Renzi con la sua deficit spending, si farà trovare con un debito enorme quando saliranno gli interess on ci sarà più il tempo da cicale II rientro dal debito è adesso ima necessità DI STEFANO CINGOLANI j j j l desso a n c h e la p r u my^ dente Banca d'Italia ^ ^ m s i sbilancia e alza ^ i l l a l P l % le previsioni di crescita del Pil per quest'anno. Dunque, siamo fuori dalla dannazione dello zero virgola. I prezzi cominciano a salire sia p u r l e n t a m e n t e , quindi possiamo sfuggire alla deflazione. L'occupazione migliora, anche se in modo contraddittorio e a macchie di leopardo. Le banche cominciano a prestare quattrini a famiglie e imprese, a condizioni migliori che in passato. Insomma, t u t t i gli indicatori mostrano una congiuntura migliore. Di queir 1%, tre decimi sono conseguenza della politica economica (la riduzione delle imposte soprattutto sulla prima casa e le riforme del mercato del lavoro), il resto dipende dalle condizioni internazionali favorevoli (l'abbondante moneta stampata dalla banca centrale, le esportazioni che tengono anche se rallentano a vista d'occhio, u n capitale finanziario abbondante in cerca di sbocchi profittevoli). T u t t o b e n e , d u n q u e ? Meglio d e l p r e v i s t o . E ciò induce il governo a incassare i benefici politici della svolta economica. Qui entriamo nel regno della massima imprevedibilità. Oggi come oggi, molti segnali fanno p e n s a r e che M a t t e o R e n z i calcoli di andare alle urne nel- ineludibile la prossima primavera, quando comunque s a r a n n o chiamati alle urne gli elettori di Milano, Torino, Napoli e probabilmente Roma, cioè là dove si concentra u n a g r a n m a s s a di consensi politici. Piuttosto che rischiare di perdere alcune grandi città, conviene anticipare i tempi e chiedere il voto su u n governo che porta a casa alcune riforme importanti, come il mercato del lavoro e il Senato, e in più la ripresa economica. Non solo: a destra non c'è nessuno sfidante in grado di vincere e il Movimento 5 Stelle non h a dimostrato di essere u n a forza di governo. Insomma, tutto spinge a capitalizzare i miglioramenti di breve periodo. Renzi è u n keynesiano per vocazione, per lui nel lungo periodo siamo tutti morti. E p p u r e * m o l t i f a t t o r i ind u c o n o a guardare avanti con lenti diverse. Intervistato da Repubblica, F a b r i z i o S a c c o m a n n i , già ministro dell'Economia e numero due alla Banca d'Italia, mette le mani avanti. L'abbondanza di liquidità e i tassi di rendimento sotto zero producono risparmi virtuali che possono essere stimati fino a 6 miliardi di euro l'anno. Dunque, ci sarebbero più risorse per aumentare la spesa o ridurre le tasse sostenendo la ripresa. Ma «è chiaro che parliamo di u n a situazione che realisticamente non dovrebbe durare a lungo», avverte Saccomanni. Non sap- piamo quando finirà la bonanza, «realisticamente» potremmo dire fino al momento in cui dagli Stati Uniti partirà la svolta nella politica monetaria con il rialzo dei tassi d'interesse. La Bce non seguirà subito al Fed, però, «realisticamente», a metà del prossimo anno cambierà il vento anche nella zona euro. Se n o n ci s a r a n n o t u r b o l e n z e i m p r e v i s t e , l'estate del 2016 diventerà u n momento della verità. Il governo cercherà di arrivarci spingendo al massimo l'acceleratore fiscale, cioè aumentando il deficit pubblico, rosicchiando tutti i margini di flessibilità, portando il disavanzo vicino al 3% del Pil. Ammettiamo che, così facendo, sia riuscito a ottenere u n a crescita di un punto e mezzo in termini nominali (considerando u n a inflazione che oggi come oggi è estremamente bassa). Purtroppo non basterebbe a ridurre il debito, perché se applicassimo le regole del Fiscal compact, con il debito attuale, il prodotto lordo dovrebbe salire di u n altro punto percentuale. P e r o t t e n e r e q u e s t o rìsult a t o avremmo bisogno di più crescita, m a anche di ridurre l'aumento dello stock di debito ene si accimiula armo dopo anno, Come spiega la Banca d'Italia, è possibile rilevare dei mesi in cui il debito assoluto scende per poi risalire, m a il dato atteso a fine anno è comunque in crescit a rispetto al dicembre 2014, e alla fine del 2016 sarà in erescita rispetto al dicembre 2015. li ministro dell'Economia lo sa, tanto che «la stessa programmazione del governo prevede che il debito in valore assoluto o in termini monetari cresca in modo continuativo fino al 2019 quando dovrebbe raggiungere il valore di 2.218,2 miliardi di euro», parole scritte sul sito del Mef (Ministero dell'economia e finanze), Insomma, q u a n d o cominc e r a il rialzo dei tassi, l'Italia si troverà ancora una volta tra i paesi a rischio perché non h a avviato il deleveraging, cioè il rientro dall'alto indebitamento, Anche chi sostiene che solo la crescita può far ridurre il rapporto t r a debito e Pil non può non tener conto che dobbiamo finanziare duemila e duecento miliardi di euro offrendo titoli sul mercato finanziario e pagando ogni anno interessi superiori a 4 punti di Pil: sono esattamente 4,2 quest'anno, il doppio rispetto alla spesa per investimenti fissi lordi. Secondo l e stime del governo, la situazione migliorerà m a di poco, perché nel 2018 la spesa per interessi sarà ancora pari al 3,8% del Pil. Calcoli fatti tenendo c o n t o di poter godere ancora di queste condizioni monetarie eccezionali che, per citare ancora Saccomanni, «non dovrebbero durare a lungo», M a r i o D r a g h i a v e v a avv e r t i t o che i benefici della congiuntura positiva e della politica monetaria espansiva dovevano essere d e s t i n a t i a r i d u r r e il debito, favorendo l a crescita con minori tasse e minori spese. Renzi h a seguito un'altra strada, quella del defic it spending, con u n a finanziar i a dove due terzi delle uscite S O no in disavanzo, pensando c he sia politicamente più favo- revolev(tagliare la spesa costa voti). E un azzardo. Può darsi che abbia fortuna e gli vada bene. Ma anche in questo caso l'Italia avrà perso l'occasione per un risanamento duraturo. Un discorso da gufi? Piuttosto da formiche realiste: non fiacciamoci incantare dai pifferai magici, il tempo delle cicale non tornerà più. IlSussidiario.net