Il movimento dell`arto superiore nel lancio angolato

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Il movimento dell'arto superiore nel lancio angolato - aspetti anatomici e funzionali
Scritto da Dr.ssa Alessandra Magni
Lunedì 01 Luglio 2013 21:08
L'insegnamento tradizionale della tecnica TLT si è sempre svolto attraverso l'uso di una
terminologia elaborata dagli istruttori e basata sull'esperienza degli stessi, sicuramente efficace
dal punto di vista didattico, ma che poco ha a che vedere con il vero e proprio linguaggio
scientifico, ove si descrivano i movimenti degli arti superiori e delle loro articolazioni.
Nel maggio del 2012, in occasione dello stage per istruttori svoltosi a Camerino (AN), la S.L.M.
ha iniziato un percorso di approfondimento, dal punto di vista anatomico e funzionale,
dell'analisi dei movimenti compiuti dal complesso Polso Avambraccio Braccio (P.A.B.) durante
l'esecuzione del lancio angolato.
Su tali basi proponiamo questo articolo, che analizza il movimento e quindi l’attività articolare e
muscolare dell’arto superiore durante l’esecuzione del lancio angolato. Facendo riferimento
all’anatomia ed alla meccanica articolare, propone l’utilizzo dei termini corretti per definire
l’impegno dei singoli distretti dell’arto superiore, nei vari movimenti in cui viene scomposto il
lancio.
IL LANCIO ANGOLATO
Il lancio angolato è sicuramente il lancio più importante e difficile della tecnica TLT, ed è
propedeutico all’esecuzione degli altri tipi di lancio. E’ stato scritto molto sulle caratteristiche
tecniche, sulla modalità di esecuzione, sulla fisica del complesso canna-coda-finale, ma non è
stata focalizzata l’attenzione sul vero motore del lancio, cioè l’arto superiore dominante, nella
grande maggioranza dei casi l’arto superiore destro.
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Il lancio è un gesto atletico presente in numerose discipline sportive (baseball, lancio del
giavellotto, palla volo, palla mano …) e può essere scomposto in 4 fasi:
1.
2.
3.
4.
Preparazione (wind-up)
Caricamento (cocking)
Accelerazione (acceleration)
Decelerazione (follow-through)
Lo scopo di un lanciatore è quello di trasferire la massima energia cinetica all’oggetto da
scagliare guidando le linee di forza attraverso l’arto superiore nella direzione della traiettoria che
l’oggetto da lanciare deve compiere. Nel nostro caso l’oggetto da lanciare è il complesso
coda-finale-mosca. Ricordo che una tecnica di lancio non corretta comporta, dal punto di vista
biomeccanico, un maggiore impegno muscolare, con conseguente sovraccarico, nonché una
dispersione inadeguata ed insufficiente di energia.
Se analizziamo le varie fasi dell’azione di lancio, vediamo che esistono delle analogie con le
fasi del lancio angolato, pur restando quest’ultimo assolutamente peculiare.
1. La preparazione porta il corpo nelle condizioni più favorevoli per un ottimale propulsione
dell’oggetto da lanciare. Nel lancio angolato identificherei questa fase con la postura: piede
sinistro leggermente in avanti e leggera rotazione del tronco verso destra, per agevolare
l’esecuzione delle fasi successive.
2. Nel caricamento inizia il movimento dell’arto superiore per aumentare la lunghezza del
percorso attraverso cui la forza viene applicata all’attrezzo, generando un maggiore momento di
forza. Nel lancio angolato vi è un doppio caricamento: il trascinamento indietro ed il
trascinamento in avanti, presupposti per la generazione del loop.
3. Nell’accelerazione l’energia accumulata deve essere tradotta in velocità applicata
all’oggetto da lanciare. Potremmo in ciò identificare i percorsi che l’arto superiore compiono
lungo il piano di lancio e che terminano con i momenti spinta, anche in questo caso sono due:
uno al termine del trascinamento indietro e l’altro al termine del trascinamento in avanti. Il
momento spinta corrisponde alla liberazione completa dell’energia accumulata e quindi alla
formazione del loop.
