Alla ricerca del sonno perduto... Alla ricerca del sonno perduto

Il sintomo del mese
A cura di Maria Pia Prudenzano *
Alla ricerca
del sonno perduto...
L’insonnia è il disturbo più diffuso, ma non è l’unico
uando si parla di disturbi del sonno si pensa
subito all’insonnia. In effetti si tratta del
disturbo più frequente, sebbene se ne
conoscano quasi un centinaio di altri tipi.
Un individuo si può considerare insonne quando percepisce
il proprio sonno come insoddisfacente o inadeguato, troppo
breve e/o poco riposante.
Si tratta quindi di un vissuto soggettivo e non esistono
né un tempo ideale per addormentarsi, né una durata
ottimale del sonno, né un orario desiderabile per il risveglio
al mattino che possano considerarsi validi per tutti.
L’insonnia può essere caratterizzata da difficoltà
nell’addormentamento, da risvegli notturni, da
risveglio definitivo precoce.
La prevalenza di insonnia nella popolazione cresce
con l’età; fino ai 45 anni è uguale nei due sessi, ma
successivamente subisce una brusca impennata nel sesso
femminile, passando dal 20 al 40%.
Nel sesso maschile un incremento dell’insonnia si
verifica verso i 60 anni, quando la sua prevalenza passa
dal 20 al 30%. L’insonnia viene definita occasionale
quando dura meno di una settimana (tra le cause vi possono
essere un breve ricovero in ospedale, un mal di denti, etc).
L’insonnia transitoria dura meno di tre settimane e può
essere causata da interruzione dell’assunzione di farmaci
ipnotici, stress lavorativi, familiari, etc.
L’insonnia transitoria può anche essere ricorrente, se
causata da condizioni che tendono a ripetersi nel tempo
con una certa periodicità, come dolori da ulcera peptica,
cefalea a grappolo etc. L’insonnia transitoria evolve
facilmente nella forma cronica o persistente, che si
prolunga oltre le tre settimane ed è più difficile da curare.
La causa più frequente di insonnia cronica è
pugliasalute
rappresentata di disturbi psichici (depressione, disturbo
ossessivo-compulsivo, eccitamento maniacale, psicosi
acute).
Alcuni soggetti, pur non avendo un vero e proprio
disturbo psichico, reagiscono a situazioni stressanti
sviluppando un condizionamento negativo nei confronti
dell’ambiente dove dormono di consueto: ad esempio si
addormentano facilmente sul divano, guardando la
televisione, ma quando vanno in camera da letto il sonno
scompare come d’incanto.
Questo disturbo viene denominato insonnia
psicofisiologica. Altre cause di
insonnia sono alcune malattie.
La polisonnografia consente
di studiare la struttura del sonno
e le sue possibili alterazioni
attraverso il monitoraggio
dell’elettroencefalogramma, dei
movimenti oculari, di alcuni
parametri respiratori (movimenti toracici, movimenti
addominali, flusso aereo), dell’elettrocardiogramma,
dell’elettromiografia del muscolo sottomentoniero e del
muscolo tibiale anteriore per i movimenti delle gambe.
Nel caso vi sia un sospetto di crisi epilettiche notturne è
sufficiente ampliare il montaggio encefalico ed utilizzare
una videoregistrazione per ottenere un monitoraggio visivo
ed una registrazione elettroencefalografia.
Multiple Sleep Latency Test (MSLT): consente di
valutare la tendenza ad addormentarsi
durante le normali ore di veglia
(sonnolenza) attraverso la misura del
tempo di addormentamento; il test
consiste in cinque registrazioni
polisonnografiche eseguite in una stessa
giornata, intervallate da periodi di due
ore e con inizio alle 10 del mattino.
- trentaquattro -
aprile 2005
Norme igienico-dietetiche per prevenire l'insonnia
1. Dormire solo il tempo sufficiente per una adeguata
efficienza nel giorno successivo.
2. Coricarsi a ore regolari la sera
ed alzarsi sempre
alla stessa ora al mattino.
3. Non recuperare il sonno con sonnellini pomeridiani.
4. Svolgere moderato esercizio giornaliero ma non
nelle ore precedenti il sonno.
sostanze risveglianti (caffé, the, etc).
8. Non bere alcolici di sera.
9. Andare a letto solo se si ha sonno.
10. Non svolgere di sera attività mentali
troppo
impegnative.
5. Non dormire in ambienti rumorosi né troppo caldi
né troppo freddi.
6. Non assumere cronicamente farmaci per dormire.
7. Non assumere, nel tardo pomeriggio o la sera,
11. Usare il letto solo per dormire (e per l'attività
sessuale).
