abbazia delle tre fontane

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ABBAZIA DELLE TRE FONTANE
Nell'area dove oggi si trova il complesso abbaziale delle Tre Fontane l'Apostolo Paolo e, dopo di lui,
tanti altri martiri cristiani, hanno santificato con il loro sacrificio questo luogo.
Sin dal VI sec. d.C. la zona è stata eletta come residenza da uomini di fede con l'intento di
testimoniare, con la rinuncia agli agi e ai beni terreni, l'amore per Dio.
La costruzione del complesso abbaziale cistercense ha reso questo luogo uno dei più significativi
simboli del monachesimo occidentale.
Secondo un'antichissima tradizione, qui fu decapitato l'apostolo Paolo il 29 giugno 67.
Si tratta dell'unico Monastero romano proprietà dell'Ordine cistercense che abbia il titolo di
Abbazia.
Esso è collocato in una valletta solcata dalla Via Laurentina, in un luogo detto Acquae Salviae,
toponimo che è in relazione alla presenza in loco di una sorgente, nelle terre che anticamente
erano in mano alla Famiglia omonima.
La prima menzione di questo Convento si ha relativamente al secolo VII. L'imperatore Eraclio
avrebbe inviato in dono a questo primo Monastero greco-armeno la testa del martire persiano
Anastasio.
In quest'epoca, venne fondata nell'Abbazia, la Chiesa dedicata alla Vergine, che diverrà poi Santa
Maria Scala Coeli.
Alla fine dell'VIII secolo, il complesso abbaziale fu seriamente danneggiato da un incendio e fu
perciò necessario restaurarlo. I Pontefici sovente graziarono l'Abbazia con l'elargizione di terre in
feudo, tra le quali possedimenti nella Maremma, inclusivi dell'Argentario, di Orbetello e dell'Isola
del Giglio.
Nel 1080, Gregorio VII affidò il Monastero e tutti i suoi possedimenti all'Ordine cluniacense,
notoriamente alleato del Papato nella lotta tra Impero e Chiesa.
Nel 1140 però, Papa Innocenzo II ritenne di togliere il possesso dell'Abbazia delle Tre Fontane ai
cluniacensi, rei di aver assecondato lo scisma di Anacleto II, e di concederla di nuovo ai
cistercensi.
La struttura del complesso, così come la conosciamo oggi, risale a questo secondo periodo
cistercense. Uno dei suoi Abati divenne in quell'epoca Papa, con il nome di Eugenio III.
La parabola dell'Abbazia fu sempre in ascesa nei secoli successivi: vennero fondate cinque Abbazie
filiali; vennero traslate nel Monastero le reliquie di San Vincenzo di Saragozza.
Nel 1808 però, in pieno periodo napoleonico, le fortune del Convento subirono una virata in senso
negativo: gli ordini religiosi erano stati sciolti, gli edifici vennero depredati, il patrimonio librario
saccheggiato (quello che si potè salvare, confluì nella Biblioteca Vaticana e Casanatense), il
complesso andò in totale rovina.
In occasione del Giubileo del 1867 tuttavia, per volere di un mecenate francese, il Conte di
Moumilly, vennero condotti restauri sostanziali sull'Abbazia, che venne di nuovo resa abitabile ed
affidata ai monaci trappisti, ordine d'Oltralpe di matrice cistercense, votato alla più stretta
osservanza della Regola.
Il territorio, che era caduto in preda alla malaria, dato il lungo abbandono in cui era incorso, e che
venne bonificato e piantumato, a tutt'oggi si presenta come un'area verde, circondata da ogni lato
da zone in cui si è costruito.
L'Abbazia si compone di tre Chiese,
1. San Vincenzo e Sant'Anastasio,
2. Santa Maria Scala Coeli,
3. San Paolo alle Tre Fontane.
San Vincenzo e Sant'Anastasio
Questa chiesa, risale al XII secolo ed è dedicata ai due martiri le cui reliquie ospita. La Chiesa,
semplice e lineare, è in laterizio, come tutto il resto del complesso, secondo l'uso lombardo. La
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pianta dell'edificio è a croce, con cappelle laterali ed un abside quadrato. Il soffitto è ricoperto da
capriate in legno.
Uniche decorazioni del tempio, sono le grandi figure degli Apostoli, sui pilastri della navata.
Santa Maria Scala Coeli
Alla destra di questa grande Chiesa, si trova la Chiesetta di Santa Maria, una costruzione
ottogonale di Giacomo Della Porta, che si data al XVI secolo. L'accesso è garantito da una
scalinata, in quanto la struttura è sopraelevata rispetto al piano stradale.
L'edificio, che presenta tre absidi identici, è sormontato da una pregevole cupola a lanterna.
Nonostante la dedica alla Vergine, la Chiesetta è stata, secondo la tradizione, eretta in memoria di
Zenone, martire romano. La cripta sarebbe stata prigione per San Paolo.
San Paolo alle Tre Fontane
Più oltre, opera anch'essa di Della Porta, si trova la Chiesa di San Paolo. Essa presenta una navata
unica, perpendicolare rispetto all'ingresso. Due bassorilievi, con scene del martirio del Santo, sono
collocati subito all'entrata. Il tempio ha due altari, entrambi ornati da pale, una relativa a San
Pietro ed una a San Paolo.
Di fronte poi, si trovano le tre fontane che danno il nome al complesso, sempre ascrivibili a Della
Porta, che trovano la loro ragion d'essere nella tradizione secondo la quale la testa decapitata di
San Paolo avrebbe compiuto tre salti, prima di toccare terra.
Sulla destra è collocata una colonna, alla quale il Santo sarebbe stato legato per subire il supplizio.
Mosaici romani, provenienti dagli scavi di Ostia, ornano pregevolmente la Chiesa.
L'Abbazia è tuttora abitata dai monaci trappisti, di clausura, per cui gli edifici abbaziali ed il
chiostro non sono visitabili.
Gran parte delle terre del Monastero vennero espropriate nell'epoca fascista, e negli anni '50
divennero poi il luogo in cui sorse il quartiere romano dell'EUR.
Abbazia delle Tre Fontane
via Acque Salvie, 1
00142 Roma
tel. 06.5401655
fax 06.5413395
http://www.abbaziatrefontane.com
e-mail: [email protected]
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