4. La decelerazione è la fase conclusiva e serve a dissipare l’energia residua in maniera
meno traumatizzante possibile. Nel lancio angolato direi che coincide con l’ammortizzamento
dopo il momento spinta in avanti, cioè un rilassamento della muscolatura che evita di “sporcare”
la coda con ondulazioni anomale.
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Prima di analizzare i movimenti dell’arto superiore durante il lancio angolato, complessi poiché
risultano variabili nelle diverse fasi, desideravo porre l’accento sull’utilizzo di una terminologia
corretta dal punto di vista anatomico e funzionale.
Mi è stato fatto notare, a ragione, che certa terminologia e certi acronimi sono entrati nell’utilizzo
corrente nel linguaggio del pescatore a mosca e nella didattica del lancio, anche per
semplificare una terminologia che potrebbe sembrare, per i “non addetti ai lavori”,
eccessivamente tecnica se non addirittura ostica. Comprendo benissimo questa necessità, ma
come “addetta ai lavori” accetto a fatica, soprattutto nella didattica, l’utilizzo di termini anatomici
scorretti.
Con questo non voglio dire che da ora si dovrà per forza utilizzare una terminologia
strettamente anatomica, ma mi sembra doveroso sottolineare che è il nostro arto superiore il
motore del lancio e se vogliamo analizzarne il movimento, dobbiamo utilizzare termini anatomici
e funzionali corretti, esemplificandoli al massimo.
L’arto superiore è composto, in posizione di riposo (lungo il tronco), e procedendo dall’alto
verso il basso, da 3 articolazioni: spalla, gomito, polso e 2 segmenti: il braccio, compreso fra
la spalla ed il gomito, e l’
avambraccio
, compreso fra il gomito ed il polso.
La mano è l’estremità dell’arto superiore ed è l’organo di esecuzione di innumerevoli azioni.
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LE ARTICOLAZIONI
Guidano i movimenti dei segmenti e quindi dell’arto superiore nello spazio grazie alla particolare
conformazione delle loro superfici, alla stabilizzazione data dai legamenti e all’azione dei
muscoli.
LA SPALLA
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Unisce meccanicamente l’arto superiore al tronco ed è la più mobile di tutte le articolazioni del
corpo umano ,essendo dotata di un’ampia libertà di movimento che le permette di orientare
l’arto superiore stesso nello spazio.
IL GOMITO
E' l’articolazione intermedia dell’arto superiore ed unisce meccanicamente i due segmenti,
braccio ed avambraccio. Permette di portare lontano dal tronco l’estremità costituita dal polso e
dalla mano.
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IL POLSO
Permette alla mano di orientarsi nello spazio in modo tale da svolgere in maniera ottimale la
sua funzione.
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LA MANO
E' un complesso sistema articolare e muscolare capace di compiere tantissime azioni grazie
alla sua funzione essenziale, che è quella della prensione.
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LO SCHELETRO
Lo scheletro del braccio è composto da un unico osso, l’omero.
Lo scheletro dell’avambraccio è composto da due ossa, il radio (lato pollice) e l’ulna (lato
mignolo).
Lo scheletro della mano è composto da tre complessi ossei: il carpo, i metacarpi e le falangi.
Queste ultime formano lo scheletro delle dita.
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IL MOVIMENTO DELL'ARTO SUPERIORE
Nell’azione di lancio è doveroso considerare il complesso canna-coda-finale come il
prolungamento naturale del nostro arto superiore. Da qui l’importanza di un movimento corretto
per soddisfare le caratteristiche del lancio angolato stesso:
coda alta indietro e veloce, movimento ampio, costante tensione di coda, fluidità, traiettoria
costante, loop stretto, posa precisa e silenziosa. Ogni movimento non corretto dell’arto
superiore si tradurrà nella perdita di uno o più di questi requisiti, e quindi nella perdita di un
lancio “pulito” ed efficiente.
Vediamo ora come si muove l’arto superiore. Sottolineo ancora che nel lancio angolato, ma
anche negli altri tipi di lancio, è tutto l’arto superiore che si muove e non frazioni di esso. Della
postura, cioè della posizione da assumere in preparazione al lancio, si è già detto. E’ importante
perché, per così dire, mette nelle condizioni l’arto superiore di lanciare meglio.
