 × dose-3)+ (0.01929 × dose-4)}