Tabella 1
fisiche (specie quelle che provocano dolore o prurito),
fibromiosite sono i movimenti periodici in sonno
l’assunzione di farmaci o alcol etc..
caratterizzati da stereotipati e rapidi movimenti di flessione
La diagnosi di insonnia è essenzialmente clinica. La
degli arti inferiori che durano pochi secondi e si ripetono
compilazione di un diario del sonno rappresenta un utile
ogni 30 secondi circa. La diagnosi di questo disturbo
ausilio per la definizione del disturbo. Sono la storia clinica
richiede l’esecuzione di un esame polisomnografico.
del paziente e i dati dell’esame obiettivo, generale e
La sindrome delle gambe senza riposo si manifesta
neurologico, a suggerire di volta in volta eventuali
invece in fase di addormentamento ed è caratterizzata da
approfondimenti diagnostici. Ad esempio se il paziente
una sgradevole sensazione alle gambe che determina un
riferisce, oltre all’insonnia, anche dimagrimento, stato
impellente bisogno di muoverle continuamente o di alzarsi
ansioso, palpitazioni, verrà consigliato, tra l’altro, il
dal letto. Il disturbo è facilitato da alcune condizioni come
dosaggio degli ormoni tiroidei, degli anticorpi
la carenza di ferro e la gravidanza. La diagnosi si basa
antitiroglobulina ed antimicrosomiali.
sulla descrizione fornita dal paziente e non
L’insonnia occasionale e soprattutto
necessita di polisomnografia.
L’adozione di
quella transitoria, vanno diagnosticate e
I movimenti periodici durante il sonno e
adeguate norme
curate precocemente con farmaci
la sindrome delle gambe senza riposo non
igienico-dietetiche
ipnoinducenti (benzodiazepinici o non
vanno curati con ipnoinducenti ma con
aiuta a riportare il
benzodiazepinici) ad azione rapida ed
farmaci dopaminergici.
emivita breve, che garantiscono una buona sonno alla normalità
Alcuni tipi di disturbo del sonno si
efficacia, sono ben tollerati, vengono
manifestano principalmente o esclusivamente
eliminati nel corso della notte consentendo buone
con eccessiva sonnolenza diurna o con ipersonnia (eccessiva
performance il giorno successivo ed evitano la
durata del sonno).
cronicizzazione del disturbo.
Il più frequente di essi è la sindrome da apnee
Quando l’insonnia si associa a disturbi psicopatologici,
morfeiche, che colpisce circa il 4% della popolazione
gli ipnotici non sono sufficienti ed è necessario
generale ed è caratterizzata da ripetuti episodi di riduzione
somministrare farmaci ansiolitici e/o antidepressivi.
(ipopnea) o interruzione (apnea) del flusso d’aria nelle vie
L’adozione di adeguate norme igienico-dietetiche (vedi
respiratorie superiori di durata > a 10 secondi che si
tabella 1) aiuta a riportare il sonno alla normalità e svolge
verificano durante il sonno determinando una caduta dei
una valida azione preventiva nei confronti dell’insonnia.
livelli ematici di ossigeno e bruschi passaggi da stadi di
Un altro disturbo del sonno frequente, soprattutto negli
sonno più profondi a stadi più leggeri con frammentazione
anziani e nei soggetti affetti da insufficienza renale,
del sonno.
diabete, mielopatie, polineuropatie, artrite reumatoide,
Le pause del respiro che seguono fasi di forte
russamento vengono avvertite con apprensione dal partner
di letto ed è proprio quest’ultimo che spesso spinge il
paziente a recarsi dal medico.
La sindrome da apnee morfeiche può essere causata
da una serie di condizioni tra le quali la più frequente è
l’obesità che porta ad accumulo di grasso nelle pareti delle
vie respiratorie e ne rende più difficile il mantenimento
della pervietà quando, durante il sonno, esse si rilassano
e tendono a collabire (cioè ad afflosciarsi).
Oltre al peso eccessivo, vi sono molte altre possibili
cause come malformazioni anatomiche dell’oro-faringe,
pugliasalute
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aprile 2005
er insonnia si intende la diminuzione della quantità
di sonno nelle 24 ore, avvertita dal soggetto che si
sente meno appagato al risveglio.
La durata del sonno varia, normalmente da persona a
persona: c’è chi è soddisfatto da 4 - 5 ore di sonno
per notte e c’è, invece, chi ha bisogno di 8 - 10
ore per dirsi appagato.
Il bisogno medio di una persona sana è di
6 - 8 ore per notte.
