L’abbazia di Fleury-Saint-Benoît-sur-Loire
L'abbazia di Fleury è un'abbazia benedettina di Saint-Benoît-sur-Loire (dipartimento del Loiret
in Francia). Si trova sulle rive del fiume Loira, a circa 35 km da Orléans.
Secondo la tradizione sarebbe stata fondata nel 640 da San Leodebaldo, abate del monastero
di Saint-Agnan a Orléans, sul sito dell'abitato gallo-romano di Floriacum in Vallis Aurea.
Il primo abate sarebbe stato Rigomaro e il suo successore fu san Mommolo, che avrebbe
effettuato la traslazione nell'abbazia delle reliquie di san Benedetto da Norcia. Intorno al 930
seguì la riforma imposta all'abbazia di Cluny. Fu protetta dai sovrani carolingi e fu al centro
delle ambizioni politiche della casata robertina, i discendenti di Roberto I di Francia, molti dei
quali ebbero il titolo di "duca dei Franchi". Il monaco di Fleury Elgaudo (morto intorno al 1068)
fu il cappellano del re Roberto II, del quale scrisse una Epitoma vitae Roberti regis. Il
patronato regio e ducale ebbe vantaggi materiali, ma pesò sull'autonomia della comunità
monastica, in particolare per quanto riguarda l'elezione degli abati. Il vescovo di Orléans,
Teodolfo, vi stabilì una scuola per giovani nobili, secondo le indicazioni di Carlo Magno. Ebbe
nel IX secolo una rinomata biblioteca, frequentata da studiosi come Lupo di Ferrières. Una
seconda fioritura si ebbe sotto l'abate Abbo di Fleury (988-1004), e fu in contatto con diverse
abbazie inglesi.
Tra gli ottantanove abati conosciuti dell'abbazia, gli ultimi venti lo furono in commendam, ossia
senza risiedere nell'abbazia: tra questi i cardinali Odet di Coligny, cardinale di Chatillon,
Antoine Sanguin e Armand du Plessis, cardinale di Richelieu e l'abbazia decadde: entro il XVII
secolo la sua biblioteca era divenuta una miniera di materiale per i collezionisti di manoscritti.
L'ultimo abate, ai tempi della Rivoluzione francese fu Georges-Louis Phélypeaux, arcivescovo di
Bourges.
Sin dalle origine l'abbazia ebbe due chiese: una in onore di san Pietro, scomparsa nel XVIII
secolo, e l'altra in onore della Vergine, che preesisteva alla fondazione del monastero. Dopo la
distruzione del monastero ad opera dei Normanni, giunti lungo la Loira, e dopo un incendio
catastrofico nel 1026, la chiesa della Vergine venne ricostruita in forme romaniche, con una
ampia torre come facciata principale occidentale, completata nel 1218. Questa torre si eleva su
cinquanta colonne che formano un portico al piano terra. Nella chiesa venne sepolto nel 1108 il
corpo del re Filippo I. Solo la chiesa sopravvive di tutti gli edifici dell'abbazia.
Il nome moderno di "abbazia di Fleury-Saint-Benoît-sur-Loire", deriva dalla rivendicazione del
possesso delle reliquie di san Benedetto da Norcia. Secondo la tradizione locale infatti la salma
di san Benedetto sarebbe stata qui trasferita da Montecassino in seguito alla minaccia dei
Longobardi nel VII secolo, dal secondo abate di Fleury, san Mommolo. La tomba del santo e i
Miracula sancti Benedicti, scritti durante tre secoli da cinque monaci dell'abbazia attirarono il
pellegrinaggio, che portò all'abbazia benessere e fama. La rivendicazione è però osteggiata dai
monaci di Montecassino, che sostengono che le reliquie non si siano mai spostate da
Montecassino.