006 10368-Cristologia K. Rahner - Pontificia Università Lateranense

PONTIFICIA UNIVERSITÀ LATERANENSE
FACOLTÀ DI TEOLOGIA
LA PROSPETTIVA CRISTOLOGICA DI K. RAHNER
CALCEDONIA: FINE O INIZIO? – IL PUNTO DI PARTENZA DELLA CRISTOLOGIA DI RAHNER
1. Introduzione
a) la produzione cristologica di Rahner si può dividere in tre grandi periodi, ciascuno
dei quali caratterizzato da alcuni scritti particolari
- dal 1934 al 1953 che vede il chiarificarsi delle radici filosofiche e teologiche
della futura cristologia
- dal 1954 al 1968 che si caratterizza per il saggio programmatico su Calcedonia e il suo parziale realizzarsi in alcuni saggi decisivi per il nostro tema
- dal 1969 al 1984 che ha al suo centro l’opera cristologica sistematica, alcuni
saggi più spirituali e, infine, la sezione cristologica del Corso fondamentale
sulla fede
b) circa il primo periodo già molto abbiamo detto nelle lezioni precedenti circa il metodo teologico-filosofico e circa i contenuti generali della teologia di Rahner. Qui possiamo aggiungere
- è questo il periodo della incubazione delle idee che si concretizzeranno nel
saggio programmatico del 1954 con alcuni scritti in cui
particolarmente decisivo è l’interesse per la Scrittura e la Patristica da
parte del loro autore (un interesse, però, che verrà posto in secondo piano nei saggi successivi)
così come centrale risulta essere l’interesse per la spiritualità ignaziana
e di conseguenza il valore dato al cuore di Cristo e quello dato alla sua
umanità (in particolare alla sua passione ma anche alla resurrezione)
infine un certo interesse Rahner lo rivolge anche alla cristologia protestante, mettendone in rilievo l’istanza della fede senza alcun aggancio
né con la storia, né con qualche approfondimento metafisico (cf. pp.
158-159)
2. Calcedonia: fine o inizio? – il punto di partenza
a) il secondo periodo della riflessione cristologia di Rahner si apre con il saggio Calcedonia: fine o inizio? (pubblicato in italiano col titolo: Problemi della cristologia oggi) che ne costituisce in certo modo il centro
- esso si presenta come una svolta decisiva, per Rahner, nel modo di affrontare
i temi cristologici
- rimarcando che, per riflettere sulla cristologia, si deve sempre ritornare alla
formula di Calcedonia senza però alcuna pedissequa ripetizione quanto dando
luogo ad una sua rinnovata interpretazione
- e questo attraverso il rinnovato linguaggio filosofico e teologico messo a punto nel periodo precedente
b) fedele nel suo proposito di interpretare creativamente la formula classica, il saggio
di Rahner si struttura allora su due piani distinti
- da un lato, propone alcuni principi di fondo con cui approcciare il testo dogmatico di Calcedonia
- mentre, dall’altro lato, egli enumera alcune prospettive generali con le quali a
partire da qui dare luogo ad un nuovo “inizio”
c) i principi di fondo sono sostanzialmente due
- in primo luogo e come primo principio, la cristologia è il compimento unico e
specifico del rapporto che sussiste da sempre tra il Creatore e la creatura
la cristologia, dunque è vista come un’antropologia che si auto trascende (e l’antropologia, per conseguenza, come una cristologia incompiuta)
e il fondamento di ciò si colloca nella Rivelazione scritturistica neotestamentaria secondo cui Cristo è il primogenito di tutta la creazione
(Col 1,15)
infatti – a partire dall’evento dell’incarnazione – in Cristo il mondo nel
suo insieme raggiunge lo stato in cui Dio diventa tutto in tutti, e tutto
ciò che non è il Cristo (il resto del mondo) si rivela come un modo incompleto di questa prima relazione cristologica
la cristologia allora non è e non può essere il fondamento di una ontologia o di una antropologia (non è il suo compito), ma sicuramente può
servire per chiarire queste realtà
- a questo si aggiunge il secondo principio per il quale, per comprendere il rapporto tra Gesù e il Padre in senso ontologico, è necessario formulare una cristologia della coscienza
infatti, molte sono le espressioni neotestamentarie che descrivono il
rapporto esistenziale tra Gesù e il Padre
e queste espressioni ontiche, secondo la metafisica scolastica (cf. STh