Didatticamente analizzerò il movimento dell’arto superiore durante il lancio indietro e durante il
lancio in avanti. Non dimentichiamo che il movimento del lancio angolato deve essere continuo
e fluido.
L’arto superiore si muove lungo il piano di lancio con traiettoria dall’alto verso il basso (angolazi
one
).
Tale piano dev’essere mantenuto durante tutte le fasi del lancio stesso.
Il piano di lancio ottimale è quello in cui la spalla risulta leggermente allontanata dal tronco (ab
dotta
) e ruotata all’esterno (
extraruotata
) di circa 40° - 60°. In questo modo la spalla si muoverà in maniera ottimale per raggiungere le
ampie escursioni previste dalla tecnica (arco di movimento di circa 180°).
Il gomito è semiesteso (angolo braccio-avambraccio di circa 100°) e l’avambraccio è in
posizione cosiddetta neutra, in cui l’asse longitudinale dell’avambraccio stesso si prolunga
verso il polso ed il pollice, che guarda verso l’alto. La mano afferra la canna in prensione o
impugnatura avvolgente. Si è detto prima che la funzione essenziale della mano è quella della
prensione. Esistono diversi tipi di prensione ed in quasi tutti interviene il pollice, unico sostegno
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opposto alla forza delle altre quattro dita. L’efficacia della prensione è tanto più grande quanto
più il pollice è flesso.
L’impugnatura avvolgente che noi utilizziamo, in particolare con le attrezzature leggere, è
un'impugnatura del tutto peculiare, perché non si ferma al gesto semplice di impugnare la
canna solo stringendo il sughero, ma coinvolgendo anche il mulinello permette di sfruttare al
meglio l’azione della muscolatura di tutte le dita per un’azione di lancio ottimale.
Il pollice e l’indice sono fondamentali nei momenti spinta. Le altre dita svolgono un’azione
stabilizzatrice e contribuiscono a mantenere il piano di lancio.
Sia il lancio indietro che il lancio in avanti hanno le stesse fasi:
1. Trascinamento
2. Momento spinta
3. Ammortizzamento
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Posizione
Lancio
indietro:
di partenza
trascinamento
momento
spinta
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Lancio in
indietro:
avanti:ammortizzamento
trascinamento
momento
spinta
Lancio in avanti: ammortizzamento
IL LANCIO INDIETRO
Nel trascinamento la spalla compie un movimento piuttosto complesso di spostamento indietro
(
retroposizione) e sollevamento (elevazione), sino a portare la mano
all’altezza degli occhi del lanciatore. Il resto dell’arto superiore “segue” la spalla.
Nel momento spinta giocano un ruolo fondamentale il polso e la mano. In particolare il polso
effettua una rapida e leggera inclinazione verso il radio (
inclinazione radiale
o radializzazione
),
favorito dal dito indice che spinge sul sughero.
L'ammortizzamento vede un'ulteriore esasperazione del movimento della spalla, per
“guadagnare” tutto lo spazio possibile, associato ad un rilassamento della muscolatura.
IL LANCIO IN AVANTI
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Nel lancio in avanti, durante il trascinamento, inizia la discesa dell’arto superiore. Ancora la
spalla compie un movimento complesso portandosi in basso (
adduzione
) ed in avanti (
anteposizione
), guidando il movimento del gomito che si apre (
estensione
) ed inizia a proiettare avambraccio, polso e mano in avanti.
Nel momento spinta ancora motori del lancio sono il polso e la mano. Il polso effettua una
leggera e rapida inclinazione verso il basso (
inclinazione ulnare o
ulnarizzazione
), favorita dal
pollice che con la sua forte muscolatura spinge sul sughero. Analogamente, nell’
ammortizzamento
, si ha un’ulteriore proiezione in avanti dell’arto superiore, sempre associato ad un rilassamento
muscolare. Ho semplificato dei movimenti che dal punto di vista biomeccanico risultano complessi.
Possiamo dire che nel trascinamento il motore principale è la spalla, mentre nel momento
spinta i motori sono il polso e la mano.