L’insonnia è quasi sempre il sintomo di altre
condizioni morbose; tuttavia prima di
ricorrere a farmaci (che vanno
presi solo su consiglio del
medico), si possono mettere
in atto comportamenti di vita
L’insonnia viene
diversamente classificata:
che possono agevolare il
normale svolgimento del
A) Rispetto all’insorgenza:
A1) insonnia del primo periodo, quando il
soggetto stenta ad addormentarsi;
A2) insonnia del periodo intermedio, quando il
soggetto si sveglia una o più volte durante la notte;
A3) insonnia tardiva, quando il soggetto si sveglia
precocemente e non riesce più a riaddormentarsi.
B) Rispetto alle cause:
B1) insonnia psicofisica, quando si manifesta in occasione
di fattori emotivi o stressanti;
B2) insonnia secondaria a malattie psichiche: ansia,
depressione, turbe maniacali;
B3) insonnia secondaria a malattie organiche: dell’apparato
respiratorio ( bronchite cronica, asma, russamento) o
cardiocircolatorio (alterazioni del ritmo cardiaco, asma
cardiaco, poussé ipertensive);
B4) insonnia secondaria ad abuso di sostanze voluttuarie
(alcol, caffeina, alcune droghe) o di farmaci (anfetamine).
• il letto deve essere comodo,
con la giusta quantità di coperte
rispetto alla stagione;
• la stanza deve essere ben aerata, senza rumori,
poco illuminata;
• andare a dormire allo stesso orario, comunque
appena ci si sente stanchi;
• evitare cene abbondanti e l’uso serale di eccitanti
(caffè, alcolici, fumo);
• evitare di assistere a spettacoli serali che possono
turbare o eccitare la fantasia;
• condurre vita attiva, non sedentaria;
• utilizzare comodo abbigliamento per la notte:
C) Rispetto al tempo di insorgenza:
C1) insonnia transitoria;
C2) insonnia a breve termine;
C3) insonnia cronica.
pigiami o camicie senza cintole costrittive.
ipotiroidismo e acromegalia, per questo la diagnosi richiede
spesso il contributo di diversi specialisti (neurologo,
endocrinologo, otorinolaringoiatra, odontoiatra,
pneumologo). Se non viene curata adeguatamente, la
sindrome da apnee morfeiche può portare a complicanze
cardiocircolatorie e cerebrovascolari, data la pressoché
costante associazione con ipertensione, dislipidemia ed
iperglicemia. Nei casi di sospetta sindrome da apnee
morfeiche, tra i vari accertamenti consigliati vi è l’esame
polisomnografico che consente di registrare le apnee.
La terapia va individualizzata.
Negli obesi il primo obiettivo è la normalizzazione del
peso corporeo.
È buona norma dormire in decubito laterale e non
supino soprattutto nelle apnee-posizione dipendenti. Nella
maggior parte dei casi il miglioramento del respiro si
ottiene attraverso l’uso di CPAP (Continuous Positive
Airways Pressure).
La CPAP consente di evitare il collasso delle vie aeree
superiori (e quindi le apnee) con il passaggio di aria a
pressione positiva, attraverso una mascherina nasale. In
alcuni casi di sleep apnea può essere necessario un
intervento chirurgico per la correzione di eventuali
anomalie morfostrutturali.
pugliasalute
periodo di sonno:
Centri di riferimento in puglia
Il centro per lo studio dei disturbi del sonno è
collocato presso il Dipartimento di Scienze
Neurologiche e Psichiatriche (Direttore Prof. Paolo
Livrea) ed è annesso alla I Clinica Neurologica
(Direttore Prof. Paolo Lamberti).
Re s p o n s a b i l e d e l C e n t r o è l a d o t t . s s a
Mariantonietta Savarese. Presso il Centro operano
anche il dott. Bruno Brancasi, la dott.ssa Maria
Pia Prudenzano con la collaborazione di numerosi
medici specialisti in formazione.
Vi si accede previa prenotazione telefonando allo
0805592331 (tutti i giorni dalle 12.00 alle 13.30),
mediante richiesta mutualistica di “visita
neurologica presso il Centro per lo Studio dei
Disturbi del Sonno”.
Siti internet di riferimento
www.sonnomed.it è il sito web dell’AIMS, l’Associazione
Italiana di Medicina del Sonno.
www.morfeodormiresano.it Contiene un’Area pubblica
con test interattivi, giochi, informazioni e la possibilità in
entrare nella Sonno Chat. È presente anche un’Area
destinata ai medici a cui si accede previa registrazione.
- trentasei -
aprile 2005
* Dirigente Medico
I Clinica Neurologica. Università di Bari
Casa di cura Privata
Villa Serena s.r.l.