III, q.10, a.3), possono essere tradotte in affermazioni ontologiche (e viceversa): ens et verum convertuntur, ens est intelligibile et intelligens in
quantum est ens actu
ma questo diviene decisivo per alcune sue conseguenze
1. l’unione ipostatica, in quanto atto della stessa natura umana
non può non essere cosciente poiché è dato della coscienza di sé,
della natura umana concepita come un costante essere presso di
sé
2. ciò porta anche alla considerazione sulla visione di cui gode
Gesù: non tanto “beatifica” (secondo la Scolastica) per Rahner,
quanto “immediata” poiché possiede Dio “immediatamente ma
non necessariamente “tematicamente”
3. la cristologia ontica può essere tradotta in una cristologia esistenziale ossia una cristologia che pone a tema del suo sviluppo
l’autocoscienza di Gesù in quanto essere spirituale
d) mentre, sulla base di questi principi e di quelli già fissati in ambito teologico e filosofico più generale, le prospettive di sviluppo della cristologia possono essere a loro
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volta così sintetizzate
- intanto la possibilità di un approfondimento della deduzione trascendentale
della credibilità di Cristo
sia come attitudine dell’uomo a credere nel Cristo del dogma cristologico e sia come presenza in lui di un apriori religioso, ovvero della sua
apertura specifica all’oggetto della sua conoscenza
- a cui seguono le diverse questioni proprie di una cristologia dogmatica evoluta in chiave esistenziale
dalla fenomenologia del nostro rapporto religioso con Cristo alla sua
mediazione umana nel nostro rapporto con Dio
dalla questione sulla cristologia dei misteri della vita di Cristo al necessario rinnovamento della soteriologia (superamento della sostituzione
vicaria)
dalla cristologia in rapporto alle altre religioni alla collocazione di essa
nell’insieme degli altri trattati di dogmatica
3. Per una valutazione del saggio Calcedonia, fine o inizio?
a) sicuramente l’aspetto positivo e decisivo di questo saggio è quello di aver preso sul
serio il dogma di Calcedonia
- le parole d’ordine rispetto a Calcedonia, per Rahner, sono fedeltà e rinnovamento
fedeltà rispetto al dettato della formula e alle sue implicazioni che la
storia del dogma ha posto in luce
e rinnovamento, ovvero capacità di far emergere tutte le potenzialità in
essa contenute e che la formula contiene solo in germe
- con una critica che, più che nei confronti di Calcedonia, è indirizzata alla cristologia classica
dovuta alla riflessione scolastica (cristologia del manuale)
e sviluppata secondo categorie formali e giuridiche che ben poco hanno
a che spartire con il Nuovo Testamento
- e, infine, con la costante attenzione nei confronti della valorizzazione e dello
studio dell’umanità di Cristo
b) a ciò si aggiunge la considerazione circa il precedente studio della cristologia protestante compiuto da Rahner e la sua presa di distanza
- uno studio che aveva messo in luce il principio ordinatore di questa cristologia, ovvero la dimensione biblica
- ma che rifiutava ogni tentativo di riflessione metafisica e di concettualizzazione sistematica
- mentre per il teologo di Friburgo accanto al dato biblico non solo è possibile
ma è anche necessario valorizzare il dato teologico-speculativo
4. Conclusione
a) il saggio programmatico a partire dal dogma calcedonese ha trovato una sua prima attuazione nello schema di teologia dogmatica elaborato da Rahner in collaborazione con
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H.U. von Balthasar (v. testo pp. 163-164)
- uno schema che non troverà immediata applicazione nella riflessione teologica dello stesso Rahner, ma che sarà riferimento per il progetto di Mysterium
Salutis
ancora incentrato sulla distinzione Uomo-Dio/teologia della Redenzione (cf. il manuale di cristologia della scolastica)
ma già indirizzato verso l’integrazione dei due elementi nell’unico mistero di Cristo
considerato come suprema realizzazione della relazione fondamentale
tra Dio e la creatura spirituale (l’uomo)
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