LA MUSCOLATURA
Desidero sottolineare l’importanza dei muscoli, perché garantiscono la stabilità dell’arto e
guidano tutti i movimenti.
I muscoli coinvolti sono davvero tanti e la loro azione complessa. Ricordo i principali muscoli
della spalla e del braccio
: Deltoide; Sovraspinoso; Sottospinoso; Sottoscapolare; Piccolo rotondo; Grande pettorale;
Gran dorsale; Dentato anteriore; Trapezio; Bicipite brachiale; Tricipite brachiale; Brachiale.
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Muscoli dell'avambraccio: Brachioradiale; Supinatori; Pronatori.
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Muscoli del polso: Muscoli estensori radiali ed ulnari.
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Muscoli della mano: Principalmente la muscolatura flessoria, in particolare quella del pollice e
dell’indice.
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GLI ERRORI DI LANCIO
I movimenti dell’arto superiore non possono prescindere, come detto, dal mantenimento del
piano di lancio e quindi da una corretta traiettoria.
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Gli errori nell’esecuzione del lancio angolato sono riconducibili fondamentalmente ad un errato
utilizzo biomeccanico dell’arto superiore, in particolare del suo orientamento. L’errore più
comune è quello di modificare il piano di lancio, con conseguente dissipamento di energia.
Modifico il piano di lancio se compio movimenti anomali, prevalentemente rotatori a carico delle
3 articolazioni principali: spalla, gomito, polso.
La progressione e la fluidità del movimento dipendono invece da un corretto e dosato uso della
muscolatura. Il rilassamento muscolare effettuato nei tempi opportuni, come visto, evita stop
improvvisi.
Ricordo anche però che da errori effettuati “ad arte” del lancio angolato derivano altri tipi di
lancio. Da qui la sua propedeuticità, come detto all’inizio.
LA MEMORIA MUSCOLARE
Penso sia opinione comune, come già accennato, che i movimenti dell’arto superiore durante il lancio angolato sono complessi, perché risultano variabili nelle diverse fasi del lancio stesso. In
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particolare i movimenti non sono semplici da acquisire perché non naturali. In questo caso
penso che non alleniamo solo i muscoli, il cui movimento è il risultato del lavoro dei centri
nervosi, ma i centri nervosi stessi.
E’ la cosiddetta memoria muscolare (muscle memory) cioè una serie di movimenti
automatizzati a livello cerebrale, che necessitano di allenamento più o meno assiduo. Con
l’allenamento i centri nervosi si esercitano e migliorano la capacità di regolare i movimenti.
La memoria muscolare viene spesso usata come sinonimo di apprendimento motorio (ad
esempio: andare in bicicletta, suonare uno strumento …)
L’apprendimento motorio passa attraverso diverse tappe:
1. Progetto del movimento: sono le informazioni date. Da qui l’importanza della didattica.
2. Legami ideo-motori: pensare il movimento ed effettuarlo.
3. Adattamento del movimento: è la regolazione dei parametri (direzione, ampiezza,
velocità, forza). Includerei anche, più specificamente, la sensazione di peso della coda e di
caricamento della canna.
4. Consolidamento del movimento: è l’allenamento, che affina ulteriormente il gesto stesso.
Il lancio angolato (ma direi anche tutti gli altri lanci!), è il risultato di un movimento fluido ed
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armonico di tutto l’arto superiore.
IL RUOLO DELL'ARTO SUPERIORE SINISTRO
Non dimentichiamo infine il ruolo dell’arto superiore sinistro.
Oltre a gestire le spire, rilasciare lo shooting e mantenere la tensione di coda, gioca un ruolo
attivo e fondamentale in molti altri lanci, in particolare nella doppia trazione.
CONCLUSIONE
Direi che maggiore è la peculiarità e la complessità del gesto, maggiore è “l’allenamento”
nervoso necessario per affinare la tecnica del gesto stesso, con il minimo dispendio energetico.
Come mi è stato detto più volte, applicandolo al nostro sistema nervoso e muscolare, allenarsi
per rendere facile ciò che è difficile.
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La Dottoressa Alessandra Magni è dirigente medico di I Liv. Ortopedia e Traumatologia
all'ospedale Sacra Famiglia F.B.F. di Erba (CO).
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