E S A M E D I M A C R O E C O N O M I A Commenti e risposte

ESAME
DI
MACROECONOMIA
29 05 2014
Domanda Aperta
Il Fiscal Compact: cos’e`?
Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell'unione economica e monetaria
(conosciuto anche con l'anglicismo fiscal compact, letteralmente "patto finanziario"), è un
accordo approvato con un trattato internazionale il 2 marzo 2012 da 25 dei 27 stati
membri dell'Unione europea, con l'eccezione del Regno Unito e della Repubblica Ceca,
entrato in vigore il 1º gennaio 2013.
Il patto contiene una serie di regole, chiamate "regole d'oro", che sono vincolanti nell'UE
per il principio dell'equilibrio di bilancio. Ad eccezione del Regno Unito e della
Repubblica Ceca, tutti gli stati membri dell'Unione europea hanno firmato il trattato.
L'accordo prevede per i paesi contraenti l'inserimento, in ciascun ordinamento statale
(con norme di rango costituzionale, o comunque nella legislazione nazionale ordinaria),
di diverse clausole o vincoli tra le quali:



obbligo del perseguimento del pareggio di bilancio (art. 3, c. 1),
obbligo di non superamento della soglia di deficit strutturale superiore allo 0,5%
del PIL (e superiore all'1% per i paesi con debito pubblico inferiore al 60% del
PIL)
significativa riduzione del rapporto fra debito pubblico e PIL, pari ogni anno a un
ventesimo della parte eccedente il 60% del PIL
Sebbene sia stato negoziato da 25 Paesi dell'Unione europea, l'accordo non fa
formalmente parte del corpus normativo dell'Unione europea.
Cosa implica?
Con i dati attuali (g =0,6; i=3 e  = 1) dopo 20 anni il rapporto debito/PIL sarebbe di
106,3; Ancora abbastanza elevato.
Perche` in 20 anni il trattato possa portare l’Italia ad un rapporto debito/PIL del 60% le
implicite ipotesi sono parecchie.
Il trattato implicherebbe tassi di crescita estremamente elevati (2,70% annuo) , come
l’Italia non ebbe neanche negli anni ‘80, quando pure aveva sostanziosi disavanzi
primari. Solo che in questo caso dovrebbe avere detti tassi di crescita in presenza di
sostanziosi avanzi primari (1,33% del PIL). Si dovrebbero anche avere tassi reali nulli,
che la BCE non vuol dare.
Alternativamente l’Italia dovrebbe avere avanzi primari ancora piu’ grossi (2,41% del
PIL) cosi’ come nessuna grande economia avanzata e` mai riuscita ad avere per 20 anni
di fila. In presenza di detti avanzi dovrebbe avere tassi reali molto bassi (0,73%) e
dovrebbe riuscire a crescere di quasi l’1% all’anno. Insieme di ipotesi mai verificatosi
prima in nessuna grande economia avanzata.
Per maggiori dettagli vedere le slides 64-71 sulla lezione 21.
Inoltre per 20 anni non ci dovrebbero essere crisi finanziarie in grado di vanificare ogni
precedente sforzo. Dato che il sistema finanziario e` ancora non riformato e pieno di
rischi, questa ipotesi sembra irrealistica. (Slides 71-72 su lez. 21).
Se si seguisse regole diverse quale potrebbe essere un programma per
raggiungere in modo diverso obiettivi simili? Quale potrebbe essere una
soluzione alternativa?
SOLUZIONE ALTERNATIVA
g 1,5

i1
Si tratterebbe di avere tassi di interesse reali negativi, saldo primario in pareggio ed una
crescita dell’1,5% all’anno.
Dopo 20 anni il rapporto debito/PIL sarebbe dell’82,1.%
Per ottenere detti risultati bisognerebbe avere:
a) una banca centrale con due obiettivi (controllo dell’inflazione e crescita) e non
solo uno (controllo dell’inflazione) come adesso. Essa dovrebbe essere in grado
di agire sul mercato primario e non solo sul secondario.
b) Controllo dei movimenti di capitale.
c) Controllo sul cambio, in modo da evitare l’apprezzamento del cambio reale.
d) Possibilmente regolamentazione del sistema finanziario.