Direttore Sanitario: Dr. Michele Rampino
(Aut. Reg. n° 261 del 13/12/96)
V.le Europa, 12 71100 Foggia
Tel. 0881/309911 - Fax 0881/309957
www.villaserenafg.it
Sistema qualità certificato UNI EN ISO 9002 Certimedica
Certificato n° 3762
CITTA' DI LECCE
HOSPITAL
Direttore Sanitario: Prof. Giuseppe Martines
Autorizzata dalla Regione Puglia con Det. Dir. n. 6 del 01/02/99
73100 Lecce • Via Provinciale per Arnesano, Km 4 •
tel. 0832/229111 • fax 0832/229819 •
www.gruppovillamaria.it
Sede Legale: Piazza Trisi, 16 • 48022 Lugo (RA) •
Tel. 0545/909711 • fax 0545/27510
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Cittadella della Carità
Fondazione eretta in Ente Morale
Casa di Cura ad indirizzo Riabilitativo:
Neuromotorio, Cardiologico, Respiratorio
Direttore Sanitario Dott. Vincenzo Ruggiero
Specialista in Fisiatria
Resp. Cardiologia:
Resp. Pneumologia:
Labor. di Analisi Cliniche:
Ambulatorio di Radiologia:
Ambulatorio di FKT:
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Medicina del Lavoro:
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www.cittadelladellacarita.it - e-mail: [email protected]
NUOVA CLINICA
SAN FRANCESCO srl
Bibliografia essenziale
Diagnostic Classification Steering Committee. The International
Classification of Sleep Disorder: Diagnostic and Coding manual. American
Sleep Disorders Association Rochester, 1990.
NUOVA CLIONICA
SAN FRANCESCO S.R.L.
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Direttore Sanitario Dott. Gerardo Di Miscio
Specialista in chirurgia generale, urologia e cardioangiochirurgia
Coccagna, G. Il Sonno e i suoi disturbi. II edizione Ed Piccin Nuova
Libraria, Padova, 2000.
Chokroverty S. I disturbi del sonno. A cura di F. Cirignotta, S. Mondini,
Time Science International Medical Publisher, Milano 2000.
pugliasalute
Autorizzazione Comunale N. 09/03 del 29/10/2003
Un altro disturbo del sonno caratterizzato da eccessiva
sonnolenza è la narcolessia che colpisce circa lo 0.09 %
della popolazione e possiede una forte componente genetica:
oltre il 90% degli affetti presenta il gene dell'antigene
leucocitario umano HLA-DQB1-0602 che si trova in meno
del 30% della popolazione generale. La narcolessia si
manifesta con improvvisi ed irresistibili attacchi di sonno
che possono durare da pochi minuti fino a più di un’ora.
Altri sintomi sono improvvise perdite del tono muscolare
(cataplessia), con cedimento delle ginocchia o lieve caduta
del capo, soprattutto in coincidenza di particolari stati
emotivi come il riso, paralisi del sonno caratterizzate dalla
sensazione di non poter fare alcun movimento al risveglio
dal sonno ed infine da fenomeni allucinatori visivi o uditivi,
spesso a contenuto spiacevole, sia all’addormentamento
che al risveglio.
La diagnosi non è solo clinica ma va confermata con
lo studio dell’assetto di istocompatibilità e con il test
MSLT (Multiple Sleep Latency Test). Il trattamento si
basa sull’uso di stimolanti e di antidepressivi.
Un gruppo di disturbi molto vasto è quello delle
parasonnie che sono fenomeni fisici indesiderabili di
natura motoria e/o comportamentale che si verificano
durante il sonno e che non sono causate da anomalie dei
processi fisiologici responsabili del sonno e della veglia.
Questi fenomeni vanno considerati disturbi solo se si
verificano frequentemente ed in tal caso richiedono una
definizione diagnostica ed un trattamento. Ad esempio il
bruxismo, ovvero il digrignamento dei denti durante il
sonno, se è frequente può comportare cefalea, algie
temporomandibolari, usura dei denti.
L’usura dei denti e spesso anche la genesi del disturbo
possono essere trattate grazie all’utilizzo di apparecchi e
placche dentali, di pertinenza odontoiatrica; in caso di
inefficacia o di parziale efficacia è consigliabile una terapia
con benzodiazepine.
Un’altra parasonnia molto frequente è l’enuresi, cioè
la mancata inibizione del riflesso minzionale in sonno con
conseguente svuotamento vescicale. In questo caso occorre
escludere patologie a carico delle vie urinarie o del sistema
nervoso.
La terapia si basa sia sull’uso di farmaci come la
desmopressina e l’imipramina, che su tecniche
comportamentali.
- trentasette -
( aut. n. 170 bis del 9/11//1995 )
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aprile 2005